MISFITS
(JERRY
ONLY + MARKY RAMONE + DEZ CADENA),
28 gennaio 2003, Milano (Transilvania Live).
Perso per strada il chitarrista Doyle, della formazione originale
dei Misfits è rimasto ormai solo il bassista Jerry Only (adesso
anche voce solista), il quale, per questa tournée, ha pensato
bene di ingaggiare due gloriosi personaggi della scena punk
americana: Mary Ramone non ha certo bisogno di presentazioni,
mentre Dez Cadena è stato chitarrista e cantante dei Black
Flag all'inizio degli anni '80, appena prima del periodo Henry
Rollins. E' proprio la presenza di Cadena a spingere il sottoscritto
- vecchio fan dei Black Flag oltre che dei Ramones - al Transilvania,
nonostante il prezzo poco popolare di 18 euro. I Misfits senza
Danzig li avevo già visti un paio di volte e non mi erano
affatto dispiaciuti, anche se la band di questa sera la concepisco
quasi come un altro gruppo, che utilizza il nome di culto
- compreso quello di Marky Ramone, ben presente sui manifesti
- più che altro per attirare gente. Ed infatti il Transilvania
è pieno all'inverosimile, con una coda pazzesca all'entrata;
considerando il prezzo ed il fatto che il concerto è stato
anticipato all'improvviso non mi aspettavo una grande affluenza,
invece non ho mai visto questo locale così affollato, nemmeno
con i Damned. Manca l'annunciato gruppo spalla, i Pain, e
la cosa mi dispiace visto che a volte si trovano delle interessanti
sorprese proprio fra le bands di apertura. Alle 22:30 circa
i tre 'nonni' (lo dico con affetto e rispetto!) iniziano,
sparando subito una sequenza di brani storici, tra i quali
"Hybrid Moments", "20 Eyes" e "Skulls", tanto per citare qualche
titolo. Jerry Only è sempre uguale, con il suo classico aspetto
da culturista horror, ciuffone a punta annesso, mentre gli
altri due hanno un'aria leggermente zombificata. Dopo nemmeno
venti minuti dall'inizio il terzetto presenta una raffica
di pezzi dei Ramones, come "I Don't Care" e "Sheena is a Punk
Rocker": in effetti girava la voce che i tre durante questa
tournée avrebbero suonato anche alcuni brani del compianto
gruppo newyorkese e pure qualcosa dei Black Flag, e questo
all'inizio mi fa piacere. Praticamente tutto il concerto sarà
un'alternanza fra brani dei Misfits e brani dei Ramones, a
blocchi, con una proporzione ad occhio di un 60% contro 40%:
fra i primi ve ne sono anche alcuni tratti da "American Psycho",
l'album del 1997, e qualcuno dal disco uscito del 1999 del
quale non ricordo nemmeno il titolo, mentre fra i secondi
vi posso segnalare anche "The KKK Took My Baby Away", "Beat
On The Brat", "Pet Cemetery" e l'inflazionatissima ed immancabile
"Blitzkrieg Bop". Non mancano nemmeno i pezzi dei Black Flag:
solo "Rise Above" e "Six Pack", ma sono già sufficienti a
farmi venire un tonfo al cuore! Devo dire che tutti i brani
naturalmente sono eseguiti 'alla Misfits', con il consueto
muro sonoro di chitarra e basso semidistorto che tende ad
uniformare l'insieme. Il concerto, durato poco più di un'ora,
si chiude con altri titoli del passato glorioso come "Die
Die My Darling" e "We Are 138". Ad essere sincero però, nonostante
le emozioni fortissime che mi sono state trasmesse dal palco,
qualcosa non mi ha convinto: Jerry Only era ottimo come corista
in passato, ma la sua voce solista non mi piace molto, giocata
spesso su frequenze troppo basse con qualche acuto incerto.
In alcuni punti si è sentito qualche scoordinamento fra i
tre musicisti, ma bisogna tenere conto che non poteva esserci
quell'affiatamento tipico delle persone che suonano insieme
da tanti anni. L'ultima perplessità riguarda l'eccessiva percentuale
di brani dei Ramones: alcuni li ho graditi, loro rimarranno
sempre fra i miei gruppi preferiti in assoluto, ma sui manifesti
c'era scritto "Misfits featuring Marky Ramone", non "Jerry
Only and Marky Ramone", quindi sentire quasi la metà dei brani
in scaletta di un altro gruppo mi è sembrato troppo. Comunque
non si può avere tutto dalla vita, e posso concludere più
o meno come nella recensione del concerto dei Dead Kennedys
del luglio 2002: forse questi non erano i veri Misfits (infatti
ho voluto fare una precisazione nel titolo), forse è stata
l'ennesima speculazione calcolata, ecc., ma in fondo preferirò
sempre vedere concerti così piuttosto che gli odiosi gruppetti
fotocopia ska-punk o pop-punk che imperversano oggi! (Fabio
D.)
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