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NERO KANE
Of Knowledge and Revelation
 DxLP / CD (Subsound records)

Dalle purpuree sabbie desertiche di “Tales Of Faith and Lunacy” riemerge il talento dello sciamano Nero Kane con il nuovo album “Of Knowledge and Revelation”, terzo lavoro dell’artista Milanese (su Subsound records) che si avvale come nelle precedenti registrazioni delle capacità compositive della Musa Samantha Stella, con la quale nelle otto canzoni del disco, tra densità elettriche e forme più estenuamente oniriche, si alterna alla voce. Attraverso coordinate precise solcate nel recente passato, “Of Knowledge and Revelation” si sviluppa in una duplice creatività dalle contrapposizioni amore-odio, religiosità sacro-pagane, vita-morte; se da un lato le profondità viscerali dell’anima poetica-visionaria di Nero mettono in risalto la sua indole tormentata da eroe fatalista, dall’altro le vocalità quasi-Blues di Lady Samantha interpretano una spiritualità intesa come forma di liberazione dalle emozioni, terrena ma avvolta da quell’inconfondibile sense arcano profuso nei flussi delle tastiere.
L’album comincia con la velvetiana “Lady Of Sorrow”, traccia accompagnata da un affascinante video, per proseguire nelle criptiche nebulosità di “Burn the Faith”, armonico incrocio tra gli Spiritualized e PJ Harvey; “The Vale Of Rest” varca segreti labirinti senza tempo, “The Pale Kingdom” parimenti a “Lacrimi si Sfinti” possiede un refrain Dark-Wave privato del suo aspetto Gotico mentre gli arpeggi della Barrettiana “The End, The Beginning, The Eternal” ed il Folk surreale alla Incredible String Band di “The River Of Light” anticipano la preghiera finale di “Sola Gratia”, chiusura carnale dell’Anthem. Lontano da facili catalogazioni, nella sua passionale trasfigurazione “Of Knowledge and Revelation” è un disco dall’irresistibile fascino un tragitto sonoro verso la ricerca della serenità, estasi dalla quale è impossibile sottrarsi.

(Luca Sponzilli)

P.S. La musica di Nero Kane, tra le non poche definizioni che si è attirata, richiama quella cultura rintracciabile nei trip allucinati dei tardi anni ’60, in una sola parola: “Psichedelica” amplificata nel suo eccesso primordiale.