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NEON
7 dicembre 2007, Zoe Club, Milano

Testo e foto di Fabio Degiorgi

Attesissimo concerto dei Neon nel capoluogo lombardo, in occasione del loro Reunion Tour 2007 che vede, a fianco di Marcello Michelotti, altri tre membri della formazione storica, ossia Piero Balleggi alle tastiere, Adriano Primadei alla chitarra e Leo Martera alla batteria.

Non mi dilungo sulla passato del gruppo e sull’importanza che i Nostri hanno avuto nella scena italiana degli anni ’80, perché chi ancora ne sa poco o nulla potrà trovare sulla rete o su carta stampata tutte le informazioni che vuole, così come tutta la discografia fondamentale è stata ristampata un paio d’anni fa dalla Contempo in un bel box di sette cd.

Di fatto è la prima volta che assisto a tutti gli effetti ad una loro esibizione dal vivo, dato che quando suonarono al Siddharta di Prato nell’aprile del 2001, in una rassegna che vedeva anche Garbo e Das Ich, arrivai troppo tardi al locale e riuscii a malapena ad ascoltare gli ultimi brani.

Il repertorio di questa sera, come immagino quello dell’intero Tour 2007, è particolarmente incentrato sull’album “Rituals”, capolavoro del 1985, che viene eseguito quasi al completo (con l’esclusione della cover di Jimi Hendrix “Burning Of The Midnight Lamp”). Considerando la portata dell’evento in sè, il pubblico non è che sia particolarmente numeroso, almeno all’inizio, ma poiché siamo a Milano, la capitale del menefreghismo e dell’indifferenza a certe proposte, si può già ritenere un successo, tanto più che i presenti, dall’età media tendenzialmente alta (tanto per cambiare), sono veramente partecipi, con un tripudio generale quando viene suonata “Information of Death”, dal singolo di esordio del 1980. I Neon sul palco ci offrono uno spettacolo sobrio e dignitoso, proprio come deve essere, ma soprattutto professionale e coinvolgente, che trae la propria forza direttamente dalla magnificenza della musica, senza dover stupire gli astanti con artifici o mascherate. Inoltre, nonostante le apparecchiature tecnologiche al passo con i tempi, si sentono eccome la presenza di una chitarra e una batteria vera, elementi davvero essenziali nel suono del quartetto fiorentino insieme alla componente elettronica. Non posso fare a meno di provare brividi riascoltando toccanti esecuzioni di brani come “Runnin”, “Isolation”, “Harry”, o la già citata “Information of Death”, e non devo essere l’unico a provare queste emozioni, guardando i fans nelle prime file.

Un grazie ai Neon per essere tornati, e peccato per coloro che hanno preferito arrivare dopo, direttamente per la sfilata di Rosa Selvaggia, Feronia e Alige, e per il successivo dj set del Winter D-Day… certamente si sono persi un pezzo di storia della new wave italiana.