D.S.E.
+ LA MAMOYNIA, 12
luglio 2002 Cigole (BS) (Cilindro Caveau).
Dopo aver dedicato spazio a nomi altisonanti del panorama,
ecco un concerto con due bands italiane emergenti e sconosciute
ai più, ma proprio per questo ugualmente meritevoli di attenzione.
Dei bergamaschi DSE (Dipartimento Scuola Educazione) avevo
apprezzato tutti i loro demo, (oscillanti fra dark anni '80
e new wave), nonché il tentativo di mantenere vivo un genere
quasi ucciso dalle tendenze oggi in voga nella scena. La formazione
vede da poco anche un batterista umano, dopo anni di utilizzo
della drum machine, e questo promette bene. I primi due brani
li trovo d'impatto e nello stesso tempo d'atmosfera, ma già
a partire dal terzo cominciano a sembrarmi noiosi e di scarso
spessore. In alcuni momenti mi pare quasi di risentire lo
spettro dei C.S.I., anche se il gruppo bergamasco ha una voce
femminile. Diversi problemi tecnici (di accordatura della
chitarra prima, al synth e alla corrente dopo) fanno poi terminare
l'esibizione prima del previsto. A parte questi inconvenienti
non imputabili alla band, devo ammettere che i DSE - ed in
particolare alcuni loro pezzi nuovi o che comunque non ricordo
di aver sentito sui demo - non mi hanno convinto del tutto,
anche se sarò curioso di sentire altri lavori in studio nel
futuro. I La Mamoynia (foto) vengono dalla provincia di Brescia,
fanno un'originale miscela di dark, elettronica e industrial rock, e la formazione vede
due bassi, chitarra, voce, batteria vera, alcune basi più
svariati aggeggi (estintori, pezzi di lamiera, ecc.) usati
come percussioni. Il muro di suono del gruppo è notevole e
ben compatto sebbene non sia un grande estimatore delle basi
registrate in genere, le loro danno un tocco in più ai pezzi
e sono fatte davvero con gusto.Mi
è piaciuto molto anche il batterista, che monta altri oggetti
non identificati sul proprio strumento. I brani, tutti piuttosto
veloci ed incalzanti, scorrono via piacevolmente e destano
un'attenzione continua, da notare che il cantante è greco
ed alcuni testi sono in quella lingua, mentre gli altri sono
in inglese. Interessante anche l'uso degli 'oggetti industriali'
percossi; d'accordo, non è niente di rivoluzionario, ma si
adatta bene con il resto e poi sono rimasti in pochi a farlo.
So che i La Mamoynia stanno registrando dell'altro materiale,
non vedo l'ora di ascoltarlo, mentre segnalo a voi di tenerli
d'occhio.
Dopo il concerto è salito alla consolle l'amico e socio, nonché
boss di Rosa Selvaggia, Dj Nikita, e la serata è continuata
fino alle ore 3. Il pubblico non era numerosissimo (bisogna
anche tenere conto che questo locale è piuttosto sperduto
geograficamente e specializzato in afro e reggae, oltre al
fattore della scarsa mobilità di certi 'dark' o 'gotici',
che spesso preferiscono farsi anche 300 km per una serata
solo danzante), ma non c'era nemmeno quel "deserto dei Gobi"
che si vede in certi concerti a Milano e dintorni, e questo
è già un buon segno! (FABIO D.)
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