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AJNA
Lucid intrusion
CD  (Cyclic Law)

Dopo una serie di uscite in ambito ambient/drone per diverse etichette, soprattutto net label, riscuotendo ottimi riscontri di critica, ritorno Chris F forte di un contratto con la Cyclic Law, punto di riferimento per questo genere. Da sempre focalizzato su ambientazioni isolazioniste, questa volta l’artista newyorkese indaga a modo suo l’esistenza o meno di spiriti, attraverso un succedersi di atmosfere sonore penetranti, lente e capaci di risucchiare l’ascoltatore in un mondo parallelo dove la distinzione tra ciò che viene comunemente percepito come reale e le proiezioni del proprio subconscio, viene meno. Echi sotterranei, riverberi, cupe e soverchianti frequenze costituiscono il tessuto fondante di questa opera compatta come un monolite che non cede di un millimetro dall’inizio alla fine: dark ambient raffinato da assaporare in un unico ascolto, non particolarmente originale, ma sapientemente concepito e con un suono eccellente.
Sito Web: https://soundcloud.com/intrinsik-1
(M/B’06)

SIMON BALESTRAZZI
Redshift
CD (Azoth)

Seguiamo con piacere la label Azoth sin dalla sua inaugurazione nel 2015 ad opera dello storico fondatore di T.A.C. Simon Balestrazzi, come ideale veicolo espressivo per le sperimentazioni più radicali sia a titolo personale che relativamente a progetti condivisi (Candor Chasma e Hidden Reverse) o ‘amici’ (Massimo Olla). Ottava uscita in circa tre anni, ‘Redshift’ si struttura in cinque capitoli dei quali quattro omonimi numerati progressivamente, per concludersi con i quindici minuti della lunga, dilatata ‘Blueshift’. I lavori di Balestrazzi usciti su Azoth sembrano piccoli manuali di musica concreta, spiegata ed illustrata al fine di comprenderne, per quanto possibile, funzionamenti e dinamiche. Il booklet interno del Cd fornisce una concisa quanto interessante descrizione degli strumenti utilizzati (convenzionali e non) a margine di ogni brano, includendo anche un collage fotografico in bianco e nero ove tra gli altri fa bella mostra di sé uno dei famosi (d)Ronin di Massimo Olla, amico e occasionale collaboratore di Simon.
‘Oggetti e relativi suoni in dimensioni spazio-temporali predefinite’: così mi piace riassumervi lo spirito di ‘Redshift’, lavoro che immaginerei sposarsi alla perfezione con astratti visuals di natura scientifica, ma anche – perché no – con un cortometraggio dai tratti oscuri e visionari. Campane tubolari, gong, voci trattate, barre metalliche e svariati elementi percussivi sono solo alcuni degli ingredienti abilmente trattati e processati da Simon, che si propone ancora una volta nella veste a lui più consona, quella di vero e proprio alchimista del suono. Protagonista nella conclusiva ‘Blueshift’ il (d)Ronin ‘made by Olla’ cui si accennava poc’anzi, strumento completamente progettato ed auto-costruito che incarna alla perfezione le logiche non conformi di lavori come questo. I quindici minuti di ‘Blueshift’, dalle ‘liquide’ coordinate ambientali, stemperano in qualche modo le precedenti spigolosità, conducendo per mano l’ascoltatore tra le spire del suo ‘discreet continuum’, per citare lo stesso Balestrazzi. Minimale ed in linea con lo stile tipico di Azoth la grafica del digipak ad opera di Ultra, che nel caso di ‘Redshift’ richiama l’iconografia basilare talvolta utilizzata da autori e compositori del passato come Asmus Tietchens piuttosto che Egisto Macchi.
Info: https://azothrecordings.bandcamp.com/
(Oflorenz)

GIANLUCA BECUZZI, MASSIMO OLLA
TheenD

Cd (Show Me Your Wounds, Luce Sia)

La coppia Becuzzi Olla ritorna con quello che si potrebbe definire il secondo capitolo di questo originale sodalizio che segue “RedRum” uscito circa un anno fa. Limitato a 190 copie come il precedente, il duo si cimenta nel rifare l’album “The end…” di Nico del 1974, contenente a sua volta una cover della celeberrima “The End” dei The Doors. Il risultato è una totale trasfigurazione in chiave apocalyptic folk dell’album, come si può apprezzare fin dall’introduttiva “It has not taken long”. Le successive “Secret side” e “You forgot to answer” ricordano da vicino i Sol Invictus nei loro momenti più declamati e meno suonati, sulla scia di quanto già fatto vedere in “RedRum”. “Innocent and vain” suona meno radicale dell’originale nel nome di un intento fondamentalmente melodico, compatibilmente con un’opera che rimane a metà strada tra elettronica e musica suonata alla vecchia maniera, in chiave scarna e minimale, che culmina nella cover dei “The Doors”, già citata. Il finale inno tedesco invece viene sostituito da una marcia originale, in luogo della estatica voce di Nico, che caratterizza tutto il suo lavoro.
Sito web: https://www.facebook.com/gianluca.becuzzi; https://www.facebook.com/noisedelik
(M/B’06)

CHELIDON FRAME
Left blank
Cassetta (WalkIn Productions)

Dopo una serie di uscite in ambito elettronico che hanno portato anche a riconoscimenti in occasione della Biennale di Marrakech, Alessio Premoli trova la via del nastro per il debutto fisico con questa cassetta limitata a sole 30 copie, le prime dieci con inclusa la cartolina che riproduce la copertina. Chelidon Frame si muove in ambito principalmente elettroacustico, senza veri e propri confini, assecondando una ricerca sonora che ha visto nella sua discografia ospitare anche contaminazioni di musique concrète, abstract e jazz. Quest’ultimo album raccoglie sessioni sviluppatesi a cavallo tra il 2015 ed il 2018, utilizzando oggetti vari, field recording, sintetizzatori, chitarre e flauti: pur non facendo passi indietro dal punto di vista della sperimentazione, Premoli riesce ad avvolgere l’ascoltatore in ritmi soffici e astratti, senza ricorrere ad inutili asprezze isolazioniste, con strutture mutevoli, complesse e minimaliste a un tempo. Glitch, drone, noise e ambient trovano dunque una perfetta formula di coesistenza nelle pacifiche e talvolta ribollenti litanie di Alessio. Magica e maestosa, la suite centrale in quattro parti “Pluto's Moons are in Absolute Chaos”.
Sito web: https://www.facebook.com/ChelidonFrame
(M/B’06)

COIL + ZOS KIA + MARC ALMOND
How to destroy angels
CD (Cold Spring)

La Cold Spring recupera e rimasterizza con il prezioso contributo del solito Martin Bowes, un inedito live congiunto di Coil, Zos Kia e Marc Almond: Balance, Gosling e Almond si riuniscono il 24/08/1983 all’Air Gallery di Londra, con il supporto per il mixaggio di Peter Christopherson. Eloquente il commento nelle note scritte dallo scrittore olandese Michel Faber, che chiede al lettore di provare a immaginare quanto distante dalla cultura dominante fu la performance di questo trio distruttore di civiltà. In effetti l’album è assolutamente estremo e cacofonico, lontanissimo da quello che fu poi l’omonimo debutto dei Coil: questa collaborazione fu probabilmente percepita come un vero e proprio pugno in faccia alla società del tempo con le sue ipocrite convenzioni, tematica oggi più che mai attuale. Tre tracce, l’omonimo pezzo completo, della durata di ventitré minuti, seguito da un remix più breve ad opera di John Gosling e “Baptism by Fire”, registrazione finora inedita, effettuata a Londra nel 1983. La prima suite è introdotta da un estratto decisamente indigesto che viene dal nostrano “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, ultimo film del compianto Pasolini, in uno dei suoi punti culminanti, ossia quando il Duca (Paolo Bonacelli) costringe con urla e minacce una delle vittime ad ingoiare le deiezioni da lui appena prodotte, e prosegue per tutta la restante lunghezza con un’implacabile tirata ad opera di Marc Almond nei confronti di una sua ex amante. Il successivo remix ad opera di Zos Kia dell’omonima traccia è invece totalmente strumentale e ridotto a circa otto minuti. La conclusiva “Baptism of fire” è un’altra traccia che costituisce un perfetto esempio della scuola inglese agli albori dell’industrial.
Sito web: http://coldspring.co.uk/discography/csr263cd
(M/B’06)

C.3.3.
Ballad of reading Gaol / The cacophonietta
CD (Cold Spring)

La Cold Spring si appropria del debutto dell’ex Test Dept. Paul Jamrozy, uscito su cdr nel 2011 e gli rende giustizia dal punto di vista grafico, dei suoni e soprattutto del supporto, con questa versione rimasterizzata su cd. Questo progetto nacque dall’esperienza di Paul avuta nel corso di progetti musicali realizzati con ragazzi alla Her Majesty’s Prison Reading e si riferisce nei nomi e nei fatti a quella che fu la storia narrata da Oscar Wilde della sua esperienza carceraria a seguito della condanna subita per atti osceni. Infatti C.3.3. è il numero di cella in cui Wilde fu rinchiuso, nonché lo pseudonimo che utilizzò firmando “The ballad of reading Gaol”, da cui questo album trae in toto i testi. L’intento di Jamrozy è dunque quello di creare un parallelismo tra l’Inghilterra vittoriana e quella odierna dal punto di vista della reclusione carceraria e dei suoi orrori: è un lavoro che musicalmente trae ispirazione dal periodo intermedio dei Test Dept., quello di Pax Britannica, rielaborato in un lento incedere scandito da solenni declamazioni immerse in ambientazioni tetre e malinconiche, che talvolta lasciano spazio a bellicose incursioni rumoristiche. Unitamente ai quattro pezzi o movimenti originali, qui viene aggiunta la “Reprise” presente nell’uscita digitale del 2014, e altri due brani remixati “Acousticon” e “Panoptix”, in collaborazione coi Test Dept. Eccellente il lavoro di rimasterizzazione ad opera del solito Martin Bowes, nonché quello di Abby Helasdottir per la parte grafica.
Sito web: https://www.facebook.com/C33HQ
(M/B’06)

The DAMNED
Evil Spirits
CD / LP (Spinefarm Records)

Uno dei gruppi che amo alla follia sono i Damned, una delle poche band storiche del punk 77 rimasta coerente al proprio stile fino ad oggi.
Dopo 10 anni dal precedente album, "So, Who's Paranoid?", i Damned escono con un nuovo album che è stato finanziato grazie a un Crowdfunding sulla piattaforma PledgeMusic e vede Tony Visconti (in passato ha prodotto vari album di David Bowie) alla produzione . Da notare anche il rientro del vecchio bassista Paul Gray già con loro negli album "Black album" e "Strawberries".
Interessanti i brani di punta come "Standing On The Edge Of Tomorrow" o "Evil Spirits" ma pian piano, durante l'ascolto, si nota la prevalenza dell'anima psichedelica della band piuttosto che quella new wave/punk delle origini. I brani sono fatti con arte, ma personalmente non mi convincono molto e non raggiungono le vette delle prime produzioni o di "Grave Disorder", ultimo album della band inglese in cui, secondo me, hanno dato il loro meglio.
Altra traccia degna di nota è "Devil In Disguise" grazie al suo retro gusto "rock'n'roll".
Purtroppo però nel complesso il disco non è energico e non mi catttura e questo mi spiace molto. Senza dubbio è difficile trovare dopo 40 anni qualcosa che possa ricordare i fasti del passato e purtroppo "Evil spirit" non è un disco che ascolterò molte volte ma nonostante questo la voglia di rivedere ancora una volta i damned dal vivo rimane.
Sito web: http://www.officialdamned.com/

(Nikita)
DEAD CAN DANCE
Dionysus
CD / 2LP (PIAS Recordings)

Dopo 6 anni dall'eccellente album "Anastasis" esce questo nuovo album dello storico progetto di Brendan Perry e Lisa Gerrard. Il disco è dedicato al mito di Dionisio.
I brani sono per la maggior parte strumentali e le atmosfere World Music sono presenti abbondantamente. Il disco è diviso in due parti: Act ! e Act II.
Nella prima parte apre il brano "Sea Borne" un delizioso brano strumentale d'impatto e fortemente di matrice Dead Can Dance, un intro che al primo ascolto fa ben sperare nei brani successivi.
Segue " Liberator of Minds" altra traccia strumentale, con ritmi arabeggianti, peccato che non ci sia una voce che canti, ma soltanto qualche leggero vocalizzo che non fa decollare il brano.
Chiude l'Act I " Dance of the Bacchantes", ancora ritmi arabeggianti e vocalizzi e urla Berbere, non si discosta molto dalla precedente traccia.
L'Act II inizia con "The Mountain" che fa ben sperare ma solo per poco poiché tutte le emozioni vengono portate vie dal belare delle pecore (campionamento presente nel brano).
Con "The Invocation" finalmente si riesce ad ascoltare qualcosa di prezioso. La voce d Lisa Gerrard esce allo scoperto regalandoci un brano che merita pur non essendo a livello dei vecchi Dead Can Dance.
Segue "The Forest" e Brendan Perry finalmente canta, ma il brano non mi prende, troppa World Music per i miei gusti.
Chiude finalmente l'album "Psychopomp", ancora con Brendan alla voce accompagnato questa volta da Liza.
Non mi aspettavo un album come "Spleen an Ideal" ma speravo almeno ai livelli di "Anastasis".
Non dico che non sia di buona fattura, ma certamente dai Dead Can Dance mi sarei aspettato di più. Ho ascoltato all'infinito lo splendido " Anastasis" ma con "Dionysus" ho incontrato molte difficoltà, infatti per mi sono dovuto impegnare molto per riuscire ad ascoltarlo per intero più di una volta e nonostante tutto non mi convince proprio.
Sito web: https://www.deadcandance.com/

(NIkita)

DERMA
1995
Cassetta (Luce Sia)

Luce Sia fa ancora una volta ciò che le riesce meglio, ossia riesumare e portare su nastro una perla sconosciuta ai più ed ormai dimenticata. Questa volta ne beneficia il duo inedito Massimo Magrini - Riccardo Bianchi, il primo arcinoto col leggendario progetto Bad Sector, il secondo attivo in progetti semisconosciuti come Unità Suono di Base, Bo. e Action. Da questo incontro scaturì ventitré anni or sono un mini-album di minimal-electro tanto insolito quanto interessante. Frequenze pulsanti, una delirante voce distorta che blatera ossessivamente parole sconnesse ed un suono puro ed esente da remix, frutto di una registrazione live in studio, che conferisce una cadenza abrasiva al tutto. Completa il quadro il feelin(NIkita)g DIY che però non declassa la qualità del prodotto, al contrario dimostra ancora una volta che non servono grandi mezzi tecnici per tirare fuori prodotti musicali di buon livello. Unica testimonianza rimasta di questo progetto, la cassetta è limitata a sole 100 copie, quindi occorre affrettarsi a procacciarselo, conoscendo la voracità dei fan di Magrini.
Sito web: http://www.bad-sector.com
(M/B’06)

EMIL MOONSTONE & THE ANOMALIES 
Disappointed
LP (Hydra Music)

Emil Moonstone, già voce dei Two Moons, ha rilasciato questo album da solista dove oltre ad aver composto tutti i brani ha suonato quasi tutti gli strumenti durante le sessioni di registrazione.
“Disappointed” è un album intimo e dai suoni ricercati e tutt'altro che banali. Oltre a spunti dark wave l'album ha un ampio raggio di influenza, dalla psichedelia a qualche leggera traccia di trip hop, noise e sperimentazione.
Un album "malato" (in senso positivo), in cui la "sperimentazione" dei suoni è dettato soprattutto dall'anima del compositore. Emil mette qui tutta la sua esperienza trentennale da musicista dando all'album un'atmosfera poetica.

La prima traccia è "Fall" in cui il cantato sognante dà ampio respiro al brano, segue "In the Train" brano cupo e dal ritmo ossessivo. In "This Love" la voce di Emil è accompagnata da qualle di Mia Harper, ospite in questo brano. L'intreccio delle due voci è degno di nota e accompgnato da un synth che crea atmosfere anni '80. Un brano atipico ma molto originale.
Atmosfere rarefatte in "New Desire". "Stupid Boy" invece parte con atmosfere acustiche e si trasforma in un brano più "rock" (ovviamente cupo ed oscuro) in cui c'è ospite alla chitarra Iacopo Palax.
In "Face" gli arrangiamenti sono ossessivi e come in tutto l'album conferiscono ai brani un'impronta molto personale rendendo l'album poco catalogabile (in questo caso è un pregio e un valore aggiunto).
Come degna chiusura di questo interessante album troviamo "Hurt", cover dei NIN.
Inoltre bisogna prestare attenzione alla copertina, opera elegante e suggestiva realizzata da Stefano Bonazzi.
In conclusione consiglio vivamente questo album che, proprio per la sua particolarità e mancanza di catalogazione in un genere, mi ha piacevolmente ammaliato.
Sito web: https://www.emoonstone.it/
(NIkita)

EUROPEAN GHOST
Collection of Shadows
CD (Unknown Pleasures Records)

A distanza di due anni dall’esordio con il concept di ‘Pale and Sick’, ritorna il trio bolognese composto da Cristiano Biondo, Mario D’Anelli e Giuseppe Taibi, sempre fedele alla label francese Unknown Pleasures che già aveva curato il disco del 2016. Un ruvido gothic-rock al vetriolo memore dei primi Christian Death sgorga virulento dall’iniziale ‘Suspended in the void’, le cui note finali si stemperano nella più riflessiva ‘Another vision’, permeata dallo spirito oscuro dei migliori Clan of Xymox. Dai suddetti riferimenti avrete inteso l’area di azione in cui si muovono le dieci tracce di ‘Collection of Shadows’, lavoro che pur nell’ambito dark-wave e post-punk di innegabile ispirazione non rinuncia a soluzioni armoniche e sperimentali dai tratti individuali ed originali (‘My Hibernation’, ma anche la finale ‘Black Ocean’). Il gruppo si distingue peraltro nel disegnare ambientazioni ‘labirintiche’ ed opprimenti, come nella ipnotizzante ‘Acid Man’. Da menzionare infine la produzione, affidata come per il precedente ‘Pale and Sick’ a James Aparicio, già attivo nei suoi studi londinesi con nomi del calibro di Mogwai, Depeche Mode e Nick Cave.
Info: https://europeanghost.it/
(Oflorenz)

GITANE DEMONE QUARTET
Substrata Strip
CD (Dark Vinyl Records)

In questo progetto si incontrano due icone dei Christian Death: Gitane Demone, che ha fatto parte del gruppo death rock americano dal loro secondo album "Catastrophe Ballet" del 1984 fino a "Insanus, Ultio, Proditio, Misericordiaque" del 1990, e Rikk Agnew, che ha con "Deathwish" e "Only teathe of Pain" nel 1982 ha dato il via alla leggenda dei Christian Death insieme a Rozz Williams.
Gli altri due componenti del quartetto sono Paul Roessler (Tastiere/Programming) e Deb Venom (Tastiere/Basso/Programming).
"Substrata Strip" contiene otto tracce perfettamente modellate sulla voce di Gitane.
Tra le tracce che mi colpiscono c'è "Kill War", un brano in cui Gitane ha inciso più voci, dove la chitarra ben equilibrata di Rikk sostiene alla perfezione il cantato e dà energia al brano coadiuvata da una batteria pulsante. Degno di nota anche il brano che dà il titolo all'album "Substrata Strip", che come una "lama affilata affonda nella carni" dell'ascoltatore.
Si fa notare anche "Retrospekkt" per la sua diversità in quanto caratterizzato da che ritmi nu jazz e da un suono di chitarra distorto e rumorista. "Prayer For Peace" chiude con gran classe l'album. Un brano dall'atmosfera dark wave che solo una regina come Gitane e soci potevano regalarci.
Un album magnifico da acquistare assolutamente.

Sito web: https://gitanedemonequartet.bandcamp.com/album/substrata-strip
(Nikita)

HOLOTROP & VRNA
Enkoimesis
CD/TAPE (Qualia)

Il teutonico Tino Seibt ed il nostro Gianluca Martucci uniscono forze ed intenti in questo split che esce in versione CD (200 esemplari) ed anche – per gli amanti dei supporti analogici vintage – su cassetta limitata a 25 copie. Se la storia di Vrna è oramai pluriennale, coprendo la bellezza di quattro lustri, più giovane è il progetto Holotrop di Tino, inaugurato nel 2013 con ‘Doorway to the Numinous’. Decisamente comune l’area di azione dei due, ed improntata ad una ambient rituale a tinte oscure che pare trovare sua massima sublimazione ed amalgama ideale nelle quattro lunghe tracce di ‘Enkoimesis’. Termine derivante dal greco ‘ἐγκοίμησις‘, il titolo traccia sostanzialmente il concept dell’opera, che pare esplorare lo stato di sonno profondo cui un individuo può essere indotto chimicamente, come nel caso, in campo medico, dell’anestesia totale. Due tracce per ogni progetto, mediamente della durata di dieci minuti, costruiscono l’ossatura di questo viaggio da vera e propria ‘dimensione altra’. ‘Enkoimesis’ è musica ancestrale e senza tempo, dall’oscura bellezza arcaica in grado di dirottare la mente di chi ascolta verso status ipnotici analoghi – chissà – a quelli alberganti nella mente di un essere umano che si trovi davvero in una dimensione di sonno profondo. I layers elettronici si intersecano con i tocchi eterei di gong, campane tibetane e didgeridoo, disegnando una ideale ‘Magick Orchestra’ diretta e condotta – a turno – da Tino e Gianluca. Un cenno finale alle illustrazioni in bianco e nero di Gianluca che abbelliscono il package formato A5 del dischetto, regalando un degno accompagnamento visivo all’ascolto del disco.
Segnaliamo infine un interessante sampler su nastro promosso dalla label curata da Holotrop, Qualia:
‘Sons Of An Older Cosmos’, che oltre Holotrop ed Vrna include inedite tracce di Alone in the Hollow Garden, Akoustik Timbre Frequency, Nam-Khar e Bon, da uno spaccato più che esaustivo sull’ambito operativo dell’etichetta tedesca, permettendo agli appassionati di approfondire successivamente i progetti coinvolti. ‘Sons of an Older cosmos’ é anche il nome del festival annuale organizzato a Berlino da Tino Seibt.
Info: www.holotrop.net http://urna1998.blogspost.com
(Oflorenz)

OUROBOROS
Compendium
Cassetta (Chandler Records)

Marco Grosso fonda una nuova etichetta e riprende a diffondere vibrazioni esoteriche e rituali attraverso i suoi gruppi principali, e promuovere quelli che già appartenevano al circuito delle precedenti Invisible Eye e Neve Micro, sempre gestite da lui ed ormai defunte. Tra questi non può certo mancare Ouroboros con una compilation di un’ora e mezza che racchiude il meglio di questo act che attraversa oltre un decennio. È un tuffo nel passato attraverso atmosfere quiete e magiche dal sapore medievale, testimoni di una ricerca interiore nel percorso di acquisizione del controllo sul proprio spirito. I brani, che integrano la compilation “Compendium” uscita a fine 2017, vedono collaborazioni eccellenti come Claudio Dondo alle tastiere nella opener “Runes holder” e la presenza di artisti come Stefania Domizia, Desirée e Agratha, che prestano la loro voce rispettivamente in “Colcothar”, “Morpheus” e “Tristizia”. Trovano altresì spazio una cover inedita dei Celtic Frost, “Danse Macabre”, che dà voce all’altra grande passione di Marco, ossia l’heavy metal, e la quarta parte di Sepulchretum, brano che accompagna il progetto sin dagli esordi. Nastro ultra-limitato a 15 copie per chi vuole immergersi in una visione nostrana della filosofia ermetica, traghettata da atmosfere coinvolgenti.
Sito web: https://chandlerrecords.bandcamp.com
(M/B’06)

PETROLIO / MADEMOISELLE BISTOURI ‎
Playing with aliens / Ass is worth
Cassetta (Luce Sia)

Interessante split per due degli act più interessanti tra le “nuove leve” della scena industrial/noise nostrana, ossia Claudio Frassine coi suoi Mademoiselle Bistouri, e Petrolio. Il primo in realtà già attivo da oltre un decennio, si muove prevalentemente su territori harsh noise ed ha all’attivo collaborazioni con rinomati progetti estremi come Macronympha e Suction Melena, mentre il secondo si situa sul versante ambient/industrial. Questa collaborazione ne conferma le attitudini, con un primo lato ad appannaggio di quest’ultimo in cui troviamo Daniele Santagiuliana a supporto su un brano atmosferico dalle cadenze malinconiche. Il successivo “Bild blind bind” è invece più ritmato, con campionamenti distorti di chitarra a tracciare i solchi. La successiva “Betrayed by fur”, vede la collaborazione di Joel GIlardini come “The land of the snow”, in un brano caotico dall’incedere lento ed inesorabile, mentre il successivo “We loose forever” vede lo stesso Frassine a contribuire in un pezzo a cavallo tra la power electronics di gruppi come Control ed escursioni cadenzate, immerse in muri di rumore che si placano improvvisamente verso la fine ed introducono perfettamente il secondo lato, dove in un’unica suite da circa 20 minuti una voce femminile tra il tenero ed il perentorio, invita il suo interlocutore, dandogli ripetutamente del pervertito, a prendersi cura delle sue terga che non costituiscono un esempio lampante di pulizia, fino all’irrompere di un’ondata di frequenze in perfetto stile harsh noise wall, in un crescendo devastante che ricorda da vicino i lavori di Brighter Death Now per le sue atmosfere nichiliste ed abrasive. Lo split è limitato a 60 copie, metà delle quali su cassetta bianca coll’artwork di Mademoiselle Bistouri in copertina ed il nome di Petrolio, l’altra metà su cassetta rosa con artwork di Petrolio e nome di Mademoiselle Bistouri.
Sito web: https://petroliodark.wixsite.com/petrolio; https://www.facebook.com/pg/faustfick
(M/B’06)

RUNES ORDER
R
e : Murders
C
D
(Luce Sia)

Dopo un travaglio durato mesi a causa di problemi vari, finalmente esce questa rielaborazione dell’omonima cassetta, uscita nel 1995. Questa volta però l’album si snoda su un’unica traccia da circa 44 minuti e vede il contributo di Mario W. Gacy (Moana, Attualità Nera) per l’artwork, e di Alex Siena (Star Matter), Laura Agerli (Wuornos Aileen Bande, Die Zwei) e Stella Gacy, quest’ultima già largamente presente anche in “X: Final Solution!”, per la parte vocale. L’album è stato creato attingendo direttamente dai nastri originali, riportati ai tempi moderni e digitalizzati con un paziente lavoro di remixaggio da parte di Giovanni Indorato: il suono ne esce potenziato e le atmosfere hanno un che di solenne e morboso, riportando alla mente progetti come Die Sonne Satans, e mantenendo intatto il feeling tipico degli episodi più oscuri e disperati della discografia di Dondo. Come si evince dal titolo, il lavoro è incentrato sull’omicidio, ma nell’accezione piuttosto inusuale di mezzo di sfogo e liberazione. Dopo una prima parte molto evocativa, verso metà della suite, le sonorità virano verso un industrial lo-fi con inserti di organo ed altre parti di synth con Laura Agerli a fungere da traghettatore col suo particolare uso della voce, fino alla fase finale meno caotica e più sperimentale. È un lavoro interessante e senza tempo, indispensabile per chi voglia avvicinarsi al dark ambient nostrano partendo dai uno dei suoi esempi più originali e riusciti.
Sito Web: https://www.facebook.com/Runes-Order-179835152038552
(M/B’06)

SENKETSU NO NIGHT CLUB  
Shikkoku
CD (Dark Jazz Records, Toten Schwan)

Nel panorama della musica elettronica italiana Adriano Vincenti si è sempre mosso in maniera inequivocabilmente indipendente ed autarchica, creando veri e propri sottogeneri che han finito per svilupparsi in filoni autonomi, seguendo le sue grandi passioni anche al di fuori della musica stessa. Questo progetto alla sua seconda uscita non fa eccezione, trovando in qualche modo le sue radici quattordici anni or sono in “Black Rubber Exotica”, quando Macelleria Mobile di Mezzanotte mescolava il noise al jazz, sulla scia di un romanzo fondamentale come “White Jazz” di James Ellroy, scrittore imprescindibile del panorama noir attuale ed erede naturale di Chandler. A queste due componenti Vincenti ha aggiunto, ispirandosi al cinema estremo giapponese, la componente deumanizzata del japanoise, formando una squadra unica nel suo genere, con Giovanni Leonardi (Carnera, Divisione Sehnsucht) a gestire principalmente la parte elettronica e le chitarre, Ian Ferguson all’immancabile sassofono e l’artista giapponese Furachi Life che cura la parte delle immagini ed il concept. Otto brani di doom-noir jazz da ascoltare tutti d’un fiato alla scoperta di un mondo sospeso a metà strada tra Roma e Tokyo, che mescola in un vortice Merzbow, C.C.C.C., MMM, krautrock, eros e thanatos, risputando fuori un’opera raffinata, omogenea e consapevole.
Sito web: https://www.facebook.com/SenketsuNightClub
(M/B’06)

SHE SPREAD SORROW
Mine
CD (Cold Spring)

L’ottimo secondo album di Alice Kundalini, ritorna dopo un anno ristampato per la prima volta su cd, ad ulteriore conferma e consacrazione del successo di critica e pubblico riscosso l’anno scorso che ha portato ad un veloce esaurimento delle copie del vinile. Confezionata in un digipak a sei pannelli, questa edizione sicuramente più accessibile come formato, anche se il vinile aveva comunque il download code, include due bonus track, “Blue Monsoon” e “Mild Homily”. L’album ha rappresentato un punto di svolta nella discografia di Alice, segnando il passaggio ad una piena maturità artistica ed originalità in un panorama sempre più affollato, ulteriormente confermata dal successivo “Midori”. Le oscillazioni di oscuro death industrial mescolato a rarefatta power electronics, trovano il loro compimento nei sussurri di Alice e le due tracce aggiuntive che rendono ulteriormente meritevole di acquisto e ascolto questa ristampa, proseguono sul medesimo solco in maniera perfetta.
Sito web: http://shespreadsorrow.wordpress.com
(M/B’06)

SKR PROJECT  
Noise URSS
Download (-)

Dario Neri torna con un album abrasivo e forse conclusivo della storia di questo progetto, che ha visto alternarsi una vasta gamma di generi in ambito elettronico, sapientemente esplorati e dipanati dalla sua instancabile ricerca musicale. Quest’ultimo lavoro ne rappresenta l’episodio probabilmente più estremo e senza compromessi, con quattro brani a base di un industrial/noise cadenzato e implacabile, ma mai troppo rumoroso, quanto piuttosto freddo e distaccato, recependo in momenti diversi sia la malinconica rassegnazione agli orrori della guerra tipica dei primi album di Maurizio Bianchi, sia la fierezza e marzialità dei ritmi di act come Wappenbund. Le sonorità volutamente ovattate e ruvide aumentano il senso claustrofobico che permea l’album, alle prese con le oscure trame del gigante sovietico, già di per sé profondamente raggelanti. Ne scaturisce un viaggio disturbante a base di comunicazioni radio e complotti in pieno stile guerra fredda, per la gioia di chi ricerca questo tipo di temi e sonorità, ma anche per chi apprezza la parte più diretta ed essenziale della musica post-industriale.
Sito web: https://it-it.facebook.com/SKR-Project-Dario-Neri-459711437439259
(M/B’06)

SNOWFADE
Vanishing point
Cassetta (Chandler Records)

Torna uno dei progetti principali di Marco Grosso con una nuova uscita che fa parte di una serie limitata di cassette limitate a sole 15 copie pianificate per la nuova etichetta dell’aretino, la Chandler Records. Questo nastro presenta sul primo lato brani inediti e due remix di “Haunted hospital” e “Heavy clouds”. Tra i primi si parte con l’opener che dà anche il titolo all’album: brano dark ambient in pieno stile Snowfade, ma con lievi contaminazioni glitch ed un solenne organo che riporta indietro le lancette ai tempi del krautrock di Schulze con Irrlicht. La seconda “Book shield” disegna traiettorie cosmiche nell’aprire spazi infiniti con i suoi toni freddi e maestosi, mentre la successiva “Accumulation step” ha un sapore più catacombale, coi suoi sgocciolamenti attraversati da riverberi sotterranei. Il secondo lato è invece un’antologia di vecchi brani, come “Solitude”, “The killing plants” and “Evil Dolls III”, tratti dalle omonime uscite, ma anche “Cathedral of glass” originariamente inclusa in “Codex”. Un ottimo compendio fatto di passato e futuro per chi si volesse avvicinare alle produzioni di questo artista e al genere dark ambient.

Sito web: https://chandlerrecords.bandcamp.com

(M/B’06)

SVART1 
Frozen chants
Cassetta (Luce Sia)

L’ultima fatica in ordine di tempo di Raimondo Gaviano nasce da un tramonto: capita a tutti almeno una volta, nonostante la vita sia sempre più frenetica e costringa la gente ad agire sempre più e pensare sempre meno, di soffermarsi incantati a contemplare un tramonto, lasciandosi in qualche modo trasportare dagli impercettibili spostamenti del sole, che man mano sparisce all’orizzonte lasciando spazio all’oscurità della sera. In quei momenti, nei casi più fortunati in cui non ci siano fonti di disturbo, ci si lascia andare con la mente allo scorrere dei flussi di coscienza così ben descritti nell’”Ulisse” di Joyce. Così una sera di febbraio Raimondo ha ritrovato ciò che definisce il “sublime”, da cui è scaturita una complessa articolazione di pensieri che ha portato a definirlo in estrema intesi, come cessazione di dolore accompagnata da una sensazione mista di stupore e terrore. Ed è proprio il terrore generato dal sublime, ci rivela Gaviano, a costituire il pilastro fondante di questo, ma anche di molti altri suoi lavori: qui stratificazioni dark ambient si alternano con emanazioni gelide in impercettibili evoluzioni che inghiottono letteralmente l’ascoltatore in un’ora di vuoto cosmico di raffinata eleganza, grazie anche all’ottimo mastering ad opera di Simon Balestrazzi, che dà vita ad un suono quieto e pieno, per un album di alto livello, in uscita su nastro limitato a 60 copie per la svizzera Luce Sia.
Sito web: http://svart1.altervista.org
(M/B’06)

TURGOR
 
Imferrum
CDR  (Industrial Ölocaust Recordings)

Dopo un passato a base di cassette, dal 2018 l’etichetta di Mario Cardinale è passata a contemplare tra le sue uscite il supporto cdr, iniziando con gli Empty Chalice del nostrano Antonio Airoldi. I moscoviti Turgor sono i secondi a sfruttare questo supporto col loro debutto fisico “Imferrum”, in parallelo a quello digitale su Kalpamantra e Studio 4632: il loro nome viene riportato su soundcloud, deriva dal latino e significa lo stato di turgidità e conseguente rigidità tipicamente dovuto dall’assorbimento di fluidi da parte di cellule o tessuti. Il progetto si propone attraverso un processo di ricerca sonora del materiale di cui il mondo è fatto, di coniugarlo con antiche formule musicali rituali nell’ambito dell’esperienza individuale di ciascuno dei partecipanti al progetto, con l’uso di strumenti creati appositamente con uno specifico processo e suoni sintetizzati. Questa impostazione ricorda da vicino i concittadini e contemporanei Phurpa, che hanno riscosso un notevole successo, ma in questo caso si va in una direzione più esoterica, oscura e demoniaca, in linea con le precedenti uscite della IÖR. Clangori, echi e voci da altri mondi introducono l’album con “You’ll never see in”. Frequenze carsiche attraversano “OuterSpace transmission” in un gelo cosmico, mentre la successiva “Invitation to War” è un pezzo distorto di martial industrial. “Anomalyra” e “Hauntology” si attestano invece su scenari più tipicamente dark ambient, mentre le percussioni tornano a farsi sentire in “Mind-Affecting Spell”, dal piglio nuovamente marziale ed ossessivo. La finale “Nessus” rende omaggio alle atmosfere più rallentate di gruppi come gli MZ.412. In sostanza un buon debutto che mescola molti elementi ambient, drone e industrial conditi da una forte componente esoterica messi in evidenza grazie anche al supporto del lavoro della IÖR, una garanzia da quasi un trentennio.
§Sito Web: https://soundcloud.com/trgr777
(M/B’06)

UTØYA
 Preying upon your youth
Download (Nil By Mouth Recordings)

Debutta questo progetto power electronics di Alessandria che vede all’opera Andrea Moio dei LaColpa (synth noise, samples) e Simone Bongiovanni alla voce (FOAD Records) con la fondamentale partecipazione di Cecco Testa (Cropcircle, Winter Martyrivm, LaColpa) anch’egli alla voce nella traccia “Post Glass-Roots-Smashing-Induced-Orgasm Chill”, nonché autore di registrazione, mixaggio e mastering. Il progetto si propone di esplorare l’alienazione che pervade il genere umano attraverso i più agghiaccianti omicidi di massa della storia, partendo in questo caso proprio dal più recente, ossia quello avvenuto per mano di Anders Behring Breivik all’isola Utøya la quale dà anche il nome al progetto. Il nastro inoltre è limitato a 69 copie come le vittime di questo eccidio, racchiuso in un sacchetto nero con inserti tra cui la mappa con la location delle vittime ed un campione di sangue. La scelta del genere è semplicemente ideale, creando un legame diretto con le celebrazioni dei serial killer ad opera dei pionieri Whitehouse, non proponendosi altro che un annichilente viaggio tra cerimonie funebri in norvegese, comunicazioni estratte dai media, muri sonori e frequenze dolorose. La resa sonora è micidiale, con incursioni a base di dissonanze violente e riverberi impenetrabili e travolgenti, dalle prime tracce quasi ovattate e claustrofobiche, fino alle ultime dove un mare di frequenze si riversa spietatamente sull’ascoltatore. Solo nell’ultimo episodio tutto si placa in un succedersi di loop, come in una necessaria riflessione su quanto avvenuto, ma è solo un’illusione temporanea in quanto l’asticella del rumore si alza nuovamente fino al culmine finale.
Sito Web: https://utoya.bandcamp.com/releases
(M/B’06)

VARSOVIE
Coups et Blessures
CD/LP (Sundust Records)

Il duo dark-wave di Grenoble ha sempre centellinato le sue produzioni, quella che andiamo ad ascoltare é così la quarta uscita in quasi quindici anni di vita, includendo l’iniziale EP ‘Neuf Millimètres’ del 2006. Grégory Catherina e Arnault Destal partono immediatamente all’attacco con la title-track che profuma davvero di Wire, chitarre taglienti e ritmo sostenuto nella miglior tradizione del post-punk d’annata. In realtà i toni risultano decisamente incisivi e piuttosto veloci in tutte le nove tracce del disco, e se i Wire paiono un buon riferimento per l’ensemble transalpino, anche lo spirito degli storici conterranei Collection d’Arnell aleggia qua e là nel corso dell’opera. Vincente a nostro avviso anche la scelta del cantato in lingua madre, sia per la buona assonanza con le sonorità proposte che per un fattore ‘identitario’ che li rende maggiormente riconoscibili rispetto alla miriade di gruppi inglesi (o che usano l’inglese) del genere. L’amalgama e l’intesa del duo si confermano oliati a dovere in ‘Coups et Blessures’, capace di proporre pezzi micidiali come ‘Killing Anna’ che rischiano di trascinare l’ascoltatore fuori dalla propria poltrona verso balli e pogo immaginari! Grafica curata e stilosa memore dello stile enigmatico ed oscuro di This Mortal Coil, il lavoro esce in formato CD digipak ed LP a tiratura limitata; prevista infine l’oramai consueta versione digitale scaricabile da Bandcamp.
Info: http://www.varsovie-propaganda.fr/
(Oflorenz)

ZOLOFT EVRA 
Wounds of no return
CD (Liquid Death Records)

Torna questo insano combo, capitanato da Adriano Vincenti (Macelleria Mobile di Mezzanotte, Senkestu No Night Club, Cronaca Nera), che porta avanti un messaggio di assoluta negatività, degno dei peggiori gruppi suicide black metal in circolazione. Ed in effetti ciò non è casuale in quanto sia la parte vocale, che i testi, oltre ai campionamenti vedono il contributo fondamentale di Black Frost, batterista degli Apolokia, gruppo black metal storico, sulla breccia dal 1994. Le atmosfere prendono spunto dagli episodi più morbosi di gruppi come Archon Satani, immergendoli in sovrastrutture noise fredde come il ghiaccio a cui contribuisce anche Kadaver come ospite nella quinta traccia: a queste si aggiungono i riverberi di chitarra ad opera di Manuel Mazzenga alias Cold, che sembrano veri lamenti di anime che non trovano requie nell’aldilà, nonché la voce di Samantha Viola (T.O.M.B.), ospite nel secondo brano. L’odore di sangue pervade questo lavoro, ancora una volta nero come la pece, che mette d’accordo sia i fan dell’elettronica oscura, sia coloro che ci si avvicinano partendo dal metal, con un lavoro sul suono eccellente ad opera di John Stillings degli Steel Hook Prostheses.
Sito Web: https://www.facebook.com/zoloftevra
(M/B’06)