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KRAFTWERK
Auditorium G.Agnelli , Lingotto - Torino 18 Maggio 2004

Ero stato nel magnifico Auditorium Agnelli del Lingotto solamente in occasione di una pallosissima convention di lavoro, per cui è stato particolarmente emozionante ritornarci per un insperato appuntamento quale quello del 18 di maggio: 30 anni di musica elettronica stanno per scorrere di fronte ai nostri occhi con la seconda data italica dei Kraftwerk, oggi in formazione originale per il 50%. Ralf Hutter e Florian Schneider, i seminali fondatori del progetto, coadiuvati dagli attuali compagni di avventura Fritz Hilpert e Henning Schmitz (unitisi dal lontano 92), ci hanno offerto un vero e proprio spettacolo multimediale che ha assorbito la sala in una sorta di mondo virtuale, quasi un "Matrix" della musica elettronica ai massimi livelli.
Il gruppo in realtà avrebbe voluto tenere il concerto sulla pista del Lingotto, situata addirittura sul tetto della struttura. Purtroppo l'autorizzazione non è arrivata, ma devo dire che l'Auditorium non è risultato sicuramente un ripiego: magari assistere ad altri eventi del genere in sale di questo tipo!!
Colpo d'occhio e acustica a livelli strabilianti, per chi non è avvezzo alla scena torinese, ma ha frequentato il Treffen di Lipsia, pensate a una sorta di Schauspielhaus forse ancora piu' bella!
Ma passiamo allo show: si attacca con l'opener The Man Machine, con i 4 del mitico Kling Klang Studio impassibili nel consueto completo scuro con camicia rossa /cravatta nera dietro le loro minimali ma affascinanti consolles, armate di Sony Vaio collegati in rete e poco altro. Da qui in avanti sarà tutto un susseguirsi di video fantastici proiettati non stop alle spalle dei musicisti, per un lungo e affascinante viaggio sonoro e visuale nella storia del gruppo elettronico tedesco.
Eccoci così proiettati sulle gloriose piste ciclistiche durante i vecchi mitici Tour de France, e poi circondati da mille capsule e pastiglie colorate durante Vitamin; ma l'emozione vera arriva con '?apparire della grigia autostrada che si insinua fra le colline: tocca ad Autobahn, e non sembra vero che questo brano risalga niente di meno che al 1975! Impossibile dimenticare il ruolo di questo gruppo, la sua valenza sperimentale in quei tempi in cui certe cose si erano sentite solo grazie alla scena teutonica cosiddetta "kraut rock", con incredibili ensemble quali Can, Amon Duul e Ash Ra Temple. A seguire The Model, con immagini in bianco e nero di modelle dal fascino antico che sembrano uscire da una sfilata di Christian Dior, e dopo un'elegante Neon Lights, ecco la grandissima Radioactivity: il simbolo lampeggiante giallo- nero del nucleare quasi ci abbaglia, mentre scorrono i nomi sinistri storicamente legati a centrali atomiche ed a luoghi tristemente passati alla storia : Tschernobyl, Sellafield, Hiroshima, Harrigsburg. Bellissima anche l'esecuzione di Trans Europe Express, altro storico cavallo di battaglia, e poi eccoci proiettati nel mondo del digitale con Numbers, Computer World e Pocket Calculator . Affascinante la tematica del connubio uomo/macchina, così ricorrente nell'immaginario del gruppo. E a questo proposito non poteva mancare la mitica The Robots, con i 4 robots-manichini dalle sembianze dei nostri che li sostituiscono di fronte ai computer: il pubblico è in visibilio. I quattro hanno ora abbandonato il completo nero a favore di una tuta attillata striata con linee verdi fosforescenti, adatta alle tematiche digitali dei pezzi proposti. 2 ore sono già volate, ma c'è ancora spazio per le glaciali Elektro kardiogramm e Aero Dynamik, mentre l'ultimissimo bis, richiesto a gran voce dalla sala intera, è come di consueto Music Non Stop: uno per volta, dopo un profondo inchino rivolto al pubblico, i mitici "Robots" lasciano il palco, mentre la musica, come il titolo del brano suggerisce, continua ad avvolgere la sala. Quasi contemporaneamente all'evento torinese, da segnalare l'uscita per la Shake Edizioni del libro "Io ero un Robot", la storia raccontata da Wolfgang Flur, uno dei due fuorisciti storici della band di Dusseldorf. L'altro, Karl Bartos, ha ora un suo progetto solista, e si esibirà fra l'altro in occasione dell'ormai prossimo Gothic Treffen di Lipsia.
La notte dello show, una volta a casa, stento ad addormentarmi. Una cantilena interminabile mi risuona fra i meandri della corteccia celebrale: ". . . Wir fahr'n fahr'n auf der Autobahn ..."
( testo by Oflorenz)

 


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