A
LIBRO CHIUSO
di Leonardo Bonetti
(Sigismundus)
L’autore
di “Racconto d’inverno” e “Racconto di primavera”, noto anche
come cantante e compositore degli Arpia, torna con un libro completamente
diverso dai precedenti ed alquanto insolito. “A libro chiuso”
è infatti inclassificabile come genere, non è un saggio, non è
un poema, può sembrare una raccolta di aforismi – genere caro
a filosofi come Schopenhauer – ma non è nemmeno questo, perché
le riflessioni dell’autore sul libro chiuso e i suoi legami con
il lettore e l’atto stesso della lettura si collocano su una dimensione
metafisica, al di là di ogni spazio e tempo. I capitoli sono divisi
tematicamente, nel rapporto fra il libro e, ad esempio, il potere,
il silenzio, la realtà, la memoria, raccogliendo piccole gemme
di pensiero unite fra loro da un filo nemmeno troppo invisibile,
dove il processo di lettura appare come una ricerca dell’impossibile
e dell’arcano, eppure indispensabile in sé. Cito a tal proposito
due dei passi che mi sono rimasti particolarmente impressi: “Il
mistero del libro, superiore al raggiungimento del suo significato
ultimo, non esclude l’ansia della sua ricerca” e “Il libro deve
nascondere. E’ un oblio di pietra, un tentativo venuto prima della
forma”. Come nei suoi romanzi, Leonardo ha il dono di magnetizzare
il lettore pur utilizzando sempre un linguaggio alto e a tratti
difficile, spingendolo alla riflessione e alla rielaborazione
continua. Ad impreziosire questo piccolo ma denso volume, accentuandone
il carattere “metafisico”, contribuiscono poi alcune opere dell’artista
contemporaneo Ettore Frani, inserite nelle pagine centrali.
(Fabio Degiorgi) |
MODAMORTE
di Erika Polignino
(Mursia)
Premessa: avevo apprezzato moltissimo il romanzo d’esordio della
Polignino “Nero fluorescente”, ben scritto e davvero toccante
per il suo crudo realismo contemporaneo. Con “Modamorte” Erika
imbocca invece una strada diversa e più di nicchia, quella di
un vero e proprio romanzo “gotico” o “dark”, come preferite. La
prima parte della storia è ambientata nella Milano dei nostri
giorni, le protagoniste Musette e Miyako sono due studentesse
d’arte, che nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta cercano
di affermare la loro individualità in una società dove sembra
esserci posto solo per l’omologazione. Potrebbero essere due tipiche
ragazze dark di oggi, ma la loro visione dell’arte e quindi della
vita diventa così opposta da essere fonte di una crepa che si
allargherà sempre di più nell’arco della vicenda. Musette – il
cui nome deriva da una chanteuse francese del XIX secolo – è comunque
il personaggio principale in “Modamorte”: adora cucire vestiti
per le proprie bambole, si prostituisce occasionalmente per pagarsi
alcuni vezzi e vive insieme ad una sorella maggiore che è la quintessenza
della mediocrità piccolo-borghese (“Le stronzate artistiche non
ti danno un futuro. Siamo nel Ventunesimo secolo, a nessuno frega
niente dell’arte.
Per me i libri, il teatro e le mostre sono tutte prive di vita”.
Sembra una forzatura eppure esiste davvero gente che la pensa
così). Fra le lezioni all’Istituto d’arte e le serate al Metatron,
immaginario locale meneghino culla della trasgressione esibizionista,
questa prima parte, per lo più introduttiva ma indispensabile,
pecca un po’ per dialoghi e situazioni, privi di vero mordente.
Il romanzo inizia a funzionare e a coinvolgere pienamente dalla
seconda parte, quando Musette e Miyako si trasferiscono a Corinaldo,
il paese dove la famiglia dell’amico Daniel vive e gestisce un’impresa
di pompe funebri: lì le nostre iniziano l’insolita attività di
disegnare e confezionare abiti sontuosi e principeschi per i defunti,
rendendo così felici i loro infelici familiari. Ed è qui che prende
vita anche il cuore della storia, l’amore tormentato e difficile
fra Musette e la sorella di Daniel, Soledad, forse il personaggio
che ho preferito su tutti, l’unico totalmente originale nella
sua solitudine estrema, ma allo stesso tempo umano e non privo
di debolezze dietro la sua scorza glaciale (anche lei, come chiunque,
sente i bisogni carnali). Erika si esprime al meglio nelle parti
descrittive e ancor più in quelle poetiche e oniriche (potrei
fare molti esempi, ma su tutti ho preferito il sogno/fotoricordo
di Musette e Soledad sul balcone). I dialoghi invece, come già
accennavo sopra, sono spesso rigidi, pur avendo una dose di realismo
grazie all’uso di quel linguaggio parlato comunemente utilizzato
da tutti noi. Pertanto, penso che il più grande merito della Polignino
per questo suo secondo libro stia nell’originalità della trama
e nella creazione della “Necrostilefilia”, che rendono “Modamorte”
un romanzo sì gotico, ma unico nel suo genere. Le ragazze con
un’età e sogni simili a quelli di Musette potranno identificarsi
con lei in questa bella e triste storia, dove il dolore, la morte
e la solitudine aleggiano ovunque, e perfino il trionfo della
grande sfilata finale al Metatron è solo il preludio di un non
lieto epilogo.
(Fabio Degiorgi) |
LE
RAGAZZE DEL ROCK
di Jessica Dainese
(Sonic Press)
Jessica
Dainese ha un passato da fanzinara, ideatrice delle 'zines su
carta Screaming Sheep” e “Tigerheart”, e della webzine nixzine.org.
Data la sua esperienza su "strada" ha pensato di ripercorrere
la storia, molto poco nota, delle band rock femminili in Italia.
I
l libro parte da lontano con il capitolo dedicato alla scena beat
degli anni '60, e via via gli altri capitoli raccontanogli ultimi
50 anni della musica alternativa passando dal punk anni '70/80
(Clito, Remote Control,Kandeggina Gang, Antigenesi, etc), dalla
scena ispirata al movimento riot grrrl negli anni '90 (Mumble
Rumble, Le Bambine Cattive, Motorama,etc) fino ad arrivare ai
giorni nostri dove le bands femminili fanno un rock trasversale
e senza confini.
“Le ragazze del rock” è un'opera molto corposa di più di 200 pagine
che ha come valore aggiunto il fatto che le protagoniste delle
varie scene rock parlano in prima persona delle loro esperienze
in una band femminile.
Un interessante libro necessario e fondamentale per raccontare
una scena che merita di essere conosciuta e di cui nessuna operazione
editoriale se ne è mai occupata prima. Un libro coraggioso che
mi ha decisamente affascinato.
(Nikita) |
RAMONES
– La biografia ufficiale
di Jim Bessman
(Arcana)
La
storia dei finti fratelli Ramones dagli inizi della carriera
nel 1974 allo scioglimento vent'anni dopo, nel 1996. Il Libro
racconta chi erano i ragazzi del Queens (quartiere di New York)
sia sul palco che nella vita privata.
I Ramones sono stati i primi a mischiare il punk al pop, le
loro brevi canzoni quasi tutte simili tra loro, certamente non
erano molto originali, ma hanno creato una leggenda che tutt'ora
vive.
Nell'edizione originale Jim Bessman si ferma al scioglimento
della band invece in quella edizione italiana c'è, fortunatamente,
un piccola aggiunta in cui si parla dei componenti dei Ramones
dopo lo scioglimento della band e i decessi dei tre membri fondatori
(Joey, Johnny e Dee Dee).
Un libro che si lascia leggere volentieri che racconta in modo
semplice la storia dei Ramones, quattro semplici ragazzi che
amavano il punk rock e lo hanno dimostrato fino alla fine.
(Nikita) ..
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