"IN
FOLK NOCTIS - Act I"
1° Ottobre 2011, Palazzo Granaio - Settimo milanese (MI)
testo
e foto by Oflorenz
Il
network meneghino Das Rummel si conferma una vera e propria macchina
da guerra, organizzando un festival neofolk che ci fa sentire orgogliosi
di essere italiani. E non ci riferiamo al solo palinsesto, i cui
nomi ovviamente già parlano da soli, ma all’organizzazione dell’intero
evento nel suo complesso: dalla logistica alla promozione, dall’assistenza
per i numerosi intervenuti da ogni dove (presenti svizzeri, francesi,
tedeschi, inglesi, greci ed anche un fan proveniente dal Cile!)
all’ impianto audio ottimamente condotto dal grande Yvan, tutto
collima alla perfezione per una serata che di certo verrà ricordata
per parecchio dai 350 fortunati avventori.
Il Palazzo Granaio, capiente struttura dell’hinterland milanese,
si dimostra edificio pregevole per le grandi occasioni, vantando
anche la presenza di un ottimo ristorante al piano interrato, che
in effetti sarà gremito nell’ora precedente gli shows da numerosi
clienti nero-vestiti. Buono anche lo spazio dedicato al merchandise
dei gruppi, che oltre le accattivanti T-shirts, toppe e spillette
di Egida, Spiritual Front ed ORE conterà sulle bellissime magliette
commemorative della serata e sul fornitissimo banco cd di Stefano
“Alio Die” Musso, ricco di prelibatezze per palati fini e collezionisti
di materia oscura d’ ogni genere.
Gli
emiliani Roma Amor confermano l’ottima impressione che già
registrammo
tempo fa alla Buca di San Vincenzo, in occasione della presentazione
del 10” per la Hau Ruck! “Folk Studio”. L’atmosfera d’antan del
duo formato da Michele ed Euski, questa sera coadiuvati da un ottimo
chitarrista acustico efisarmonicista,
profuma di cose buone ed antiche, di vecchie
storie dimenticate, e di tradizioni popolari da non dimenticare.
Folk-cabaret d’autore insomma, per un ensemble che certamente è
una delle scoperte più originali dell’inossidabile Old Europa Cafe
di Rudolf Protti. Ci perdiamo trasognati tra le raccapriccianti
vicende de “La Zirinelda” e l’indimenticabile refrain di “A cosa
pensi”, per un attacco di festival che migliore non sarebbe potuto
essere.
|
|
|
|
Spiritual
Front
|
|
|
|
Su
Egida Aurea non nutrivamo dubbi, avendoli seguiti più volte
on stage dopo l’uscita del capolavoro “La mia piccola guerra”. Il
combo genovese capitanato da Diego Banchero vive di 6 forti individualità
che rendono Egida una realtà al di sopra della media presente nell’area
cosiddetta neofolk, sempre che di neofolk sia opportuno parlare
a proposito dei nostri. Il taglio poetico e cantautorale che profuma
di vecchia scuola nobilita capitoli quali “Il Congedo”, “Il passo
dell’esule” o “La mia piccola guerra”, episodi che ci riportano
con forza a suggestioni
vicine a De André piuttosto che al glorioso progressive italiano
dei seventies, spruzzati da una leggera, appena accennata anima
dark-wave. L’elegantissima Carolina, in vestitino nero e rosa rossa
al collo, ammalia il pubblico con la sua voce potente, mentre la
macchina Egida Aurea non sbaglia un colpo regalandoci tra l’altro
tre anticipazioni dell’album che verrà, tra le quali un medley strumentale
dall’accattivante andamento in pieno stile da ballata dell’antica
Russia. La sempre emozionante “Storia di una rondine”, dal mini
di esordio, ci accompagna verso la fine del set, consci di aver
appena assistito a quanto per noi si rivelerà l’highlight assoluto
dell’intera serata.
E’
fuor di dubbio che i romani Spiritual Front di Simone “Hellvis”
Salvatori abbiano attirato gran parte della folla accorsa questa
sera in quel di Milano; ed ancora una volta la calda e partecipatissima
performance del gruppo di “Armageddon Gigolo” dà ragione ai numerosi
fans dei 4 capitolini. Quel mix malato di folk-cabaret, rock sporcato
di riff morriconiani e melodie cantautorali tanto malate quanto
trascinanti non danno scampo all’audience accalcata nella caldissima
hall del Granaio, che canta a memoria “Jesus died in Las Vegas”
così come “I walk the deadline”, ed impazzisce per “Cold love in
a cold coffin” e per l’acclamatissimo bis “Bastard Angel”. Simone
è un front-man naturale, ed i tre in completo nero e cravatta bianca
la sua immancabile ed inossidabile ghenga: un vero spettacolo dal
vivo, “suicide pop” allo stato puro per gente di malaffare ed anime
corrotte.
Signore
e signori, dalla fredda Svezia ecco gli ospiti d’onore della serata,
Ordo Rosarius Equilibrio. Tra le punte di diamante ormai
da un decennio della storica Cold Meat Industry di Roger Karmanik,
di recente passati alla più potente Out of Line, Tomas e Rose Marie
sono da sempre un progetto a sé stante in area neofolk, che ha fatto
della commistione tra sonorità ritual-marziali e tematiche traboccanti
di un feticismo sessuale di natura quasi trascendentale il suo cavallo
di battaglia. E che più di qualche elemento in comune esista tra
O.R.E. e gli amici romani di Spiritual Front stanno a dimostrarlo
anche le due “He'll is where the Heart is - The Gospel of Tomas”
e “Three is an Orgy, Four is Forever”, tratte proprio dallo split
con la band di Simone, che peraltro aveva poco prima tributato il
lavoro con la bella “Song for the old man”. Le ritmiche lente e
cadenzate guidate dalle tracce elettroniche di base si fondono con
le chitarre acustiche ed il pulsare del basso, mentre la calda voce
di Tomas, accompagnata dal contro-canto appena sussurrato della
sua compagna, recita le “songs for hate and devotion” che hanno
reso celebre il gruppo di Stoccolma. La prima fila omaggia i nostri
con un lungo striscione di benvenuto, cui noi aggiungiamo un saluto
di congedo ed un ringraziamento per aver contribuito alla riuscita
ed al prestigio di questa prima edizione di In Folk Noctis.
Lo
staff di Das Rummel si prepari, ho sentito di gente che sta già
aspettando con ansia l’Act II …