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PETER MURPHY
31 Maggio @ Agra Hall - Leipzig / Germany

testo e foto by Torre

Vi confesso che, sino all’ultimo, sono stato alquanto scettico se andare o meno a vedere questo concerto, dal momento che le tournée del Peter Murphy solista non sono accompagnate da una favorevole nomea: in particolare, in molti si ricordano tuttora quell’imbarazzante live che fece a Bologna nel Luglio 2005 in cui, tra stecche e sbiascicate continue, Peter lasciò nella terra italica un pessimo ricordo di sé. E non possono certo bastare i ricordi delle positive performances in veste di lead vocalist dei Bauhaus, in occasione dei loro due storici reunion-tour che nel 1998 e 2006 toccarono anche la nostra penisola, a tranquillizzarmi: prevale il timore che Murphy, nel momento in cui si ritrova “sdoganato” da Ash e compagni, proceda a briglia fin troppo sciolta lasciandosi andare a una sorta di anarchia di tipo sia musicale (con poco rispetto per le preferenze della maggioranza dei suoi fans) che professionale.

Vabbeh, sono ormai già vaccinato alle delusioni, cosa c’ho da perdere? E allora decido di entrare comunque nell’area-concerti dell’Agra e di aspettare pazientemente sino all’1.00, orario previsto di inizio concerto. Passa una mezz’ora dall’orario indicato e, a parte il sound-check di rito, nessuna traccia della nostra star… una viziata starletta da avanspettacolo, mi vien da pensare, ricordando anche il suo comportamento ben poco encomiabile del già citato concerto bolognese. E’ anche vero che, come anche la sera precedente per i Current 93, l’Agra s’è riempito di circa la metà, o poco più.

All’ 1.40 l’impazienza dei presenti raggiunge il culmine ed ecco che, finalmente, lo spettacolo ha inizio: come da copione, entrano prima i musicisti, attaccano coi primi accordi e poi, accolto da un boato dal pubblico riconciliato, eccolo in scena! A dir la verità, l’impatto col look di Peter è un pochino deludente: vada per i pantaloni neri attillati, ma il foulard fuxia sopra la giacca di pelle non si abbina molto con l’immagine da vampiresco principe delle tenebre alla quale tutti noi siamo rimasti legati nel nostro immaginario… (is Bela Lugosi definitively dead?)
Però, non appena inizia a cantare, mi rincuoro subito: stasera Murphy è lucido e in gran forma e, con lui, anche tutta la band che lo accompagna. Benché sia tutta concentrata esclusivamente sulle sue produzioni soliste, e dunque un po’ troppo rockettara per i miei gusti, la prima ora di concerto scivola via piacevolmente tra molti “alti” e qualche “basso” ma, comunque, questi ultimi non sono tali da minare il giudizio positivo globale: l’esecuzione dei brani da parte di tutti i musicisti presenti sul palco è decisamente buona, e la scaletta è senza dubbio appagante. Tra i pezzi proposti in questa prima parte spiccano “Deep ocean, vast sea”, “Cuts you up” e “I’ll fall with your knife”. Ma il meglio deve ancora arrivare…
E infatti, dopo il temporaneo commiato dal palco, Murphy si ripresenta completamente nerovestito tra le ovazioni dei fans, e ciò non è che un preludio alla fantastica, vibrante mezz’ora finale di bis da sogno.
Si inizia subito con il botto, e cioè un medley da accapponare la pelle: la splendida “Strange kind of love”, eseguita in assolo voce-chitarra e, nel finale, virata e modificata in “Bela Lugosi’s dead”! Da brividi.
E poi, via via, “Burning from the inside”, “She’s in parties”, “The passion of lovers”, “Hurt” (cover del brano dei NIN) e, per chiudere il tripudio, un’altra cover… e che cover: “Space Oddity” di Bowie, eseguita alla perfezione, con l’ultima strofa finale di congedo << Planet Earth is blue, and I say goodnight to you >> e con tanto di inchino al pubblico entusiasta.

Goodnight to you too, dear old Peter, e grazie ancora per le intense emozioni che hai saputo regalarci stasera…