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OSTARA
27 marzo 2004, Corallo, Scandiano (RE)

Unica ed attesa data italiana per il progetto di Richard Leviathan, organizzata da "La Rose Noire" nel capiente ed adeguato Corallo di Scandiano, a pochi km dal più noto Castello del Vescovo di Arceto. Comincio subito col dire che, in un'epoca dominata da basi preregistrate, chitarre preregistrate e cervelli preregistrati, la visione di una batteria vera e di un amplificatore Marshall testata e cassa per chitarra sul palco del locale è già una buona premessa.
Senza dilungarmi inutilmente sul pre-concerto, al momento di inizio dell'esibizione il Corallo è discretamente pieno, anche se mi aspettavo di vedere più gente in vitù dell'unicità dell'evento nella nostra penisola. Leviathan entra sul palco incappucciato, il chitarrista Stu Mason e il batterista presente dimostrano al massimo vent'anni ed hanno entrambi un aspetto punkeggiante (infatti Stu proviene da quell'ambito). Il primo brano è una versione molto potente e intensa (grazie alla presenza degli strumenti, assenti nella versione studio) di "Proud Black Templar", segue una lunga carrellata di altri pezzi tratti dal recente album "Ultima Thule", mentre vengono proiettate su uno schermo immagini al rallentatore, che danno un'atmos
fera monumentale e romantica allo stesso tempo. Peccato solo per il basso preregistrato (perdonato, vista la batteria vera) e per la chitarra elettrica mixata troppo bassa, l'impressione è comunque quella di un concerto vero e di un gruppo preparato. I brani non si discostano dalle versioni studio e mantengono la stessa aura di orecchiabilità, nonché la stessa miscela di rock, folk, elettronica e new wave in chiave pop. Ad un certo punto vengono eseguiti anche pezzi da "Operation Walkirie" e "Secret Homeland", mentre il finale è caratterizzato dalla salita sul palco di Marco Wertham per l'esecuzione di due brani dei Foresta di Ferro (progetto dove militano appunto il Wertham e Leviathan), ovviamente industriali e in grado di ridestare l'attenzione del sottoscritto, un po' assopita dal repertorio ostariano.
Un concert
o godibile quindi, anche se io certe particolari vibrazioni non le ho sentite in quanto non sono mai stato toccato dall'aspetto tematico degli Ostara e del neofolk in generale; è probabile però che i devoti di questa corrente abbiano assistito ad un vero e proprio evento (bisognerebbe chiederlo a loro comunque, il mio è un punto di vista "esterno"). Certamente è innegabile la bravura dei tre e la qualità della musica proposta, nonché l'abilità nel mescolare stili musicali piuttosto diversi fra loro.
Finito lo show la sala principale del Corallo si trasforma in discoteca 'rock' (?) e vengono sparati brani di Articolo 31 e simili, mentre la sala secondaria accoglie il pubblico gotico e apocalittico; Richard si aggira disponibilissimo fra le due aree per chiacchierare con i suoi ammiratori, seguito dai suoi due putti musicanti. Per noi invece è arrivato il momento di sbaraccare e di incamminarci sulla via del ritorno. (testo e foto by Fabio Degiorgi)

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