PIXIES
@ Piazza Castello, Ferrara. 06 giugno
2010.
Testo
by Gianmario Mattacheo
Foto by Silvia Campese
Il
nostro primo contatto live con gli americani fu qualche anno
fa, quando la band di Boston suonò, quale gruppo di
spalla, prima dei Cure di Robert Smith. In quell’occasione
(era il 2004) i Pixies si erano appena riformati e, pur dichiarando
che la ragione prima del loro ritorno sulle scene fosse quello
economico, il loro show fu, in ogni caso, estremamente godibile.
A
Ferrara il concerto c’è stato. Forse troppo. Ma
abbiamo corso un po’ troppo e facciamo un passo indietro.
Nell’incantevole
e accogliente Piazza Castello di Ferrara è previsto
l’unico concerto italiano dei Pixies, band americana che dagli
anni 80’, tra reunion, scioglimenti e nuove reunion, è
stata un esempio per il panorama indie ed alternative rock.
L’importanza
di questa band è tale che sarebbe corretto parlare
dei Pixies come di un gruppo che ha influenzato almeno due
generazioni di musicisti e non solo come di una band che ha
prodotto, dagli anni 80’, una serie di hit passati alla storia.
In
coda fin dal pomeriggio, il pubblico presente è consapevole
che assisterà a uno degli eventi concertistici dell’anno.
La
canicola di oggi rende ancor più snervante la lunga
attesa, resa solo un pochino più sopportabile dai bar
ancora aperti nella piazza e dalla visione dell’imponente
Castello estense; in effetti un colpo d’occhio tutt’altro
che comune.
Il
biglietto indica come lo show debba iniziare alle 20.30, ma
alle 21.30, quando piazza Castello è ormai gremita,
non c’è ancora traccia dei quattro Pixies. In effetti, questo
ritardo rende ancora più difficile l’attesa per l’inizio
dello spettacolo.
Finalmente,
alle 21.30, i Pixies entrano sul palco. Ci sono un enorme
Black Francis, divenuto calvo come Joey Santiago (invero,
tenutosi decisamente più in forma), Kim Deal (anche
lei con un fisico non proprio da pin up) e David Lovering.
Il
concerto è subito folgorante per un inizio in cui i
bostoniani intendono privilegiare la porzione più recente
del repertorio.
Un
pogo (troppo fastidioso, in effetti) crea notevoli problemi
sotto il palco, mentre Black Francis urla a squarciagola e
come un ossesso sulle note degli Hit tratti da “Bossanova”
e “Trompe le monde”. Tutta la band sembra essere preparata
al meglio. Le chitarre di Francis e Santiago dialogano perfettamente
tra distorsioni ed acuti terribili; il basso della Deal è
uno di quelli che c’è e si sente; la batteria di Lovering
è un martello pneumatico che non si ferma mai.
Ma,
come si diceva sopra, il pogo veramente esagerato mette in
discussione la prosecuzione dello spettacolo. In effetti organizzatori
e band sono d’accordo nel fermare il concerto per quindici
minuti, ammonendo i più agitati che un tale comportamento
non consentirà ai musicisti di riprendere la performance.
Prima
di questo momento segnaliamo tra le più incisive “Bone
machine”, “Monkey gone to heaven”, “Gouge away”, “Hey” e,
soprattutto, “Debaser”, quest’ultima accolta da una risposta
del pubblico talmente fragorosa da mettere in discussione
la stabilità del castello estense.
Dopo
la pausa (sembra leggermente migliorata la situazione sotto
il palco), i Pixies proseguono con altri cavalli di battaglia.
“Wave of mutilation”, la bellissima “Caribou” (tratta da “Come
on pilgrim” del 1987) e “Gigantic” ci mostrano una band
in forma e tecnicamente impeccabile. Per contro, la loro immagine
è assolutamente anonima; sono a tutti gli effetti,
degli antieroi senza particolare appeal. Per loro conta solo
la musica!
La
porzione del concerto decisamente migliore si ha quando i
musicisti propongono un trittico davvero superlativo: “Tame”
(urla da forsennato per Francis), “Broken face” e “Isla de
incanta” (tornata alla ribalta con una recente pubblicità)
sono il miglior ricordo di questa sera.
Dopo
una breve pausa arriva “Where is my mind”, ovvero la canzone
più celebre dei Pixies. Atmosfera da accendino per
quello che, nella logica conseguenza, deve essere il momento
di raccoglimento generale.
Segue
“Here comes your man” che mette la parola fine allo spettacolo.
I
Pixies del 2010 sono promossi a pieni voti.