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WAVE-GOTIK-TREFFEN 2002 LEIPZIG
VENERDI 17 MAGGIO Le due ore di macchina che mi dividono dalla desiderata meta passano lievi. La giornata è benedetta da un sole che di rado mi capita di poter godere in Bassa Sassonia. I campi gialli di "raaps" ondeggiano ardenti e luminosissimi. Il festival inizia per me nell'Agra.
Aprono la serata i CIRRHA NIVA, un musical definito romantik/horror. Per me comunque più horror, non amando i tappeti di chitarre metal. Devo pazientare ancora del tempo prima di poter iniziare a godere con gli HELIUM VOLA, nuovo progetto di Ernst Horn, già 'mastermind' dei Deine Lakeien, Qntal, Estampie. E' la prima mondiale di questo gruppo, è una grande emozione sentire la voce celestiale della cantante soprano Sabine..."Minne und treue", "Fama tuba", ecc. accompagnate da due voci maschili, entusiasmano il pubblico e con "Omni mundi creatura" raggiungono un calore veramente a me sconosciuto, abituata alla freddezza di un certo tipo di pubblico del Nord della Germania. E' un piacere vedere Ernst Horn gioire dietro al suo muro di tastiere e come bis ci regala una piccola perla non pubblicata. Ancora la voce di Sabine procura brividi a tutto il pubblico. Seguono i SEX GANG CHILDREN, suonano in sostituzione degli Alien Sex Fiends, la cui defezione è dovuta ad un lutto familiare. Sono stati semplicemente grandi, non avevo mai assistito ad un loro concerto, ma dopo il bis di "Sebastianne", dedicata al pubblico, me ne vado con un senso di sofferenza insondabile.

SABATO 18 MAGGIO Haus Auensse: la giornata promette bene. Il percorso nel bel parco fiorito che introduce alla venue mi dispone al meglio. La Casa Auensee mi piace subito con la sua struttura in legno, la penombra della sala e gli spiragli di luce che si gettano sulle sparute figure che animano questo pomeriggio. Purtroppo di fronte a così poco pubblico suonano i PHANTASMAGORIA, un gruppo gothic-rock croato, che gli amanti del genere dovrebbero tener d'occhio, hanno delle potenzialità ancora da sviluppare. L'unico sussulto di bile me lo dà la cover di "A forest", distrutta da una drum-machine metal e da un cantato quasi brachiale. IMPRESSION OF WINTER: ovvero datemi un Mac e vi campiono ogni suono. Questo concerto ha avuto senso solo per la bellissima voce femminile, le parti vocali maschili erano davvero stancanti. Ma come si fa a presentare chitarre acustiche campionate?
ESCAPE WITH ROMEO: una band che non ha lasciato traccia, gothic-rock con sfumature indie, davvero noioso. ASP: altrimenti conosciuto come "la farfalla nera". Ammetto di non aver mai sopportato questo personaggio e le sue escursioni verso territori sonori dove abbondano i chitarroni. Mi sono dovuta ricredere perché dal vivo questa farfalla sgraziata ha dato prova di doti istrioniche e di avere una bellissima voce. Alcune strofe delle sue canzoni, quelle più intime e medievali, hanno dato luce a questo personaggio che ha saputo scaldare e intrattenere il pubblico al meglio. Il bis con "Was willst du?", in una lunghissima versione accompagnata da contorcimenti istrionici, ha lasciato il pubblico davvero esaltato. Tuttavia non amerò mai la sua musica.
ILLUMINATE: dolenti note per questo gruppo giunto alla fine della sua carriera musicale e all'inizio di quella commerciale. Gli ultimi due cd sono letteralmente popolari, sono scadenti e stupidi. Rimpiango i tempi del lirismo di "Erwachen, Verfall, Erinnerungen". Che tristezza! Solo con "Der Torweg" ho vissuto l'emozione del passato, per il resto sono pronti per suonare al Festivalbar...
CLAN OF XYMOX: la sala è colma, abbandono la mia postazine in prima fila per ovviare alla disidratazione e alla mancanza di ossigeno. Mi devo accontentare di vedere la band in terza fila. Grandissime le versioni di "Louise" e di "Doubts". Tuttavia c'è qualcosa che manca, una maggiore presenza sul palco, più forza, anche se non mi stancherei mai di sentirli.
DIVA DESTRUCTION: ho ascoltato con piacere il loro unico album ed ero molto curiosa di vederli al vivo. Ma la delusione è grossa e condivisa all'unanimità con chi era presente al concerto. Non si trattava di problemi tecnici, la band ha dato il massimo, l'unico problema è la voce di Debra, che non esiste. Il culmine è stato raggiunto dal tentativo di una cover dei Cocteau Twins, con che coraggio!!! Voglio dimenticare questo episodio e penso già al matineé che in poche ore mi ricompenserà.

DOMENICA 19 MAGGIO Haus Auensse: ore 10.30, fa freddo e piove leggermente, ma voglio prendere un buon posto e quindi attendo più di un'ora fuori dal teatro, non mi importa del freddo, sono contenta, non mi importa di nulla. Dalla porta lignea si sente DIAMANDA provare, basta questo per farmi contenta. Puntualmente perseguitata dalla legge di Murphy, prendo, sì, un posto in prima fila, ma della Galas vedo solo un po' di capelli e dei suoi occhi di Gorgone. I fasci di luce bianca o rossa puntati su di lei concentrano lo sguardo. Per un'ora la sua voce incredibile tuona nel teatro con una potenza che mi rende affranta e in estasi allo stesso tempo. Grande la versione di "Der Tod ist ein Meister aus Deutschland". AGRA: le ultime urla sovrumane di Mortiis mi invitano a concedermi una pausa piuttosto di indispormi alla sua sua vista.
THE FALL: la rabbia della periferia, la mia rabbia di 15 anni fa era lì, cantata da quest'uomo ormai rinsecchito dall'alcool ma con una voce che ricordava un'epoca fondamentale per molti: Manchester, 1978 o giù di lì. Fa ancora male, la ferita dell'esistenza, della contingenza.
THE CRÜXSHADOWS: lo show di questa band della Florida è stato assolutamente
entusiasmante, mi sono piaciuti molto ma anche loro hanno imboccato la strada della popolarità. Canzoni come "Marylin, my bitterness", "My world", "Deception" hanno esaltato il pubblico. Ho sempre amato i passaggi di violino uniti a elementi synthie e dark-wave. Spero che il nuovo album "Wishfire" non deluda.




18 SUMMER: alias Silke Bishoff. Diciamo che ho visto Felix meno nervoso dietro ad una macchina fotografica che non sul palco. Posso definire questa esibizione come: problemi tecnici intervallati dal tentativo di un concerto. Tuttavia il pubblico ha dimostrato la sua benevolenza, nonostanze il caos tecnico. Sarà per la prossima volta Felix!
THE MISSION: il pubblico italiano era in visibilio, io no. Non li ho mai amati. Comunque messi da parte i miei gusti, i Mission hanno fatto un bellissimo concerto, regalando classici come "Evangeline", "Severine", "Turn", e soprattutto una splendida versione della mitica "Tower of strentgh". Come bis concedono una cover come "Never let me down" dei Depeche Mode, di cui Wayne dice avrebbe voluto essere l'autore. Faccio presente che Wayne era piuttosto alticcio e irriverente...
GOETHES ERBEN: non mi stancherò mai di assistere ad un loro concerto. Ammetto che per chi non capisce il tedesco risultano ostici, ma è proprio la loro forma di 'musicateatro' per cui sono famosi che mi affascina. "Zimmer 34", "Gleiten", " Der Zinnsoldat", "Glasgarten", "Konditionmacht" sono alcune delle loro fiabe in musica che hanno presentato. Intorno alle 3:30 si conclude la giornata. Siamo stanchissimi e provati, inutile dirlo.

LUNEDI 20 MAGGIO Dormo poche ore perché già in mattinata devo lasciare la stanza. Parkbühne: dopo essere stata causa di ilarità in una festa sportiva, raggiungo infine questo palco delizioso all'aperto, ha degli spalti semicircolari e ci si può finalmente sedere, come al solito sono in anticipo, prendo del vino per svegliarmi e posso assistere alle prove del primo gruppo del pomeriggio.
PILORI: nel pubblico noto la presenza della cantante dei "Breath of Life" ma non mi stupisce, di fronte ad un gruppo di valore come i Pilori. La voce di Marion è chiara, eterea e lei sprigiona la solarità di una Ostara, dea della primavera germanica. Bellissima la versione di "The last Night".
ATARAXIA: nonostante fosse il primo pomeriggio per i nostri Ataraxia, il pubblico era numeroso. Non avrei smesso di ascoltarli. L'unica cosa che non mi ha mai convinto è la tendenza di Francesca a "tirare" la sua voce, da lei condotta con consapevolezza. Forse è proprio questo "manierismo" che la rende così particolare...
NAEVUS: band inglese già conosciuta con "Truffles of Love" e "Soil". Anche se molti li rimproverano di essere scarni, è proprio per questo che li trovo interessanti, il loro essere arresi alla malinconia e alla dolcezza. Li trovo intimi e intensi, e li ringrazio per una bellissima versione di "Frozen".
CHANTS OF MALDOROR: situazione abbastanza stridente: vedere un gruppo death-rock incastonanto in una serie di gruppi folk; per me alquanto pratico, in quanto non devo spostarmi nuovamente, perdendo tempo ed energie, le poche rimaste...Era tanto che attendevo di sentirli suonare. Un concerto bellissimo con perle come "Red communion", "Selbsther", "The innocents"(!). La band era in forma e manteneva una condotta stoica sotto un sole insopportabile. Non vedo che si aspetti ad invitarli in locali come il Zwischenfall o Release the bats.
HAGALAZ RUNEDANCE: brava quanto volete, ma che pesante!!! Non ne potevo più, tuttavia belle le versioni di "Dreaming wild white Horses" e "Lament". Arrivo alla fine del concerto e faccio una pausa per correre verso WERKII e sentire gli ultimi due concerti del Festival.
WHISPERS IN THE SHADOW: ho amato i loro primi due album perché mi ricordavano i bei tempi dei Cure, poi sono degenerati in sonorità più rock che non mi dicono nulla. Li ho visti due anni fa, durante il loro primo tour, e suonarono di fronte a 20 persone. Ritrovo un Ashley ubriaco e cresciuto tecnicamente, tuttavia quell'alone da epigoni dei Cure gli è rimasto addosso. Suonano "November" che dà il titolo al secondo album e questo basta per tornare a sognare.
ANTIWORLD: non potevo chiudere il festival nel modo migliore. Tra il pubblico ci sono anche i New Days Delay, giovane band deathrock di Oldenburg. Siamo proiettati in un'atmosfera horror, da Halloween americano. Mi immagino così di respirare un po' l'atmosfera di un locale come il "Release the bats", qualcosa di assolutamente diverso dal mondo europeo suppongo, molto kitsch ma anche molto 'queerly'. "Freak show", "Creatures features", "The king of monsters" fanno vibrare il pubblico. Sono le 23:00 circa, è ora di tornare a casa. Ancora è presto per sentire la mancanza di qualcosa che mi appartiene. (SHIRINA)

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