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ESTETICA NOIR
Estetica Noir
EP Download (Autoprodotto)

Interessante trio proveniente da Torino, il progetto Estetica Noir trae la sua forza e la sua originalità dall'incontro musicale di tre esperti portavoce della scena underground della capitale piemontese: Silvio Oreste, già membro del complesso Favole Nere, alla voce, chitarra e synth; Rik Guido, già nei Redlynx, al basso, synth e arrangiamenti, ed infine Alessio Sogno, produttore ed arrangiatore oltre che addetto alle percussioni e nuovamente ai synth, nonché già membro della band post-metal Kynesis. Il complesso, attivo sin dal 2013, produce la sua prima fatica in studio nell'estate dello scorso anno, un EP omonimo caricato sulla piattaforma Soundcloud del progetto e composto da cinque pezzi che, tra novembre e dicembre, vengono regolarmente trasmessi all'interno del programma radiofonico del leggendario Mick Mercer. Ogni traccia è sicuramente la messa a nudo delle differenti influenze che contraddistinguono ognuno dei membri degli Estetica Noir, qui amalgamate sapientemente per creare una proposta musicale di effetto più che positivo. La esplosiva intro "I Will Kill You" (inserita anche nella compilation di portata internazionale "For The Bats") denota un approccio gothic rock nelle distorsioni dei riff e nell'uso dei synth, che piano piano si evolve in sonorità da ballata indie scandita da un orecchiabile motivetto tastieristico nel ritornello. "Metà Statica" vede il sentito cantato di Oreste alle prese con la propria lingua madre, tra sonorità wave impreziosite da arpeggi riverberati, disperati testi malinconici e digressioni esplosive forgiate su chitarre rock e acuti synth che tutto scandiscono. Una marcia elettronica di synth minimali apre invece "Beautiful Absence", scandita poi da graffianti riff e virtuosismi bassistici. La struttura è quella di una dark wave che a tratti si avvicina al dance punk fin anche ad inoculare episodi più heavy nell'uso del basso riffato durante il ritornello. Un pattern che riunisce generi differenti davvero creativo e mai statico. "Le Scogliere di Okinawa", oltre a proporre un bel testo visionario e triste, parte con un accattivante giro di basso wave e baluginii 8bit, per poi sfogarsi nel ritornello con chitarre sfrigolanti che tutto invadono e riempiono. Il seguito riprende la marcia oscura di basso e batteria, accomunandovi subdoli rumorismi acuti di chitarra strozzata, fino a concludersi nella solita atmosfera wave-rock. Infine, "Tentacles" ripropone vorticose chitarre di matrice gothic rock nel cui sottobosco ribollono onnipresenti i synth, situazione come sempre stravolta nel ritornello dove abbiamo un ritorno ad un approccio dark wave grazie all'aggiunta di ulteriori riverberi chitarristici e ai soliti synth fautori di melodie nostalgiche. Un esordio, quello degli Estetica Noir, che si abbevera da diverse fonti musicali, e che riesce, grazie al mosaico risultante, a coinvolgere e convincere anche nella breve durata di un EP.
Sito Web: https://www.facebook.com/esteticanoir?fref=ts
(Lorenzo Nobili)
The MARIGOLD
Kanaval
CD / tape (DeAmbula Records / Riff Records / Hyphen Records / Icore Prod.)

I The Marigold sono la perfetta rappresentazione di quella fervida realtà indipendente che pulsa e si fa strada tra le viscere della nostra italietta cieca e sorda allo sperimentalismo ricercato o alle vivide rimembranze shoegaze e post rock che questo trio di Pescara porta con sé.
Nati nel 1998 da un'idea di Marco Campitelli (headmaster dell'etichetta indipendente abruzzese DeAmbula, dal 2006 impegnata a promuovere le piccole realtà indipendenti su suolo italico) subiscono diversi cambi di line-up fino ad approdare al trio attuale composto dal suddetto Campitelli alla voce, chitarra, basso a sei corde e tastiere, Stefano Micolucci al basso e Giovanni Lanci alle percussioni e batteria. Il primo lavoro in studio fu un EP datato 2004 ed intitolato "-divisional", uscito per la Black Desert Records (branca oscura della 8 Records), al quale segue un'intensissima attività live tra questo e l'anno successivo (circa sessanta apparizioni in pubblico). Il debutto sulla lunga durata avviene invece nel 2007 per la neonata DeAmbula del frontman e la Dischi del Minollo (altra indie label italiana), e prende il nome di "Erotomania", nel cui andazzo generale prevale l'uso prepotente e fiero di psichedelie chitarristiche allucinogene e ben controllate, ma allo stesso tempo acerbe e grezze donando un piglio acid rock al tutto. Gradita sorpresa è invece il secondo album della band, questa volta sotto l'egida DeAmbula/Acid Cobra Records: "Tajga", uscito nel 2009, vanta collaborazioni di pregio come quelle di Amaury Cambuzat (già produttore del disco precedente e membro di Ulan Bator e Faust) alla produzione, missaggio e aiuto strumentale e di Daniele Carretti (Offlaga Disco Pax; Magpie) al pianoforte. Album che lascia presagire il suo contenuto dal titolo stesso, "Tajga" propone sonorità più intimiste e sentite, atmosfere malinconiche che virano decisamente più verso la fredda tristezza del post rock o dello shoegaze emozionale di formazioni storiche come Slowdive. Forti del successo di Tajga, i The Marigold decidono di ristampare l'album nel 2012 accompagnandolo con un EP chiamato "Let The Sun", contenente la stupenda ed onirica title track dai tratti shoegaze nata dalla collaborazione con Alessandra Gismondi (Pitch; Schonwald) e altre tre tracce tratte dall'ultimo tour del trio abruzzese, tre pezzi di bravura dal vivo che immergono totalmente l'ascoltatore nel vero habitat del progetto, quello del palcoscenico. Dell'EP esiste anche una versione "maxi" in digitale limitata a 150 copie, contenente, oltre ai quattro brani dell'EP originale, altri due pezzi live. A distanza di ben 16 anni dalla loro fondazione, i The Marigold arrivano, nel Dicembre dell'anno scorso, alla loro terza fatica in studio sotto DeAmbula Records ed altre tre label per la distribuzione del CD in Europa, mentre per quanto riguarda la distribuzione in America l'album esce su tape per la Already Dead Tapes & Records. Anche per questo lavoro i The Marigold si avvalgono di aiutanti di eccezione: il sempiterno Amaury Cambuzat torna ad aiutare con le sue strumentazioni, Gioele Valenti degli Herself dona anch'esso il suo contributo strumentale, mentre Toshi Kasai (già attivo con gli storici Melvins) si occupa, oltre che di suonare, anche del missaggio e del mastering al Sound Of Sirens in California. "Kanaval", nome del carnevale di Port-Au-Prince in creolo haitiano, presagisce l'eterogenea sarabanda sonica di cui è composto: i due pezzi di apertura ci proiettano subitamente in psichedelie assortite, chitarristiche visioni lisergiche alle quali viene data la possibilità di scorrere nella loro stasi grazie alle percussioni vivide e battagliere. Con "Fade Down To Go Down" si ha di nuovo un assaggio delle abilità shoegaze del trio, mentre la vera sorpresa che mette in mostra il nuovo approccio musicale del progetto è la successiva "Sick Transit Gloria Mundi", dal profetico gioco di parole dato ad un episodio più granitico in quanto a sonorità, con graffianti riff, basso pesante e ritmo decisamente più diretto dettato da una lucida violenza negli arrangiamenti tra garage rock e sludge metal, incappando poi nella fase conclusiva in miraggi chitarristici e mantriche vocalizzazioni. Altro titolo ben rappresentativo delle nuove sonorità dei The Marigold è "Sludge-Jungle", un intenso riverbero paludoso, sotto al quale si contorcono tempistiche percussive varie ed improvvise, un segno indelebile dello sperimentalismo sonoro che il trio abruzzese sta azzardando in questa nuova produzione. Una vera giungla fangosa di rumorismi assortiti, come da titolo. Si continua poi su differenti pattern sonori sapientemente legati tra loro: acidi riff vorticosi ed atmosfere psichedelicamente compatte ("Third-Melancholia); atmosfere orientaleggianti, oniriche e visionarie, inondate di riff ribollenti di bravura lisergica ("So Say We All"); ritorni alle lente e malinconiche sonorità shoegaze che caratterizzavano i vecchi Marigold, con il cantato suadente e triste disteso su riverberi rarefatti che fluttuano senza sosta ("Disturbed"), sino alla pesante e conclusiva marcia cadenzata dalle atmosfere distorte e collose à la Swans di "Demon Leech", con le solite percussioni incisive su stratificazioni ferruginose di delay e flanger, vorticante sul finale verso ipnotici riverberi spezzati qua e la da premeditati attacchi noise. Un disco vario e ben strutturato nella sua caoticità espressiva, che mette in mostra l'ennesimo percorso sonoro che la band pescarese sceglie di intraprendere e far suo con estrema facilità ed abilità esecutiva. Segno che, nel piccolo sottobosco indipendente del nostro Bel Paese, esistono valide realtà che non hanno paura di osare, sperimentare e stupire.
Sito Web:
http://www.themarigold.com/
http://www.deambularecords.com/
(Lorenzo Nobili)

ORGHANON
Figures In Slow Motion
CD (Eibon Records)

Dietro al monicker Orghanon si nasconde il nuove progetto solista di Sergio Calzoni, nome importante per la scena underground italiana ed attivo sino dagli anni novanta in diversi storici act sperimentali del Bel Paese come Alma Mater, Act Noir e Colloquio. Vero manifesto della bravura artistica di Calzoni, "Figures In Slow Motion" è il CD di debutto ufficiale del suo progetto, uscito a gennaio per la storica Eibon Records di Milano in confezione digisleeve a tre facciate. Libero di esprimere tutto se stesso senza legami con altri musicisti, Calzoni mette in piedi una vera e propria soundtrack sentita ed emozionante, i cui protagonisti sono lunghi respiri di ambient oscuro e rarefatto, glitch e droni minimali, cristallini sprizzi di pianoforte e marce ritmiche downtempo, il tutto teso a creare atmosfere collose ed insondabili nelle quali tutto si muove al rallentatore, avviluppando l'ascoltatore in una sorta di prigione attufata nella quale il tempo si ferma (per il sottoscritto rappresentata dalla goccia in procinto di cadere che si trova sulla copertina dell'album), tra sonorità che ricordano molto l'approccio all'elettronica di act come Floex o Air. Il lavoro si snoda attraverso 10 bellissime prove sonore assolutamente indivisibili tra loro, a cominciare dalla bellissima intro e primo singolo estratto dall'album, "Gone" (per la quale è stato anche creato un video ufficiale curato dal visual artist Svart1), di per sé un quadro esaustivo dell'arte sonora di Orghanon grazie alle sue prime nebbiose note ambient dalle quali si può emergere solo grazie al triste pianoforte cristallino, ai glitch minimali ed alla base downtempo, in un intreccio luci-ombre dove tutto vibra e suona come una perfetta colonna sonora sospesa nello spazio-tempo. Stupenda la parte conclusiva con il parlato femmineo, che ricorda gli Air della prima guardia. Continuano le sonorità downtempo nella successiva "Memento", nebbiose architetture oniriche che presagiscono abbaglianti momenti ispirati che ci guidano con la loro lucentezza sonora in mezzo a gracchianti glitch minimali palesatisi subdolamente, fino a far collimare il pezzo in una sentita marcia dal sapore post rock vibrante di acuti chitarristici e soffici percussioni. E poi ancora il brulicare dronico e gli ispirati momenti di stasi lucente di "Ultra", così caldi ed estatici da far vibrare i timpani per l'emozione e gli accenni trip-hop di "Far", sui quali impera ancora il pianoforte. E via via si continua verso la fine con allungate proposte di ambient ispirato, splendido nella sua malinconica ed immutevole staticità contratta poi in dronici vortici conclusivi ("Unveil"), digressioni noir immerse tra perigliosi droni, percussioni ovattate ed oscuri scalpiccii di basso ("Infra") ed infiammate esplosioni post rock e minimal electro ("Hiatus", secondo singolo estratto dall'album e base per un altro lavoro visionario di Svart1), fino a concludere il nostro viaggio con l'oscura suite di "Nilskor" e la sua lunga, profonda, grave nota di piano che tutto sigilla, liberando l'ascoltatore dalla prigione uterina nella quale si è contorto sino ad ora, segno che la nostra goccia, come figura al rallentatore, ha infine raggiunto il suolo rompendo l'involucro che racchiude l'evocativo mondo di Orghanon. Un debutto della miglior fattura per un artista poliedrico e di comprovata esperienza, preziosa gemma incantevole che apre il 2015 nel migliore dei modi.
Sito Web:
http://www.orghanon.com/
http://www.eibonrecords.com/
(Lorenzo Nobili)