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Recensioni delle date di Milano e Venezia

KRAFTWERK
5 Luglio 2005, Bollate (MI), Villa Arconati

testo by Fabio Degiorgi & Nikita

foto by Erzsbeth & Nikita

Nella bella cornice dell'antica Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (a pochi km da Milano), sita all'interno del parco delle Groane, si svolge ogni estate, per la precisione da diciassette anni, il festival chiamato appunto "di Villa Arconati". Se in passato abbiamo potuto vedere in questa atmosfera icone fondamentali della new wave, come Tuxedomoon e Patty Smith, quest'anno è la volta dei teutonici Kraftwerk, inventori del suono elettronico.
Lo spettacolo dei quattro di Düsseldorf non può essere definito un semplice concerto: sappiamo tutti che dal vivo le parti realmente suonate sono poche, a parte la voce, ma si tratta di una caratteristica che ha sempre contraddistinto il gruppo, noto per la sua glacialità. A compensare questo aspetto ci pensano però le proiezioni video che accompagnano ogni brano, dove si alternano immagini altamente avveniristiche, filmati tratti dall'intero XX secolo e parole in movimento con quella grafica spartana a grandi pixel tipica di fine anni '70/primi '80, molto alla Space Invaders.
I Kraftwerk (Ralf Hütter, Florian Schneider, ed i 'nuovi' Fritz Hilpert e Henning Schmitz), in giacca e cravatta e completamenti immobili sul palco, con il solo ausilio di computer portatili, iniziano con "The Man Machine", per poi proporre nella prima parte dello spettacolo soprattutto la loro produzione recente, quella dell'album "Tour De France - Soundtrack" del 2003.

Ma sono i brani storici che ci fanno maggiormente emozionare: "The Model", la lunga "Autobahn", "Neon Lights", "Radioactivity", qui in una versione ricorretta e più vicina a quella dell'album "The Mix", dove sullo schermo appaiono ad intermittenza i nomi di alcuni grandi disastri atomici (Chernobyl, Harrisburgh, Sellafield, Hiroshima) e la scritta "Stop Radioactivity". Fantastica "Trans Europe Express", con proiezioni di varie epoche che mostrano il leggendario treno svettare per stazioni e catene montuose. Dall'album "Computer World" vengono eseguite, oltre alla title track, anche "Numbers", "Pocket Calculator" (qui il cantato in italiano di Ralf manda in visibilio l'audience) e "Home Computer". Immancabile "The Robots", dove degli impressionanti manichini senza gambe sostituiscono i quattro. Dopo una pausa il gruppo rientra sul palco con indosso delle tute a striature luminose, per eseguire gli ultimi tre brani, con una conclusiva "Musique Non Stop": qui la commozione raggiunge il culmine (n.d.FD), dato che il brano è tratto da "Electic Café", l'ultimo album con gli indimenticabili Wolfgang Flur e Karl Bartos, nonché ultimo lavoro in studio prima di un oblio durato tre lustri. Mentre le macchine fanno proseguire il ritmo, i Kraftwerk si commiatano dal pubblico uno per uno, con lenta gradualità e con un inchino.
Sono così passate due indimenticabili ore di storia della Musica Contemporanea: non è stata pura e semplice nostalgia, ma Genio. Proprio per questo motivo abbiamo trovato ancora più irritante il comportamento di certi zotici che durante lo spettacolo si alzavano dalla propria sedia - ricordiamo che i posti erano numerati come a teatro - per andare al bar o da amici, come se fossero stati a vedere la più patetica cover-band dei Depeche Mode, coprendo così una visuale già penalizzata da una location non proprio adatta ad un simile show.

KRAFTWERK
11 Giugno 2005, Palagalileo, Venezia

testo by Tanks

Gli Elecktro-minds teutonici per eccellenza sono pronti ad invadere con le loro sonorità meccanico-post-umane il Lido di Venezia in una serata fresca e lievemente mossa dal vento. Nuvole, aliti di sabbia, profumo di salsedine. La via che ci conduce al Palagalileo è uno splendido lungomare in cui si susseguono incantevoli hotel di lusso, tra i quali l’immenso Hotel Des Bains, teatro del decadente capolavoro "Morte a Venezia" di T.Mann.
C’è una lunga striscia di gente all’entrata, processione composta e quieta.
Il teatro si riempie veloce. Si fa buio, si aprono i tendaggi. Mr. Hutter, Mr. Schneider e soci in completo grigio dietro a 4 pc.
"The Man-machine" allo starter.
Con "Tour de France" si fa un salto nel tempo, ma è un episodio che a molti di noi non va molto a genio. Fortunatamente però viene dato ampio spazio ai grandi classici, avanzando e retrocedendo per circa due ore in un fantastico viaggio elettronico iniziato da più di 30 anni che incanta generazioni.
"Radio-Activity", "Trans-Europe Express", "Klingklang", "Boing Boom Tschak", "Autobahn", "The Model", "Vitamin", "Computer Welt", "Mini Calculateur"…
Perfette immagini computeristiche dalla geometrica grafica anni ’70 si rincorrono veloci ed avvolgenti fino agli ultimi universi avveniristici, accordandosi perfette con il suono.
Uomo macchina auto treno ciclismo partenza viaggio salita discesa potenza velocità medicina doping bomba disastro nucleare elettrocardiogramma salute corpo perfetto corpo macchina futuro.
Ritmi sintetici, flash di dialoghi incisivi, geniali nella loro semplicità, deutsch-humor senza inflessioni, sparate e lamettate elettroniche, ritmicità incalzanti e coinvolgenti.
46euro ben spesi: location ideale, acustica molto buona, comodità.
Con "The Robots" al posto dei Kraft in carne ed ossa davanti ai pc si muovono lenti straordinari robot-manichini dalle fattezze dei 4.
Il tutto termina con "Music Non Stop", i Kraft ad indossare tute nere con linee fluorescenti che brillano nell'oscurità. Ritorniamo all’acqua nera rischiarata da lanterne aranciate, un sogno robotico ci accompagnerà ormai durante il viaggio nella notte…

 

 

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