HYSTERIE
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Aprile 2004, "Magic Bus" Marcon (VE)
Il Magic Bus è un ampio "capannone" in quel di Marcon (VE)
adibito a rock-club, con tanto di "mezzo-autobus" (nel senso
letterale del termine!) attrezzato a mo' di consolle per DJ
a fronte pista. Ma io sono qui per il "fronte del palco",
e devo segnalare che il Magic Bus è uno di quei rari locali
con un palco vero e proprio, alto poco più di un metro dalla
pista di ballo, bello sgombro sul davanti, senza alcunché
che ne ingombri la "buona visione", certamente adatto per
le esibizioni dal vivo.
I "MetalMusicMachine", band in cui militano Pietro Zanetti
e "Iena" (entrambi ex-TempleBeat) accompagnati sul palco da
una bionda chitarrista e da un biondo batterista si esibiscono
questa sera, per la prima volta, dal vivo. Propongono una
miscela desueta, una sorta di bastard-pop che su basi technopunk
appoggia una semplice e marcatissima linea melodica. Un suono
diverso, che per certe cose potrebbe essere inteso come una
inevitabile evoluzione dell'electro-rock anni '90 ma con una
marcata connotazione italiana che non si limita ai testi in
lingua nostrana, ma che del pop italiano recente ne recupera
e ne ripropone quelle caratteristiche che spesso sono sottovalutate
da un pubblico supinamente (e troppo spesso stupidamente)
si fa abbindolare dalle esterofile manovre di mercato. Dopo
4 canzoni tutte loro (rispettivamente: NO RELIGION, ATTACCARE,
COMUNICARE e GENTE) i 4 sul palco hanno eseguito una rallentata
ed abrasiva cover dei CCCP. Chiudono la performance con una
speed-hardcore-minute-song dal titolo più che esplicativo:
"Basta!".
Il disco degli MMM dovrebbe uscire entro l'anno, il mio consiglio
è di "tenerlo d'orecchio", forse non sarà il disco che vi
cambierà la vita, ma un ascolto non vi annoierà sicuramente.
Di seguito salgono sul palco il techno-duo composto da Giorgio
Ricci (ex-TempleBeat anche lui) e Davide Faranda, gli HYSTERIE,
versione accorciata del più lungo
"Studien Über Hysterie".
Meglio così, il nome è più semplice da scrivere senza la dieresi.
La loro esibizione è ancor più secca, senza fronzoli, minimale.
Accanto ai brani che accompagnavano "Vampiria" qui vengono
presentati anche un paio di inediti "Lost Hell" e "From my
deep inside". È una strana ed indefinibile sensazione quella
di trovarsi in un continuo e fluttuante ritmo pulsante rilasciato
dal suono/rumore delle macchine e della voce. Una ritmica
che spesso sembra portare al limite della convulsione electro-hysterica,
ma che, sapientemente dosato, si ferma sempre prima di diventare
inutilmente eccessivo. È una rara dote quella di saper dosare
quanto rumore somministrare al proprio pubblico, un eventuale
sovradosaggio snaturerebbe inevitabilmente questi preziosi
e delicati cristalli electro rendendoli simili a quelle croste
arrugginite di rumoreggio anonimo e tutto uguale che ci viene
propinato dalla distribuzione di musica techno nostrana. Sapete
bene a cosa mi riferisco, a quella sorta di polpettoni spaghetti-disco-dance
"mit Sauer Kraut" che a furia di promozione comprata nelle
pagine patinate di riviste nazionalpopolari ci vogliono far
ingollare a tutti i costi senza nemmeno fornirci di un alka
seltzer appropriato per digerirli. Ah, dimenticavo, tra i
presenti c'era anche l'ultimo exTempleBeat non nominato prima,
Michele Benetello, oramai totalmente dedito all'arte del DJ-ing.
Però, almeno per i fans più accaniti come il sottoscritto,
insomma, potevano improvvisare una reunion visto che erano
tutti là!
(testo by Devis G. - www.sottomondo.net)