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di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro
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RECENSIONI
DISCHI |
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VIRIDANSE
Hansel, Gretel e la Strega Cannibale ![]() CD Eccolo il nuovo Viridanse! Ad un solo anno di distanza dall'omonimo lavoro che aveva segnato un inaspettato ritorno discografico, i Viridanse pubblicano un coraggioso concept, "Hansel, Gretel e la strega cannibale". Con l'unica eccezione di Erik Nalin che sostituisce ai tamburi Fabrizio Calabrese, i Viridanse 2.0 sono la medesima band che suona insieme dal 2014: Flavio Gemma al basso, Enrico Ferraris alle chitarre, Gianluca Piscitello alla voce e Giancarlo Sansone alle tastiere. Anticipato dalla title track, il lavoro si presenta immediatamente forte, difficile e non disposto a facili compromessi. Le musiche di Flavio Gemma portano, fin dai primi secondi, un sound potente, energico e chitarristico, in cui le liriche di Gianluca Piscitello si sposano alla perfezione. Il video registrato presso il teatro comunale di Alessandria è il giusto e suggestivo incipit del futuro disco: le immagini caotiche che provano a rincorrere le musiche, insieme alla recitazione di Sara Siri e Francesca Mantelli, rappresentano un perfetto aperitivo violento. È hard rock scritto cinquanta anni dopo i classici; è grunge spontaneo come se ci trovassimo catapultati agli inizi degli anni '90; sarebbe proto punk condito di tastiere se ci trovassimo nel 1970 al tempo dei primi Stooges. Se già eravate rimasti shockati da "Viridanse", certamente rimarrete sconvolti dal brano d'apertura e dall'album tutto. L'antico ricordo di una band che suonava wave e che ebbe l'indiscusso merito di avere portato in alto un genere, fin dai primi anni '80, rimane proprio questo, solo un ricordo. Bello, ineliminabile (ed aggiungiamo sempre riascoltabile!), ma sempre e solo un ricordo. Dalle parole spese con il leader bassista Gemma, capimmo, già un anno fa, che il successore di "Viridanse" non poteva tornare indietro, ingentilendo le musiche in luogo di qualche ascolto radiofonico o commerciale in più, ma solo inasprire ulteriormente il sound. "Tutto ciò che ignoto sai" è il monito d'apertura di "Arkham", brano in cui l'elemento trascinante è la voce potente di Piscitello che sembra fare a pugni con il resto dei compagni per dimostrare tutto il suo virtuosismo, mentre le tastiere sul finale sono quell'elemento in più per dare una non banale interruzione melodica. Ancora tastiere acide per aprire "Alle montagne della follia" (uno dei pezzi meno "violenti" del lavoro) e con "Scomunica" le chitarre creano un suadente e alienante momento. Scorrono le canzoni per raccontare, con questo concept, il declino della civiltà attuale e gli aspetti devastanti della società in cui viviamo. Un tema evidentemente così sentito dal gruppo che non poteva esaurirsi in pochi minuti o in una sola traccia, per definirsi appieno all'interno dei sette brani. "Aria" (se possibile) è ancora più evocativa delle altre e mette in risalto la muscolosa batteria di Nalin; con "Il grande freddo" Enrico Ferraris sembra trasformarsi una volta di più nel compianto Ron Ashton e con la conclusiva "Madre terra" arriva il miglior congedo attraverso un brano che pare rallentare i ritmi forsennati, ingentilendo il clima cupo dell'intero lavoro. Ancora indovinato il booklet in cui i disegni di Antonio De Nardis ed AEno non sono che la prolunga artistica di un album che ha anche la pretesa di andare ben oltre il discorso musicale. Un album da ascoltare ad alto volume (come suggerito dalla band) e noi aggiungiamo nel rispetto del vicinato. Perché questo è un lavoro che sa stordire. (Gianmario Mattacheo) |
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ATARAXIA Deep Blue Firmament CD (Sleaszy Rider Rec.) Ataraxia" dal Greco antico significa assenza dell'agitazione, tranquillità; "la perfetta pace dell'anima che nasce dalla liberazione della passione". Ci troviamo davanti al nuovo capolavoro di questi grandi ![]() I. DELPHI : Parte la musica con un introduzione a carillon, si aprono i sipari con dei suoni dolci, i tamburi di Riccardo Spaggiari, la doppia voce di Francesca Nicoli, in una lingua che sembra quasi sconosciuta. L'arpeggio della chitarra di Vittorio Vandelli e il violoncello di Totem Bara, rendono il suono molto lirico e romantico. "Delphi" è un importante sito archeologico della Grecia antica, nei tempi antichi era considerato il centro del mondo. Non per caso il punto di partenza di questo album è proprio un brano dedicato a questo sito. Le connotazioni sono tante; la Dea Terra e il serpente Pitone, in epoca classica, il Tempio di Apollo, il teatro, la fiamma, l'olimpiade, la fiamma eterna, "conosci te stesso" (ripreso da Socrate). II. MESSAGE TO THE CLOUDS: Il secondo brano prosegue sul testo del poeta irlandese William Butler Yeats, con una voce divina lontana, misteriosa, sussurrante, sempre in una lingua che sembra antica, sembra un suono nel vento. Un dolce canto celtico molto poetico in un dialogo tra le voci e la chitarra, le voci maschili e le tastiere sono di Giovanni Pagliari. III. GREENER THAN GRASS : Un altro testo di William Butler Yeats, si prosegue con i suoni lontani nel tempo e nello spazio. Il nostro cerchio si chiude anche quando le profondità della terra e del mare sposano il cielo. Questi suoni non possono non creare un ambiente immaginario, è inevitabile il paesaggio visivo, pittoresco che accompagna questi suoni e ci fa sognare da svegli, dove tutto diventa etereo e surreale. Le note sono sempre alte, le voci si raddoppiano, la chitarra, i tamburi, creano una danza come un attività sacra nella processione per evocare la natura, riti antichi che ci collegano con le divinità antiche, il ballo nella notte. IV. MYRRH : Le musiche diventano sempre più spettacolari e drammatiche, un rituale, la lingua diventa quasi irriconoscibile per rendere il mistero ancora più profondo, suoni gravi, sotterranei, una processione in profondità nell'oscurità alla ricerca della luce. Le lingue pure antiche, voci divine e liriche, celestiali, un risveglio verso il cielo, un richiamo. "Omnia, sogna…" . La mirra conosciuta già dai tempi dell'antico Egitto, quella resina sacra e profumata dal sapore amaro che proviene dall'albero, suoni molto tenebrosi e oscuri, voci liriche e gravi sovrapposte con i cori maschili che ampliano il ritmo, poi parte l'arpeggio della chitarra che fa cullare il brano in un romanticismo, il canto in lingua francese, "la musica delle foglie che mi sveglia", un sogno, si mischia il francese con l'inglese, con la lingua sconosciuta iniziale , come per uscire dalla materialità e toccare l'immateriale, tutto ciò che non si può imprigionare, la libertà di espressione, la libertà del suono, tutto vola libero come il vento, i suoni, le note, il sogno, l'ubiquità, essere dappertutto, "qualcuno scrive per me delle note sconosciute nel cielo". I suoni sono magici, anche noi siamo trasportati in questo sogno, in questo viaggio. V. ALEXANDRIA PT.1: Un altro testo di William Butler Yeats che accompagna i suoni divini. "Alexandria" la città antica dell'Egitto, rappresenta forse il ciclo della vita e della morte. VI. ROSSO SANGUE: Chitarra e violoncello accompagnano la voce doppia lirica e grave "solamente il nostro rosso sangue può dare al rosaio nuovi fiori e piante", elementi naturali; il mare, l'aria, la pietra , "sotto una roccia spezzata gridi il tuo segreto alla pietra stendi la tua mano affinché possa giungere là dove io sono, stendi la tua mano le foglie sono molte la radice è una". Il grido, il dolore, forse il sangue si riferisce alla guerra e alla morte, ma dopo la morte si rinasce … VII. GALATIA: Cambia l'ambiente, suono e stili; suoni caldi e mediterranei resi affascinanti dalla lingua spagnola, c'è anche la sabbia in questa visione insieme all'acqua, "Galatia" è l'antica città dell'Anatolia, la voce ricorda Diamanda Galàs. VIII. MAY: Un altro testo di William Butler Yeats, l'arpeggio della chitarra, il violoncello, i sussurri, le voci, le tastiere e le percussioni si uniscono in una processione in armonia, un ballad neofolk, una poesia, un canto lontano senza tempo. IX. VERTICAL: Il nono brano è una lirica, un ambient nostalgico con i cori e l'uso della lingua divina come uno strumento antico lontano. Forse "vertical" è proprio quella linea che lega le profondità della terra e del mare al cielo. X. UBIQUITY: Sotto il mare o sopra il cielo ci sono delle anime perse, immobili, pietrificate … Un bellissimo brano, dove voci ed eco si sovrappongono nell'etereo, il suono si sposta, il suono viaggia ed è ovunque, come suggerisce il nome del brano, si trova negli abissi profondi della terra, del mare, sopraelevato nel cielo più alto, un brano "wave" e le onde rendono l'idea. X I. PHOEBE: L'ultimo brano di questo viaggio mischia le lingue proprio per continuare l'ubiquità e libertà dai limiti. Suoni che accarezzano l'ascolto, tutto in armonia; il neofolk e il classico, i cori non mancano e la musica è libera. Nella religione greca antica, "Phoebe" è la figlia della terra e del cielo, associata alla luna. La voce maschile e femminile, cori, note alte e voci gravi, tenebrose, basse; è l'unione … e il viaggio continua … (Rita Tekeyan) |
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STYLE
SINDROME Far CD (XX92 / distribuzione Goodfellas) I veterani ricorderanno sicuramente i romani Style Sindrome, attivi nei primissimi anni '80 e presenti col brano "Waving In The Dark" nella leggendaria compilation "Gathered" pubblicata per Rockerilla/Electric ![]() Bentornati Style Sindrome! Sito web: www.stylesindrome.it (Fabio Degiorgi) |
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SIMON
BALESTRAZZI Early Recordings (1979-1982) CD (Azoth) Nel corso del 2015 Balestrazzi compie una scoperta eccezionale: durante una delle sue consuete visite alla mamma presso la vecchia casa di famiglia a Parma, ritrova una manciata di cassette custodite in una scatola di giochi per bambini. Inizia così l'appassionante avventura di 'Early Recordings', vero ![]() Info: https://azothrecordings.bandcamp.com (Oflorenz) |
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GOLDEN
APES![]() Malys CD (Af Music) G I G..A. sono una band di Berlino con quasi 20 anni di carriera, si sono formati nel 1998 ed hanno prodotto fino ad oggi ben 9 album e un mni-cd. I membri fondatori sono Peer Lebrecht (voce), Christian Lebrecht (basso) e Eric Bahrs (chitarra). Dopo vari cambi di formazione sono rimasti solo i due fratelli Lebrecht ai quali si sono aggiunti, nell'ultima line-up, i chitarristi Aris Zaraka e Dirk Wildenhues insieme al tastierista Gunter Büchau. "Malvs" è composto da 13 brani ben amalgamati tra di loro. La voce di Peer Lebrecht ricorda un po’ quella di Ian Curtis ma con un'impronta più neoromantica. Il sound vira tra il gothic rock e la dark wave. Tra i brani che mi hanno colpito di più "Verity", "Drown", "Missing" in cui è ospite Froxeanne dei Frozen Autumn, Dedicato agli amanti del gothic rock che vogliono qualcosa in più dai soliti clichè del genere. Sito web: http://www.goldenapes.com/ (Nikita) |
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DUST
FEAR OF LOVER ![]() Dust fear of lover CD (Autoprodotto) Tornano Deathboy e Buffy con un nuovo full length ancora una volta senza titolo, o con titolo omonimo. Come di consueto si stende davanti all'ascoltatore una mescolanza di indie rock e new wave dai toni vagamente malaticci: brani brevi dall'attitudine rock, suoni scarni e distorti e la voce di Buffy che arriva da altri mondi, soave o scanzonata a seconda della necessità. Emerge ancora una volta la pesante influenza dei Chrisma e di gruppi come Siouxie And The Banshees e Sisters Of Mercy, questi ultimi molto presenti in "Inside the silence". Due cover sorprendenti, "Throw Aggi Off The Bridge" dei Black Tambourine e "Cha cha Che Guevara" di Ivan Cattaneo, interpretate in maniera personale, scevre da volontà celebrative quanto piuttosto pervase dallo stesso impeto sperimentatore e dal vasto raggio di azione della loro musica. Sito web: https://soundcloud.com/dustfearoflover (M/B'06) |
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WORDS
AND ACTIONS ![]() Pensieri di nessuno Tape (Detriti Records) Davide Lace torna col suo progetto uscendo, nuovamente su cassetta limitata a 40 copie, sotto la sua etichetta. "Pensieri di nessuno" è una raccolta di emozioni e sprazzi di vita, rigorosamente cantati in italiano, narrati attraverso la ripresa degli stilemi della synth/coldwave francese. Sono ormai passati cinque anni dal travolgente esordio "Life of farewells" sempre su cassetta, che aveva gettato un alone di oscurità totale sulla scena esistente, con quelle atmosfere estremamente cupe e quella voce dagli echi catacombali. Da quel mini, l'evoluzione c'è stata ed è passata per una rielaborazione e personalizzazione della wave anni ottanta, approdando a quello che i WAA sono oggi. A giudicare dalle sue pagine su cui ci sono pochissime notizie anche solo biografiche, Davide sembra una persona di poche parole, ed ogni qu alvolta ne viene richiesto non spende più di un paio di frasi sui suoi lavori, che rispecchiano perfettamente tale attitudine essendo brevi, ma densi di idee ed efficacia musicale. Questo è un gruppo che ormai è stato giustamente consacrato tra quelli di riferimento della wave moderna, capace tra i pochissimi di dire ancora qualcosa in un genere che si arrotola su se stesso ormai da decenni, e va semplicemente supportato. Sito web: https://www.facebook.com/wordsandactions (M/B'06) |
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TUNNELS
OF ÂH
Stephen Burroughs, ex Head of David, arriva al terzo lavoro coi suoi
Tunnels of ?Ãh. Almeno in apparenza, questo costituisce l'unico
vero progetto in cui Burroughs fa confluire tutte le sue energie: i
brani, fatti di complesse tessiture industrial/drone dai toni esoterici,
sono paesaggi sonori arcani ed i riverberi taglienti richiamano le profondità
della Terra percorse da tunnel ed abitate dai custodi dell'antico sapere
di Agarthi. "Mind as corpse bearer" ricorda il debutto omonimo di Josef
N, con armonie vagamente orientaleggianti e sonorità come di antichi
artefatti mossi dal vento del deserto. |
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ROULETTE CINESE LP (EllePi) Mini CD (Soter / distribuzione Believe Digital) Il nuovo CD dei vercellesi Roulette Cinese è un mini album diviso in due facciate ideali come un vinile: il lato "Elle" e quello "Pi", dove i titoli delle tracce iniziano sempre con la lettera della rispettiva facciata, e cui testi rappresentano un momento specifico di un percorso personale del cantante e compositore Joe Raggi. Se nel complesso il lavoro può essere sbrigativamente catalogato come "electro pop", i sei brani presenti hanno una varietà stilistica notevole ma sempre coerente, segno di un progetto pienamente ![]() "LP" si conferma quindi un'opera riuscitissima, grazie all'appassionata ispirazione di Joe e al grande lavoro di cesellamento dei suoni e degli arrangiamenti, un percorso di ricerca e svuotamento per arrivare all'Essenziale al quale hanno contribuito tante altre persone che trovo giusto menzionare: gli altri due membri della band Eugenio Nicolella (chitarra, synth e programmazione) e Emanuele Peluffo (basso), più i numerosi collaboratori, i già citati Cembrola, Urbani e Diacci, ai quali si aggiungono Edo Gennaro e il noto Cristian Milani, il quale ha coprodotto artisticamente il disco insieme allo stesso Raggi. Contatti: roulettecinese@yahoo.it (Fabio Degiorgi) |
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MAGNETICA
ARS LAB / DK5600 Final Muzik CD-Singles Club 10 CDr (Final Muzik) Questo ottimo split che sancisce un ideale incontro sull’asse Cagliari/TriesteRoma rappresenta la decima uscita nell’ambito della cosiddetta ‘Singles Club 10’, serie di CD/Ep inaugurata dalla label di Gianfranco Santoro nel 2014 con lo scopo di dare spazio e visibilità a progetti italiani appartenenti all’area post-industriale ed elettronica sperimentale in genere. Il progetto isolano di Arnaldo Pontis (già a ![]() Info: www.finalmuzik.com (Oflorenz) |
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GOPOTA
Music for primitive Tape (Luce Sia) ![]() Arriva alla seconda uscita limitata a sessanta copie, questo insano combo italo-russo frutto della incidentale fusione delle menti di Antonio Airoldi e Vitaly Maklakov, il primo attivo col suo progetto parallelo Empty Chalice, nato sulla scia delle derive industrial di gruppi black metal scandinavi degli anni d'oro come Mysticum e Diabolicum, ma anche dei più sperimentali Aborym e MZ.412, il secondo, col suo prolifico gruppo Obozdur che vanta già oltre cinquanta uscite e poco più di dieci anni di vita. Incidentale perché, non essendo andato a buon fine il contatto con la Naked Lunch Records per la pubblicazione dell'esordio di Empty Chalice, Antonio fu costretto a cercare un'altra etichetta e si imbatté appunto in Vitaly, con la sua Torga Amun Records: il feeling e la successiva collaborazione furono quasi automatiche, con un debutto, "Knots of fear", che riscosse da subito buone recensioni. "Music for Primitive", prosegue sotto Luce Sia questo discorso, virando su scenari industrial/ambient rispetto al noise estremo degli esordi: ne nascono quattro lunghe suite introdotte da un breve strumentale a base di synth che ricorda anche qui gli intermezzi che solitamente pervadono gli album black metal. Clangori ed echi lontani caratterizzano "Meaningless", la successiva "Summa liturgica" fa emergere cori estatici da un pesante sottofondo noise, mentre "Attitude" è una sapiente mescolanza di glitch e fredde ambientazioni. Chiude "Empty eye" che sembra fondere le tre tracce precedenti unendole in maniera più che mai disturbante. La grafica è eloquente: russi che vagabondano nelle periferie a caccia della maniera meno noiosa di trascorrere la giornata, in un certo senso come moderni uomini primitivi che, perduta l'esigenza di procacciarsi il cibo attendono il tramonto quasi come una conquista nella lotta per la sopravvivenza. Sono appunto i cosiddetti "gopota", termine russo che definisce i delinquenti dei più malsani strati sociali, non solo come figura sociale, ma soprattutto come attitudine e mentalità, che prendono forma attraverso le ambientazioni di Vitaly ed Antonio. Sito web: https://emptychalice.bandcamp.com/album/music-for-primitive (M/B'06) |
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HURZ
Hurz CD (Le Mat Records) ![]() Debutta questo terzetto romano, che propone un particolare ambient rituale che in realtà prende le mosse dagli Ain Soph di Kshatriya, dai Runes Order di Disco Nero e dai Goblin, mescolandoli con prog rock, wave e krautrock, generi propugnati dai Tiresia Raptus, band di cui fanno parte i due Nicola, Irace e Rossi, quest'ultimo attivo anche come cantante dei Doomraiser. Questi hanno condiviso il palco con la prog rock/doom metal band Sesta Marconi, di cui fa parte Sergio Oriente, terzo elemento degli Hurz. Dopo "il nodo", che riporta l'enigma della Sfinge menzionato nella Saga di Edipo, ed ha il sapore di un macabroed arcano rituale in cui sussurri di voci disumane vengono scandite su un tappeto elettronico, viene il momento di "san giorgio e il drago", opera nell'opera divisa in tre atti, riletta partendo dal concetto di eterna lotta tra bene e male. Il breve strumentale "Illuminazioni della metropoli" conclude Tragoedia, prima delle due parti in cui si divide l'album per lasciare spazio alla seconda Symbolum, introdotta da "l'amoreux - l'heure de la chouette" pervasa da chitarre riverberate e soffici beat, a cui segue "la scelta" posta graficamente sul retro del digipak a cavallo tra le due parti definite dagli sfondi alternati rispettivamente di bianco e nero. In "todestrieb - vargtimmen", viene ripreso il percorso musicale di "l'amoreux - l'heure de la chouette", spogliandolo dell'elettronica e lasciando spazio alla chitarra e alla batteria in un mantra marziale che pare interminabile. Chiude "1+1=3", alternanza di discorsi marziali che evocano gli anni trenta, non solo per l'utilizzo del termine Führer, ma anche per l'apparente chiave di lettura, e fredde atmosfere. Buon viaggio a coloro che si metteranno all'ascolto. Sito web: https://www.facebook.com/HVRZPROJECT (M/B'06) |
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NATI
NELLE TENEBRE Dentro la morte Tape / Digital download (Neve Micro) Il mastermind della label aretina Neve Micro (ex Invisible Eye) non è nuovo ad uscite di taglio ‘cinematico’, che nel corso della su ![]() Info: www.facebook.com/nevemicromusic1 (Oflorenz) |
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THE
TAPES ![]() A touch of despair Tape (Luce Sia) Continuano gli scavi archeologici ad opera del duo elvetico di Luce Sia, che in moltissimi sperano porti alla sacrosanta riesumazione dell'intera inestimabile ed introvabile discografia dei fratelli Drago. Terza uscita sotto questa etichetta, su cassetta limitata a sessanta copie come tradizione, con cui viene compiuto un ulteriore passo indietro nel tempo: da "Glasaugen" del 1988, passando per "Falso Movimento" del 1987, fino appunto a "A touch of despair" del 1986. Giancarlo Drago l'ha definito il più sperimentale degli album realizzati sotto questo moniker ed in effetti siamo di fronte a due lunghe suite in cui si trovano già le caratteristiche dei lavori futuri in stato embrionale. Questo non significa che il lavoro sia meno evoluto, piuttosto lancia la visione verso lidi atmosferici fino a quel momento mai toccati, mescolandoli con loop vocali e so norità di ampio respiro, precursori di certo industrial/ambient moderno. E sono proprio le voci iterate e distorte a caratterizzare maggiormente questa uscita, uniti ad una elettronica meno sognante rispetto a "Falso movimento" e più morbosa, specie nella seconda parte del lato b, dove converge un mantra maestoso ed inesorabile, quasi ad anticipare il morboso death industrial di Atrax Morgue. Ancora una volta, capolavoro. Sito web: https://it-it.facebook.com/LUCE-SIA-168848936784613/ (M/B'06) |
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VINCI
Uno
come Cyril Adam, che definisce il questo progetto come "french dilettante
post-industrial project", quando sono oltre vent'anni che fa musica,
avendo anche gestito la tape label specializzata Exprel ed essendo il
mastermind dietro l'associazione audio-visiva Godsandbeasts, dimostra
già la sua buona dose di auto-ironia e quindi di intelligenza, ma soprattutto
chiarisce l'intento straniante e disorientante che si cela dietro al
moniker Vinci, entità nata nel 1993 con la raccolta "Musique qui questionne",
disponibile in una sola copia (sic) secondo quanto riporta il sito discogs,
ed ibernata due anni dopo. Il team di Luce Sia, facendo la cosa che
gli riesce meglio, ossia recuperare gemme sepolte nel passato, è entrata
in contatto con Cyril ed insieme hanno ripreso un lavoro iniziato nei
primi anni novanta: infatti, le nove tracce presenti in questa cassetta
da circa mezz'ora, nate in quel periodo, sono il risultato di questa
lunga gestazione ed alcune di esse furono già incluse nella cassetta
"Gil-Galad" del '95 nella loro forma embrionale, quale risultato dell'utilizzo
di registratori quattro piste, loop reel-to-reel, sintetizzatori analogici
e pedali multi-effetto. Tra il 2002 ed il 2006 le tracce furono rilavorate
digitalmente ed alcune di esse sono state inserite in varie compilation
tra il 2007 ed il 2011. Quest'anno, in occasione dell'uscita per Luce
Sia, sono state completamente rimasterizzate, grazie al lavoro di Saphi
dei Nocturne: il risultato è eccellente, i singoli brani presentano
un suono ineccepibile, pieno ed arioso, che ben accoglie le molteplici
variazioni e contesti in cui si muovono, dall'ambient a base di loop
di Biomass, al drone di Rituate, passando per l'opprimente industrial/noise
di Obscr, fino alle celestiali aperture di pianoforte di Priano. |
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MULO
MUTO, SSHE RETINA STIMULANTS |
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MONOID
Dieci
anni fa l'ultimo full length dei Monoidh, se non si cosiderano l'ep
"Forced evolution" ed il doppio singolo con Catgirl del 2013: e da lì
riparte Martin Steinebach rilasciando materiale inedito composto nell'intervallo
di tempo intercorso tra il 2004 ed il 2016. Quasi sessanta minuti di
musica per l'alter ego di Conscientia Peccati, che ripercorre i difficili
anni di un'Europa falcidiata dalla crisi economica, dalle ondate migratorie,
dal terrorismo e dalla radicalizzazione degli estremismi, veicolando
tutto questo attraverso una sapiente mescolanza di generi, dal dark
ambient al rhythm n' noise, passando per l'industrial più classico.
E così dopo "Crisis culture" pervasa da linee dilatate di basso, si
alternano i breakbeat di "Punk", l'originale electro mescolato ai rumori
del traffico di "Streets of Bangkok" ed il quasi industrial metal di
"Deserve", si arriva a "Slowacid", che ricorda da vicino colonne sonore
come quelle della serie televisiva "Supercar". In generale l'approccio
di Steinebach alla costruzione dei brani si divide in due: uno basato
su linee di basso e chitarra, l'altro puramente elettronico. Entrambi
mantengono il comune amore per la struttura tipica della forma canzone,
a parte nel caso della opener, pur indulgendo nella manipolazione dei
suoni elettronici che occupano una parte preponderante nell'economia
dell'album. |
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PRIEST
Nothing feels natural CD (Sister Polygon) "Nothing feels natural" è l'esordio sulla lunga distanza per i Priest, quartetto americano innamorato del vecchio, sano ![]() (Gianmario Mattacheo) |
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ORCHESTRA
ESTEH ABACINABRADHYDRAKONIRVM Rebirth of a dead volcano CDr (Orchestra Esteh) Avevamo conosciuto Orchestra Esteh, veicolo artistico espressivo del partenopeo Vinz Notaro, in occasione dell’ottimo ‘Dreamworking’ del 2012, suo quinto lavoro uscito insieme al prezioso volumetto ‘Suono Sacro Sogno’ incentrato sulla sacralità del rapporto tra sogno e suono e dunque dei nessi ![]() Info: www.estehimperat.com (Oflorenz) |
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DESUITE
![]() Desuite CD (Autoprodotto) Debutto autoprodotto su cd limitato a 100 copie numerate nel segno della new wave anni ottanta per questo duo mantovano composto da Marco Grazzi (chitarra, voce) e Claudio Mori (basso), entrambi tra i membri fondatori della band dark rock Sinezamia, coadiuvati da Nunzio Bisogno, tastierista anche per "Lef" e "Il nero", band quest'ultima in cui milita Gianluigi Cavallo, già cantante dei Litfiba per lo spazio di un album, aggiunge un ulteriore contributo a questa celebrazione di un verbo mai dimenticato. Le quattro tracce dell'ep per una durata di circa diciotto minuti, pur pagando un forte contributo alla band fiorentina con notevoli somiglianze sia dal punto di vista musicale che dell'approccio vocale, non sono sicuramente una mera scopiazzatura, ma riescono ad avere un'impronta personale dettata anche dalla già lunga esperienza dei musicisti e richiamano le meravigliose atmosfere di Desaparecido, introducendo nuovi elementi. La copertina ed il retro riportano le tormentate opere di Bernardo Duccio Costantino, originali e perfette per questo esordio. Sito web: https://www.facebook.com/desuiteofficial (M/B'06) |