AJNA
Lucid
intrusion
CD
(Cyclic
Law)
Dopo una
serie di uscite in ambito ambient/drone per diverse
etichette, soprattutto net label, riscuotendo ottimi
riscontri di critica, ritorno Chris F forte di un
contratto con la Cyclic Law, punto di riferimento
per questo genere. Da sempre focalizzato su
ambientazioni isolazioniste, questa volta l’artista
newyorkese indaga a modo suo l’esistenza o meno di
spiriti, attraverso un succedersi di atmosfere
sonore penetranti, lente e capaci di risucchiare
l’ascoltatore in un mondo parallelo dove la
distinzione tra ciò che viene comunemente percepito
come reale e le proiezioni del proprio subconscio,
viene meno. Echi sotterranei, riverberi, cupe e
soverchianti frequenze costituiscono il tessuto
fondante di questa opera compatta come un monolite
che non cede di un millimetro dall’inizio alla fine:
dark ambient raffinato da assaporare in un unico
ascolto, non particolarmente originale, ma
sapientemente concepito e con un suono eccellente.
Sito Web:
https://soundcloud.com/intrinsik-1
(M/B’06)
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SIMON BALESTRAZZI
Redshift
CD (Azoth)
Seguiamo con piacere la label
Azoth sin dalla sua inaugurazione nel 2015 ad opera
dello storico fondatore di T.A.C. Simon Balestrazzi,
come ideale veicolo espressivo per le
sperimentazioni più radicali sia a titolo personale
che relativamente a progetti condivisi (Candor
Chasma e Hidden Reverse) o ‘amici’ (Massimo Olla).
Ottava uscita in circa tre anni, ‘Redshift’ si
struttura in cinque capitoli dei quali quattro
omonimi numerati progressivamente, per concludersi
con i quindici minuti della lunga, dilatata
‘Blueshift’. I lavori di Balestrazzi usciti su Azoth
sembrano piccoli manuali di musica concreta,
spiegata ed illustrata al fine di comprenderne, per
quanto possibile, funzionamenti e dinamiche. Il
booklet interno del Cd fornisce una concisa quanto
interessante descrizione degli strumenti utilizzati
(convenzionali e non) a margine di ogni brano,
includendo anche un collage fotografico in bianco e
nero ove tra gli altri fa bella mostra di sé uno dei
famosi (d)Ronin di Massimo Olla, amico e occasionale
collaboratore di Simon.
‘Oggetti e relativi suoni
in dimensioni spazio-temporali predefinite’: così mi
piace riassumervi lo spirito di ‘Redshift’, lavoro
che immaginerei sposarsi alla perfezione con
astratti visuals di natura scientifica, ma anche –
perché no – con un cortometraggio dai tratti oscuri
e visionari. Campane tubolari, gong, voci trattate,
barre metalliche e svariati elementi percussivi sono
solo alcuni degli ingredienti abilmente trattati e
processati da Simon, che si propone ancora una volta
nella veste a lui più consona, quella di vero e
proprio alchimista del suono. Protagonista nella
conclusiva ‘Blueshift’ il (d)Ronin ‘made by Olla’
cui si accennava poc’anzi, strumento completamente
progettato ed auto-costruito che incarna alla
perfezione le logiche non conformi di lavori come
questo. I quindici minuti di ‘Blueshift’, dalle
‘liquide’ coordinate ambientali, stemperano in
qualche modo le precedenti spigolosità, conducendo
per mano l’ascoltatore tra le spire del suo
‘discreet continuum’, per citare lo stesso
Balestrazzi. Minimale ed in linea con lo stile
tipico di Azoth la grafica del digipak ad opera di
Ultra, che nel caso di ‘Redshift’ richiama
l’iconografia basilare talvolta utilizzata da autori
e compositori del passato come Asmus Tietchens
piuttosto che Egisto Macchi.
Info:
https://azothrecordings.bandcamp.com/
(Oflorenz)
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GIANLUCA BECUZZI, MASSIMO
OLLA
TheenD
Cd (Show Me
Your Wounds, Luce Sia)
La coppia
Becuzzi Olla ritorna con quello che si potrebbe
definire il secondo capitolo di questo originale
sodalizio che segue “RedRum” uscito circa un anno
fa. Limitato a 190 copie come il precedente, il duo
si cimenta nel rifare l’album “The end…” di Nico del
1974, contenente a sua volta una cover della
celeberrima “The End” dei The Doors. Il risultato è
una totale trasfigurazione in chiave apocalyptic
folk dell’album, come si può apprezzare fin
dall’introduttiva “It has not taken long”. Le
successive “Secret side” e “You forgot to answer”
ricordano da vicino i Sol Invictus nei loro momenti
più declamati e meno suonati, sulla scia di quanto
già fatto vedere in “RedRum”. “Innocent and vain”
suona meno radicale dell’originale nel nome di un
intento fondamentalmente melodico, compatibilmente
con un’opera che rimane a metà strada tra
elettronica e musica suonata alla vecchia maniera,
in chiave scarna e minimale, che culmina nella cover
dei “The Doors”, già citata. Il finale inno tedesco
invece viene sostituito da una marcia originale, in
luogo della estatica voce di Nico, che caratterizza
tutto il suo lavoro.
Sito web:
https://www.facebook.com/gianluca.becuzzi;
https://www.facebook.com/noisedelik
(M/B’06)
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CHELIDON
FRAME
Left
blank
Cassetta
(WalkIn Productions)
Dopo una
serie di uscite in ambito elettronico che hanno
portato anche a riconoscimenti in occasione della
Biennale di Marrakech, Alessio Premoli trova la via
del nastro per il debutto fisico con questa cassetta
limitata a sole 30 copie, le prime dieci con inclusa
la cartolina che riproduce la copertina. Chelidon
Frame si muove in ambito principalmente
elettroacustico, senza veri e propri confini,
assecondando una ricerca sonora che ha visto nella
sua discografia ospitare anche contaminazioni di
musique concrète, abstract e jazz. Quest’ultimo
album raccoglie sessioni sviluppatesi a cavallo tra
il 2015 ed il 2018, utilizzando oggetti vari, field
recording, sintetizzatori, chitarre e flauti: pur
non facendo passi indietro dal punto di vista della
sperimentazione, Premoli riesce ad avvolgere
l’ascoltatore in ritmi soffici e astratti, senza
ricorrere ad inutili asprezze isolazioniste, con
strutture mutevoli, complesse e minimaliste a un
tempo. Glitch, drone, noise e ambient trovano dunque
una perfetta formula di coesistenza nelle pacifiche
e talvolta ribollenti litanie di Alessio. Magica e
maestosa, la suite centrale in quattro parti
“Pluto's Moons are in Absolute Chaos”.
Sito web:
https://www.facebook.com/ChelidonFrame
(M/B’06)
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COIL + ZOS KIA + MARC ALMOND
How to destroy angels
CD (Cold Spring)
La Cold Spring recupera e rimasterizza con il
prezioso contributo del solito Martin Bowes, un
inedito live congiunto di Coil, Zos Kia e Marc
Almond: Balance, Gosling e Almond si riuniscono il
24/08/1983 all’Air Gallery di Londra, con il
supporto per il mixaggio di Peter Christopherson.
Eloquente il commento nelle note scritte dallo
scrittore olandese Michel Faber, che chiede al
lettore di provare a immaginare quanto distante
dalla cultura dominante fu la performance di questo
trio distruttore di civiltà. In effetti l’album è
assolutamente estremo e cacofonico, lontanissimo da
quello che fu poi l’omonimo debutto dei Coil: questa
collaborazione fu probabilmente percepita come un
vero e proprio pugno in faccia alla società del
tempo con le sue ipocrite convenzioni, tematica oggi
più che mai attuale. Tre tracce, l’omonimo pezzo
completo, della durata di ventitré minuti, seguito
da un remix più breve ad opera di John Gosling e
“Baptism by Fire”, registrazione finora inedita,
effettuata a Londra nel 1983. La prima suite è
introdotta da un estratto decisamente indigesto che
viene dal nostrano “Salò o le 120 giornate di
Sodoma”, ultimo film del compianto Pasolini, in uno
dei suoi punti culminanti, ossia quando il Duca
(Paolo Bonacelli) costringe con urla e minacce una
delle vittime ad ingoiare le deiezioni da lui appena
prodotte, e prosegue per tutta la restante lunghezza
con un’implacabile tirata ad opera di Marc Almond
nei confronti di una sua ex amante. Il successivo
remix ad opera di Zos Kia dell’omonima traccia è
invece totalmente strumentale e ridotto a circa otto
minuti. La conclusiva “Baptism of fire” è un’altra
traccia che costituisce un perfetto esempio della
scuola inglese agli albori dell’industrial.
Sito web:
http://coldspring.co.uk/discography/csr263cd
(M/B’06)
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C.3.3.
Ballad
of reading Gaol / The cacophonietta
CD
(Cold Spring)
La Cold
Spring si appropria del debutto dell’ex Test Dept.
Paul Jamrozy, uscito su cdr nel 2011 e gli rende
giustizia dal punto di vista grafico, dei suoni e
soprattutto del supporto, con questa versione
rimasterizzata su cd. Questo progetto nacque
dall’esperienza di Paul avuta nel corso di progetti
musicali realizzati con ragazzi alla Her Majesty’s
Prison Reading e si riferisce nei nomi e nei fatti a
quella che fu la storia narrata da Oscar Wilde della
sua esperienza carceraria a seguito della condanna
subita per atti osceni. Infatti C.3.3. è il numero
di cella in cui Wilde fu rinchiuso, nonché lo
pseudonimo che utilizzò firmando “The ballad of
reading Gaol”, da cui questo album trae in toto i
testi. L’intento di Jamrozy è dunque quello di
creare un parallelismo tra l’Inghilterra vittoriana
e quella odierna dal punto di vista della reclusione
carceraria e dei suoi orrori: è un lavoro che
musicalmente trae ispirazione dal periodo intermedio
dei Test Dept., quello di Pax Britannica,
rielaborato in un lento incedere scandito da solenni
declamazioni immerse in ambientazioni tetre e
malinconiche, che talvolta lasciano spazio a
bellicose incursioni rumoristiche. Unitamente ai
quattro pezzi o movimenti originali, qui viene
aggiunta la “Reprise” presente nell’uscita digitale
del 2014, e altri due brani remixati “Acousticon” e
“Panoptix”, in collaborazione coi Test Dept.
Eccellente il lavoro di rimasterizzazione ad opera
del solito Martin Bowes, nonché quello di Abby
Helasdottir per la parte grafica.
Sito web:
https://www.facebook.com/C33HQ
(M/B’06)
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The DAMNED
Evil Spirits
CD / LP (Spinefarm
Records)
Uno dei gruppi che amo alla follia sono i Damned,
una delle poche band storiche del punk 77 rimasta
coerente al proprio stile fino ad oggi.
Dopo 10 anni dal precedente album, "So, Who's
Paranoid?", i Damned escono con un nuovo album che è
stato finanziato grazie a un Crowdfunding sulla
piattaforma PledgeMusic e vede Tony Visconti (in
passato ha prodotto vari album di David Bowie) alla
produzione . Da notare anche il rientro del vecchio
bassista Paul Gray già con loro negli album "Black
album" e "Strawberries".
Interessanti i brani di punta come "Standing On The
Edge Of Tomorrow" o "Evil Spirits" ma pian piano,
durante l'ascolto, si nota la prevalenza dell'anima
psichedelica della band piuttosto che quella new
wave/punk delle origini. I brani sono fatti con
arte, ma personalmente non mi convincono molto e non
raggiungono le vette delle prime produzioni o di
"Grave Disorder", ultimo album della band inglese in
cui, secondo me, hanno dato il loro meglio.
Altra traccia degna di nota è "Devil In Disguise"
grazie al suo retro gusto "rock'n'roll".
Purtroppo però nel
complesso il disco non è energico e non mi catttura
e questo mi spiace molto. Senza dubbio è difficile
trovare dopo 40 anni qualcosa che possa ricordare i
fasti del passato e purtroppo "Evil spirit" non è un
disco che ascolterò molte volte ma nonostante questo
la voglia di rivedere ancora una volta i damned dal
vivo rimane. Sito web:
http://www.officialdamned.com/
(Nikita) |
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DEAD CAN DANCE
Dionysus
CD / 2LP (PIAS Recordings)
Dopo 6 anni
dall'eccellente album "Anastasis" esce questo nuovo
album dello storico progetto di Brendan Perry e Lisa
Gerrard. Il disco è dedicato al mito di Dionisio.
I brani sono per la
maggior parte strumentali e le atmosfere World Music
sono presenti abbondantamente. Il disco è diviso in
due parti: Act ! e Act II.
Nella prima parte apre il brano "Sea Borne" un
delizioso brano strumentale d'impatto e fortemente
di matrice Dead Can Dance, un intro che al primo
ascolto fa ben sperare nei brani successivi.
Segue " Liberator of Minds" altra traccia
strumentale, con ritmi arabeggianti, peccato che non
ci sia una voce che canti, ma soltanto qualche
leggero vocalizzo che non fa decollare il brano.
Chiude l'Act I " Dance of
the Bacchantes", ancora ritmi arabeggianti e
vocalizzi e urla Berbere, non si discosta molto
dalla precedente traccia.
L'Act II inizia con "The Mountain" che fa ben
sperare ma solo per poco poiché tutte le emozioni
vengono portate vie dal belare delle pecore
(campionamento presente nel brano).
Con "The Invocation"
finalmente si riesce ad ascoltare qualcosa di
prezioso. La voce d Lisa Gerrard esce allo scoperto
regalandoci un brano che merita pur non essendo a
livello dei vecchi Dead Can Dance.
Segue "The Forest" e
Brendan Perry finalmente canta, ma il brano non mi
prende, troppa World Music per i miei gusti.
Chiude finalmente l'album
"Psychopomp", ancora con Brendan alla voce
accompagnato questa volta da Liza.
Non mi aspettavo un album
come "Spleen an Ideal" ma speravo almeno ai livelli
di "Anastasis".
Non dico che non sia di
buona fattura, ma certamente dai Dead Can Dance mi
sarei aspettato di più. Ho ascoltato all'infinito lo
splendido " Anastasis" ma con "Dionysus" ho
incontrato molte difficoltà, infatti per mi sono
dovuto impegnare molto per riuscire ad ascoltarlo
per intero più di una volta e nonostante tutto non
mi convince proprio. Sito web:
https://www.deadcandance.com/
(NIkita) |
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DERMA
1995
Cassetta (Luce Sia)
Luce Sia fa ancora una volta ciò che le riesce
meglio, ossia riesumare e portare su nastro una
perla sconosciuta ai più ed ormai dimenticata.
Questa volta ne beneficia il duo inedito Massimo
Magrini - Riccardo Bianchi, il primo arcinoto col
leggendario progetto Bad Sector, il secondo attivo
in progetti semisconosciuti come Unità Suono di
Base, Bo. e Action. Da questo incontro scaturì
ventitré anni or sono un mini-album di
minimal-electro tanto insolito quanto interessante.
Frequenze pulsanti, una delirante voce distorta che
blatera ossessivamente parole sconnesse ed un suono
puro ed esente da remix, frutto di una registrazione
live in studio, che conferisce una cadenza abrasiva
al tutto. Completa il quadro il feelin(NIkita)g DIY che però
non declassa la qualità del prodotto, al contrario
dimostra ancora una volta che non servono grandi
mezzi tecnici per tirare fuori prodotti musicali di
buon livello. Unica testimonianza rimasta di questo
progetto, la cassetta è limitata a sole 100 copie,
quindi occorre affrettarsi a procacciarselo,
conoscendo la voracità dei fan di Magrini.
Sito web:
http://www.bad-sector.com
(M/B’06)
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EMIL MOONSTONE &
THE ANOMALIES
Disappointed
LP (Hydra Music)
Emil Moonstone, già voce dei Two Moons, ha
rilasciato questo album da solista dove oltre ad
aver composto tutti i brani ha suonato quasi tutti
gli strumenti durante le sessioni di registrazione.
“Disappointed” è un album
intimo e dai suoni ricercati e tutt'altro che
banali. Oltre a spunti dark wave l'album ha un ampio
raggio di influenza, dalla psichedelia a qualche
leggera traccia di trip hop, noise e
sperimentazione. Un album "malato" (in senso
positivo), in cui la "sperimentazione" dei suoni è
dettato soprattutto dall'anima del compositore. Emil
mette qui tutta la sua esperienza trentennale da
musicista dando all'album un'atmosfera poetica.
La prima traccia è "Fall"
in cui il cantato sognante dà ampio respiro al
brano, segue "In the Train" brano cupo e dal ritmo
ossessivo. In "This Love" la voce di Emil è
accompagnata da qualle di Mia Harper, ospite in
questo brano. L'intreccio delle due voci è degno di
nota e accompgnato da un synth che crea atmosfere
anni '80. Un brano atipico ma molto originale.
Atmosfere rarefatte in
"New Desire". "Stupid Boy" invece parte con
atmosfere acustiche e si trasforma in un brano più
"rock" (ovviamente cupo ed oscuro) in cui c'è ospite
alla chitarra Iacopo Palax.
In
"Face" gli arrangiamenti sono ossessivi e come in
tutto l'album conferiscono ai brani un'impronta
molto personale rendendo l'album poco catalogabile
(in questo caso è un pregio e un valore aggiunto).
Come degna chiusura di
questo interessante album troviamo "Hurt", cover dei
NIN.
Inoltre bisogna prestare
attenzione alla copertina, opera elegante e
suggestiva realizzata da Stefano Bonazzi.
In
conclusione consiglio vivamente questo album che,
proprio per la sua particolarità e mancanza di
catalogazione in un genere, mi ha piacevolmente
ammaliato. Sito web:
https://www.emoonstone.it/
(NIkita) |
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EUROPEAN GHOST
Collection of
Shadows
CD (Unknown Pleasures Records)
A distanza di due anni dall’esordio con il
concept di ‘Pale and Sick’, ritorna il trio
bolognese composto da Cristiano Biondo, Mario
D’Anelli e Giuseppe Taibi, sempre fedele alla label
francese Unknown Pleasures che già aveva curato il
disco del 2016. Un ruvido gothic-rock al vetriolo
memore dei primi Christian Death sgorga virulento
dall’iniziale ‘Suspended in the void’, le cui note
finali si stemperano nella più riflessiva ‘Another
vision’, permeata dallo spirito oscuro dei migliori
Clan of Xymox. Dai suddetti riferimenti avrete
inteso l’area di azione in cui si muovono le dieci
tracce di ‘Collection of Shadows’, lavoro che pur
nell’ambito dark-wave e post-punk di innegabile
ispirazione non rinuncia a soluzioni armoniche e
sperimentali dai tratti individuali ed originali
(‘My Hibernation’, ma anche la finale ‘Black
Ocean’). Il gruppo si distingue peraltro nel
disegnare ambientazioni ‘labirintiche’ ed
opprimenti, come nella ipnotizzante ‘Acid Man’. Da
menzionare infine la produzione, affidata come per
il precedente ‘Pale and Sick’ a James Aparicio, già
attivo nei suoi studi londinesi con nomi del calibro
di Mogwai, Depeche Mode e Nick Cave.
Info:
https://europeanghost.it/
(Oflorenz)
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GITANE DEMONE
QUARTET
Substrata Strip
CD (Dark Vinyl Records)
In
questo progetto si incontrano due icone dei
Christian Death: Gitane Demone, che ha fatto parte
del gruppo death rock americano dal loro secondo
album "Catastrophe Ballet" del 1984 fino a "Insanus,
Ultio, Proditio, Misericordiaque" del 1990, e Rikk
Agnew, che ha con "Deathwish" e "Only teathe of
Pain" nel 1982 ha dato il via alla leggenda dei
Christian Death insieme a Rozz Williams.
Gli altri due componenti
del quartetto sono Paul Roessler
(Tastiere/Programming) e Deb Venom
(Tastiere/Basso/Programming).
"Substrata Strip" contiene
otto tracce perfettamente modellate sulla voce di
Gitane.
Tra le tracce che mi
colpiscono c'è "Kill War", un brano in cui Gitane ha
inciso più voci, dove la chitarra ben equilibrata di
Rikk sostiene alla perfezione il cantato e dà
energia al brano coadiuvata da una batteria
pulsante. Degno di nota anche il brano che dà il
titolo all'album "Substrata Strip", che come una
"lama affilata affonda nella carni"
dell'ascoltatore.
Si fa notare anche
"Retrospekkt" per la sua diversità in quanto
caratterizzato da che ritmi nu jazz e da un suono di
chitarra distorto e rumorista. "Prayer For Peace"
chiude con gran classe l'album. Un brano
dall'atmosfera dark wave che solo una regina come
Gitane e soci potevano regalarci. Un album
magnifico da acquistare assolutamente.
Sito web:
https://gitanedemonequartet.bandcamp.com/album/substrata-strip
(Nikita) |
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HOLOTROP & VRNA
Enkoimesis
CD/TAPE (Qualia)
Il teutonico Tino Seibt ed
il nostro Gianluca Martucci uniscono forze ed
intenti in questo split che esce in versione CD (200
esemplari) ed anche – per gli amanti dei supporti
analogici vintage – su cassetta limitata a 25 copie.
Se la storia di Vrna è oramai pluriennale, coprendo
la bellezza di quattro lustri, più giovane è il
progetto Holotrop di Tino, inaugurato nel 2013 con
‘Doorway to the Numinous’. Decisamente comune l’area
di azione dei due, ed improntata ad una ambient
rituale a tinte oscure che pare trovare sua massima
sublimazione ed amalgama ideale nelle quattro lunghe
tracce di ‘Enkoimesis’. Termine derivante dal greco
‘ἐγκοίμησις‘, il titolo traccia sostanzialmente il
concept dell’opera, che pare esplorare lo stato di
sonno profondo cui un individuo può essere indotto
chimicamente, come nel caso, in campo medico,
dell’anestesia totale. Due tracce per ogni progetto,
mediamente della durata di dieci minuti,
costruiscono l’ossatura di questo viaggio da vera e
propria ‘dimensione altra’. ‘Enkoimesis’ è musica
ancestrale e senza tempo, dall’oscura bellezza
arcaica in grado di dirottare la mente di chi
ascolta verso status ipnotici analoghi – chissà – a
quelli alberganti nella mente di un essere umano che
si trovi davvero in una dimensione di sonno
profondo. I layers elettronici si intersecano con i
tocchi eterei di gong, campane tibetane e
didgeridoo, disegnando una ideale ‘Magick Orchestra’
diretta e condotta – a turno – da Tino e Gianluca.
Un cenno finale alle illustrazioni in bianco e nero
di Gianluca che abbelliscono il package formato A5
del dischetto, regalando un degno accompagnamento
visivo all’ascolto del disco.
Segnaliamo infine
un interessante sampler su nastro promosso dalla
label curata da Holotrop, Qualia:
‘Sons Of An
Older Cosmos’, che oltre Holotrop ed Vrna include
inedite tracce di Alone in the Hollow Garden,
Akoustik Timbre Frequency, Nam-Khar e Bon, da uno
spaccato più che esaustivo sull’ambito operativo
dell’etichetta tedesca, permettendo agli
appassionati di approfondire successivamente i
progetti coinvolti. ‘Sons of an Older cosmos’ é
anche il nome del festival annuale organizzato a
Berlino da Tino Seibt.
Info: www.holotrop.net
http://urna1998.blogspost.com
(Oflorenz)
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OUROBOROS
Compendium
Cassetta (Chandler
Records)
Marco Grosso fonda una nuova etichetta e riprende a
diffondere vibrazioni esoteriche e rituali
attraverso i suoi gruppi principali, e promuovere
quelli che già appartenevano al circuito delle
precedenti Invisible Eye e Neve Micro, sempre
gestite da lui ed ormai defunte. Tra questi non può
certo mancare Ouroboros con una compilation di
un’ora e mezza che racchiude il meglio di questo act
che attraversa oltre un decennio. È un tuffo nel
passato attraverso atmosfere quiete e magiche dal
sapore medievale, testimoni di una ricerca interiore
nel percorso di acquisizione del controllo sul
proprio spirito. I brani, che integrano la
compilation “Compendium” uscita a fine 2017, vedono
collaborazioni eccellenti come Claudio Dondo alle
tastiere nella opener “Runes holder” e la presenza
di artisti come Stefania Domizia, Desirée e Agratha,
che prestano la loro voce rispettivamente in
“Colcothar”, “Morpheus” e “Tristizia”. Trovano
altresì spazio una cover inedita dei Celtic Frost,
“Danse Macabre”, che dà voce all’altra grande
passione di Marco, ossia l’heavy metal, e la quarta
parte di Sepulchretum, brano che accompagna il
progetto sin dagli esordi. Nastro ultra-limitato a
15 copie per chi vuole immergersi in una visione
nostrana della filosofia ermetica, traghettata da
atmosfere coinvolgenti.
Sito web:
https://chandlerrecords.bandcamp.com
(M/B’06)
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PETROLIO / MADEMOISELLE
BISTOURI
Playing with aliens / Ass is worth
Cassetta (Luce Sia)
Interessante split per due degli act più
interessanti tra le “nuove leve” della scena
industrial/noise nostrana, ossia Claudio Frassine
coi suoi Mademoiselle Bistouri, e Petrolio. Il primo
in realtà già attivo da oltre un decennio, si muove
prevalentemente su territori harsh noise ed ha
all’attivo collaborazioni con rinomati progetti
estremi come Macronympha e Suction Melena, mentre il
secondo si situa sul versante ambient/industrial.
Questa collaborazione ne conferma le attitudini, con
un primo lato ad appannaggio di quest’ultimo in cui
troviamo Daniele Santagiuliana a supporto su un
brano atmosferico dalle cadenze malinconiche. Il
successivo “Bild blind bind” è invece più ritmato,
con campionamenti distorti di chitarra a tracciare i
solchi. La successiva “Betrayed by fur”, vede la
collaborazione di Joel GIlardini come “The land of
the snow”, in un brano caotico dall’incedere lento
ed inesorabile, mentre il successivo “We loose
forever” vede lo stesso Frassine a contribuire in un
pezzo a cavallo tra la power electronics di gruppi
come Control ed escursioni cadenzate, immerse in
muri di rumore che si placano improvvisamente verso
la fine ed introducono perfettamente il secondo
lato, dove in un’unica suite da circa 20 minuti una
voce femminile tra il tenero ed il perentorio,
invita il suo interlocutore, dandogli ripetutamente
del pervertito, a prendersi cura delle sue terga che
non costituiscono un esempio lampante di pulizia,
fino all’irrompere di un’ondata di frequenze in
perfetto stile harsh noise wall, in un crescendo
devastante che ricorda da vicino i lavori di
Brighter Death Now per le sue atmosfere nichiliste
ed abrasive. Lo split è limitato a 60 copie, metà
delle quali su cassetta bianca coll’artwork di
Mademoiselle Bistouri in copertina ed il nome di
Petrolio, l’altra metà su cassetta rosa con artwork
di Petrolio e nome di Mademoiselle Bistouri.
Sito web:
https://petroliodark.wixsite.com/petrolio;
https://www.facebook.com/pg/faustfick
(M/B’06)
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RUNES ORDER
Re : Murders
CD (Luce Sia)
Dopo un travaglio durato mesi a causa di problemi
vari, finalmente esce questa rielaborazione
dell’omonima cassetta, uscita nel 1995. Questa volta
però l’album si snoda su un’unica traccia da circa
44 minuti e vede il contributo di Mario W. Gacy
(Moana, Attualità Nera) per l’artwork, e di Alex
Siena (Star Matter), Laura Agerli (Wuornos Aileen
Bande, Die Zwei) e Stella Gacy, quest’ultima già
largamente presente anche in “X: Final Solution!”,
per la parte vocale. L’album è stato creato
attingendo direttamente dai nastri originali,
riportati ai tempi moderni e digitalizzati con un
paziente lavoro di remixaggio da parte di Giovanni
Indorato: il suono ne esce potenziato e le atmosfere
hanno un che di solenne e morboso, riportando alla
mente progetti come Die Sonne Satans, e mantenendo
intatto il feeling tipico degli episodi più oscuri e
disperati della discografia di Dondo. Come si evince
dal titolo, il lavoro è incentrato sull’omicidio, ma
nell’accezione piuttosto inusuale di mezzo di sfogo
e liberazione. Dopo una prima parte molto evocativa,
verso metà della suite, le sonorità virano verso un
industrial lo-fi con inserti di organo ed altre
parti di synth con Laura Agerli a fungere da
traghettatore col suo particolare uso della voce,
fino alla fase finale meno caotica e più
sperimentale. È un lavoro interessante e senza
tempo, indispensabile per chi voglia avvicinarsi al
dark ambient nostrano partendo dai uno dei suoi
esempi più originali e riusciti.
Sito Web:
https://www.facebook.com/Runes-Order-179835152038552
(M/B’06)
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SENKETSU NO NIGHT CLUB
Shikkoku
CD
(Dark Jazz Records, Toten Schwan)
Nel panorama della musica elettronica italiana
Adriano Vincenti si è sempre mosso in maniera
inequivocabilmente indipendente ed autarchica,
creando veri e propri sottogeneri che han finito per
svilupparsi in filoni autonomi, seguendo le sue
grandi passioni anche al di fuori della musica
stessa. Questo progetto alla sua seconda uscita non
fa eccezione, trovando in qualche modo le sue radici
quattordici anni or sono in “Black Rubber Exotica”,
quando Macelleria Mobile di Mezzanotte mescolava il
noise al jazz, sulla scia di un romanzo fondamentale
come “White Jazz” di James Ellroy, scrittore
imprescindibile del panorama noir attuale ed erede
naturale di Chandler. A queste due componenti
Vincenti ha aggiunto, ispirandosi al cinema estremo
giapponese, la componente deumanizzata del
japanoise, formando una squadra unica nel suo
genere, con Giovanni Leonardi (Carnera, Divisione
Sehnsucht) a gestire principalmente la parte
elettronica e le chitarre, Ian Ferguson
all’immancabile sassofono e l’artista giapponese
Furachi Life che cura la parte delle immagini ed il
concept. Otto brani di doom-noir jazz da ascoltare
tutti d’un fiato alla scoperta di un mondo sospeso a
metà strada tra Roma e Tokyo, che mescola in un
vortice Merzbow, C.C.C.C., MMM, krautrock, eros e
thanatos, risputando fuori un’opera raffinata,
omogenea e consapevole.
Sito web:
https://www.facebook.com/SenketsuNightClub
(M/B’06)
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SHE SPREAD SORROW
Mine
CD (Cold Spring)
L’ottimo secondo album di
Alice Kundalini, ritorna dopo un anno ristampato per
la prima volta su cd, ad ulteriore conferma e
consacrazione del successo di critica e pubblico
riscosso l’anno scorso che ha portato ad un veloce
esaurimento delle copie del vinile. Confezionata in
un digipak a sei pannelli, questa edizione
sicuramente più accessibile come formato, anche se
il vinile aveva comunque il download code, include
due bonus track, “Blue Monsoon” e “Mild Homily”.
L’album ha rappresentato un punto di svolta nella
discografia di Alice, segnando il passaggio ad una
piena maturità artistica ed originalità in un
panorama sempre più affollato, ulteriormente
confermata dal successivo “Midori”. Le oscillazioni
di oscuro death industrial mescolato a rarefatta
power electronics, trovano il loro compimento nei
sussurri di Alice e le due tracce aggiuntive che
rendono ulteriormente meritevole di acquisto e
ascolto questa ristampa, proseguono sul medesimo
solco in maniera perfetta.
Sito web:
http://shespreadsorrow.wordpress.com
(M/B’06)
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SKR PROJECT
Noise URSS
Download (-)
Dario Neri torna con un album abrasivo e forse
conclusivo della storia di questo progetto, che ha
visto alternarsi una vasta gamma di generi in ambito
elettronico, sapientemente esplorati e dipanati
dalla sua instancabile ricerca musicale.
Quest’ultimo lavoro ne rappresenta l’episodio
probabilmente più estremo e senza compromessi, con
quattro brani a base di un industrial/noise
cadenzato e implacabile, ma mai troppo rumoroso,
quanto piuttosto freddo e distaccato, recependo in
momenti diversi sia la malinconica rassegnazione
agli orrori della guerra tipica dei primi album di
Maurizio Bianchi, sia la fierezza e marzialità dei
ritmi di act come Wappenbund. Le sonorità
volutamente ovattate e ruvide aumentano il senso
claustrofobico che permea l’album, alle prese con le
oscure trame del gigante sovietico, già di per sé
profondamente raggelanti. Ne scaturisce un viaggio
disturbante a base di comunicazioni radio e
complotti in pieno stile guerra fredda, per la gioia
di chi ricerca questo tipo di temi e sonorità, ma
anche per chi apprezza la parte più diretta ed
essenziale della musica post-industriale.
Sito web:
https://it-it.facebook.com/SKR-Project-Dario-Neri-459711437439259
(M/B’06)
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SNOWFADE
Vanishing point
Cassetta (Chandler Records)
Torna uno dei progetti principali di Marco Grosso
con una nuova uscita che fa parte di una serie
limitata di cassette limitate a sole 15 copie
pianificate per la nuova etichetta dell’aretino, la
Chandler Records. Questo nastro presenta sul primo
lato brani inediti e due remix di “Haunted hospital”
e “Heavy clouds”. Tra i primi si parte con l’opener
che dà anche il titolo all’album: brano dark ambient
in pieno stile Snowfade, ma con lievi contaminazioni
glitch ed un solenne organo che riporta indietro le
lancette ai tempi del krautrock di Schulze con
Irrlicht. La seconda “Book shield” disegna
traiettorie cosmiche nell’aprire spazi infiniti con
i suoi toni freddi e maestosi, mentre la successiva
“Accumulation step” ha un sapore più catacombale,
coi suoi sgocciolamenti attraversati da riverberi
sotterranei. Il secondo lato è invece un’antologia
di vecchi brani, come “Solitude”, “The killing
plants” and “Evil Dolls III”, tratti dalle omonime
uscite, ma anche “Cathedral of glass”
originariamente inclusa in “Codex”. Un ottimo
compendio fatto di passato e futuro per chi si
volesse avvicinare alle produzioni di questo artista
e al genere dark ambient.
Sito web:
https://chandlerrecords.bandcamp.com
(M/B’06)
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SVART1
Frozen chants
Cassetta (Luce Sia)
L’ultima fatica in ordine di tempo di Raimondo
Gaviano nasce da un tramonto: capita a tutti almeno
una volta, nonostante la vita sia sempre più
frenetica e costringa la gente ad agire sempre più e
pensare sempre meno, di soffermarsi incantati a
contemplare un tramonto, lasciandosi in qualche modo
trasportare dagli impercettibili spostamenti del
sole, che man mano sparisce all’orizzonte lasciando
spazio all’oscurità della sera. In quei momenti, nei
casi più fortunati in cui non ci siano fonti di
disturbo, ci si lascia andare con la mente allo
scorrere dei flussi di coscienza così ben descritti
nell’”Ulisse” di Joyce. Così una sera di febbraio
Raimondo ha ritrovato ciò che definisce il
“sublime”, da cui è scaturita una complessa
articolazione di pensieri che ha portato a definirlo
in estrema intesi, come cessazione di dolore
accompagnata da una sensazione mista di stupore e
terrore. Ed è proprio il terrore generato dal
sublime, ci rivela Gaviano, a costituire il pilastro
fondante di questo, ma anche di molti altri suoi
lavori: qui stratificazioni dark ambient si
alternano con emanazioni gelide in impercettibili
evoluzioni che inghiottono letteralmente
l’ascoltatore in un’ora di vuoto cosmico di
raffinata eleganza, grazie anche all’ottimo
mastering ad opera di Simon Balestrazzi, che dà vita
ad un suono quieto e pieno, per un album di alto
livello, in uscita su nastro limitato a 60 copie per
la svizzera Luce Sia.
Sito web:
http://svart1.altervista.org
(M/B’06)
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TURGOR Imferrum
CDR
(Industrial Ölocaust
Recordings)
Dopo un passato a base di cassette, dal 2018
l’etichetta di Mario Cardinale è passata a
contemplare tra le sue uscite il supporto cdr,
iniziando con gli Empty Chalice del nostrano Antonio
Airoldi. I moscoviti Turgor sono i secondi a
sfruttare questo supporto col loro debutto fisico
“Imferrum”, in parallelo a quello digitale su
Kalpamantra e Studio 4632: il loro nome viene
riportato su soundcloud, deriva dal latino e
significa lo stato di turgidità e conseguente
rigidità tipicamente dovuto dall’assorbimento di
fluidi da parte di cellule o tessuti. Il progetto si
propone attraverso un processo di ricerca sonora del
materiale di cui il mondo è fatto, di coniugarlo con
antiche formule musicali rituali nell’ambito
dell’esperienza individuale di ciascuno dei
partecipanti al progetto, con l’uso di strumenti
creati appositamente con uno specifico processo e
suoni sintetizzati. Questa impostazione ricorda da
vicino i concittadini e contemporanei Phurpa, che
hanno riscosso un notevole successo, ma in questo
caso si va in una direzione più esoterica, oscura e
demoniaca, in linea con le precedenti uscite della
IÖR. Clangori, echi e voci da altri mondi
introducono l’album con “You’ll never see in”.
Frequenze carsiche attraversano “OuterSpace
transmission” in un gelo cosmico, mentre la
successiva “Invitation to War” è un pezzo distorto
di martial industrial. “Anomalyra” e “Hauntology” si
attestano invece su scenari più tipicamente dark
ambient, mentre le percussioni tornano a farsi
sentire in “Mind-Affecting Spell”, dal piglio
nuovamente marziale ed ossessivo. La finale “Nessus”
rende omaggio alle atmosfere più rallentate di
gruppi come gli MZ.412. In sostanza un buon debutto
che mescola molti elementi ambient, drone e
industrial conditi da una forte componente esoterica
messi in evidenza grazie anche al supporto del
lavoro della IÖR, una garanzia da quasi un
trentennio.
§Sito Web:
https://soundcloud.com/trgr777
(M/B’06)
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UTØYA
Preying upon your youth
Download (Nil By Mouth Recordings)
Debutta questo progetto power electronics di
Alessandria che vede all’opera Andrea Moio dei
LaColpa (synth noise, samples) e Simone Bongiovanni
alla voce (FOAD Records) con la fondamentale
partecipazione di Cecco Testa (Cropcircle, Winter
Martyrivm, LaColpa) anch’egli alla voce nella
traccia “Post Glass-Roots-Smashing-Induced-Orgasm
Chill”, nonché autore di registrazione, mixaggio e
mastering. Il progetto si propone di esplorare
l’alienazione che pervade il genere umano attraverso
i più agghiaccianti omicidi di massa della storia,
partendo in questo caso proprio dal più recente,
ossia quello avvenuto per mano di Anders Behring
Breivik all’isola Utøya la quale dà anche il nome al
progetto. Il nastro inoltre è limitato a 69 copie
come le vittime di questo eccidio, racchiuso in un
sacchetto nero con inserti tra cui la mappa con la
location delle vittime ed un campione di sangue. La
scelta del genere è semplicemente ideale, creando un
legame diretto con le celebrazioni dei serial killer
ad opera dei pionieri Whitehouse, non proponendosi
altro che un annichilente viaggio tra cerimonie
funebri in norvegese, comunicazioni estratte dai
media, muri sonori e frequenze dolorose. La resa
sonora è micidiale, con incursioni a base di
dissonanze violente e riverberi impenetrabili e
travolgenti, dalle prime tracce quasi ovattate e
claustrofobiche, fino alle ultime dove un mare di
frequenze si riversa spietatamente sull’ascoltatore.
Solo nell’ultimo episodio tutto si placa in un
succedersi di loop, come in una necessaria
riflessione su quanto avvenuto, ma è solo
un’illusione temporanea in quanto l’asticella del
rumore si alza nuovamente fino al culmine finale.
Sito Web:
https://utoya.bandcamp.com/releases
(M/B’06)
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VARSOVIE
Coups et
Blessures
CD/LP (Sundust Records)
Il
duo dark-wave di Grenoble ha sempre centellinato le
sue produzioni, quella che andiamo ad ascoltare é
così la quarta uscita in quasi quindici anni di
vita, includendo l’iniziale EP ‘Neuf Millimètres’
del 2006. Grégory Catherina e Arnault Destal partono
immediatamente all’attacco con la title-track che
profuma davvero di Wire, chitarre taglienti e ritmo
sostenuto nella miglior tradizione del post-punk
d’annata. In realtà i toni risultano decisamente
incisivi e piuttosto veloci in tutte le nove tracce
del disco, e se i Wire paiono un buon riferimento
per l’ensemble transalpino, anche lo spirito degli
storici conterranei Collection d’Arnell aleggia qua
e là nel corso dell’opera. Vincente a nostro avviso
anche la scelta del cantato in lingua madre, sia per
la buona assonanza con le sonorità proposte che per
un fattore ‘identitario’ che li rende maggiormente
riconoscibili rispetto alla miriade di gruppi
inglesi (o che usano l’inglese) del genere.
L’amalgama e l’intesa del duo si confermano oliati a
dovere in ‘Coups et Blessures’, capace di proporre
pezzi micidiali come ‘Killing Anna’ che rischiano di
trascinare l’ascoltatore fuori dalla propria
poltrona verso balli e pogo immaginari! Grafica
curata e stilosa memore dello stile enigmatico ed
oscuro di This Mortal Coil, il lavoro esce in
formato CD digipak ed LP a tiratura limitata;
prevista infine l’oramai consueta versione digitale
scaricabile da Bandcamp.
Info:
http://www.varsovie-propaganda.fr/
(Oflorenz)
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ZOLOFT EVRA
Wounds of no return
CD (Liquid Death Records)
Torna questo insano combo, capitanato da Adriano
Vincenti (Macelleria Mobile di Mezzanotte, Senkestu
No Night Club, Cronaca Nera), che porta avanti un
messaggio di assoluta negatività, degno dei peggiori
gruppi suicide black metal in circolazione. Ed in
effetti ciò non è casuale in quanto sia la parte
vocale, che i testi, oltre ai campionamenti vedono
il contributo fondamentale di Black Frost,
batterista degli Apolokia, gruppo black metal
storico, sulla breccia dal 1994. Le atmosfere
prendono spunto dagli episodi più morbosi di gruppi
come Archon Satani, immergendoli in sovrastrutture
noise fredde come il ghiaccio a cui contribuisce
anche Kadaver come ospite nella quinta traccia: a
queste si aggiungono i riverberi di chitarra ad
opera di Manuel Mazzenga alias Cold, che sembrano
veri lamenti di anime che non trovano requie
nell’aldilà, nonché la voce di Samantha Viola
(T.O.M.B.), ospite nel secondo brano. L’odore di
sangue pervade questo lavoro, ancora una volta nero
come la pece, che mette d’accordo sia i fan
dell’elettronica oscura, sia coloro che ci si
avvicinano partendo dal metal, con un lavoro sul
suono eccellente ad opera di John Stillings degli
Steel Hook Prostheses.
Sito Web:
https://www.facebook.com/zoloftevra
(M/B’06)
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