DIAMANDA
GALAS
15
Ottobre 2010, Teatro Valli,
Reggio Emilia
Testo
by Anialf
Di
sfuggita leggo nei cartelloni “Songs of Exile”: mah, penso
io, sarà il solito musicista sconosciuto, oppure solo
per pochi, o qualche altra cosa…. Ma poi sotto leggo “Diamanda
Galàs”… no, mi fermo con l’auto, rileggo il cartellone:
c’è proprio scritto “Diamanda Galàs e pianoforte”.
Il cuore comincia a non stare fermo, possibile che sia vero?
Possibile che possa rivederla dopo più di 15 anni,
e proprio nella mia città, a pochi metri da dove vivo?
LEI ha scelto proprio Reggio Emilia? Ancora frastornato, corro
all’istante a comprare il biglietto… arriva venerdì,
il concerto, o meglio la performance, è confermata…
entro nel foyer e il cuore comincia di nuovo a battere troppo
forte, tra poco VEDRO’ LA SERPENTA… sentirò cosa ha
da dire la sua musica ma soprattutto la sua inarrivabile voce…
e quindi entro, il palco con questo stupendo immenso pianoforte
a coda, l’attesa fa salire il cuore verso il cervello, trangugio
una pastiglia perché se ne stavolta mi viene un infarto…
e poi le luci si affievolano lentamente, ma non si spengono
del tutto, poi dirò perché, rimangono fiammelle
leggere che accompagnano l’ingresso della DIVINA DEA-DEMONE…L’età
non cambia ciò che è “bello” di natura, lei
inguainata in perfetto vestito nero lungo, le spalle scoperte,
poco trucco, qualche bracciale ed anello che rifulgeranno
luci che non derivano dal riflesso di quelle sul palco, ma
da lei stessa (si vede che la amo alla follia?). Un secondo
per prendere aria, e poi una sventagliata di note pestate
con violenza, scale (dis)armoniche che ci fanno ricordare
che seppur accademica, la sua bravura come pianista è
eccelsa… e inizia il canto della sirena cattiva…
Luci
violacee… ouverture magnifica(ta)… che non tradisce la minima
emozione di un Teatro imponente come il Valli, LEI comanda
lui e tutti noi… non chiedetemi i nomi dei brani, non li conosco,
per me esiste solo il suo canto, ma per la cronaca a parte
qualche brano improvvisato e qualcuno vecchio, la maggioranza
sono tratti dall’ultimo doppio “Defixiones, Will & Testament”,
quindi il blues alla sua maniera, si intende… Finisce la prima
esecuzione, la gente scioccata applaude come se fosse sceso
un Dio su di loro (si vede che molte persone sono venute lì
con i loro sciocchi travestimenti gotici o da ‘brave persone’
senza sapere chi è Diamanda, peggio per loro, il pugno
nello stomaco dell’inizio gli lascerà il segno per
MOLTO TEMPO…
Luci
rosse, le sue pallide spalle scoperte… altra litania, imprecazioni,
qui la famosa ESTENSIONE DI QUATTRO OTTAVE c’è, innegabile,
e senza nemmeno quell’impianto da Apocalisse liberatoria dei
microfoni collegati in serie (3, 4 quanti erano l’ultima volta?)…
La voce è una? No, sono 10, 100, si sdoppiano e si
rincorrono per la platea e le gallerie del teatro… Solo Lisa
Gerrard potrebbe OSARE di avvicinarsi a LEI, ma Lisa è
un angelo, LEI… La SERPENTA non canta, avvolge con le sue
spire e soffoca, lasciandoci appena un poco di respiro per
sopravvivere… Altro finale ed altro teatro che esplode in
applausi finalmente comprensivi…
Luci
blu… canzoni d’amore urlate e rinfacciate al proprio amante…
fra i poeti citati ci sono anche alcuni romantici come Vallejo,
Paul Celan, de Nerval… scale (dis)armoniche ho già
detto, ma quella voce esce da tutto tranne che dalla gola…
è l’intero corpo che canta, disperato per i genocidi
armeni, dell’Anatolia, dito accusatore contro chi li ha perpretati,
anche verso quell’America che pure da sempre la ospita…. Ma
LEI non è americana, è mediterranea come me
e voi, è greca e ne è fiera, dà fastidio
ma non è ipocrita come noi…
Luce
neutra… chanteuse da tabarin… o Musa dentro Teatri lussuosi
ed un poco decadenti? L’estensione vocale è REALMENTE
FUORI DA OGNI REGOLA NATURALE… E’ amica di Dio? Del Diavolo?
No, aspettate, può essere SOLO AMICA DI ENTRAMBI… Voce
da bambina capricciosa, da adulta rassegnata, da vecchia strega
capace di incredibili sortilegi… Si fa voce di torture, di
stermini di massa, di olocausti…
Luce
verde… Diamanda, hai paura del buio, visto che i lampioncini
tutt’attorno ai palchi sono sempre accesi, anche se assai
debolmente? Temi noi che pretendiamo da Te quello che ci stai
comunque dando? Oppure hai paura di ciò che hai realmente
dentro, maturata da anni di sofferenza per la Tua gente e
per il mondo intero? Non reciti, non interpreti, sei Tu originale…
ci calchi la mano, questo è vero, ma Te lo puoi permettere…
Non è la Galàs che reinterpreta Pasolini o Papadopoulos
o Silverstein, sono i loro poemi, le loro musiche originali
che hanno ACCETTATO DI FARSI DA TE INTERPRETARE…
Ancora
luci neutre… leggero fumo incensato… un blues molto malinconico,
finchè lo decidi Tu con i toni bassi… schizofrenici
passaggi di registro, no no un’intero coro lirico riprodotto
in pochi secondi… Dov’è il Tuo adorato fratello? Con te come
sempre, esce da te anche lui per poi rientrarci, è
comunque LI’ CON TE, fintanto che ne avrai bisogno…
Luce
blu laterale… Strega delle favole ho scritto prima, è
proprio così? No, è molto più spietata
e crudele, perché non c’è niente da inventare, il mondo
è quello che è e lo si può vedere nell’azzeramento
di qualsiasi suo valore… all’improvviso una luce proietta
la Tua ombra sul fondale… ora chi è che sta cantando
e suonando, Tu o Lei?
Finalmente,
in italiano voluto anche se non completamente parlato, ci
saluta ringrazia e presenta il prossimo brano… ma in quali
e quante lingue canta? Magari come la Gerrard è una
lingua inventata per non stare ai costrutti di nessun linguaggio
precostruito… Luci multicolori… gigante Edith Piaf maligna,
orchessa di cui temiamo le verità che ci scaglia addosso…
dark cabaret? Ma non scherziamo, ragazze che cercate di imitarla!
Amebe che hanno trovato un filone (ma ci sarà poi?)
e lo seguono senza un minimo di potenza creativa, sempre PARAGONATE
A LEI… Ho pensato, e forse l’ho anche detto ad alta voce,
che l’immenso lampadario di cristallo sopra le nostre teste,
stavolta realmente potesse frantumarsi, facendoci piovere
addosso lame taglienti sulle nostre teste assai spesso inutili(zzate),
e m’immagino la scena mentre LEI continua a meditare redenzioni,
pietà, pietà, chiedete pietà e perdono…
Ora
Lei ci parla a lungo, sforzandosi di farlo in italiano (come
del resto tutti i grandi artisti che cercano di comunicare
con noi poveri spettatori incantati) e ci vuol dire che i
prossimo ed ultimo brano è un suo ‘cavallo di battaglia’
e che lo ripropone sempre perché sin da quando l’ha
composto ha sentito come un (e qui fa il gesto di darsi un
pugno nel palmo della mano)… ed è molto felice di cantarla
ancora… poi quasi a scusarsi ci dice ‘Oh don’t fucking it’
non fateci caso, avevo bisogno di parlare e l’ho fatto… e
l’ultimo brano termina con incessanti applausi, finalmente
sinceri e non manierosi…
Non
erano previsti bis né intervalli… solo un’ora e mezza
ininterrotta…. Séh, figuriamoci se Diamanda sta alle
regole, LEI LE CREA, LE REGOLE…. E ci regala ben 4 (e dico
4) bis uno più intenso dell’altro…
Dopo
il secondo bis, noi non siamo ancora contenti, LA SERPENTA
CI HA SOGGIOGATI ed ora PRETENDIAMO di più, ancora
un pò… e Lei ci accontenta, forti luci bianche, un bel blues
apocalittico (non nel senso neofolk, ovviamente, ma proprio
da anticamera di qualche Aldilà qualunque esso sia
e sarà, se c’è…)… Mai un cedimento, mai una stonatura
o una forzatura che una voce di questa potenza ed ecletticità
potrebbe avere… nulla lasciato al caso.. ATTENZIONE HO DETTO
CASO, NON IMPROVVISAZIONE!!!! Di fianco dicono “Ma chissà
quante ore si allenerà al giorno!”… Sì, l’ha
sempre detto anche Lei, ma questa voce è PRINCIPALMENTE
un dono di natura (ripeto, non voglio sapere da chi l’ha ricevuto…)
perché l’enfasi che usa Diamanda non può nascere
anche se in decine di anni di studi… deve per forza esserci
una forte componente NATURALE ED INNATA, CONGENITA insomma…
Finisce
realmente il concerto… doveva purtroppo finire… pian piano
si riaccendono le luci, e TUTTI NOI ci guardiamo in faccia
l’un l’altro, senza commenti, non ce n’è bisogno… L’amico
Giovanni venuto dalla Toscana a condividere la mediazione
fra malinconia e rabbia di Diamanda, e con cui ho scambiato
qualche parola prima e dopo il concerto, vive nel metal e
ne organizza anche eventi importanti, quindi teoricamente
di cose ‘forti’ deve averne viste… ma quando si sono riaccese
le luci, mi ha fissato e mi ha detto semplicemente ‘avevi
ragione, ancora non credo a quello che ho visto e sentito…’…
la tensione del pubblico sta scendendo, la Serpenta ancora
una volta ci ha (tras)portati nel SUO MONDO, Caronte femminile,
e noi dove siamo stati per due ore e passa? Il cuore è
ancora molto agitato, ha passato troppe emozioni e sembra
debba scoppiare, lui sì che saprebbe raccontare cos’è
un concerto di Diamanda Galàs, un rito, un’iniziazione,
un ballatoio ipnotizzante in uno dei tanti ipotetici inferni
che ci aspettano… e che ci hanno già dato qualche assaggio
in anticipo, con la
cattiveria innata di noi uomini (rigorosamente in minuscolo).