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FORESTA DI FERRO + HEKATE
JAM CLUB Mestre (VE) - 18 Dicembre 2004

testo by Noctiluca

Per vari ed alterni motivi capito quasi casualmente alla serata di chiusura del Jam club, si ho detto chiusura, vale a dire finale e definitiva. Non so quali siano i motivi per quali il club chiude ma in questi anni ho assistito a una nutrita moria di locali che però mai ha decretato la fine o la morte del poco nutrito popolo dark e di tutti quelli che si sbattono e si sbatteranno per organizzare eventi alternativi esterni al mainstream musicali, che siano dark, rock, electro, punk, garage... non ha nessuna importanza. Grazie JAM.

Il primo gruppo a salire sul palco, di fronte a un discreto pubblico, sono i t edeschi HEKATE, che apprendo abbiano più di qualche album allattivo ma a me totalmente sconosciuti.
La band composta da ben cinque elementi: un batterista, un percussionista, una cantante, un cantante percussionista e un bel rubicondo tedescotto alle tastiere, sequencer e altri strumenti, inizialmente propongono un sorta di folk medieval-popolare da sagra duecentesca molto coinvolgente, grazie soprattutto all’uso
contemporaneo di ben quattro timpani e altre percussioni, il tutto coronato dalla dolce voce di Susie. Si susseguono pezzi con chitarra acustica sempre dal sentore medievaleggiante, però meno convincenti dei precedenti, ma la cosa che mi stupisce di più è l’apparizione sul palco di una ghironda, strumento che non vedevo suonato da molto troppo tempo.
Il finale acquista invece sonorità più vicine ad un folk marziale, dall’incedere percussivo ipnotico arricchito da urla distorte. Sonori e meritati applausi risuonano nel locale per questa onesta, discreta, simpatica band di alemanni, che hanno saputo coinvolgere e farsi apprezzare da un pubblico che per il 90% non li aveva mai sentiti. Bravi anche se non comprerei mai un loro cd.


Per FORESTA DI FERRO il gravoso compito di alternarsi sul palco dopo un live intenso e piacevole degli Hekate non è e non sarà affatto facile. Il progetto di M. Deplano, R. Leviathan e J.Murphy (non presente) si basa fondamentalmente sulla costruzione di atmosfere rumorose ambientaliste usando campioni di varia origine (mi è sembrato di udire anche delle mitragliatrici uscite direttamente da un documentario sulla II° guerra mondiale) alternate a pezzi marziali o semplicemente acustici.
I primi due pezzi vedono M. Deplano urlare poderosamente sopra a una base caotica, tagliente, ipnotica e forse un po’ noiosa il tutto abbinato ad una proiezione di un video di natura documentaristica (che durerà per tutto il live) che andava dai Kamikaze alla guerra sul Sinai.
Purtroppo gli applausi sono timidi ed incerti e forse anche a ragione visto che i due non suonano e non "cantano" e la musica fa semplicemente da colonna sonora al video, anche se l’abbinamento è più che perfetto. Dopo 15 minuti Leviathan imbraccia un bella chitarrina acustica proponendoci "Oak Leaf", una canzoncina (l’apice del concerto?) carina in stile Ostara (chissà come mai!?).
Finalmente i due dopo quasi venti minuti finalmente suonano mescolando chitarra e rumori, ed avvalendosi successivamente del percussionista (vista la mancanza di Murphy) degli Hekate donando così alla musica un tocco maggiormente marziale.
Alla fine i brani presentati saranno appena sei o sette, per un totale di poco meno di 30 minuti, un po’ pochi. E così tra la stupore e anche la noia di tutti, il concerto termina senza mai essere entrato nel vivo.
Forse sarebbe stato meglio se avessero suonato prima degli Hekate un gruppo che aveva innanzitutto più canzoni da proporre e un maggior coinvolgimento del pubblico. Opinioni!
Per finire un saluto al Jam e a tutti gli organizzatori e frequentatori del locale, ci vedremo in altre lande…

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