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PSYCHIC TV @ Supermarket - Torino - 3 Ottobre 2004

Testo e foto by Oflorenz

E così, nel giro di pochi giorni, dal mondo fuori da ogni luogo e da ogni tempo dei Current di David Tibet ci proiettiamo nelle devianti lande psichiche di Genesis P.Orride e dei sui Psychic TV, oggi nella loro terza incarnazione dall’ormai lontana nascita nella Grand Bretagna post punk e post industriale (la “missione” dei Throbbing Gristle era terminata da non molto) dei primissimi ’80.

Sotto certi aspetti l’attesa è ancora più spasmodica .che per i Current, anche perché sono davvero passati secoli dall’ultima esibizione live dei PTV, e nessuno di noi ha la minima idea di cosa attendersi dalla serata.
Le date italiche sono due, con Bologna ad aprire le danze il sabato sera, e la chiusura torinese che va in scena nel bel locale del Supermarket la domenica.
Mancano quasi due ore all’inzio, e la spazio adiacente l’ingresso del locale è già affollato: visi noti della scena industriale vecchia e nuova si scorgono fra la folla, e nel giro di un quarto d’ora ci ritroviamo di fronte al banco dello psichico merchandise.
.C’è solo l’imbarazzo della scelta, ed i prezzi sono onesti: i 30 live del gruppo ristampati in digipak sono tutti disponibili, unitamente alla serie degli spoken-word di Genesis e ad un paio di t-shirt (bruttine) commemorative del tour 2004. Scelgo il Live di Glasgow, e quello che di lì a poco si rivelerà il batterista della band mi fa “Good choice”. Me ne vado felice sotto il palco, già pronto per l’azione con tutti gli strumenti al loro posto, tra cui un theremin che ci fa presagire qualcosa sul genere di show che ci attende al varco. L’adesivo con il mitico logo del Tempio campeggia sulle tastiere, e mentre la nostra mente si perde fra mille fantasie ed aspettative le luci calano e la psichica congrega versione 2004 fa il suo ingresso in scena.
...La band di Genesis, tutta made in USA, si rivela da subito un vero gruppo con le contro-palle: giusto il tempo per un simpatico rituale di saluto dei 6, fatto di lente movenze ed inchini in perfetto stile orientale, e si parte alla grande con “Unclean” e con una “Roman P.” che non lasciano spazio a dubbi e perplessità: il suono è potente e hard come un pugno in faccia, e la band suona a memoria dimostrando affiatamento e compatezza da vendere. Ma parliamo di Lui… o dovremmo dire Lei? Facili battute a parte, la cosa ormai è nota. Genesis ha completato la sua trasformazione sessuale, tendenza che covava ormai da tempo e dalla quale ha tratto peraltro anche una sorta di “campagna” per i suoi PTV, con un motto quale “Nothing short ov a total Gender” che parla da solo.
Rispettiamo la sua scelta, forse per alcuni dura da digerire, ma evidentemente data da un’esigenza nata col passare degli anni che comunque non ha per nulla pregiudicato il suo estro deviato e la sua folle simpatia, anzi.
Al suo fianco una fantastica, in tutti i sensi, (perdonateci, ma noi continuiamo a preferire le true girls !!) Alice Genese al basso che non sbaglia un colpo ed un lisergico David Max alla 6 corde elettrica che sembra appena uscito dai Dandy Warhols o qualcosa di simile, mentre nelle retrovie se la cavano egregiamente un giovanissimo e funambolico Markus Persson alle tastiere ed un preciso Eddie O Dowd alla batteria. Chiudono il cerchio un simpatico “theremin-man” dall’aspetto alquanto bohemièn e un drum pad elettronico, quest’ultimo suonato da Lady Jaye, una bella biondina dalle cosce infinite: la nostra impressione che il suo ruolo principale siano…le cosce piuttosto che il drum pad viene però prontamente condivisa anche da altri nelle prime file sotto il palco! .
Devo ammettere che mi sarei atteso di tutto fuor che un gruppo che suona come una via di mezzo fra Velvet Underground e Suicide dei tempi d’oro!
Nei pezzi lenti e d’atmosfera traspaiono arie lisergiche tipicamente seventies che mi riportano alla mentre proprio le dilatate composizioni della scuola Vega & Rev, mentre forte e potente è la voce di Genesis che risulta incisiva nei pezzi più cattivi e punk, e molto “Nico-style” in quelli dal taglio maggiormente d’atmosfera. Il tutto condito da frequenti svisate chitarristiche dilatate e psichedeliche e dai visionari effetti del theremin. E così via con altri malati tasselli dell’infinita discografia del gruppo, dalla grande “Riot in thee Isle ov .Skye” a “Eden”, senza scordare “I like you” e “Depravity”. Genesis balla e si agita come un ossesso, sambiando qualche impressione col pubblico fra un pezzo e l’altro: “Questo è un libro stracolmo di storie”, dice mostrandoci un librone rilegato in pelle che tiene di fronte, mentre un pensiero va anche a noi poveretti che ci alzeremo presto il giorno dopo: “Stasera è domenica, è tardi, e qui è pieno di gente che domani lavorerà duro…”.
Ma nessuno pensa al giorno dopo, siamo tutti presi da questo inatteso e incredibile spettacolo, e domani si vedrà… “Godstar”, forse uno dei brani più noti ed orecchiabili del repertorio, che all’epoca venne dedicata al compianto Brian Jones dei Rolling Stones, fa ballare e sballare il Supermarket, con tutti che cantano il ritornello a squarciagola. La chiusura è affidata a “She touched me”, anche se la platea richiama a gran voce la band sul palco per un gran finale in compagnia di “Suspicious”, dall’album “Trip Reset” del 96. Il gruppo, visibilmente soddisfatto dal caloroso feedback del pubblico, saluta a abbandona definitivamente la scena. Dopo due regali come Current e PTV, non ci resta in conclusione che chiedere a Fabrizio ed alla gang della Deathripper il miracolo finale: perché non tentare una TG reunion in terra sabauda?!

 
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