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NORTHGATE + FABRIZIO MODONESE PALUMBO (r) + MARIAE NASCENTI
24 ottobre 2004, Milano (Transilvania Live)

Testo e foto di Fabio Degiorgi

A causa del derby a San Siro fra le due squadre meneghine è impossibile trovare parcheggio in una vasta area circostante al Transilvania, così, maledicendo il calcio “oppio dei popoli”, sono costretto a lasciare l’auto in una zona lontana e poco rassicurante, piena di carcasse abbandonate.

Questo fa sì che, quando entro nel locale, l’esibizione di Fabrizio Modonese Palumbo, noto come (r) e per la sua militanza nei Larsen, sia già iniziata, sebbene la scarsità numerica di pubblico sia tale da farmi pensare che stiano ancora facendo il sound-check. Fabrizio, seduto su una sedia, imbraccia una chitarra elettrica circondato da vari aggeggi, e propone brani strumentali piuttosto minimali ed ossessivi, costruiti con un uso massiccio del delay per permettere la ripetizione dei vari strati chitarristici che via via si accumulano.
L’ho trovato interessante ed ipnotico, e molto diverso da quando l’avevo sentito l’ultima volta, all’El Paso di Torino nel gennaio del 2000 (allora proponeva dell’industrial disturbato). Penso però che questo tipo di musica, una sorta di ‘guitar-ambient’, sia più adatta ad essere ascoltata su disco in particolari condizioni di raccoglimento.

Tocca poi a Mariae Nascenti, recentemente alla ribalta per il suo esordio ufficiale su CD. In questo caso il “concerto” consiste, al pari di molti altri acts di industrial, dark ambient e simili, nell’unico componente che manovra e manipola le basi preregistrate, accompagnato da un figuro in calze a rete, tacchi a spillo, torso nudo e parruccone biondo che copre completamente il viso, il quale si aggira per il palco con un microfono in mano.
La musica di Mariae Nascenti mi piace ed ho apprezzato l’album, anche se in questo caso vale ancor più – molto di più – il discorso fatto per (r) sulla maggior adeguatezza in un ascolto casalingo. Opinione personale di un vecchio punk rocker, non prendetela come una critica o una sentenza!


Tutto questo non vale assolutamente per Northgate, il quale invece si presenta co
n una vera e propria band di quattro elementi, Trevor compreso, con formazione di due chitarre, basso e batteria.

Non mi sono ancora procurato il nuovo album, “Terrarium IV” (lo farò a fine serata se ne varrà la pena), ma i nuovi brani, presentati per l’occasione, mi colpiscono subito. E’ impossibile trovare una classificazione di genere: se restano certe origini industrial, Trevor e soci propongono questa sera una affascinante e potente miscela di new wave raffinata, rock e sperimentalismo (la nuova versione di “Fidia” ricorda i migliori New Order).
Le due chitarre e la sezione ritmica sono assolutamente compatti e danno un suono generale pulito preciso; l’unico neo – non imputabile al gruppo – è l’abuso del tipico fumo da luna park, in compenso l’affluenza di pubblico è leggermente cresciuta e la si può considerare quasi accettabile, se non altro si tratta del classico “pochi ma buoni”. Verso la fine del concerto, meno ‘rock/wave’ e più ‘industriale’, sale sul palco un ospite in passamontagna per prestare la voce in una violentissima versione di “Psychodrama”, mentre Trevor campeggia un asse di legno con scritto “You will pay”. Il tutto finisce prima della mezzanotte, e stranamente non si vede la solita massa di finti gotici della domenica che solitamente arriva a quest’ora per evitare i concerti. Il responso della serata è nel complesso positivo, con un’ovvia preferenza per Northgate (tanto non si era capito) che fa scattare l’acquisto di “Terrarium IV”.

A questo punto dovrei concludere con la solita lamentela sulla scarsità del pubblico presente, soprattutto considerando che il concerto era GRATUITO (la partita e il relativo caos può aver contribuito a scoraggiare qualcuno, ma fino ad un certo punto), ma è inutile ripetere ogni volta gli stessi discorsi, non saranno certo le mie prediche a cambiare la situazione.

Copyright Rosa Selvaggia