Intervista
a cura di Oflorenz
James,
David, John, Davy: un gotico benvenuto sulle pagine oscure
di Rosa Selvaggia
(James M. Jason) Un saluto
gotico a tutti i lettori di Rosa Selvaggia...
Iniziammo ad occuparci del vostro
progetto sostanzialmente con il primo full lenght “Grim” del
2004, che sancì anche l’esordio del Gothic Multimedia
Project come “entità artistica multimediale d’avanguardia”
quale è oggigiorno. Ma diteci qualcosa dei veri inizi
della creatura Gothic, se non erro correva il lontano 1989,
e si era nell’epoca dei demo e dell’esplosione del metal in
tutte le sue forme più estreme…
(James M. Jason) In termini
musicali, sono nato come tastierista compositore e non performer
che aveva l'ardire di suonare death metal usando le tastiere,
per giunta non limitandosi agli strumenti classici del genere
come le chitarre elettriche bensì abusando di "human
voices" e strumenti non propriamente metal come il flauto,
il vibrafono, l'organo, le campane, ecc. Il genere musicale,
del tutto inedito, che ne scaturì, fu da me denominato
death-gloom metal ed è evidente soprattutto nei nostri
primissimi demo ed in particolare proprio nel primo, "Into
the Gothic Gloom", registrato per l'appunto nel 1989 in cassetta
con mezzi che definire amatoriali e artigianali quasi può
risultare un eufemismo. All'epoca mi sentivo un fiume in piena
quanto ad idee ma un torrente prosciugato quanto a strumenti
in mio possesso per tradurre in pratica queste idee. Da una
parte ciò era molto frustrante perché non mi
permetteva di esprimere compiutamente il sound che io volevo
dare alla band. Per esempio avrei voluto ovunque doppie chitarre
ed invece mi dovevo quasi sempre accontentare di una linea
sola di chitarra. Dall'altra parte, visto in retrospettiva,
questa penuria di mezzi era una grande fonte di creatività
per il sottoscritto perché mi costringeva ad inventare
nuovi espedienti per realizzare i suoni che avevo in mente
e, con questi, a creare nuovi accostamenti, all'epoca innovativi
come quello tra death/punk metal da una parte e cosmic rock
dall'altra, come evidenziato nel demo "... and from Hell Came
the Revenge", uscito nel 1993.
James, per quanto entità
quali i primi Celtic Frost piuttosto che Paul Chain o i Death
SS possano aver costituito per voi fonte d’ispirazione, di
certo sin dagli inizi non mancarono nella tua opera elementi
di avanguardia e sperimentazione, ed una vena marcatamente
“progressive”, se posso utilizzare questo termine. Qual è
il vostro background culturale/musicale, e quali scene o generi
seguite al giorno d’oggi?
(James M. Jason) Quella
che tu definisci giustamente vena "progressive" è il
frutto dell'ecletticismo che da sempre costituisce il marchio
di fabbrica di casa "Gothic". E a sua volta questo ecletticismo
è il prodotto derivato della vastità delle influenze
musicali, artistiche e culturali che mi hanno sempre accompagnato
in questo mio viaggio tortuoso nel mondo del suono, della
parola e dell'immagine. Io mi sento figlio dell'ultima generazione
punk, quella dei primi anni '80 e più collusa con il
mondo del metal. Solo successivamente sono impattato nella
darkwave. Quando ho partorito i primi demo sotto il marchio
"Gothic" ero fortemente influenzato da una parte dalla brutalità
del primo death/black metal di bands come Celtic Frost e Bathory
e dall'altra dalla lezione HC di bands del calibro di Discharge
e Indigesti, il tutto filtrato da quelli che all'epoca erano
i gruppi più estremi come Napalm Death, Morbid Angel
all'estero e Bulldozer, Schizo in Italia. Per quanto possa
sembrare strano oggigiorno non ascolto più così
tanta musica come allora. E credo, anche in tal modo, di lasciarmi
influenzare meno di quanto non facessi venti anni fa. Sono
molto più selettivo ma dall'altra parte anche meno
settoriale. Se un tempo, pur essendo un tastierista, aborrivo
all'ascolto di bands che non avessero una chitarra ritmica
"marcata", da molti anni ormai ascolto pochissimo "metal"
inteso in senso tradizionale e mainstream ed ascolto musica
classica specialmente recente, oscura e d'avanguardia come
Penderecki ma anche alcuni maestri come Musorgskij, elettronica
di ogni genere , dalla darkwave dei Kirlian Camera al digital
hardcore degli Ambassador21, passando attraverso Sopor Aeternus,
specialmente quello di "Es Reiten Die Toten so Schnell". Oltre
a tutto ciò sono molto interessato alla scoperta di
nuovi modi di esprimere in musica le turbe inconfessabili
della psiche e l'arcana energia esoterica dell'oscurità
che pulsa negli angoli più occultamente remoti del
nostro subconscio. Perché se la Follia alla luce del
sole non è null'altro che Follia, la stessa, protetta
dalle Tenebre, si fa scintilla di Creatività. Ed attualmente
trovo che bands come Macelleria Mobile di Mezzanotte e SunnO)))
siano quelle che meglio di tutte riescono ad esprimere questi
elementi non così tanto distanti tra loro come apparentemente
potrebbe sembrare. Come artista multimediale invece non posso
fare altro che apprezzare quegli artisti che hanno abbandonato
l'unilateralità di una sola forma di espressione artistica
ed hanno optato per la strada dell'interdisciplinarietà
in primis come Deca e Paolo Catena. Ma l'artista vivente che
a mio modesto parere incarna la Genialità in tutta
la sua forza visionaria è David Lynch, regista, pittore,
fotografo, scultore e grande amante della musica... in poche
parole, il maestro degli evocatori dei Demoni interiori che
giacciono nel profondo di ognuno di noi.
Si
parlava prima di “Grim”, doppio cd che licenziaste nel maggio
del 2004 e che includeva anche un cdr con poesie, video ed
immagini: cosa vi portò a concepire un’evoluzione del
vostro progetto in chiave del tutto multimediale? Ricordo
che rimasi colpito da “Grim”, non si trattava infatti del
solito concept audio, né tantomeno del solito dvd come
tanti altri.
(James M. Jason) Il passaggio
da band a progetto multimediale è stato graduale e
progressivo, per quanto del tutto istintivo. Già il
nostro ultimo demo, "Fleeing the Rainland", doppio cd realizzato
nel 2000 riportava un artwork molto particolareggiato. L'ingresso
prima di David nel 1997 e poi di John nel 2003 ha segnato
una tappa fondamentale in questo senso. David inizialmente
esprimeva le mie idee poetiche e musicali a livello grafico
e figurativo mentre John sarebbe diventato piano piano la
chiave di accesso verso quel mondo informatico, per me prima
sconosciuto, che rappresentava il mezzo fondamentale di espressione
della mia personale idea di Gesamkunstwerk, ossia di Arte
Totale. Sebbene "Grim" non rappresentasse ancora un'opera
integralmente multimediale bensì "proto-multimediale",
è considerabile come il primo capitolo del Gothic Multimedia
Project. Sorto inizialmente come il primo full lenght officiale
della band nonchè come primo lavoro, fatta eccezione
per il lugubre demo "Cold Winds of Suicide" licenziato nel
1997, che si discostasse dalla nostra passata matrice metal,
"Grim" ha visto nei suoi ultimi mesi di gestazione un'improvvisa
accelerazione verso una dimensione, per l'appunto, embrionalmente
multimediale con la realizzazione di quel tanto discusso cd-r
che conteneva, oltre alle poesie costituenti i testi delle
canzoni, una presentazione multimediale del progetto Gothic
ma soprattutto il video di "Forlorn" nonché le tavole
delle illustrazioni in esso "incastonate". Questo video, contenente
filmati cui si sovrappongono illustrazioni e il testo scritto
della poesia alla base del pezzo, costituì il primo
lavoro multimediale del GMP ed insieme il suo atto fondativo,
in quanto univa per la prima volta in modo totalmente sincretico,
a differenza del classico videoclip, poesia, arte grafica,
filmato e ovviamente musica.
(David
Bosch) In "Grim" erano già presenti i primi semi di
multimedialità e "Forlorn" ne è l'esempio ove
nella parte filmata vi sono le incursioni artistiche delle
tavole disegnate ed il testo poetico si integra con le inquietanti
apparizioni di James. Credo di interpretare le opinioni degli
altri membri del GMP dicendo senza dubbio che l'amore per
l'Arte nella totalità delle sue espressioni è
sempre stata la nostra linea guida. Non riesco ad immaginare
il GMP se non come una simbiosi delle varie forme della creatività
finalizzate ad un unico risultato artistico.
(John
Ruin) Da questo punto di vista, credo che "Grim" sia stato
un ottimo esperimento. "Grim" ci ha consentito di capire esattamente
in quale direzione volessimo andare. Una cosa è risultata
chiara immediatamente dopo il suo rilascio: la relazione tra
musica, poesia ed immagini è intrinsecamente parte
del discorso artistico sottostante. Di conseguenza, l'adozione
di tecniche avanzate di programmazione multimediale è
stata una naturale evoluzione di quanto fatto fino al 2004,
atta ad "orchestrare" i discorsi artistici "primari".
David, con la tua attività
di grafica e la tua passione per la pittura contribuisti in
maniera determinante alla trasformazione che vide “Gothic”
diventare il “GMP”: al di là delle tua attività
di illustratore per le covers del vostro progetto, dimmi qualcosa
delle tue passioni artistiche, so che Bruegel il Vecchio è
tra i tuoi pittori preferiti, ho appena ammirato alcune sue
opere nel corso di una recente visita al Prado di Madrid e
ne sono rimasto affascinato…
(David Bosch) Circa questa
tua domanda potrei scrivere un libro... Bruegel il Vecchio,
il mio omonimo Hieronymus Bosch, ma anche i grandi R. Van
der Weyden, R. Campin, Jan Van Eyck, Hugo Van der Goes ed
altri sommi maestri fiamminghi sono stati e sono sicuramente
tra i miei autori preferiti: lo sono stati perché attraverso
di loro ho imparato a "conoscere la pittura" per lo studio
delle anatomie, della costruzione prospettica, per la maestria
nel colore, la caratterizzazione dei personaggi... Lo sono
per la sottile inquietudine che spesso pervade le loro scene
di genere perché ancora oggi non ho trovato autori
così dediti quasi "maniacalmente" alla cura del particolare,
caratteristica che io, dopo un periodo per così dalla
pennellata più libera e dal tratto più sciolto,
vorrei riacquisire come, con i dovuti limiti, agli inizi della
mia esperienza artistica. Particolare inoltre che può
fare sorridere, ma per me non trascurabile, è che proprio
tra i maestri delle Fiandre si ritrova più frequentemente
la pittura su tavola, che il sottoscritto, nelle sue opere
figurative, predilige di gran lunga alla tela ! Tengo qui
a sottolineare però che l'altro grande amore della
mia adolescenza artistica è costituito dalla pittura
metafisica del '900 attraverso l'incontro con il più
grande dei suoi esponenti: Giorgio de Chirico. Rimasi affascinato
dalle architetture inquiete delle sue piazze, dal mistero
delle sue scenografie, dalle profondità psicologiche
dei suoi non-personaggi. Sogno, presagio, mistero, melanconia,
inquietudine, attesa: ecco ciò che mi rapì negli
anni della mia giovinezza... e poi avanti, con la scoperta
di Carlo Carrà, dalle prime esperienze futuriste all'approdo
alla metafisica, l'amore per i giganti del '900 con la pennellata
guizzante di Umberto Boccioni, il dinamismo di Giacomo Balla,
la polimatericità di Enrico Prampolini, e ancora il
freddo mistero di Felice Casorati, i toni quasi monocromi
di Giorgio Morandi nel silenzio delle sue nature morte di
oggetti, l'enigma dei surrealisti e più in là,
fino ad arrivare ai sacchi lacerati e bruciati di Alberto
Burri: le ferite dell'esistenza., dell'anima. Qui a Milano,
ove vivo attualmente, sono accompagnato con costanza dalla
lezione di Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Arturo Tosi, Mario
Tozzi, Massimo Campigli, dal tocco di Filippo de Pisis e tanti
altri. Ovviamente non vedo l'ora che apra i battenti il museo
del '900, che contiene molti loro capolavori. Ma oltre alla
mente, un buon pittore per potersi definire tale, deve anche
usare il pennello, "possedere il mestiere", come dicono gli
addetti ai lavori e quindi nei miei studi non mancano le pennellate
dense e pastose e, perchè no, in qualche caso piene
di colore di Henri Matisse, l'immediatezza espressiva di Maurice
de Vlaminck, la matericità di André Derain e
degli amati "Sauves"... Quanto potrei scrivere ancora ? Vincent
Van Gogh, Claude Monet, Camille Pizarro, Paul Cezanne, Pier
Bonnard, tutti li adoro. Tutti mi hanno insegnato qualcosa:
dai toni delicati dei pastelli di Edgard Degas al dinamismo
folle di odio di Jackson Pollock, dal segno di Amedeo Modigliani
all'informale di Emilio Vedova. Ultimamente, in fatto di mostre,
ho visitato quella sul "Chiarismo Lombardo", ammirando le
opere di Francesco De Rocchi (la più grande antologica
a lui dedicata), Angelo Del Bon, Umberto Lilloni, Renato Birolli,
Pio Semeghini, Aligi Sassu e altri. Sono di casa al Museo
di Arte Moderna di Via Palestro (Milano), con annesso padiglione
di arte contemporanea e nella Casa Museo Boschi-Di Stefano
dove, oltre all'amato Enrico Baj è possibile ammirare
i lavori di uno dei miei autori preferiti non ancora citati:
Mario Sironi. Come vedi, questa tua domanda mi ha particolarmente
appassionato...
Il
mastodontico “Anti-box” del 2007, oltre a proseguire il discorso
multimediale con i suoi 2 Dvds, riprese gran parte dei vostri
demo dei primordi regalando agli ascoltatori un panorama pressoché
esaustivo dell’evoluzione del progetto Gothic nel corso degli
anni. Conservate ancora copia dei mitici demo, oggetto di
culto da molti amati tutt’ora, relativi alla vostra attività
degli anni ’90?
(James M. Jason) Sì,
li conservo tuttora gelosamente in una scatola come un adulto
può custodire i balocchi della propria infanzia. Contemporaneamente
alla realizzazione dell'"Anti-box", ho curato personalmente
la trasposizione di ogni singolo demo da cassetta a cd solo
per i membri dei Gothic al solo scopo di preservarli in quanto,
con gli anni, la qualità dei nastri originali, già
all'epoca scadente, si è ulteriormente deteriorata.
Mi preme dire che non solo il passaggio da band a progetto
multimediale ma anche la scelta deliberata di cambiare, spesso
radicalmente, stile musicale di release in release ci è
costata cara in termini di audience e di visibilità.
Di lavoro in lavoro abbiamo sempre perduto una fetta di fans,
dovendo conquistarne nuove. Quasi frustrante ma del tutto
coerente con la promessa che ci fecimo a suo tempo quando
fondammo i Gothic, ossia che quando mai ci fossimo ripetuti,
avremmo dovuto mettere la parola fine al nostro progetto.
Diteci
qualcosa del vostro braccio operativo “Théâtre de la Mort
08”, da quanto ho inteso è divenuta nel tempo una sorta
di label indipendente focalizzata al 100% sul GMP, è
corretto?
(James M. Jason) Sì,
è assolutamente corretto. Si tratta di una realtà
nella quale abbiamo investito molto, e non solo in termini
finanziari. Ispirato ai principi del Teatro della Morte del
geniale commediografo polacco Tadeusz Kantor, nostro inestinguibile
punto di riferimento in campo filosofico-teatrale, il "Théâtre
de la Mort 08" ci ha consentito una autonomia di movimento
nel campo della produzione multimediale per noi inimmaginabile
fino a pochi anni fa, permettendoci di autoprodurre le nostre
opere, dalla registrazione audio al montaggio video, il tutto
nel nostro studio, finalmente completo di ogni software e
consolle all'avanguardia nel campo multimediale. Ma il "Théâtre
de la Mort 08" in fondo è anche qualcosa di più,
come dimostra il manifesto fondativo pubblicato online nel
maggio 2007: è un modo di concepire l'Arte come Trinità
maledetta composta da suono-musica, immagine-arte grafica
e parola-poesia e racchiusa nella disagevole Oscurità
claustrofobica di un Teatro Virtuale, Interattivo e Multimediale
che intende mettere in scena l'eterna danza macabra dei propri
demoni interiori. Perchè riteniamo che l'Arte e così
la Musica siano disagio interiore e non per forza debbano
essere "piacevoli" e compiacenti nei riguardi del loro fruitore.
Siamo lungi dall'essere sadici ma mettere alla prova i fruitori
delle nostre opere, metterli il più possibile, giustappunto,
a disagio è un primo luogo una sfida a noi stessi.
L'opera artistica è un manichino animato dallo spirito
del fruitore stesso, e non dal suo autore, che porta in bella
mostra sulla schiena il cadavere dell'artista che l'ha creato.
I possibili messaggi multipli da essa racchiusi sono raggiungibili
solamente attraverso un notevole sforzo di ricerca introspettiva.
Il contenuto multimediale delle nostre opere, che risulta
ostico a taluni che vorrebbero il solito prodotto ready-made
da cui attingerne passivamente i contenuti, diventa così
non il punto di partenza, come per molti, bensì l'obiettivo,
non sempre a portata di mano, della penosa ricerca intrapresa
dal fruitore della nostra opera Questo concetto di opera artistica
come ardua e talvolta autoprovocatoria e quindi stimolante
ricerca interiore è il fondamento concettuale che sta
alla base del "Théâtre de la Mort 08".
Siamo
nel maggio 2010, e con “Clam, Dolenter” si realizza quella
summa di “futuristica opera totale” che il GMP coltiva ormai
dagli inizi del decennio. Acclusa a questo servizio i nostri
lettori troveranno una mia recensione - che vorrebbe essere
esaustiva - del disco. Ma data la complessità del lavoro,
sono certo vorrete approfittarne per aggiungere qualcosa di
interessante a proposito di “Clam, Dolenter”.
(James M. Jason) "Clam,
Dolenter" è la prima opera integralmente multimediale
nel senso sincretico del termine. Ed è nello stesso
tempo molto di più... è un viaggio morboso,
pervasamente inquietante dentro il proprio sub-conscio, a
stretto contatto con le proprie paure e con i propri segreti
non confessabili. Sarebbe un grande errore considerarlo come
un album in cui dovere seguire un percorso prestabilito e
dovere vedere a tutti i costi tutto quanto ivi compreso a
livello di offerta musicale e artistica. Questo è proprio
quanto abbiamo voluto evitare. Non esiste una tracklist e
non esiste una qualsivoglia "durata" dell'opera... dipende
tutto dalla propria capacità e volontà di esplorazione/introspezione.
Un unico avvertimento: il palazzo che è il luogo virtuale
e anche metafisico di "Clam, Dolenter" sembra abbandonato
ma in realtà non lo è affatto... Come musicista,
il cambiamento di soundtrack da piano a piano, con la musica
che lascia sempre più spazio al rumorismo man mano
che ci si eleva di piano ha un significato ben preciso che
mi fa piacere rivelare ai lettori di Rosa Selvaggia: se per
un musicista, in termini canonici, il rumore è il Male,
vuole dire che il Male sta in Alto e non in Basso come si
sarebbe portati a credere. Del resto, già in "Grim"
dicevamo che "la Morte è sulle colline"... a buon intenditore,
poche parole...
(David
Bosch) "Clam, Dolenter" non è solo ciò che sembra
poichè occorre anche indagare i simboli, i segni, gli
enigmi nascosti che non appaiono ne' alla prima ne' alla seconda
volta che si esplora l'opera senza penetrarvi troppo. Vi è
una verità oscura, un significato esoterico per iniziati.
Per ciò che mi riguarda colgo l'occasione per ricordare
che ogni tavola, ogni scultura, ogni collage e assemblaggio
rappresenta un pezzo unico, realizzato, a mano, solo per quest'opera
e mai più replicato, concepito unicamente per fare
parte del Tutto di "Clam, Dolenter".
(John
Ruin) Credo che "Clam, Dolenter" vada assaporato nel delicato
equilibrio di relazioni tra i diversi messaggi che si possono
trovare interagendo con esso. Mi piace porre l'attenzione
sul fatto che l'esperienza interattiva di Clam, Dolenter si
articola indifferentemente su due dimensioni, il tempo e lo
spazio. Queste dimensioni sono fondamentalmente interconnesse.
I messaggi musicale e visivo si compenetrano nel momento in
cui ci si sposta in aree diverse dell'"edificio", ed è
possibile che varie parti di tali messaggi siano collegate
anche a diverse distanze di aree o minuti.
Ed
ora una domanda tecnica per John Ruin, se non erro il vostro
esperto di “programming”, sul concepimento di “Clam, Dolenter”:
che tipo di software ed attrezzatura sono necessari per completare
un lavoro multi-mediale di questo genere?
(John Ruin) La realizzazione
di "Clam, Dolenter" è stata molto complessa. Ho una
certa esperienza in questioni "informatiche", e posso affermare
senza paura di essere smentito che "Clam, Dolenter" rappresenta
un progetto di difficile realizzazione, a cui diverse persone
hanno partecipato per raggiungere il risultato che potrete
vedere. Dal punto di vista tecnico, sono necessari "solo"
alcuni personal computer con le più moderne attrezzature
per realizzazioni grafiche e software di programmazione orientati
alla grafica. Tuttavia, quello che rende speciale "Clam, Dolenter"
è l'uso particolarmente "deviato" ed insolito di tali
tecniche di programmazione, che lo rendono un gioiello unico
nel panorama contemporaneo.
Sono
un discreto appassionato di arte moderna e contemporanea,
e so che state presentando “Clam, Dolenter” presso alcune
rassegne artistiche in Italia ed all’estero. Quale canale
di distribuzione avete pensato per un’opera come questa, assolutamente
fuori dagli schemi dell’odierna industria musicale?
(James M. Jason) Gli
spazi di distribuzione per un'opera così avanguardistica,
che qualche curatore di festival ha voluto, non erroneamente,
definire "mixed media", si sono rivelati ancor più
ristretti di quanto non avessimo pensato, complice anche la
mia tendenziale propensione a sopravvalutare l'apertura mentale
delle persone che si occupano di promozione in campo musicale
e più in generale artistico. Spesse volte, dietro vani
proclami di disinteressata "promozione di opere d'avanguardia"
abbiamo trovato squallidi personaggi più dediti a riempire
il proprio portafogli e a cercare il "business" del momento
piuttosto che seri amanti di una musica e di un'arte che potessero
andare oltre "le colonne d'Ercole" delle regole del marketing
di cui l'industria musicale ma anche artistica sembra ahimé
essere prigioniera. Stiamo comunque promuovendo "Clam, Dolenter"
attraverso diversi festival internazionali di video-arte.
Abbiamo programmato un mini-tour mondiale che passando attraverso
Bulgaria, Olanda, Inghilterra, Cina, Canada, Stati Uniti e
Australia avrà sicuramente il suo momento più
importante al Sonar Festival dell'anno prossimo, a Barcellona.
In Italia è fresca la notizia che ci vede ammessi alle
proiezioni finali del Scientist Video Festival che si terrà
a Ferrara i prossimi 8-9-10 ottobre e a cui parteciperemo
di persona: una grande soddisfazione ed il primo piccolo riconoscimento
del nostro duro lavoro di ben sei anni ! Speriamo di potere
essere presenti in Italia in occasione di un altro evento
culturale nel corso dell'anno venturo. Quanto alla distribuzione
vera e propria, le nostre opere sono acquistabili on-line
attraverso il nostro sito http://www.gothicdimension.com/3/,
attraverso il distributore americano CDBaby e, per chi si
aggirasse nei dintorni del centro storico di Genova, direttamente
dal negozio "Comics Parade" in Vico dei Garibaldi.
(David
Bosch) Tenteremo di proporci a qualche galleria d'arte contemporanea
in grado di organizzare una nostra idea di installazione e
con essa, una "personale" in quanto concepiamo "Clam, Dolenter"
come una vera e propria opera di arte contemporanea. Non sarà
facile, data la proverbiale chiusura degli ambienti legati
all'arte e al mondo delle gallerie...
RS
Genova è una città che negli anni è stata
prodiga di valide proposte musicali in campo oscuro a 360
gradi, si pensi alle bands dark-prog della Black Widow quali
Il Segno del Comando e Malombra, per giungere ai contemporanei
Ianva ed Egida Aurea, riconducibili alla cosiddetta area neo-folk
seppur artisticamente non confinabili in tale perimetro. Pensate
che tra il pubblico di queste scene si possano celare potenziali
estimatori per il GMP, oppure vi sentite al di fuori della
scena cosiddetta “gotica”?
(David Bosch) Personalmente
mi sento dentro e fuori dalla scena "gotica". Dentro perché
ovviamente il mio modo di vedere le cose, la visione della
vita e la sua poetica possono essere ricondotte nel cd. "cultura
gotica". Fuori perché penso che "Clam, Dolenter" e
con esso il GMP, non possano essere chiusi in un perimetro
ben definito. Entrambi sono qualcosa di più: arte,
poesia, musica ma anche teatro e filosofia, mistero e attesa,
enigma e oscurità... Credo comunque che tra il pubblico
di cui ha parlato tu, vi siano potenzialmente persone con
un sentire simile al nostro. Pertanto presumo e spero di trovarvi
un buon numero di estimatori.
(John
Ruin) Dopo aver lavorato oltre 5 anni alla realizzazione di
"Clam, Dolenter" sul lato multimediale, non credo di voler
catalogare questa opera in facili categorie da etichetta.
La ritengo un'opera di non banale contenuto, vagamente aristocratica,
ma anche estremamente godibile se si ha la voglia di lasciarsi
andare e di assaporare, "ruminare" i messaggi e le esperienze
che la accompagnano.
(James
M. Jason) Una band old-school HC della mia città una
volta cantava, o meglio urlava: "il senso di non appartenenza
domina la mia esistenza"... Credo di interpretare il comune
sentire dei membri del GMP quando dico che il nostro sfrenato
individualismo, talvolta con venature di misantropia, ci fa
rifuggire dal far parte di qualsivoglia scena... poi, quando
qualcuna di queste scene si ammanta di una pseudo "estetica
politica", ciò me ne fa ancor più allontanare.
Detto ciò, la mia anima è Gotica e tinta di
"profondo Nero" ed è innegabile che solo chi ama l'Oscurità
può apprezzare il nostro modo di essere e di fare arte
"dentro e per le Tenebre che celiamo in noi". Tuttavia l'apertura
mentale al nuovo, al diverso, al bizzarro, la capacità
di apprezzare un'opera artistica o musicale per quello che
è e non per quello che può dare sono trasversali
a tutte le sottoculture dark, metal, punk e avant.... quindi
non vogliamo precludere a nessuno l'approccio alle nostre
opere. Gli unici requisiti sono un'anima goticamente sognante
e un grande desiderio di mettersi liberamente in gioco, senza
preclusioni, dinanzi a qualcosa di cui non si conoscono ne'
i connotati ne' i confini.
Ragazzi,
un grazie da parte mia e dello staff di RS per la vostra disponibilità.
(James M. Jason) A nome
del Gothic Multimedia Project ti ringraziamo per la possibilità
che ci hai offerto qui di spiegare chi siamo, cosa facciamo
e perché lo facciamo. Un grosso in bocca al lupo per
chi vorrà cimentarsi con "Clam, Dolenter" o con qualsiasi
altra nostra opera multimediale.
Un
mio doveroso ringraziamento va anche a James M. Jason per
il consistente materiale fornitomi negli anni, che mi ha permesso
di venire a conoscenza del suo progetto e di diventarne nel
tempo fan ed estimatore.
Siti
web:
http://www.gothicdimension.com/3/
http://www.myspace.com/tdlm08
(Oflorenz/
www.myspace.com/oflorenz
)