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HYSTERIE
17 Aprile 2004, "Magic Bus" Marcon (VE)

Il Magic Bus è un ampio "capannone" in quel di Marcon (VE) adibito a rock-club, con tanto di "mezzo-autobus" (nel senso letterale del termine!) attrezzato a mo' di consolle per DJ a fronte pista. Ma io sono qui per il "fronte del palco", e devo segnalare che il Magic Bus è uno di quei rari locali con un palco vero e proprio, alto poco più di un metro dalla pista di ballo, bello sgombro sul davanti, senza alcunché che ne ingombri la "buona visione", certamente adatto per le esibizioni dal vivo.

I "MetalMusicMachine", band in cui militano Pietro Zanetti e "Iena" (entrambi ex-TempleBeat) accompagnati sul palco da una bionda chitarrista e da un biondo batterista si esibiscono questa sera, per la prima volta, dal vivo. Propongono una miscela desueta, una sorta di bastard-pop che su basi technopunk appoggia una semplice e marcatissima linea melodica. Un suono diverso, che per certe cose potrebbe essere inteso come una inevitabile evoluzione dell'electro-rock anni '90 ma con una marcata connotazione italiana che non si limita ai testi in lingua nostrana, ma che del pop italiano recente ne recupera e ne ripropone quelle caratteristiche che spesso sono sottovalutate da un pubblico supinamente (e troppo spesso stupidamente) si fa abbindolare dalle esterofile manovre di mercato. Dopo 4 canzoni tutte loro (rispettivamente: NO RELIGION, ATTACCARE, COMUNICARE e GENTE) i 4 sul palco hanno eseguito una rallentata ed abrasiva cover dei CCCP. Chiudono la performance con una speed-hardcore-minute-song dal titolo più che esplicativo: "Basta!".
Il disco degli MMM dovrebbe uscire entro l'anno, il mio consiglio è di "tenerlo d'orecchio", forse non sarà il disco che vi cambierà la vita, ma un ascolto non vi annoierà sicuramente.

Di seguito salgono sul palco il techno-duo composto da Giorgio Ricci (ex-TempleBeat anche lui) e Davide Faranda, gli HYSTERIE, versione accorciata del più lun
go "Studien Über Hysterie".
Meglio così, il nome è più semplice da scrivere senza la dieresi. La loro esibizione è ancor più secca, senza fronzoli, minimale. Accanto ai brani che accompagnavano "Vampiria" qui vengono presentati anche un paio di inediti "Lost Hell" e "From my deep inside". È una strana ed indefinibile sensazione quella di trovarsi in un continuo e fluttuante ritmo pulsante rilasciato dal suono/rumore delle macchine e della voce. Una ritmica che spesso sembra portare al limite della convulsione electro-hysterica, ma che, sapientemente dosato, si ferma sempre prima di diventare inutilmente eccessivo. È una rara dote quella di saper dosare quanto rumore somministrare al proprio pubblico, un eventuale sovradosaggio snaturerebbe inevitabilmente questi preziosi e delicati cristalli electro rendendoli simili a quelle croste arrugginite di rumoreggio anonimo e tutto uguale che ci viene propinato dalla distribuzione di musica techno nostrana. Sapete bene a cosa mi riferisco, a quella sorta di polpettoni spaghetti-disco-dance "mit Sauer Kraut" che a furia di promozione comprata nelle pagine patinate di riviste nazionalpopolari ci vogliono far ingollare a tutti i costi senza nemmeno fornirci di un alka seltzer appropriato per digerirli. Ah, dimenticavo, tra i presenti c'era anche l'ultimo exTempleBeat non nominato prima, Michele Benetello, oramai totalmente dedito all'arte del DJ-ing. Però, almeno per i fans più accaniti come il sottoscritto, insomma, potevano improvvisare una reunion visto che erano tutti là!
(testo by Devis G. - www.sottomondo.net)

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