Testo
by Nikita & Violetta
Foto by Nikita
Grazie
alla notizia della presenza dei Rosa Crux al Moonlight Festival decidiamo
di presenziare a questa terza edizione dell’evento dark italiano per
eccellenza.
Dopo due edizioni organizzate a Fano, il Moonlight Festival emigra
a Rimini, città per noi milanesi più vicina, con una tre giorni ricca
di eventi. Il festival si suddivide in eventi pomeridiani e serali:
dalle 12 alle 17 si svolgono i djset al Rockisland, bellissimo locale
a picco sul mare e collegato da una banchina alla terraferma. Alle
17 gli eventi si spostano al Velvet e si inzia con i readings organizzati
da Erika Polignino. Alle 22 si proregue con concerti seguiti dai djset
che si tengono nelle tre diverse sale del locale.
Venerdì 26 Agosto
Nel
pomeriggio Luca Frazzi (giornalista
di Rumore) e Giovanni Rossi, autore
del libro "Industrial revolution", aprono i reading del Moonlight.
Verso le 20 arriviamo al Velvet, e dopo aver recuperato i pass, visitiamo
l'area esterna del locale dove è stato allestito un mercatino con
stands di dischi, tshirt delle band, abiti e altri gingilli gotici.
Dopo aver curiosato tra le bancarelle e cenato con un super hamburger
anni ‘50 preso al fast food del bar entriamo finalmente nel club riminese
dove inizia la prima band, i DELENDA NOIA, che grazie ad aver
vinto un contest di gruppi emergenti ha la possibilità di presenziare
e ad aprire questa edizione del festival. La band sarda, già dalle
prime note, fa vedere tutto il proprio amore per quella wave-pop italiana
anni '80 che può ricordare gruppi come Krisma o Alberto Camerini.
I ragazzi sono giovani e si sente sia per l'impatto sul palco che
per qualche imperfezione vocale. Ma, nonostante questo, piacciono
al folto pubblico che assiste attento alla performance della band
dimenandosi in allegre danze. Certamente in
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futuro
sentiremo parlare di loro perché hanno sostanza e voglia di fare.
Tuttavia consiglio alla band di dedicarsi "anima e corpo" al progetto
Delenda Noia e di non considerarsi "già arrivati" perché potrebbero
bruciarsi troppo in fretta e sarebbe un vero peccato. La serata del
venerdì è dedicata tutta all'electro-pop.
La
seconda band a salire sul palco è quella capitanata da Max Giunta,
i BABYLONIA (foto a destra), che
nel sound e nelle movenze del frontman ricordano molto i Depechr Mode.
Il pubblico presente è subito coinvolto dal sound dei Babylonia rimanendo
affascinato da Max che grazie alla sua istrionica presenza scenica
e alla sua voce riesce a trasmettere grandi emozioni. Un grande live
che raggiunge il picco massimo di commozione quando Max, con voce
rotta dall'emozione, ricorda Robbie Rox, coofondatore dei Babylonia
e recentemente scomparso. Il silenzio cade sul pubblico e viene rotto
dal brano che la band dedica a Robbie.
A chiudere la serata i teutonici AND ONE
(foto a destra, seconda riga),
che continuano a far ballare il pubblico. Il loro potente suono electro-wave
(alla Depeche Mode) sound piace molto ai presenti che acclamano la
band scatenandosi in balli sfrenati. Troviamo il sound degli And One
"scontato" ma la loro performance è stata di sicuro coinvolgente e
potente.
Sabato 27 Agosto
I readings, diretti da Erika Polignino, oggi sono dedicati a tre giovani
autori: Ivano Mingotti autore
del romanzo "Storia di un boia" (Kimerik), Massimo
Padua autore del libro "L'ipotetica assenza delle ombre"
(Voras edizioni) e Vanessa Cimiero
(foto a sinistra) che presenta il suo primo libro di poesie "Il bollitore
d'oro" (Montedit). Sia Ivano Mingotti che Massimo Padua ci raccontano,
diretti da Erika, come sono nati i loro libri e ci incuriosiscono
leggendo brani tratti da questi. Ivano fa una presentazione molto
seria di "Storia di un boia" lasciandosi andare a qualche battuta.
Massimo Padua invece, preso dall'emozione in quanto sua prima esperienza
letteraria, ci presenta il suo lavoro un po' incerto. L'emozione lo
frena un po' ma Erika riesce a metterlo a suo agio e lo aiuta a fare
un reading di tutto rispetto. La presentazione di Vanessa invece esce
dagli schemi del vero e proprio reading. Erika la presenta come poetessa
e artista e lei dimostra di esserlo con grande classe e umiltà. Dopo
averci raccontato come si è avvicinata alla poesia si esibisce in
un reading musicale emozionantissimo. Accompagnata da Daniele Caboni
alla chitarra elettrica, dà libero sfogo alle parole delle sue poesie
dando vita ad una emozionantissima performance. Toccante e da brivido
quando declama in tedesco le parole di una sua struggente poesia.
Finiti i readings e ancora con la pelle d'oca per le parole di Vanessa
ci prepariamo per i
concerti.
La prima band a salire sul palco è la gothic band svizzera dei BEAUTY
OF GEMINA (foto a destra).
Il loro sound è un misto di gothic rock e elettronica caratterizzato
da brani troppo omogenei tra loro. Sul palco hanno carisma ma il loro
suono è troppo poco personale.
Finita
la performance di questa band il pubblico si scalda e l'emozione è
tangibile, stanno per arrivare i CLOCK DVA
(foto a sinistra), capisaldi
della musica elettronica inglese. Mi attendo molto dalla loro performance
ma purtroppo ne rimango deluso. In un palco semibuio , illuminato
solo da un paio di videoproiettori , ci sono Andy Newton e soci accompagnati
da qualche campionatore e computer. I primi brani sono d’atmosfera
e coinvolgono lo spettatore ma dopo un po’ il tutto mi diventa anonimo
e un po’ noioso fino a quando, verso la fine del concerto, la band
ha dei problemi con le basi e mi sembra di percepire che partano dei
loop non desiderati. "The Hacker" uno dei loro brani migliori viene
stravolta e quasi distrutta da linee elettroniche che sembrano uscite
per caso.
Finalmente il live termina lasciandoci l'amaro in bocca e il dubbio
se una band del genere abbia ancora la capacità e la voglia di esibirsi
o se sia
ancora in grado di avere il controllo completo della sua esibizione.
Dopo la deludente performance dei Clock DVA, a innalzare finalmente
la serata arrivano i tedeschi DAF
(fsotto)
Gabriel "Gabi" Delgado-López alla voce e Robert Görl alla batteria
innalzano subito il livello della serata. L'energia e la potenza della
band si coglie subito dal primo istante. Accompagnati solo da una
base di basso sintetico iniziano una travolgente performance fatta
dei loro successi, tra cui "Der Mussolini", "Sato Sato" "Alles its
Gut", "Fur immer" , mandando in dissibilio l’intero pubblico. Un concerto
non commerciale ma denso di energia che dimostra come che alcune storiche
band riescono ancora oggi a tenere il palco come pochi, e i DAF sono
tra loro. Gabriel "Gabi" Delgado-López tiene il palco come pochi sanno
fare, corre avanti e indietro senza nessun fatica caricando d’energia
tutto il pubblico presente al Velvet. Un’esibizione indimenticabile,
che considero uno tra i migliori concerti a cui ho potuto assistere
quest’anno.
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Domenica
28 Agosto
Anche
questo pomeriggio prima dei concerti c'è una conferenza. Matteo
S. Chemay (collaboratore di Rockerilla e della nostra Rosa
Selvaggia) ci offre un'affascinante viaggio attraverso la storia della
musica elettronica, dai primordi ai giorni nostri. Un interessantissimo
racconto supportato anche da proiezioni video che alleggeriscono la
tematica trattata.
Dopo la conferenza ad aprire i concerti sono i mitici ROSA
CRUX, motivo principale per cui siamo venuti al Festival.
Già nel pomeriggio abbiamo avuto l'opportunità di goderci il loro
sound check, ulteriore prova della loro bravura e umiltà. Olivier
Tarabo e Claude Feeny, i due membri fondatori della band, sono accompagnati
da un nuovo bassista e da un coro femminile, oltre che dall'immancabile
BAM (Batteria automatica midi, costruita dalla band, e composta da
un'insieme di percussioni che eseguono le sequenze ritmiche attraverso
impulsi che arrivano via midi alle bacchette). Sul palco è presente
anche l'immancabile pianoforte di Claude Feeny e una sezione di campane
da chiesa regolate anch'esse via midi. La band francese è inimitabile
e non catalogabile, la performance è emozionantissima e indiscutibilmente
unica. La voce di Olivier si innalza tra la nebbia avvolta dalla flebile
luce delle candele colpendo direttamente l'anima degli spettatori
che seguono al performance incantati e rapiti dalla
bravura della band. L'apice si raggiunge quando due ragazze coperte
esclusivamente da un mantello si fanno strada attraverso il pubblico
fino ad arrivare a due bidoni posizionati al centro della sala. Si
inginocchiano su di essi e rimaste seminude iniziano la classica danza
della terra, in cui a ritmo delle note della bellissima "Elì Elò"
si cospargono di argilla e con movimenti tribali creano intorno ad
esse una nuvola di polvere. I brani ripercorrono la lunga carriera
dei Rosa Crux (25 anni) racchiusa in solo 3 CD, un mini CD, due 7"
e un 12 ". La band ci regala anche alcuni inediti del nuovo album
che ha in preparazione. Il concerto si avvia verso la fine e come
sempre la band francese ha dimostrato di essere una certezza e mi
ha lasciato con la voglia di vederli ancora in Italia al più presto.
Seguono
i GO FLAMINGO (foto
sotto a sinistra), con
la loro new wave d'annata. Ritornati
in attività dopo i fasti degli anni '80, la band ferrarese dimostra
che ha ancora voglia di suonare. Nonostante l'energia che dimostrano
però ci lasciano indifferente in quanto li troviamo troppo monocordi.
Chiudono
il festival gli UK DECAY (foto
a destra), storica band postpunk inglese degli anni
‘80. E’ la
prima volta che li vedo in concerto e mi sarei aspettato di più. Bravi
sul palco ma poco energici, il loro sound monocorde non mi colpisce
e mi fa pensare che ormai quello che dovevano dire l'hanno già detto
negli anni '80.
Si conclude così il festival. Il responso è molto positivo e posso
dire con grande gioia che finalmente anche l'Italia ha un festival
di serie A che può competere con quelli europei. Anzi trovo che il
Moonlight, a differenza dei più famosi festival tedeschi, si sia basato
sull'amore per la musica dark e per la passione verso questo mondo,
l'aria che si respira è vera, il pubblico è di quelli attenti e non
modaioli, infatti con piacere vedo che al Moonlight non ci sono personaggi
carnevaleschi che orma affollano il Treffen o il M'era Luna. Un festival
di cui essere orgogliosi, certamente da migliorare in alcuni punti
ma con delle prospettive per il futuro molto riguardevoli.
Attendiamo ora la quarta edizione del Moonlight!