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MZ.412
Hekatomb

C
D
(Cold Spring)

Dopo nove anni di silenzio se si esclude qualche mezza reunion con Drakh e l'uscita di una performance dal vivo a Rostock in collaborazione con Column One e Idpa, ritornano i papà del black industrial.
E questa uscita è di nuovo un live, anzi "il" live, registrato in occasione della festa della Cold Spring del
2011 a Londra. Quattordici brani che ripercorrono alla perfezione la carriera di questo progetto che sembrava ormai defunto, probabilmente per i tantissimi progetti contingenti del suo creatore, ossia Henrik Nordvargr Björkk, brani senza titolo, ma che gli appassionati riconosceranno come rivisitazioni di classici come la maligna "Deklaration of holy war" oppure estratti da "Domine Rex Inferum", album registrato letteralmente all'inferno.
Il fascino indiscusso di questo live sta nell'esclusività dell'evento a cui gli MZ.412 hanno partecipato con la formazione completa, cosa che non accadeva da vent'anni, ma anche e soprattutto nel fatto che Nordvargr è prima di tutto un eccellente musicista che ha orchestrato una summa perfetta della carriera uno dei gruppi fondamentali e più sulfurei della scena industrial moderna.
Ne risulta un album imprescindibile sia per gli appassionati, che per chi si sta avvicinando a queste sonorità.
Sito web: https://www.facebook.com/MZ412official
(M/B'06)

KHEM
Nessuna Redenzione
CD (Naked Lunch Records)

Ancora un bel colpo per la Naked Lunch di Jacopo Fanó, che si aggiudica la terza uscita del progetto tarantino sotto la guida di Cosimo ZOS Mungheri. Dopo l’esordio di “Come Forth” del 2011 ed il successivo “The Cross” caratterizzato dall’ingresso in formazione da parte di Devis di Teatro Satanico, la forza evidente di Khem si conferma senza ombra di dubbio il sapersi rinnovare costantemente senza esser schiavo di alcuna barriera di genere, cosa assolutamente non scontata nell’odierno panorama di area. La rodata coppia ZOS/Devis G. prosegue dunque la sua esplorazione sulla via dell’ottimo “The Cross”, regalandoci 8 nuove tracce (ma per gli acquirenti del cd ci saranno gustose sorprese) ove la materia elettronica viene trattata da Devis nella sua accezione più diretta, a volte scarna (ricordate i Suicide?) ma nel contempo melodica e sempre coinvolgente, come già avevamo colto nei lavori più recenti di Teatro Satanico. Lo stile vocale di ZOS ci ricorda a tratti il G.L. Ferretti d’epoca CCCP ma anche CSI, mentre taglienti e mai scontati sono i testi che calano alcuni affondi in tema di moralità (“Etico”) e sociale (“Nuova ekonomia”). La Gran Bretagna di fine anni ’70 ed addirittura Johnny Cash ispirano ZOS per le tre “hidden covers” destinate alla versione cd del lavoro: la dirompente “One step beyond” dei Madness diventa semplicemente “One step” rallentando a dismisura il celebre ritmo sincopato dell’originale, mentre la hit “Daddy Kool” rende omaggio al glitterato quartetto nero dei Boney M., che spopolarono con varie hits fino a tutta la prima metà degli eighties; “Walked line” stravolge invece l’originale hit del ’58 “I walk the line” del mitico “Man in black”, e chissà cosa direbbe Johnny a riascoltarsi in chiave minimal-electro-country! In definitiva un disco da ascoltare ma anche e soprattutto da godere live, e da ballare grazie alle sue metriche ritmate e sincopate che colpiscono immediatamente nel segno. L’arstista Valerio “Leg”, concittadino di Cosimo, si occupa della grafica della cover, tanto essenziale quanto efficace nel suo stile che ricorda quello utilizzato tipicamente in molti “tattoos”. E come recita l’undicesimo comandamento di “Quarta via”: “se meditando giunge il diavolo, fa che il diavolo mediti con te”. Meditiamo anche noi, insieme al diavolo ed a Khem, non ce ne sarà da pentirsi.
Info: http://khem.bandcamp.com/
(Oflorenz)

BRANCHES
Old forgotten places
CD (autoprodotto)


Dopo ben nove anni di silenzio ritornano i siciliani Branches con la formazione rimasta intatta: Enrico Russo (chitarra e voce), Giovanni Scuderi (basso), Giampiero De Francesco (batteria e drum machine), e Francesco Forestiere (tastiere e synth). Il gruppo non è sicuramente ossessionato dal passare del tempo ed è decisamente ponderato nelle sue uscite discografiche: il risultato sono brani ispirati ed accurati sia nella resa, che nel bilanciamento dei suoni. Lapalissiane le influenze di maestri come Joy Division, Bauhaus e The Cure, che tuttavia non scalfiscono la forza dei singoli brani, semplici e dal sapore retrò, ma sempre riusciti e vari. Partendo dallo strumentale di apertura arioso e malinconico, si passa a "Wake" che chiarisce ciò di cui è capace la band: suoni freddissimi che si amalgamano perfettamente col cantato di Enrico Russo, in una miscela di new wave e darkwave anni '80. Russo è eccellente nel dare quel valore aggiunto necessario a far spiccare il volo a pezzi strumentalmente ineccepibili ed il gioco gli riesce particolarmente bene anche in "The sunset way" e "Declining days", forse il brano più ritmato dell'album, nonché nella conclusiva "On an ice plate", manifesto perfetto di chiusura all'insegna di gelo e disperazione.
Sito web: https://www.facebook.com/branchesmessina
(M/B'06)

SOL
Where suns come to die
CD (Cold Spring)

Giunge alla undicesima uscita in otto anni la discografia del progetto del danese Emil Brahe. Nato come gruppo doom/death metal, ha intrapreso negli anni un percorso di mutazione avvalendosi di volta in volta della collaborazione di vari artisti oscillan do tra generi musicali come il drone ed il neo-folk e sperimentando diverse etichette. In occasione di questo ultimo disco, il primo sotto Cold Spring, la direzione intrapresa è quella del genere dark ambient attraverso cui Emil si fa guidare, avvalendosi della preziosa collaborazione del conterraneo Thomas Bøjden dei Die Weisse Rose.
Il risultato è piuttosto originale, segno inequivocabile di un'anima inquieta ed autonoma nelle sue scelte: in questo rito di offerta alla terra delle spoglie mortali dell'essere umano, tra spoken words di Bøjden che si riallacciano allo stile dei vecchi Blood Axis e passaggi che ricordano i Karjalan Sissit e gli stessi Die Weisse Rose, prende forma il lavoro di Brahe.
Quattro pezzi, di cui tre lunghe suite, la prima delle quali comparsa come estratto sulla compilation "Treatment of the dead" uscita sempre per Cold Spring. Malinconia, rassegnazione e desolazione fanno da sfondo emotivo a questo lavoro intenso di Emil, a cui forse manca la giusta esperienza per colpire l'ascoltatore.
Sito web: https://www.facebook.com/soldoom
(M/B'06)

TUNNELS OF AH
Thus avici
CD (Cold Spring)

A distanza di circa un anno e mezzo dal debutto ritorna Stephen Burroughs con il suo progetto industrial/drone: la nuova uscita poco si discosta dal lavoro precedente, mantenendo alto il livello della proposta.
Loop sonori a cui si accompagnano evocazioni da costellazioni sconosciute costituiscono l'intelaiatura di "At the error of the stars". Segue "Akeldama", in cui è la voce di Burroughs a prevalere su un tappeto di distorsione noise caustica e vellutata a un tempo.
"Locust have broken" è la terza traccia in cui tutto converge in maniera perfetta: il rumore si fa più denso ed efficace, le atmosfere più maestose e mistiche in un mantra che sembra protrarsi all'infinito. "Saint Peter Ha-Satana" è la versione drone dei lavori più mistici di David Tibet.
Chiudono "The perpetual holocaust" e "We are his burning ones", che ritornano sui sentieri tracciati da "Akeldama".
Ancora una volta è Abby Helasdottir ad occuparsi della eccellente veste grafica: squadra che vince non si cambia.
Sito web: https://www.facebook.com/TheTunnelsOfAh
(M/B'06)

SORRY, HEELS
The accuracy of silence
CD (Gothic Music Records)

Dopo due ep rispettivamente nel 2013 e nel 2014, finalmente arriva il primo full length per questa band di Frosinone che propone una mescolanza di post-punk, new wave, shoegaze ed indie rock.
Metà dei membri sono musicisti di lungo corso, formatisi tra le fila degli storici Chants of Maldoror a cui si uniscono la freschezza della cantante Simona Pietrucci e del batterista Gerry: il risultato è un album stilisticamente ben strutturato e bilanciato.
Si parte con "Light's end", brano darkwave caratterizzato da raffinati fraseggi di chitarra e dalla suadente voce di Simona. "Carving a smile" è invece più classicamente death rock, così come la successiva "Passing through". "Fragment cambia registro rispetto agli altri brani con un approccio più chitarristico ed energico prettamente shoegaze per poi tornare su binari gothic wave nella successiva "Bruises, not scars".
Eccellente la cover "N.I.B." dei Black Sabbath che trova una nuova vita in questo rifacimento. Chiude la sognante "Not the way", oscuro epilogo di questo ottimo lavoro.
Sito web: http://www.sorryheels.com
(M/B'06)

OPIUM DREAM ESTATE
Shades
CD (The White Room Netlabel)

Nuovo EP per questo gruppo francese che suona quello che viene dalla stessa band definito in maniera davvero azzeccata come una mescolanza di southern gothic folk, indie e musica psichedelica.
La prima traccia ha un arpeggio di chitarra che ricorda molto da vicino "Wish you were here" dei Pink Floyd coadiuvato da una voce sussurrata e da atmosfere che richiamano gli Of The Wand and the Moon. La successiva "Comes from Heaven" attinge dai momenti folk più riusciti dei Current 93, come "All the pretty little horses", ricalcando le stesse atmosfere nebbiose e malinconiche. Segue la cover dei Black Sabbath "Solitude" che ben si presta a questo passaggio dalle ballate rock anni 70 all'odierno folk. E' nella successiva "Meandres" che invece emergono le influenze più ethereal/southern della band. Chiude "Celebrate", altra cover questa volta dei Field of the Nephilim.
Bei suoni, belle atmosfere, niente di nuovo.
Sito web: http://www.opiumdreamestate.com
(M/B'06)