ARCHITECTS
OFFICE
Soundtracks
CD (Monochrome Vision)
L’opera di riscoperta da parte della russa Monochrome Vision
del collettivo statunitense che operò sotto il moniker di
Architects Office tra il 1983 ed il 1987 ha lo stesso sapore
dell’operazione riguardante FâLX cerêbRi, di cui vi raccontiamo
in queste stesse pagine. Se il progetto berlinese di Graf
Hausen fu sostanzialmente un one-man project, negli Architects
ruotarono la bellezza di nove elementi, seppur sotto la fondamentale
leadership del mastermind Joel Haertling. Assidui collaboratori
del regista sperimentale statunitense Stan Brakhage, AO snocciolarono
la bellezza di oltre centro live performance in tutti gli
Stati Uniti, e furono parte attiva di quell’ onda creativa
senza freni che si espresse nei primi anni ’80 soprattutto
grazie ai bassi costi dell’autoproduzione su nastro ed al
conseguente fenomeno del cosiddetto tape-trading. Il collettivo
di Boulder, Colorado, si propose tra l’ altro a parecchi e
label underground dell’epoca, ricevendo spesso dinieghi ma
ottenendo anche successi come l’uscita di alcuni lavori per
la loro connazionale Audiophile Tapes o per la britannica
Flowmotion. “Soundtracks”, 10 brani per oltre 70 minuti di
durata, può dirsi uscita esaustiva riguardo il gruppo di Haertling,
ed immancabile supporto per chi - non possedendo i rari originali
-voglia completare la propria discografia in ambito di elettronica
sperimentale made in USA. Come recitano talvolta le istruzioni
per i commercianti di musica: “file under: experimental-abstract-non
music”.
Info: www.monochromevision.ru
(Oflorenz)
|
CROPCIRCLE
Soundtrack for an unquiet night
CD (Creative Fields)
La voce inconfondibile della “Rosarubea” Daniela Bedeski fa
da magnifica introduzione, con il suo “Preludio”, al nuovo lavoro
targato Cropcircle, a 10 anni esatti da quel “Soundtrack for
Festivalbara” che segnava i primi passi per il progetto di Cecco.
Autoprodotto come d’abitudine tramite la sua label Creative
Fields, ed impreziosito ancora una volta da un intrigante dipinto
di Davide Minetti, l’ elegante digipak di “Soundtrack for an
unquiet night” mantiene pienamente fede al titolo dell’opera,
seguendo un filo conduttore che lo avvicina ad una sinistra
colonna sonora che non avrebbe certo sfigurato nell’epoca d’oro
dei noir italiani, magari ad accompagnare un inquietante racconto
di Fulci o Bava. L’evoluzione del progetto di Cecco si allontana
progressivamente, in questi ultimi anni, dalla dimensione maggiormente
rumoristico-industriale degli esordi, per giungere ad un ambizioso
traguardo di completa maturazione che peraltro avevamo già assaggiato
nel precedente “Hymns for frozen dreams”. La collaborazione
di voci liriche come quella di Daniela nell’iniziale “Preludio
(Atlantide)” piuttosto che l’ottimo intervento di Stefania Domiziana
in “Unquiet” (affascinante l’interpretazione in tedesco di un
poema di Michaela Steber) e nella terminale “Epilogo” (che riprende
con nuovi arrangiamenti il tema del “Preludio” ed é ispirata
al lirico romantico Shelley) rafforzano questa nuova direzione
per Cropcircle, per il quale il termine dark-ambient inizia
ormai a risultare decisamente stretto e fuorviante. Frammenti
come “27 aprile” piuttosto che “Dark” trasmettono un’atmosfera
di nera staticità, trattenendo chi ascolta in una dimensione
plumbea, misteriosa e sospesa. L’atmosfera tipica di “una notte
inquieta”.
Info: www.creativefields.net
(Oflorenz) |
DOUBLE
EYELID
Seven years
Cd (-)
Debutto
interessante per questo trio di Toronto nato nel 2009, che
stordisce l'ascoltatore con una miscela esplosiva
di generi ed influenze a metà strada tra death, goth, electro
e glam rock. La band, formata dal cantante Ian Revell, dal
chitarrista Karl Mohr e da Benjamin Mueller Heaslip alle tastiere,
riesce nella difficile impresa di coniugare derive musicali
apparentemente così distanti come quelle elencate sopra apparendo
tuttavia fresca, originale e monolitica.
Ogni brano, pur restando ancorato ad un sound ben definito
e personale, costituisce storia a sé e merita una specifica
attenzione.
Si parte con "Black Box", brano raffinato dalle atmosfere
oscure fatte di fraseggi di pianoforte e riff di chitarra
che richiamano i The Centurions. La successiva traccia, "Diamond
cutter" sterza verso ambientazioni quasi minimal synth-pop,
dando più spazio alle chitarre e ad un sound più freddo e
meno melodico, così come la successiva "She's falling".
"Dead is better" sintetizza forse nella maniera più esaustiva
la proposta della band, dove si uniscono tematiche care all'immaginario
gotico, eros e thanatos, un approccio death rock, melodia
groove ed ispirazione.
A suggellare l'album una cover di "The stranger" di Rozz Williams,
che non deve fuorviare l'ascoltatore nell'attribuzione di
un'ingombrante influenza sulla band, ma funge piuttosto da
lussuoso corollario al concetto che si annida dentro l'album
stesso, ossia fare canzoni che ci rendono umani.
Sito web: http://www.doubleeyelid.ca
(M/B'06)
|
FâLX
cerêbRi
Trials Textures Errors
CD (Monochrome Vision)
L’ormai consolidata label moscovita facente capo a Dmitry
Vasilyev è tra le più abili a scovare piccoli tesori nascosti
tra le pieghe dei tempi andati, quando internet e i socials
erano ancora entità sconosciute e gli appassionati industrialoidi
operavano nel sottobosco scrivendosi
interminabili missive cartacee e scambiandosi nastri via posta.
Germania, 1983: Graf Hausen (al secolo Karsten Rodemann) sfogliando
un libro di anatomia è attratto dal “cerebral falx”, termine
scientifico che individua l’area presente tra i due emisferi
del cervello umano. Nome quantomai adatto, ed ancor più opportunamente
distorto, al suo progetto artistico, one-man band che agisce
senza alcuna regola né particolari riferimenti in un ambito
che spazia dal noise al drone più cervellotico e sperimentale,
anche tramite l’utilizzo di cut-ups ed un’attitudine alquanto
anarcoide e dadaista. In realtà i riferimenti spuntano fuori
eccome dall’ascolto di questa imperdibile raccolta assemblata
dalla meritevole Monochrome, vi do due nomi su tutti: Club
Moral e P16D4, questi ultimi tra l’altro connazionali del
nostro. La manciata di brani inclusa in “Trials” pesca a piene
mani tra le numerose cassette autoprodotte da Hausen (“Graf
Hausen Tapes", più tardi “Artcore Editions") direttamente
nel suo appartamento studio di Neukölln, a Berlino, ed include
live tracks, inediti o semplici esperimenti. FâLX cerêbRi
partecipò, nel periodo 1983/84, ad un buon numero di compilation
su nastro, quegli oggetti del nostro desiderio ormai divenuti
- in molti casi - ambite chicche per collezionisti danarosi.
Verso la fine degli ’80 la creatura di Hausen riuscì ad emergere
anche al di fuori dei confini teutonici, performando a Bordeaux
ed a Budapest, e partecipando ad alcune installazioni presso
gallerie di arte contemporanea. Se questa esauriente
raccolta solleticasse il vostro spirito di ricerca, e voleste
perdervi nella ricerca delle prime tracce del gruppo, l’esordio
assoluto fu una C10 dal titolo “Pyogenic Organism”, targata
giugno 1983. La tiratura era di 50 copie, ed includeva un
capsula di sangue del nostro Graf, mentre le prime cinque
erano custodite in una confezione cosparsa di materia cerebrale
di pecora. Nell’improbabile ipotesi ne trovaste una presso
qualche oscuro rivenditore on-line, siete avvertiti…
Info: www.monochromevision.ru
(Oflorenz)
|
HIKOBUSHA
Disordini
Cd (Motherfuckart - Seahorse Recordings)
Terzo
full length in occasione del decennale per questa band che
incarna il non facile intento di portare una ventata di vera
novità nello stantio panorama rock italiano. E ci riesce con
sconcertante facilità, mettendo insieme la new wave fiorentina
degli anni ottanta di Litfiba e Diaframma, spruzzate di trip
hop, chitarre e ballate à la Nick Cave, ma soprattutto un
piglio cantautorale fatto di testi stringati e colti, sferzanti
ed ironici, che fecero la fortuna di geni assoluti come De
André o Gaber, e che qui donano nuova linfa alle canzoni.
Al quartetto formato da Davide Gammon (voce, tastiere, programming),
Paolo Zangara (basso elettrico, chitarre acustiche ed elettriche,
voce), Stefano Maurizio (chitarra elettrica) e Gianmario Jama
Ferrario (synth, chitarre acustiche ed elettriche, voce),
si affiancano i contributi di talenti emergenti, come le cantanti
Cinzia Mai e Monica Postiglione presenti in cinque degli undici
brani, e di alto livello come Hugo Race, ex dei "Nick Cave
and the Bad Seeds", alle chitarre nella cover finale di un
brano dei suoi "The Wreckery". La registrazione curata e l'eccellente
bilanciamento dei suoni, unitamente alle soluzioni stilistiche
che oltre ad essere originali, incorporano un uso sapiente
dell'elettronica, rendono avanguardistico ciò che rischiava
di essere datato. Si parte col bellissimo pezzo "Obliquità",
dai suoni raffinati con un cantato che ricorda i Negrita prima
che diventassero la caricatura di loro stessi. "La ferita
perfetta" ricalca invece lo stile dei Litfiba, pur avendo
una maggiore raffinatezza, mentre "Spazi vuoti" sembra una
canzone di De André in chiave rock/glitch. "Magica nera preghiera
(Linoleum)" è un pezzo rock sincero, semplice e diretto con
spassosi campionamenti di Totò e De Sica tratti da "I due
marescialli". La successiva "Rivoluzione televisione" è forse
il miglior episodio dal punto di vista del testo, che esprime
elegantemente un giudizio patologicamente lapidario sul mondo
televisivo. Le successive "Carnaval" ed "Il meraviglioso ragazzo
invisibile" rallentano i ritmi con pezzi e vedono il contributo
di Cinzia Mai al canto. "Vieni mio mostro" può far pensare
ai Blu Vertigo nell'approccio elettronico, mentre "Diventare
deserto" getta uno sguardo desolato sul presente e sulle strategie
di sopravvivenza. Chiude infine la cover "Baby play dead"
dei The Wreckery. Ottima uscita, in cui non delude nemmeno
la confezione, con la sua grafica scarna ed efficace a cura
di Gianfranco Enrietto, e l'originale concept del cartonato.
Sito web: https://www.facebook.com/hikobusha
(M/B'06)
|
ARTISTI VARI
Treatment of the dead
CD (Cold Spring)
Esce questo sampler promozionale della Cold Spring a celebrare
l'ottimo lavoro che questa etichetta sta facendo dimostrando
di essere, dopo ormai ventisette anni di attività, sempre
sulla cresta dell'onda capace di aggiudicarsi artisti storici
della scena industrial/noise come Z'Ev e Merzbow, di cui compaiono
rispettivamente estratti dai loro recenti lavori "A handful
of elements" e "Nezumimochi", maestri del drone come
i Troum ed uscite postume come quella dei Coil che coverizzano
i Nine Inch Nails. Parallelamente c'è spazio anche per nuove
leve di alto livello come Trepaneringsritualen, Tunnels Of
?h, Iron fist Of The Sun e outsider provenienti dalla scena
metal come Sun, Khost e Suten Hexen, questi ultimi famosi
per il loro noise/black metal davvero estremo, qui in una
delle forme più digeribili e maestose con la traccia estratta
dall'album "Become". Riassunto stringato di un notevole ventaglio
di proposte di ottima qualità, bignami per profani.
Sito web: http://coldspring.co.uk
(M/B'06)
|
|