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NICK CAVE AND THE BAD SEEDS
 live @ Forum Assago, 20 Ottobre 2024 

Testo e foto di Gianmario Mattacheo


Nick Cave con i suoi cattivi semi torna al Forum di Assago nel tour di “Wild god”, ultimo recentissimo lavoro dell’australiano.
Gli estratti di questo album saranno ben 9 (praticamente suonato nella sua interezza), per lasciare spazio a (quasi) tutti gli altri lavori, omaggiati con un solo pezzo rappresentativo.

Prima del racconto vero e proprio, una nota doverosa, la voglio dedicare ai Murder Capital, band irlandese chiamata ad aprire il concerto. Il gruppo, anche visto live, conferma tutto il suo spessore, confermandosi una delle più belle realtà che l’Irlanda musicale sta partorendo negli ultimi anni, all’interno del rinascimento post punk che tanto sta riscuotendo successo.


Tornando ai Bad Seeds, confermiamo quanto la parte del leone sia tutta per “Wild god”, album che trova nella sua celebrazione live un momento di esaltazione, risultando più apprezzabile della prova in studio (ma questa è una costante dei concerti di Cave, capace di essere migliore dal vivo che su disco).
Una formazione enorme quella dei Bad Seeds e non solo da un punto di vista qualitativo, se consideriamo che i musicisti sul palco sono ben undici! Infatti, ai “soliti” compagni di scuderia di Cave, si aggiungono 4 coristi che, di bianco vestiti, sono importanti per far rendere al meglio le nuove canzoni, mentre si cimentano con balletti apprezzabilissimi.
Apre “Frogs” esattamente come la scaletta dell’album, ma è con la terza traccia che apprezzo il brano a mio avviso migliore di WG, quando “Song of the lake” cattura con il suo romanticismo e la sua delicatezza.
Se devo inquadrare il momento più alto di oggi, sceglierei l’accoppiata “Jubilee street” e “From her to eternity”, proposte una di seguito all’altra, in cui Cave narra storie femminili con foga e tormento.


L’ex Birthday Party appare fisicamente più in forma che mai: lo schema è conosciuto, ma non per questo banale. Salta, urla, si lascia andare alla commozione, si stende sopra i fan delle prime file e dialoga costantemente con il pubblico.
Oggi ha il tormentone “Beautiful … Stop” due parole che usa costantemente urlandole e facendole ripetere al pubblico praticamente tra un brano e l’altro, in un gioco che diverte molto e contribuisce a rendere ancora più partecipativo il concerto.
Facile aspettare “The mercy seat”, “Red right hand” o “Tupelo” come momenti imprescindibili, ma dobbiamo ammettere che il trasporto dei fan rispetto alle nuove composizioni è praticamente pari ai grandi classici.
Il rientro è per omaggiare Anita Lane, scomparsa un paio di anni fa e presenza importantissima nei primi Bad Seeds (rispolverate il booklet di “From her to eternity”) con “O wow o wow” e poi il bellissimo ripescaggio di “Papa won’t leave you Henry”, per concludere con “Weeping song” (arrangiamento che, francamente, non mi convince molto).
A questo punto, salutati tutti i Bad Seeds, Nick Cave si posiziona al piano per eseguire “Into my arms”, aiutato dal coro del pubblico. La voce è affaticata (troppi urli stasera), ma la resa è ancora apprezzabile.
Beautiful, beautiful, beautiful,
STOP