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di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro
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TEATRO
SATANICO |
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ZOS
KIA / COIL Transparent LP/CD (Cold Spring) La Cold Spring riesuma un lavoro fondamentale del compianto duo Balance-Christopherson e del progetto parallelo di John Gosling, Zos Kia, a cui collaborarono Min e gli stessi Balance e Christopherson; questi ultimi due però, subito dopo questa uscita lo abbandonarono con l'intento di concentrarsi completamente sui Coil. Transparent è l'unica uscita comune che raccoglie una serie di concerti tenuti congiuntamente tra l'82 e l'83, poi uscirono ancora due singoli nell'84 e nell'85 fino al silenzio assoluto: questa ristampa aggiunge ulteriori due tracce ad opera del moniker AKE, ossia il progetto di Gosling pre-Zos Kia. E' disponibile sia la versione limitata a 500 copie su doppio vinile bianco che quella su vinile nero, entrambe con download code, mentre l'edizione su cd include un meraviglioso libretto di sedici pagine che raccoglie un'intervista esplicativa e immagini inedite e grafiche dell'epoca. Il feeling di questa musica è assolutamente primordiale con pezzi parlati ed atmosfere rituali, che ricordano il progetto contemporaneo Zero Kama, ideato da Michael Dewitt, che guarda caso ha gestito la Nekrophile Rekords, la quale fu la prima etichetta a far uscire Transparent su cassetta. Documento storico imperdibile. Sito web: https://threshold.greedbag.com (M/B'06) |
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SLOWDIVE
Slowdive CD (Dead Ocean) Già velatamente annunciato nel 2014, in occasione della reunion e del tour mondiale che toccò anche Padova come una unica data italiana, l'attesissimo nuovo album studio degli Slowdive è finalmente uscito agli inizi di maggio. Il titolo, la grafica scarna della confezione in cartonato e la presenza di soli otto brani danno la sensazione di una rinascita all'insegna della semplicità e dell'essenziale. Sensazione che viene confermata dall'ascolto delle tracce, dove non ci sono particolari sorprese ma ritroviamo una summa delle sonorità e della atmosfere storiche del quintetto: ritmiche quadrate, chitarre cariche di effetti come delay e chorus, l'assenza di arrangiamenti ridondanti, e la voce di Neil Halstead affiancata a quella di Rachel Goswell (la quale non viene nemmeno più accreditata come chitarrista, ruolo che del resto ha sempre svolto in maniera occasionale). "Slomo" è una buona introduzione ma non mi provoca sussulti emotivi particolari. "Star Roving" invece, il primo singolo, è a mio avviso il momento più alto del disco, una canzone perfetta, sognante e psichedelica che lascia subito il segno. Con "Don't Know Why" si ritorna su ritmi più rilassati e mi sembra addirittura di sentire l'influenza di certi brani di "Disintegration" dei Cure, soprattutto per gli intrecci aggraziati delle chitarre, un ingrediente che ritroveremo ancora successivamente nel CD e che del resto non mancava nemmeno in certi tratti del primo album della band "Just For A Day". "Sugar For The Pill", il secondo singolo, prosegue nello stesso modo, mentre con "Everyone Knows" ritrovo con piacere quel romanticismo intenso e avvolgente che i nostri hanno saputo infondere così bene in brani del passato come "Brighter", "Alison", o "40 Days". "No Longer Making Mine" alterna una strofa minimale - e anche un po' scontata - con un ritornello devastante e stupendo. "Go Get It" ruota intorno a due accordi e al basso distorto, dove si elevano le variazioni dinamiche delle voci e degli altri strumenti. La traccia di chiusura "Falling Ashes" è costituita solo dalle voci di Neil e Rachel, da un arpeggio di pianoforte ripetitivo e poco altro: qui sento l'eco di certe cose di Brian Eno, il quale infatti già lavorò con la band per il secondo album "Souvlaki". Ammetto che ci ho messo parecchio ad apprezzare pienamente questo "Slowdive": ai primi ascolti mi avevano convinto veramente solo un paio di brani, mentre avevo trovato il resto sottotono e con troppe parti tendenzialmente "gioiose" e armonicamente prevedibili, se confrontato con le pubblicazioni storiche e immense della band. Ma a furia di far girare e rigirare il CD nel lettore sono riuscito finalmente a cogliere tutte le sfumature di un lavoro che, sebbene non mi senta di definire un capolavoro, è davvero pregevole, ben fatto, e piacerà sicuramente ai fans di questa leggenda della scena 'shoegaze' o 'dreampop'. Del resto penso che nessuno si aspettasse un album 'rivoluzionario' o con una svolta stilistica particolare (con lo sperimentale "Pygmalion", uscito nel 1995 in piena ondata brit-pop, i nostri dimostrarono già un coraggio e un'integrità notevole), ma proprio un'opera alla Slowdive al 100%, nata dal piacere di cinque amici che riprendono a suonare insieme dopo 20 anni e destinata al piacere di un pubblico ancora numeroso, fedele e sensibile. (Fabio Degiorgi) |
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WIRE
Doppia
recensione |
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SHE
SPREAD SORROW Mine CD (Cold Spring) Torna Alice Kundalini con il secondo full length su vinile limitato a 300 copie e download code, che rappresenta un sensibile passo avanti rispetto al precedente, dove erano già presenti idee interessanti ed originali, oltre che brani riusciti. Con Mine, Alice dimostra di aver trovato una notevole maturità, che sicuramente non è figlia del caso, bensì della gavetta fatta coi Deviated Sister TV ed i Dead Perfection, delle passate collaborazioni con Toby Dammit e The Vomit Arsonist, del supportodi un'etichetta importante come la Cold Spring, ma più di ogni altra cosa, del suo talento che non è mai venuto a mancare. Cinque brani per trentacinque minuti di musica oscillante tra death industrial, soundscapes desolati e sprazzi di power electronics: ambientato in un collegio abbandonato da dove sono state tratte le foto che costellano l'album, il feeling tetro e malato di questo lavoro viene perfettamente divulgato dalla sommessa e distorta voce di Alice, la quale trasmette un alone di morte che a tratti rimanda agli incubi sonori di Atrax Morgue. Ritmi rarefatti, niente luce, solo rimorsi e traumi. Sito web: http://shespreadsorrow.wordpress.com (M/B'06) |
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SINEZAMIA
Nel blu CD (autoprodotto) Esce il nuovo singolo su cd dei mantovani Sinezamia limitato a 100 copie, "Nel blu", a due anni di distanza dal live "Decadenza", in anticipo all'uscita del nuovo album in preparazione. Lo accompagna la cover dei Litfiba "Versante Est", uno dei primi pezzi della storica band fiorentina, manifesto indimenticabile dell'innovativa new wave italiana anni ottanta, da cui i Sinezamia attingono con parsimonia e personalità. Parallelamente ai Litfiba, i Sinezamia hanno evoluto il loro suono verso una matrice marcatamente rock, a tratti metal, con un suono pieno e perfettamente bilanciato frutto della registrazione ad opera di Saro Torreggiani presso lo Strongvilla studio. Il risultato è eccellente ed in grado di trasfigurare anche la cover proposta, molto promettente per ciò che verrà. Sito web: http://www.sinezamia.it (M/B'06) |
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VIVIANNE
VIVEUR Glitters CD (My Fay Records, Jardin du Luxembourg Disques) Ritornano inaspettatamente a meno di un anno di distanza dall'ottimo "Lulù en hiver", i Vivianne Viveur, trio basato a Londra composto dall'omonima cantante e polistrumentista, Chicco Aurigemma alle chitarre e Luigi Nefasto alla batteria, coadiuvati da Sophie Boss e Anne Sophie Charron alla parte cantata. "Glitters" è un concept album basato sulla storia di un uomo che, per conservare la sensazione di infatuazione per sempre, decide di nasconderla alla sua amata e rinchiuderla in una sorta di teca virtuale dentro sé stesso: il concetto è quindi ancora una volta romantico come la musica e le atmosfere che pervadono questo lavoro, ispirato come già il pre cedente a musicisti come Pierre Bachelet, Armando Trovajoli e Berto Pisano, questa volta però sterzando verso scenari alternative rock più marcati, ma solo in alcuni episodi come "Lily" e "Pulp". Il sound rimane il medesimo dell'uscita precedente e l'album è una prosecuzione ideale di quanto fatto finora, che sa di maturità ed evoluzione stilistica. Sito web: https://www.facebook.com/Vivianne-Viveur-46211624023 (M/B'06) |
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AAVV
Messina 1908 CD (Dornwald) 'DW001': prima assoluta e dunque numero uno di catalogo per questa label nuova di zecca fondata dal nostro collaboratore Lorenzo Nobili ('penna' anche di Frastuoni, Darkroom Magazine e della cessata Sounds Behind The Corner), che esordisce con questa compilation dagli addentellati storici di grande interesse. Il 1908 vide infatti il rovinoso sisma che mise in ginocchio Messina e Reggio Calabria, tra i più gravi del secolo scorso se non il peggiore. A tal proposito, pochi conoscono la storia del valoroso manipolo di marinai russi, casualmente attraccati ad Augusta in quei tragici giorni: furono proprio loro a distinguersi tra i primissimi soccorritori, guadagnando addirittura attestati di benemerenza rappresentati dalla medaglia custodita nello scrigno in bella vista sulla candida copertina del digipak. Bella l'iniziativa di ricordare questo episodio di gran valore umano e civile con una raccolta che vede in azione una serie di progetti italiani e russi; se dobbiamo il concepimento originale del progetto al gruppo 'martial' russo Order of Victory, è grazie alla perseveranza del nostro Sol Mutti TSIDMZ che 'Messina 1908' vede oggi la luce. Proprio TSIDMZ figura tra la colonna italica in azione su 'Messina 1908', in ottima compagnia di Carnera, J Orphic, Svart1, Valerio Orlandini, Porta Vittoria e Corazzata Valdemone. Russi all'attacco invece con Nytt Land, Kratong, Anenerbe Music Club ed i titolati Moon Far Away, di recente al prestigioso Gotik Treffen di Lipsia. Come intuirete dal ricco carnet dei musicisti, la varietà di suoni ed atmosfere è assicurata, con l'oscura e pulsante elettronica di 'Corazzata Slava' di Carnera ad aprire il lavoro, seguita a stretto giro dalla sognante 'The Last War' di Nytt Land. Magniloquenti le arie marzial-sinfoniche proposte da J Orphic, subito demolite dal ruvido industrial-ambient dei sei minuti di 'Derido alla morte Sopravvivo alla morte', autore Raimondo Gaviano di Svart1. Si ritorna verso lidi elettronici con TSIDMZ e la sua 'Marching for friedship', che sovrappone secche ritmiche a recitati femminili in lingua russa, mentre Valerio Orlandini incanta con l'epica e maestosa 'Eurasian Solidarity', vero picco emozionale della raccolta. I malinconici Kratong non disdegnano rumorismo ed ampio uso di effetti nella pur melodica 'As the world disappears', seguiti dalla trascinante 'Zavtra' in cui gli Anenerbe Music Club trasmettono - soprattutto grazie al cantato in lingua madre - l'essenza più profonda del folklore di casa loro. Molto bella la ballata in inglese dei nostri Porta Vittoria, interpretata con classe da Lisa Duse, così come di ottima fattura l'unica traccia autenticamente 'neofolk' dell'intero lavoro, regalataci dagli ormai affermatissimi Moon far away. Corazzata Valdemone ed Anenerbe Music club celebrano idealmente questa amicizia italo-russa eseguendo insieme una cover del vecchissimo classico del 1935 'Signorine non guardate i marinai', che pone il finale sigillo al debutto di Dornwald. Auguriamo a Lorenzo le migliori soddisfazioni per la nuova avventura discografica, le premesse ci sono tutte! Info: https://dornwaldrec.bandcamp.com (Oflorenz) |
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AAVV
Amanda in the sky with diamonds CD (-) Dopo "Kommando Stasi 9:15 9:30", torna il consorzio multiforme che annovera tra le sue fila realtà di prima grandezza, ma anche act poco conosciuti e di ottimo livello della scena industrial/noise ligure-piemontese e non solo, per il secondo capitolo della saga dei killer o presunti tali, questa volta dedicata ad Amanda Knox. Tredici brani, uno a testa, nell'usuale roulette russa che caratterizza questi rituali, dove la passione per le pagine di cronaca nera conta più di ogni altra cosa. Aprono i Wuornos Aileen, ormai una realtà affermata del panorama industrial/noise italiano, con una traccia malsana a base di loop della voce lacrimevole di Amanda che viene taglieggiata da rasoiate di micidiale power electronics. E' la volta della collaborazione tra Vito Losinno e Daniele Santagiuliana, sotto il moniker E Aktion & Testing Vault, con "See you later", un pezzo a base di echi terrificanti e cicalii elettronici. Seguono Dario Neri e Stefano Oflorenz con la loro creatura Artico Cvlto in perenne mutamento, i quali riprendono la strizzata d'occhio fatta ai Beatles nel titolo della compilation, con il brano "Magical mistery Amanda": distorsioni maestose che soverchiano l'ascoltatore, fino ad una malinconica calma, un po' come trovarsi a fianco ad Amanda mentre si contempla l'aurora boreale. E' la volta dei K-N di Stefano Bertoli, con un pezzo compressissimo a base di manipolazione sonora senza compromessi. Contributori più che adeguati col loro porn electronics i successivi Moana, progetto di Mr. Deviated (Deviated Sister Tv, Dead Perfection), con un brano ritmato e contaminato da vocals distorte ed incomprensibili, riverberate da echi da obitorio, che ricordano molto gli intermezzi dei Carcass. Poi il climax di Terreni K di Massimo Gravina aka Divine Negation da Taranto ed i feedback circuitali portati al collasso dei My Right of Frost di Raffaello Bisso, Francesco Marini ed Andrea Lombardi, quest'ultimo qui presente anche col suo progetto solista DB605, traghettano l'ascoltatore fino al gorgoglio spietato dei Wurt Organum con "L'erasmus in Italia è uno sballo mortale". I Gerstein di Maurizio Pustianaz riportano nel loro succedere, un po' di calma, con un riuscito pezzo electro che fa da sfondo ad estra tti delle dichiarazioni della Knox. Cecco Testa ancora una volta sorprende tutti mescolando metal, rumore e campionamenti stralunati con la sua "Cropcircle Free Noise Orchestra". Chiudono "Pacciani Jügend" da Lecco altro invitato imprescindibile, e gli inquietanti Snowfade del toscano Marco Grosso, mastermind di Ouroboros e dell'etichetta Neve Micro. Perché la "killer electronics" è soprattutto gioia. (M/B'06) |
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TENHORNEDBEAST
Death has no companion CD (Cold Spring) Nuova uscita dopo circa due anni di silenzio per il progetto solista dell'ex progetto occult ambient Endvra, Christopher Walton. Tre lunghissime suite per un totale di circa un'ora di musica, in cui prevale una forte componente isolazionista ed oscura: visioni di lande desolate, falcidiate da climi inospitali per qualsiasi forma di vita danno l'idea perfetta della proposta sonora lenta ed inesorabile di "Death has no companion". Archi reiterati e volutamente riverberati si alternano a note di piano cadenzate e distorte, che portano l'ascoltatore su un altro pianeta, lontano da qualunque cosa, a godersi il momento e sperare ad un tempo di esser solo di passaggio in un incubo così tetro. Dopo la prima traccia che introduce la prima fase di questo pellegrinaggio, segue la tetra e minimale "The lamentation of their women", che odora letteralmente di morte. Nella finale e degna conclusiva "In each of us a secret sorrow", ciò che prima era una sensazione disagevole prende definitivamente corpo in un oscurissimo dark ambient soverchiato da frequenze lancinanti ed alienanti, da lasciare senza fiato. Magistrale e definitiva opera demoniaca. Sito web: https://www.facebook.com/TenHornedBeast-274177469259190 (M/B'06) |
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LORENZO
MONTANÀ Phase IX CD (Projekt Records) Esce il nuovo lavoro di Lorenzo Montanà, compositore, ingegnere del suono e produttore, per la prima volta sotto l'etichetta americana Projekt. Nove tracce di raffinata ambient/downtempo che scandiscono un viaggio sotto il segno di quanto già mostrato nelle passate collaborazioni con maestri del genere come Alio Die e soprattutto la colossale collaborazione Labyrinth, su cinque cd col sottovalutatissimo Pete Namlook, nome fondamentale della scena ambient degli anni '90, anche se poco celebrato. Come si evince dalla copertina, la natura e le brumose giornate la fanno da padrone, contaminate da strumenti classici come violoncello e pianoforte, che suggeriscono totale rilassatezza e contemplazione di ciò che ci sta intorno, senza risparmiare lievi strappi vagamente ritmati come in "Dhalg Fu", "Ura senxet" e "Opal cave". Suoni di ampio respiro e riverberi guidano l'ascoltatore in un percorso che deve essere solitario e compiuto virtualmente ed idealmente al buio, per consentirgli una totale concentrazione sulla musica e su sé stesso. Sito web: https://www.facebook.com/lorenzo.montana.52 (M/B'06) |
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MADEMOISELLE
BISTOURI Piano works Download (-) Claudio Frassine è un ragazzo di straordinaria intelligenza e cultura ed ama nasconderla sotto un pesante strato di rumore, immagini scioccanti, parafilie e chi più ne ha più ne metta. Talvolta però abbassa la guardia e la meraviglia travolge tutti quanti, probabilmente anche coloro che credono di conoscerlo meglio. "Piano works" ne è l'esempio musicale più recente: buttate su bandcamp in free download come l'esperimento numero mille di uno dei tanti prolifici artisti noise che calcano la scena italiana, queste due tracce lasciano di sasso. Siamo abituati a sentire le sfuriate HNW senza compromessi di Frassine, nutrimento essenziale ed esiziale per i fruitori noise die-hard di tutto il mondo, mentre qui l'approccio cambia notevolmente: una malinconica intro di piano che poi fonderà come loop il sostrato di entrambi i pezzi, viene aggredita da un muro di rumore, in un passaggio affascinante che ricorda i break della "Messe solennelle" di Wappenbund. Non c'è compromesso di sorta, o l'harsh noise wall o la quieta melodia del piano, che ritorna ciclicamente questa volta sporcata dal rumore di fondo, similmente a "Not saved" degli Ulver, come una (in)quieta ninna nanna. Depressive harsh noise! Sito web: https://www.facebook.com/faustfick (M/B'06) |
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ATTUALITA'
NERA |
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SKULLFLOWER
The spirals of great harm CD (Cold Spring) Nuova uscita su doppio cd per lo storico gruppo noise capitanato da Matthew Bower. Gli Skullflower hanno una storia ormai quasi trentennale, che trova le sue radici nel primo progetto di Bower, i Pure, gruppo power electronics che generava il fatidico noise wall con l'uso di chitarre, in contrapposizione ai contemporanei Whitehouse e Ramleh. Il medesimo approccio pur integrato con strumentazione elettronica, costituisce il dna degli Skullflower, ormai maestri nella stratificazione sonora e " The spirals of great harm" non fa eccezione. Intrecci sempre diversi e dissonanti di chitarre simili a miasmi provenienti dalle profondità della Terra concretizzano il loro associare l'album al XVII canto dell'Inferno dantesco; grafica e titoli invece sterzano fortemente abbracciando le tradizioni dell'antico Egitto, con brani come Khephra o "Tangled light of Isis". Denominatore comune è un muro sonoro abbacinante, che oscilla tra il noise, il drone e la psichedelia, capace di colpire in contemporanea lo stomaco ed il ventre, nel primo caso assordando con le chitarre, nel secondo, stordendo con l'assalto di frequenze al limite dell'udibile. Il tutto per quasi due ore se si ha la forza di ascoltarlo tutto d'un fiato. Sito web: http://skullflower-skullflowertruth.blogspot.com (M/B'06) |
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NYTT
LAND Fimbulvinter CD (Cold Spring) I l forte patriottismo e forte senso di appartenenza del popolo russo è sempre stato motivo di orgoglio per il paese ed ammirazione per i popoli e le nazioni che hanno avuto occasione di sperimentarlo, specialmente in battaglia: musicalmente questo si riflette su vari versanti, anche nell'incorporare tradizioni allogene, che però il più delle volte trovano comunanza con quella russa, essendo essa molto variegata. I siberiani Nytt Land infatti, nati come gruppo folk-rock ed evolutisi in folk band a tutti gli effetti, hanno ormai raggiunto un notevole successo, arrivando a firmare per la Cold Spring, riproponendo l'Edda poetica nell'originale antico islandese, dialetto della lingua norrena, in cui fu scritta l'opera nel XIII secolo, come centro dei loro testi e delle loro tematiche sulla scia di quanto fatto dai norvegesi Wardruna, coi quali infatti i Nytt Land sono andati in tour a febbraio. Non solo: oltre all'utilizzo di strumenti tradizionali come la talharpa, anche la tecnica di canto di Anatoly, Stanislav e Natalya riprende con notevole bravura l'antica tecnica del "throath singing", largamente usata anche dai connazionali Phurpa. E' quindi il profondo nord a fungere da anello di congiunzione, in particolare per quest'album l'inesorabile inverno, che scandisce i rituali e le melodie dal sapore antico di questo gruppo quasi gioiose, tutto sommato comprensibilmente per chi come loro viene da un posto dove l'estate dura una settimana e d'inverno si toccano i -60°C. Sito web: https://vk.com/nyttland (M/B'06) |
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GIOVANNI
CRISTINO 01 Download (Fisherground) Giovanni Cristino, originario di Mola di Bari dove è nato nel 1987, con studi di pianoforte e musica jazz al conservatorio alle spalle, pubblica un lavoro in formato digitale e cd in coppia col booklet digitale della mostra "Non sme tti di esistere", tenutasi a Roma nell'aprile di quest'anno a cui, in collaborazione con Alisia Cruciani, che ne ha curato la copertina ed in generale la parte grafica, a cui ha preso parte con questa colonna sonora. L'installazione ambientale creata per l'occasione, si pone l'arduo compito di indagare le possibilità di archiviazione e salvaguardia della memoria umana, tramite la conservazione scultorea della materia, il mezzo fotografico e la scrittura collettiva. Di pari passo procede la musica, una singola traccia di quasi mezz'ora in cui rarefatti suoni di pianoforte si mescolano con un rumore di fondo composto dalla risacca del mare mescolata a rumori ambientali, il tutto amalgamato ed ovattato dalle reiterate registrazioni che, sovrapponendosi creano un tappeto rumoristico su cui si edifica questo paesaggio sonoro isolazionista. Sito web: https://www.facebook.com/fisherground (M/B'06) |
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AN
ANT AND AN ATOM Exterior Cassetta (…And An Earth) Il canadese Sean Warkentine arriva alla quinta uscita, la quarta su nastro, col suo progetto solista An Ant And An Atom, sempre sotto l'etichetta "…And An Earth". Cinque tracce per mezz'ora o poco più di musica, fatta di un amalgama di noise, drone, ambient e post rock, nel segno di una forte sperimentazione alla ricerca e rielaborazione dei singoli suoni, dettata da un amore per le atmosfere rarefatte dedicate allo spazio profondo, ai suoi misteri ed a quelli della vita stessa. L'ultima traccia da undici minuti invece acuisce questo lato, evolvendolo in echi maestosi e loop soverchianti che erigono un muro di rumore che imperversa fin verso la fine, dove si ripiomba in atmosfere quiete e desolate. Il risultato è un lavoro convincente denso e riflessivo, pervaso da contaminazioni glitch che arricchiscono l'incedere placido dei brani. Sito web: http://anantandanatom.com (M/B'06) |
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GIANLUCA
FAVARON Blank spaces (I don't want to be happy) Cassetta (Luce Sia) Finalmente anche Gianluca Favaron va al cospetto di Nebo e Sacha di Luce Sia, tappa obbligatoria per i progetti italiani più titolati di musica elettronica, ma dove trovano spazio anche piacevoli scoperte. Il lavoro è nel segno della musica astratta e sperimentale con due lunghe suite di sedici minuti esatti l'una ad occupare ciascuna un lato della cassetta. E' un album isolazionista e minimale, di non facile ascolto per chi non è avvezzo a certe sonorità, ma che come sempre soddisferà gli appassionati del genere. Gli autori letterari di riferimento, più o meno manifesti sono Camus e Sartre, essendo le due tracce a nome dei due protagonisti dei rispettivi romanzi "Lo straniero" e "La nausea": in entrambe le opere aleggiano un male di vivere patologico ed inesorabile, un esistenzialismo ed un nichilismo assoluti che perfettamente ritornano nelle trame sonore di Gianluca, lunghe e dolorose che non chiedono niente, non insegnano niente e non lasciano niente, ma colmano per trentadue minuti il vuoto dell'esistenza di ognuno di noi. Sito web: https://abshe.wordpress.com (M/B'06) |
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NOISE
CLUSTER Planet of the lost dolls Cassetta (Luce Sia) Flavio Rivabella e Arianna Degni Lombardo, meglio noti come D.B.P.I.T. e Xxena alimentano la loro nuova forma artistica, nata in occasione dello split con gli Artico Cvlto del 2016, che ricade sotto il moniker di Noise Cluster. Nello specifico, l'album è un concept ispirato ai fatti che conferirono a la isla de las muñecas, l'isola delle bambole, ubicata in Messico, il suo caratteristico nome. Pare che negli anni venti una bambina fu ritrovata annegata in quelle zone, abbracciata alla sua bambola. Questo fatto colpì fino ad ingenerargli una vera e propria ossessione, l'eremita sociopatico Don Juliana Santana Barrera, che si installò su quell'isola e la addobbò con bambole di ogni tipo, fino alla sua morte avvenuta nel 2001 in circostanze misteriose, generando una vera e propria foresta infestata da esseri inanimati e deturpati dall'esposizione quotidiana agli agenti atmosferici. La ragione scatenante fu la convinzione dell'eremita che l'anima della bambina deceduta fosse imprigionata nella bambola e che l'unico modo di poterla liberare fosse veicolarla attraverso questa sorta di rituale. Parlando invece della musica, questo nastro è un concentrato di atmosfere malate e sinistre in chiave industrial, dove i riverberi e le frasi recitate qua e là vengono inframmezzate dall'immancabile tromba di Flavio e dal sapiente uso di inserti noise come strumenti a tutti gli effetti, creando scenari potenti ed oscuri grazie anche all'ottima resa sonora. Sito web: https://www.facebook.com/noisecluster (M/B'06) |
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HAMAN
/ WINTER MARTYRIVM Split MMXVII Cassetta (Spectral Landscapes Productions) La provincia piemontese di Alessandria, area lontana da Torino, come da Milano, come dal mare, sembra voler vivere nel suo isolamento lontano dagli sguardi dei curiosi: la campagna invernale nebbiosa e desolata, regala paesaggi surreali che per chi ha l'occasione di fermarsi da quelle parti, mentre per chi ci è nato o ci vive da molto è motivo di ispirazione e talvolta commozione. Gli Haman ed i Winter Martyrivm, progetti alessandrini solisti rispettivamente di Sine Nomine e Cecco Testa, quest'ultimo noto per i suoi Cropcircle e parte anche dei LaColpa, sono una lampante testimonianza di come questi paesaggi possano influenzare e generare una trasformazione dall'emozione alla musica. Haman nasce nel 2010 ispirato al black metal della seconda ondata contaminato con atmosfere ambient che non ne intaccano la ferocia, mentre i Winter Martyrivm, attivi sin dal 2005 con "Riot of sadism and blood", e usciti l'anno scorso con l'ottimo "Reneuizi", affondano le radici nel black metal depressivo di matrice nordica. Dopo anni di attesa e con materiale in parte già pronto da eoni, i nostri trovano la forza di spezzare la loro beata solitudine e diffondere i loro lavori, e così nasce questo split su cassetta limitato a sole 25 copie per la Spectral Landscapes. Il primo lato della cassetta è a cura di Haman che, dopo una maestosa introduzione organistica, scende in campo con una rasoiata di black metal malinconico e spietato a un tempo: la parte sinfonica non viene mai meno, anche nei momenti più caotici dove prevalgono le accelerazioni della batteria, coniugandosi agli estemporanei arpeggi della chitarra melodica ed all'assalto di quella ritmica, che scandiscono gli ariosi intermezzi e paiono trascinare l'ascoltatore in lande fredde e desolate, attraversate dalle grida laceranti di Sine Nomine. La seconda parte del lavoro lascia spazio a Winter Martyrivm: questo nuovo capitolo segna una svolta rispetto al precedente Reneuizi, dove albergavano malinconia e depressione, che qui abdicano in favore di una sorta di caos primordiale ispirato alle atmosfere catacombali dei primi Abruptum, che evolve in cavalcate epiche à la Dimmu Borgir di For All Tid, alternate a mid tempo di batteria che ricordano gruppi come Elysian Blaze, il tutto condito da un cantato marcissimo, amplificato da echi e riverberi sotterranei. Al minuto nove inizia un gelido intermezzo, in un dialogo crescente tra chitarre e voce, con quest'ultima che emerge fino a prevalere completamente per poi svanire a sua volta, ridando lo scettro alle chitarre. Il dualismo si ripete fino ai rumori di pioggia finali a sancire il termine sommesso del viaggio. Ancora una volta Cecco dimostra la sua grande padronanza nel creare al millesimo un suono che non esiste più e soprattutto di una devozione assoluta alle sonorità nordiche del black metal anni novanta, a cui si mescolano atmosfere intimistiche e desolate. Sito web: https://www.facebook.com/Haman-146292492083471; https://www.facebook.com/unholywintermartyrivm; (M/B'06) |
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DANIELE
BALELLI One lost day Download (-) Daniele Balelli, precedentemente chitarrista e bassista nella band extreme metal Hell Baron's Wrath, arriva al suo debutto solista con questo delicato lavoro di circa trentacinque minuti, che attinge all'esperienza maturata dall'artista nel comporre colonne sonore e si propone di scandire il trascorrere del tempo in una giornata che nasce già come persa, come può capitare di pensare ad una persona depressa e dominata dall'ansia. Un breve pezzo di pianoforte introduce l'atmosfera malinconica e speranzosa di "Morning" che ruota intorno al violino di Chiara D'Anzieri e alle orchestrazioni di Daniele. La successiva "Afternoon" perde il vigore iniziale, smorzando i picchi della precedente e traghettando l'ascoltatore verso la sera e la notte ossia gli ultimi due brani, più brevi e perfetti per trasmettere la consapevolezza dell'ennesimo fallimento dell'esistenza individuale. Sito web: https://soundcloud.com/danielebalelli (M/B'06) |
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LA
BREICHE Le mal des ardents Download (Cold Spring) Yan Arexis e Patrick Lafforge, dopo oltre vent'anni di militanza negli Stille Volk gruppo pioniere del pagan folk, danno vita ad un nuovo progetto che mescola sapientemente folk ed ambient, utilizzando strumenti tradizionali ed arcaici come armonium, bombarda, ghironda, flauto, tromba, gong, percussioni fino a quelli impropri come pietre e semplici conchiglie. Il risultato è notevole e ricorda per certi versi i connazionali francesi Gaë Bolg per le armonie ed il costante richiamo alle molte sfaccettature del periodo medievale, in questo caso quella oscura delle epidemie di cui "le mal des ardents", ossia il fuoco di sant'Antonio, è stato un degno rappresentante. L'album lascia molto spazio a cori e pezzi parlati, indulgendo su parti ambientali ed introspettive e creando un'atmosfera fatta di chiaroscuri, a tratti minimale, che riporta l'ascoltatore indietro nel tempo, preda di rituali dimenticati e della natura spietata. Sito web: https://www.labreiche.fr (M/B'06) |
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F:A.R.
Mechanics & Music (nastri '81-'85) CD (Luce Sia, Again Records, Der Klang Records, Fonoarte) La collaborazione congiunta delle importanti etichette Der Klang, Again Records, Fonoarte e la giovane Luce Sia, riportano in vita finalmente dopo quasi trent'anni, tre capolavori finemente restaurati e rimasterizzati per l'occasione, che sembravano perduti per sempre, i primi due usciti all'epoca per Technological Feeling su cassette a tiratura ignota, ma certamente limitatissima, e "Lust" che uscì sotto ADN sempre su cassetta. Il miracolo è stato possibile grazie a Sacha Rovelli di Luce Sia che aveva tra i suoi nastri anche questi tre album fondamentali del progetto di Mauro Guazzotti. Questi uscì nel 1984 anche con gli "Open Graves Style", per poi lasciarli entrambi e dedicarsi alla sua folle creatura MGZ, la cui ultima uscita data 2010. I F:A.R. sono uno dei primissimi progetti industrial italiani con una forte componente innovativa e sperimentale e, come altri progetti di indiscusso valore, come ad esempio i "The tapes" dei fratelli Drago, non hanno avuto all'epoca lo spazio che meritavano anche per via dell'avanguardistico sperimentalismo mostrato, ma certamente troveranno la loro rivalsa grazie ad etichette fatte di persone di valore che capiscono veramente di musica e sono in grado di svelare tesori nascosti come questi e diffonderli adeguatamente. Sito web: https://myspace.com/far54321 (M/B'06) |