‘It’s a long way to the top if you wanna Rock’n
Roll’ cantavano gli AC/DC, e quanta ragione
avevano!
Per me la giornata del 20 novembre 2023 risulterà
una delle più lunghe in assoluto, anche se
coronata da un evento e da una gioia senza pari.
Sveglia ore 4.30 a.m., bus per Malpensa, aereo
su Parigi Charles De Gaulle, RER fino al mio
alberghetto di Bercy, che mi ospiterà per questo
paio di notti dedicate interamente, o quasi, alla
nostra Pop Queen. L’adrenalina é troppa sin dal
primo pomeriggio, così decido di andare a vedere
che aria tira nei dintorni della magnifica Accor
Arena, pronta ad ospitare la quarta data parigina
di Madonna, le altre avevano avuto luogo il 12, 13
e 19 novembre, inframezzate da una doppia puntata
germanica in quel di Colonia. Il mio ticket é per
un posto in piedi in ‘Fosse Or’, uno dei numerosi
pit previsti sotto l’articolato palco del
‘Celebration Tour’, il che vuol dire che per
l’ambizioso obiettivo di stare in transenna
bisogna prepararsi ad una massacrante giornata in
barricata! Quando arrivo all’Arena scorgo un
cartello che recita ‘Fosse Ór’, circondato da
energumeni della security che gentilmente mi
confermano di trovarmi al posto giusto, e di
fermarmi se desidero mantenere la pole-position.
Ci sono esattamente tredici fans alle 14.30, mi
accolgono calorosamente invitandomi ad unirmi a
loro e scrivendomi un vistoso FOSSE OR 14 sulla
mano: se avrò bisogno di allontanarmi per un caffè
o per la toilette, la priorità sarà garantita. Con
una temperatura che precipita vistosamente con il
passare delle prime due ore, ed una pioggerella
insistente che complica ulteriormente la vita,
trascorriamo cinque ore in barricata, mentre la
coda si ingrossa costantemente. Ringrazio di
ricordarmi ancora un francese più che accettabile,
cosa che mi aiuta enormemente a socializzare con i
parigini in coda (i francesi non amano troppo
l’inglese!) facendomi coinvolgere nei loro
racconti sui precedenti tour, e scambiandoci un
contagioso entusiasmo sui dischi e cimeli della
magica M posseduti o ricercati. Lo staff
distribuisce acqua e fogli-impermeabile in
alluminio dorato per riscaldare chi é vestito più
leggero, purtroppo l’ordine tassativo é di non
consentire l’ingresso fino alle 19. ‘Time goes by,
so slowly…’ recita la mitica ‘Hung Up’, chissà,
forse é dedicata proprio a quelli che si fanno
code eterne per esser in prima fila ai suoi
mitologici live! Finalmente giungono le sospirate
19, e lo spettacolo dell’Arena di Bercy ancora
deserta che ci si presenta é davvero maestoso, con
quel palco incredibile che si snoda in tre diverse
‘catwalks’ sormontato da una mega immagine
Madonnica in velo bianco e corpetto cobalto, uno
dei look che più tardi ammireremo dal vivo.
L’organizzazione é impeccabile: un gruppo di
energumeni della security ci fa mettere a
coppie di due, e come un branco di scolaretti ci
scorta per l’intero palazzetto finché arriviamo
nella nostra ‘isoletta’, un’area fatta a forma di
L sul lato destro del palco. ‘Prenez place où vous
preferez, mais on ne peut plus sortir d’ici’, ci
intima uno di loro. Appena mi rendo conto
esterrefatto di avere di fronte una delle tre
‘catwalks’ mi aggrappo alla transenna, seguito
immediatamente dagli altri: mancano circa due ore
e mezza all’inizio, e nessuno oserà più spostarsi
dalla propria ‘trincea’.
Un noioso Dj set (ad una delle date precedenti
avevano avuto il produttore di ‘Confessions’
Stuart Price, maledetti!) ad opera di due figuri
travestiti da fantasmi gotici e la sempre
divertente introduzione di Bob The Drag Queen ci
traghettano finalmente al sospirato inizio dello
show, di fronte ad una Arena ormai impacchettata
all’inverosimile. ‘This is not a concert, this is
not a party, This is a CELEBRATIOOOON!’ urla Bob,
e d in pochi secondi le note soffuse di ‘Nothing
Really Matters’ avvolgono il Palais, con la gente
in stato quasi catartico che mangia con gli occhi
Sua Maestà nel suo primo, magnifico outfit, un
mantello-kimono total black ed un’ aureola di
cristalli Swarowsky, idealmente ripresa da una
corona mobile luminosa che si sposta sopra di lei.
La dolcezza di NRM si stempera duramente
nell’attacco potente di ‘Everybody’, vero tuffo
indietro nel mito, é il primo singolo targato
1982! Da qui in avanti mi rendo conto che il
totale coinvolgimento emotivo nello spettacolo,
probabilmente unito a stanchezza e necessità di
fare qualche scatto decente (quanto sarebbe stata
utile la mia Reflex!) mi consentono di avere
ricordi parzialimente frammentati delle oltre due
ore di live set. Se da almeno una trentina d’anni
Madonna é nota per aver letteralmente inventato il
‘live-cabaret’ pop-rock per definizione
(personalmente ritengo dal ‘Blond Ambition’ Tour
del ’90), questo ‘Celebration Tour’ é la summa
assoluta della sua carriera e di tutti gli show
precedenti, e la mole di luci, colori, schermi
luminosi, per non parlare del favoloso e
variopinto corpo di ballo, sono in grado di
fagocitare la mente dei fans in maniera
totalizzante. Lo spettacolo si snoda in otto
diverse sezioni, ad ognuna corrisponde un cambio
di abito, con Lei che sfoggerà tutti gli outfits
più iconici dei suoi quarant’anni di carriera,
rivisitati magnificamente con il consueto supporto
degli stilisti che da sempre l’accompagnano,
Jean-Paul Gaultier su tutti, ma non mancano
Vetements e la nostra Donatella Versace. Il primo
atto ‘It’s a Celebration’, dedicato agli esordi
dei primi anni ’80, si chiude con una
fantasmagorica ‘Holiday’, ma é nella successiva
‘Live to tell’ che l’emozione dei fans sale alle
stelle: mentre M si alza in volo sotto le volte
dell’Arena su uno speciale ascensore fluttuante
luminoso, scorrono sugli schermi i volti dei
moltissimi, giovani amici e partners che la
cantante perse a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 a
causa dell’AIDS, impressiona in particolare il
volto da bambino di Martin Burgoyne, membro di uno
dei suoi primi corpi di ballo che perse la vita
a poco più di vent’anni. Non dobbiamo dimenticare
il forte impegno che la star del Michigan ebbe da
sempre a sostegno dei malati di Hiv, nonché le
campagne di sensibilizzazione che instancabilmente
portò avanti. Se qualcuno di voi possiede una
prima stampa americana di ‘Like a Prayer’, troverà
un tagliando azzurro che mette in guardia dai
pericoli dell’AIDS, invitando all’uso del condom.
‘Live to tell’ occupa l’intero secondo atto
chiamato ‘The Storm’, così come proprio ‘Like a
Prayer’ monopolizza l’intera terza sezione ‘The
Ritual’, una versione della mitica title-track
completamente rivisitata ed impreziosita (come la
maggior parte dei brani proposti in questo tour)
da frammenti e citazioni di altri brani, la mia
memoria ricorda chiaramente ‘Act of
Contrition’. La coreografia anche in questo caso é
spettacolare, con un giostra animata da ballerini
in tenuta fetish che ruota di continuo, generando
un caleidoscopio di luci e colori. A proposito di
fetish: il Set chiamato ‘The Sacrifice/Erotic’ é
quello più sexy, con due brani tratti dallo
scandaloso ‘Erotica’ del ’92 ed una sorniona
‘Bad
Girl’ anticipata da un interludio pianistico ad
opera di Mercy, la figlia adottiva maggiore di
Madonna. In questa porzione di show non manca lo
scatenamento dance di ‘Hung up’, con le ballerine
in gran spolvero, che presto si liberano delle
loro mises rimanendo in topless di fronte ad una M
bendata e guarnita da un magnifico baby-doll in
raso rosso carminio, c’è di che perdersi! La mente
non può evitare di andare all’indietro al mitico
‘Girlie Show’ del ’93, che fece scandalo proprio
per le sue scene di nudo e dominazione, il celebre
libro ‘Sex’ era peraltro uscito da non molto.
’Erotica’ parte con un incontro di pugilato
simulato in un ring virtuale formato da corde
laser, per confluire in una languida, sempre
affascinante ‘Justify my love’. Divertente come in
ogni data passata il siparietto in cui Maddy,
affiancata di volta in volta da una serie di
ospiti illustri (spesso i figli Lourdes e Rocco,
nella data milanese successiva avremo Donatella
Versace) assegna le votazioni per il miglior
‘Vogueing’ ai ballerini, con l’aiuto di cartelloni
bianchi e neri: questo set prende vita sulla
catwalk più lontana, la mia visuale risulta
complicata e non vedo chi appaia realmente. Non
può mancare, nella sezione denominata ‘The Beast
Within’, il tributo a ‘Music’, con la evergreen
‘Don’t tell me’ interpretata da una Madonna che si
trasforma come da tradizione nella cow-girl in
stivali di pelle e cappello a tesa larga,
sfoggiando una nuova, ennesima acconciatura con
biondissime treccine. Di questa sezione anche una
emozionante cover acustica dell’intramontabile ‘I
will survive’ di Gloria Gaynor, che fa illuminare
l’arena di migliaia di lucine bianche, e la sempre
amatissima ‘La Isla Bonita’, cantata a gran voce
dai ventimila di Bercy. Ma é con il settimo Atto
chiamato semplicemente ‘Madonna’ che vivo uno dei
miei momenti top assoluti, grazie ad una ‘Bedtime
Story’ più lisergica che mai, accompagnata da un
cubo luminoso svettante in mezzo pubblico, mentre
M sorvola nuovamente dall’alto le nostre teste sul
suo magico ascensore fluttuante. E poi ‘Ray of
Light’, qui proposta in versione remix da una
Madonna in tuta ed occhiali spaziali con chioma
liscia e lunghissima, uno dei pezzi della vita da
un album che per il sottoscritto é forse il
masterpiece assoluto dell’intera storia madonnica.
Un video interludio a tributo di Michael
Jackson che mixa ‘Billie Jean’ con ‘Like a Virgin
ci traghetta verso il set conclusivo, introdotto
dalla piccola Stella (la figlia adottiva minore)
che dirige in tutina e cuffie dorate un
fantasmagorico DJ set, sul quale l’intero corpo di
ballo si scatena
salutando il pubblico di corsa percorrendo
l’intera serpentina delle catwalks sulle quali si
snoda il tentacolare palcoscenico. La divertente
‘Bitch I’m Madonna’ ed una ‘Celebration’ remixata
accompagnano l’uscita di scena della Regina e
della sua corte multicolore in un tripudio di
applausi.
La trovata che rende lo show non solamente
stupefacente agli occhi ma concettualmente
geniale, é quella di dar vita - nel corso dei vari
‘act’ - a diversi avatar di Madonna, sotto forma
di una ballerina che a più riprese la affianca
rappresentandola da giovane nelle varie epoche
della sua quarantennale carriera: che sia
abbigliata militarmente per l’era di ‘American
Life’, piuttosto che ultra sexy con lunga coda
alta nella sezione dedicata all’era del ‘Blond
Ambition Tour’, la ‘virtual M’ mostra sempre una
maschera bianca neutra in stile manichino, e
sancisce idealmente l’incontro tra la Madonna
sessantacinquenne di oggi con le sue molte
identità del passato, tutti tasselli della sua
vita artistica divenuti profondamente iconici.
Sono trenta minuti dopo la mezzanotte, sto in
piedi da venti ore, con un unico pasto nello
stomaco ed il cervello che assomiglia ad una via
di mezzo tra un flipper ed un videogioco in loop
senza controllo. Con le ultime energie residue mi
avvio a piedi verso il piccolo hotel di Bercy, la
sensazione é quella di aver appena assistito al
live più bello di sempre, ma devo ancora
raccogliere le idee, di grandi concerti nella vita
ne ho visti davvero molti, la lucidità potrebbe
avermi abbandonato. Mentre scrivo sono passati due
giorni, oggi é mercoledì 22 novembre 2023, ebbene
sí, lo confermo: ‘The Celebration Tour’, Paris
2023, il live della vita.
(Oflorenz)
Nota:
Ringrazio la sempre utile Wikipedia e setlist.fm,
fonti essenziali per la formulazione puntuale
della scaletta. Sono possibili, ed anzi probabili,
piccoli errori nella mia ricostruzione degli
eventi, il coinvolgimento nel corso del live non
sempre mi ha lasciato una totale lucidità!
La foto gallery é composta da una selezione di
miei scatti effettuati con iP12 mini, una Macchina
Reflex sarebbe stata l’ideale ma l’introduzione
nell’Arena non era consentita.
SCALETTA (In grassetto gli ‘ACT’, seguiti dai
relativi brani)
It's a Celebration
(video intro, contiene elementi di Deeper
and Deeper, Lucky
Star, Celebration, Erotica, Vogue, Bitch
I'm Madonna e Material
Girl)
-
Nothing Really Matters (Club
69 Mix)
-
Everybody (contiene
elementi di Where's
the Party)
-
Into the Groove (contiene
elementi di Into The Hollywood Groove)
-
Burning Up
-
Open Your Heart (contiene
elementi di Live
to Tell)
-
Holiday (contiene
elementi di I
Want Your Love)
The Storm (interlude, contiene elementi di In This
Life)
-
Live to Tell
The Ritual (interlude,
contiene elementi di Girl
Gone Wild)
-
Like a Prayer (contiene
elementi di Birjina Gaztetto Bat Zegoen, Girl
Gone Wild, Act of Contrition e Unholy)
The Sacrifice / Erotic
[interlude, contiene element di Living
for Love (Offer
Nissim Remix), Let’s
Go Crazy, Fever, Erotica e Justify
My Love]
-
Erotica (contiene
elementi di Justify My Love, You Thrill Me e Papa
Don't Preach)
-
Justify My Love (contiene
elementi di Gangsta, Erotica, Best Night e
Fever)
-
Hung Up (contiene
elementi di Hung Up on Tokischa e La Isla
Bonita)
-
Bad Girl (contiene
elementi di Le Regret, op. 332)
Ballroom
-
Vogue
-
Human Nature / Crazy
for You
The Beast Within
-
Die Another Day
-
Don't Tell Me (contiene
elementi de Il
buono, il brutto, il cattivo)
-
Mother and Father
-
I Will Survive (cover
di Gloria
Gaynor)
-
La Isla Bonita
-
Don't Cry for Me Argentina
Madonna
-
Bedtime Story (Sound
Factory Remix)
-
Ray of Light (Sasha
Ultraviolet Mix)
-
Rain
Billie Jean / Like
a Virgin
-
Bitch I'm Madonna (contiene
elementi di Give
Me All Your Luvin')
-
Celebration (Benny
Benassi Remix) (contiene elementi di Music e
Bitch I'm Madonna)
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