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LYDIA LUNCH
Cox 18, Milano , 3 Novembre 2005


testo by Babi Rocks

Lydia Lunch e la sua band di bravissimi strumentisti, è arrivata a Milano con la sua grinta per niente fiaccata dall'età che avanza, dandoci un'ora di musica sperimentale e di messaggi contro le guerre e sulle donne e i loro dolori, calamitando ipnoticamente l'attenzione dei presenti, soprattutto chi ha avuto la fortuna di stare tra le prime file, potendo incontrare i suoi occhi verdi e i suoi sguardi inquietanti che ben conosciamo anche dalle foto di repertorio e dalle copertine dei suoi dischi.
Molti brani solo di parlato con sottofondi spesso jazz, e a volte anche caraibici, in un amalgama originale, l'espressività della voce sempre nitida e forte, una presenza scenica che, dopo quasi trent'anni di vita on stage, non si è appannata ma è intatta e vitale. Tra l'altro, apprezzabilissimo anche un certo senso dell'umorismo, quando Lydia ha fatto verso la fine del concerto qualche battuta o per i troppi applausi o per il chiacchierìo che c'era tra la fine del concerto e i due bis.
Lydia ha promesso di tornare anche a gennaio (sempre al Conchetta), speriamo, per poter riassaporare un'artista che ha fatto della sua musica una ragione di vita e che ha saputo rinnovarsi non rimanendo ancorata alle radici punk da cui era partita appena diciassettenne, ma sapendo esplorare altri territori della musica filtrandoli attraverso la sua personalità. Un'occasione imperdibile!

 

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