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THE FROZEN AUTUMN 28 settembre 2002, Vampyria, Cella (RE)
Da tempo aspettavo di poter vedere uno dei miei gruppi preferiti nel panorama darkwave… Così, molto emozionato, mi reco al Vampyria… ma da subito mi rendo conto che c'è qualcosa che non torna: il pubblico non mi sembra quello tipico di chi ascolta i Frozen Autumn… Comunque sia, il concerto inizia (seppure in ritardo): Arianna e Diego, sin dai primi brani dimostrano di saperci realmente fare, ed il suono, nonostante il locale non sia il massimo in fatto di acustica, è piuttosto buono. Il duo alterna brani tratti dal loro ultimo cd "Emotional screening device" ad altri meno recenti, ma conosciuti ed apprezzati (per esempio la sublime "Dusk is like a dagger", vero e proprio cavallo di battaglia), anche dal loro sideproject "Static Movement" ("Outside the line" e "Visionary Landscapes"). Ad un certo punto, tuttavia, il brusio che proviene da chi del concerto non è affatto interessato si fa sempre più alto, fino ad un berciare che spesso arriva addirittura a coprire (!) il cantato! Ma quello che più dispiace è che le urla ed il disinteresse arrivano anche dallo stesso staff del locale, e questo posso dirlo in quanto ero proprio vicino al bancone del bar. Chiaramente, una situazione del genere non poteva passare inosservata dai Frozen Autumn, che, nonostante il massimo impegno, hanno cominciato a dare (giustamente) segni di nervosismo, sino a quando Arianna con un gesto stizzito (più che giustificabile…) ha lasciato irritata il palco anticipatamente rispetto a quanto previsto, seguìta a ruota da un rassegnato Diego. Il concerto è comunque durato quasi un'ora, ma non riesco a pensare quanto in realtà il duo ci avrebbe potuto offrire, con la loro musica piena di reminiscenze wave anni '80 seppure mai giù di moda e sempre piacevole. In seguito ho scambiato quattro chiacchiere con Diego e Arianna (che saluto nuovamente, ringraziandoli), i quali mi hanno confermato che loro stessi, ad un certo punto, non riuscivano nemmeno più a sentire ciò che suonavano, a causa della confusione che si era creata nel locale, e soprattutto vicino al palco. E' perfettamente inutile, oltreché banale, ribadire il concetto che spesso, troppo spesso, chi va ai concerti (anche se paga regolarmente il biglietto di ingresso, con un'evidente punta di masochismo…) lo fa solamente per esserci, apparire, ma PER NIENTE con lo scopo di ascoltare ed apprezzare buona musica… Non si chiede che tutti siano interessati, ma che ci sia almeno più rispetto per chi, sul palco, si danna per offrire il meglio di loro stessi… Che tristezza! (by Alfredo)

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