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Moonlight Festival IV
EDIZIONE Testo
by GabryDark
Dopo
un periodo scarso di eventi per chi è interessato alle sonorità
dark, arriva finalmente a Bologna il Moonlight festival, alla sua
quarta edizione: una tre giorni di full immersion in Zona Roveri nella
musica wave, goth, elettronica e non solo musica, ma anche una mostra
di foto delle edizioni precedenti alla Ono Arte contemporanea, un
concorso fotografico su Bologna dark, dj set al Disco d'oro, reading
e conferenze con autori di noir o di musica, stand di abbigliamento
e accessori per tutti i gusti, dal punk al vittoriano. 1°
giorno: 9 Novembre Arrivano
dopo una breve pausa occupata dai Djs che mixeranno in tutte e tre
le serate anche nei dopo live, gli O.Children, band
inglese dall'altissimo cantante di colore: si esibiscono nei loro
pezzi migliori, tratti dal primo album pubblicato: sound accattivante
alla Joy Division, voce calda, buona padronanza del palcoscenico,
brani suggestivi. Chiudono
la serata live i Disciplinatha, accolti con ovazioni
da un folto pubblico, preceduti dal coro alpino di Trento presentano
il loro lavoro contenuto in un cofanetto a tiratura limitata, "I
Tesori della Patria". Il loro spettacolo è multisensoriale,
con video documentari dagli anni del ventennio fascista agli anni
50, sottolineati da musica elettronica industrial, luci violente sparate
sul pubblico, catene sbattute su strutture di ferro, testi graffianti,
la voce maschile di Cristiano Santini e femminile di Valeria Cevolani
in contrappunti stridenti, la chitarra di Parisini ed il basso della
Vicinelli dai suoni disturbanti ripropongono l' esasperato sound punk
dei tempi del loro successo. Anarcoidi, non inscrivibili in nessuna
ideologia, la loro musica colpisce al cuore e alla testa dei presenti.
Emblematico il brano"Crisi di valori". Quando poi fanno
entrare sul palco il coro delle mondine di Bentivoglio, donne anziane
e giovani le cui voci si sono plasmate durante il crudo lavoro della
monda del riso, l'emozione sale alle stelle. Bellissima inoltre la
cover di Battiato "Up patriots to arm". Grande successo
a tutti i livelli. Chissà che non ci sia un ripensamento da
parte loro sulla decisione di considerare questa esibizione come unica
ed ultima. 2
° giorno: 10 Novembre
Ma quello che fa la differenza nelle band, con tutto il rispetto per il gruppo precedente, è la passione travolgente, quel quid in più che eleva al di sopra della normalità e rende l'esperienza musicale qualcosa di assoluto. Questo è ciò che ci viene trasmesso durante l'esibizione dei Kas Product ed è quell'elemento che annulla il distacco tra il momento in cui apparvero negli anni '80 ed ora. Attuali le sonorità elettroniche e la voce della cantante Mona Soyoc, vero animale da palcoscenico, vibrante di un'energia, che si di ffonde tra il pubblico intervenuto sin dal primo brano, cupo nel sound ed accompagnato da un canto quasi recitato. Bravissima a passare da generi electro dark di Never come back, famoso brano degli anni 80, a un trip pop alla francese, con forti influssi jazzistici, salta sul palco si arrampica con agilità felina sulle strutture di sostegno delle luci, stupisce per l'agilità del corpo, la mobilità espressiva del volto e della voce. La fine giunge con rimpianto e dopo un bis, richiesto a gran voce da tutti.
La
line up della serata prosegue con un grande interprete degli "ottanta",
David J che fu con i Bauhaus nel loro periodo d'oro. Sorpresa per
chi si aspettava un richiamo di quei suoni: del gruppo dal punto di
vista musicale non è rimasto nulla, sostituito da un rock un
po' country alla Kopfner. Dolce sound con chitarra acustica. Dalla
vivacità estroversa dei Kas Product alla riservatezza signorile
di David, dall'esaltazione alla melodia pacata di David J e della
sua band di oggi. Tuttavia al termine dell'esibizione non manca un
omaggio al pubblico di due brani del repertorio dei Bauhaus, di cui
lui stesso fu autore "Bela lugosi is dead" e "Who killing
Mr: Moonlight?", in una godibile versione. Tanto di cappello
per questo bravo musicista che non ha perso smalto nel corso del tempo.
3° giorno 11 Novembre La serata della domenica, ultimo giorno del Festival, è dedicato alle nuove bands italiane di musica Wave. Aprono la serata alle 21 in punto gli Eggsite con brani tra la wave e il pop dal sapore molto britannico. La cantante e chitarrista Alice Montagnani al termine del live saluta emozionata e ringrazia l'organizzazione del festival per l'opportunità di presentare alcuni brani del loro Ep Supposed to be Lo-Fi, in una location spaziosa e ben attrezzata negli impianti di luci e suoni . Arrivano,quindi sul palco i Last Moviment, band di tre elementi, voce maschile e chitarra , batteria e basso che ci avvolgono in atmosfere roc, con sfumature dark wave di grande impatto. Nei ritmi vitaminici degli strumenti si fonde la voce del cantante, forse un po' troppo evanescente. Comunque interessante la loro proposta musicale, ballabile e coinvolgente . Adorabile il terzo gruppo ,gli Starcontrol, con un cantante, che nell'aspetto e nella voce ricorda molto Ian Curtis. Drums decisamente new wave chitarre ed atmosfere virate verso la malinconia dark come in A dreams, si sono fatti amare subito dai nostalgici come me , per i riverberi degli anni'80 nel loro sound. Spero di risentirli presto e di farmi ancora un piacevole tuffo nelle note britanniche dei loro brani per i quali non mi sembra fuori luogo citare echi dagli Editors. A conclusione della serata i marchigiani Soviet Soviet ci emozionano con un rock energico e graffiante, una fusione sicura e personale di post punk e new wave, che travolge il pubblico con ritmi incalzanti, senza pause tra un brano e l'altro.
Si giunge così al termine del Moonlight Festival con il dj set di David J, che chiude una manifestazione, unica in Italia nel suo genere, talvolta travolgente, coinvolgente sempre. Non ci resta che aspettare la prossima edizione, sperando che si tenga nella stessa locazione di quest'anno, ampia e ben attrezzata .
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