LIFE
ALONG THE BORDERLINE: A TRIBUTE TO NICO
Ferrara
- Teatro Comunale, 10 maggio 2009
Testo
by Gianmario
Foto
by Silvia
È
decisamente un evento quello che ci apprestiamo a vivere nel
delizioso Teatro Comunale di Ferrara. John Cale (ovvero una
di quelle poche persone che hanno avuto il merito di cambiare
il corso della musica), la sua band ed un manipolo di amici
sono pronti per celebrare live la musica della dark lady Nico,
scomparsa poco più di vent’anni fa.
Il
gruppo di amici che ha risposto sì all’invito dell’ex
Velevet Underground fa semplicemente accapponare la pelle:
Lisa Gerrard, Peter Murphy, Mercury Rev, Mark Lanegan, Soap
& Skin, Mark Linkous. Ci aspettiamo la partecipazione
italiana di Carmen Consoli (come indicato nei manifesti),
ma la siciliana non avrebbe onorato il palco emiliano per
ragioni che, almeno a chi scrive, rimangono misteriose.
Nico,
come risaputo, è stata la musa ispiratrice di Andy
Warhol ed ha avuto anche il merito di far parte della prima
formazione dei Velvet Underground, quelli, insomma, che partorirono
quell’Lp con la celebre banana gialla disegnata direttamente
dal re della pop art.
Dopo
il sopraccitato capolavoro, Nico intraprese una dignitosa
carriera solista contraddistinta da alcune punte davvero eccellenti
(“Desertshore”).
Chi
scrive è assolutamente convinto che il dark anni ’80
sia nato attraverso lo sgretolamento del punk e del post punk.
Altri sostengono che parte dei meriti relativi alla genesi
di quella musica sia, invece, da attribuire a Christa Päffgen,
una ragazza di Colonia che il mondo avrebbe conosciuto con
lo pseudonimo di Nico.
E,
se è vera solo in parte quella teoria, ci riesce più
facile spiegare la presenza di alcuni illustri ospiti della
serata ferrarese.
Riguardo
a John Cale non vi sono proprio dubbi: è lui l’ideatore
dell’iniziativa. L’ex viola elettrica dei Velvet Underground
fu, oltre che amico della cantante tedesca, il suo mentore
musicale, producendo ed intervenendo direttamente nelle opere
di Nico.
Ma
è su Peter Murphy e Lisa Gerrard che il dark anni ottanta
interviene per celebrare la gotica Nico. I due artisti, infatti,
hanno rappresentato due facce tra le migliori e rappresentative
dell’impareggiabile scena dei mitici ’80, e vederli intervenire
insieme oggi ci convince ancor di più in merito alla
bontà dell’iniziativa.
Nel
pieno centro di Ferrara, esattamente di fronte al Castello
estense, il Teatro Comunale è un luogo accogliente
e suggestivo. Sono eleganti i palchi da cui si può
comodamente assistere
allo spettacolo ed il colpo d’occhio che possiamo dare all’arena
è un gustoso aperitivo che apprezziamo prima dell’entrata
in scena dei protagonisti.
Alle
21.15 fanno l’ingresso sul palco John Cale e la sua band per
eseguire “Frozen Warnings” da “The marble index”, secondo
album solista di Nico. Sono ottimi musicisti Dustin Boyer
(chitarre) e Joseph Karnes (basso e tastiere), ma è
il percussionista Michael Jerome Moore a regalare lezioni
di ritmo a tutti quanti.
Per
il secondo pezzo, si unisce alla John Cale band ….Peter Murphy,
lo storico leader dei Bauhaus. La sua entrata in scena scatena
il pubblico che non pare aver dimenticato la classe del vecchio
vocalist. Murphy
(foto a destra) si presenta con un cestino di vimini colmo
di petali di rose rosse; inizialmente li lancia verso John
Cale (per omaggiarlo), poi ne porge al pubblico ed infine
ne ingerisce un po’, per poi soffiarli verso il “cielo”, prima
di iniziare “Muttelein”.
La
voce dei Bauhaus ci appare in forma e, pronto a mostrare tutte
le sue doti di intrattenitore, Murphy esegue il primo pezzo
della serata tratto dal capolavoro di “Desertshore”.
Due
parole merita anche Soap & Skin (nome d’arte di Anja Franziska
Plaschg), una diciannovenne austriaca che ha interpretato
Nico in un recente film.
La
sua voce ci sorprende per potenza e melodia (suona molto simile
a quella di Bjork) e riesce quasi a commuovere per la sua
timidezza.
Timidezza
che, nonostante la stazza e la voce da orso, probabilmente
possiede anche Mark Lanegan (eseguirà ottimamente “Roses
in the snow” e, sul finale, “Win a few”), così come
l’indecifrabile Mark Linkous (ma ci è o ci fa?) a cui
toccherà la bella “Afraid”, ancora da “Desertshore”.
Ma
su tutti gli ospiti è Lisa Gerrard (foto a sinistra)
che si eleva su gli altri, almeno per quanto riguarda le reazioni
entusiastiche dei presenti (l’unico avversario serio è
stato Peter Murphy). Con un vestito lungo ed elegante e le
spalline in evidenza, la voce soave dei Dead Can Dance si
mostra potente e brillante come tanti anni fa. Ma quello che
più ci colpisce è il suo aspetto. La ricordavamo
un po’ (tanto) irrobustita in occasione del concerto dei Dead
Can Dance tenutosi a Milano qualche anno fa; oggi, invece,
si presenta con la siluette degli anni d’oro, tornando la
bella musa che ispirò le canzoni di Brendan Perry.
Lisa Gerrard esegue “Falconer” e “No one is there”, entrambe
seguite da una sentita ovazione a testimonianza dell’impatto
avuto sulla serata.
La
prima parte dello show si conclude con il rientro in scena
di Peter Murphy che esegue la canzone più angosciante
del Nico sound: “Janitor of lunacy” è una bomba; un
viaggio tormentato e senza speranza, in cui tutto sembra trovare
fine ed ogni luce sembra doversi inesorabilmente spegnersi.
Dopo
circa quindici minuti di pausa, si riparte con la seconda
parte dello spettacolo. Anche questa fase ricalca lo schema
tracciato in precedenza con gli ospiti d’eccezione ad alternarsi
sul palco insieme alla John Cale band.
In
questa fase spetta ai Mercury Rev raggiungere il top, attraverso
un’impareggiabile versione di “Evening of light”. È
un viaggio psichedelico e malato, affascinante e coinvolgente.
I tre Rev danno veramente il massimo e crediamo che in futuro
possano andare fieri per quanto realizzato questa sera. La
loro esibizione non passa inosservata e riceve la giusta dose
di ovazioni da parte di un attento e goduto pubblico.
Il
finale, invece, è tutto dedicato agli attori di questo
riuscito tributo. Tutti insieme, insomma, sul palco per chiudere
con “All that is my own”, ovvero il brano che tanti anni fa
metteva la parola fine a “Desertshore”.
Cale
è seduto al piano, dietro ai suoi amici e sembra non
gradire il centro dell’attenzione (quasi a voler recitare
la parte del comprimario). Peter Murphy, per contro, ricopre
il ruolo dello zio buono; canta gigioneggia e pretende che
tutti gli ospiti della serata ricevano la giusta dose d’applausi.
La
versione offerta ha un altissimo tasso di qualità ed
è altamente emotiva (anche se quella su disco continua
ad avere un’intensità ancora superiore); gli artisti
on stage ne dilatano l’esecuzione per consentire a tutti di
mettere il sigillo sull’ultimo pezzo della serata e, soprattutto,
per enfatizzarne l’andamento epico.
Un
concerto evento che non ha disatteso le aspettative. All’uscita
c’è già qualcuno che parla di disco e dvd celebrativo.
Forse sarebbe troppo o, forse, semplicemente superfluo. Ciò
che rimane è, invece, un’ottima serata in cui gli artisti
non si sono limitati a fare presenza, ma hanno cantato e suonato,
celebrando Nico con energia e calore. Questo è quello
che rimane di questa sera.
|
|