MIGUEL
& THE LIVING DEAD + DISORDERLINE
29 ottobre 2005, Torino, CSOA El Paso
Testo: Fabio Degiorgi
foto:
Erzsbeth & Nikita
Dopo
l’ottima impressione ricevuta dagli horror-punks polacchi
Miguel & The Living
Dead sul demo e sull’album d’esordio, e dopo averli intervistati
sul numero 29 di Rosa Selvaggia, mancava solo l’appuntamento
dal vivo. Fortuna vuole che una delle loro tre date italiane
di fine ottobre sia nella relativamente vicina Torino, che
raggiungiamo dopo un viaggio da incubo a causa dei lavori
sull’autostrada per il dannato progetto “alta velocità/alta
capacità”. Evitando ogni digressione socio-politica sull’argomento,
passiamo subito al dunque. Lo storico centro sociale El Paso
è abbastanza pieno, con molta gente proveniente dalla Lombardia,
segno che c’è ancora qualcuno disposto asbattersi
e a percorrere chilometri quando si prospetta qualche concerto
interessante.
Ad
aprire lo show ci pensa un giovane quartetto torinese, i Disorder
Line, (foto a destra) i quali sono alla loro prima esibizione
live e non hanno al momento nessuna pubblicazione all’attivo.
Il genere che propongono può essere considerato come un post-punk/death-rock
scarno e tribale, con una abrasiva chitarra in primo piano.
Si sente che il gruppo esiste da poco e che manca ancora della
giusta coesione, ma penso che lavorando ancora in sala prove,
soprattutto sulle parti vocali e sulle strutture dei brani,
potrà offrirci in futuro qualcosa di interessante. Da segnalare
alla batteria la presenza di Michele Piccolo, voce e chitarra
dei ben più noti Ordeal By Fire.
Tocca
poi ai Miguels (foto sotto), che salgono sul palco con il
loro consueto abbigliamento e make up da zombies, molto carnevalesco
e decisamente poco cinematografico, con tocchi volutamente
trash che vanno presi per quello che sono. All’inizio il suono
è confuso, i volumi degli strumenti sono sballati e ci vogliono
tre o quattro canzoni per raggiungere un risultato decente,
dopodichè il pubblico si lascia coinvolgere ed anche il sottoscritto
comincia ad apprezzare. Ovviamente vengono eseguiti diversi
brani dal loro album di debutto “Alarm!!!”, altri che presumo
siano nuovi, più due cover nel finale, la strafamosa “Smalltown
Boy” dei Bronski Beat, ed un’altra che conosco ma della quale
non ricordo gli autori (scusate, ma i neuroni persi non si
ricostituiscono più!). Devo ammettere che, anche se il concerto
lo trovo godibile ed i nostri se la cavano egregiamente, non
trasmettono niente di più di quanto già facciano su disco.
La presenza scenica, al di là della mascherata, varia da componente
a componente: il cantante Slavik fa il suo mestiere ma senza
un magnetismo particolare, il tastierista Goozzolini sembra
la versione triste e statica di Monty Oxy dei Damned, al quale
assomiglia solo per il chiomone riccioluto, mentre il migliore
è il chitarrista Nerve69, mente e fondatore del gruppo, che
con la sua semiacustica riverberata si lancia in bei riff
di puro rock’n’roll anni ‘50, influenza molto importante dei
Miguels, accanto all’horror punk e al cosiddetto deathrock.
Buona anche la sezione ritmica di Killer Klaus e Niuniek El
Diablo (quest’ultimo meno frankesteiniano di come appare in
fotografia).
Il mio giudizio resta comunque nell’insieme positivo, certo,
si potrebbe discutere per ore sulla pacchianeria estetica
del quintetto di Varsavia e su certe presunte somiglianze
con gli Scary Bitches e i Frank The Baptist – gruppi ai quali
i Morti Viventi vengono spesso associati –, ma penso che,
musicalmente parlando, la band di Nerve69 sia un caso a sé,
proprio per le fortissime radici punk e rock’n’roll di cui
accennavo prima (e che rimarco fino all’eccesso ogni volta
che parlo di loro).