FEMINA
FABER
"Femina Faber nasce nel 2005 dall’idea di Paola Bianchi, da tempo
parte dei Ludmila e con all'attivo moltissime collaborazioni nell'ambito
della musica sperimentale, nonché di quella 'colta' legata al recupero
del canto gregoriano”
Intervista
di Lara Bertoglio
Photo by Pier Giorgio De Pinto_ProLitterisZurich
Ciao
Paola, è un piacere ospitarti sulle nostre pagine. Partiamo dagli albori,
la tua carriera è costellata di collaborazioni e progetti importanti,
ci racconti il tuo sorprendente percorso artistico?
Ciao Lara, piacere mio! Ho iniziato questo viaggio come FF ormai ben
7 anni fa, per coniugare nella musica tutte le cose che più mi piacciono:
i suoni sintetici, il cantare in latino, il carattere più performativo
nei live, di certo non credevo che si potesse sviluppare a tal punto
da poter diventare il mio progetto principale, poiché era nato come
side project dei Ludmila. Ho visto che sin dal primo EP si è subito
creato un forte interesse intorno alla mia musica che mi ha spinto a
continuare, incoraggiata anche dalle persone che hanno sempre creduto
in me e con cui ho avuto il piacere e la fortuna di collaborare. Così
ho portato il mio live in lungo e in largo in Italia e all’ estero,
e sono approdata all’album “Tumultuor”, che è stato un po’ il completamento
di lavoro e collaborazioni sin qui collezionate. Poi mi sono presa un
po’ di tempo, pur non interrompendo mai la mia attività concertistica
nell’ ambito della musica antica, perché volevo finalmente convogliare
in FF tutto quello che era stata la mia esperienza musicale a 360° fino
ad ora. L’ incontro con Fausto Balbo a questo punto è stato decisivo.
Già presente in Tumultuor, insieme abbiamo deciso di unire quello che
erano le sue potenzialità come musicista e arrangiatore alle mie linee
vocali e testi, e questo connubio ha poi portato alla straordinaria
esperienza che è convogliata nella produzione di “Amplexum Mentis” e
la pubblicazione da parte della Calembour Records. E’ l’ album che meglio
mi rappresenta, in cui io mi riconosco maggiormente e in cui c’ è stata
la migliore produzione. Questo è stato possibile prima di tutto grazie
a Froxeanne e a Fausto Balbo, e tutte le persone che vi hanno lavorato
: Matteo Zenatti (La Reverdie) , Andrea Garavaglia (Mesmerize) , Luca
Valisi (Ludmila), Kontakte (Tasaday) A034, e tutta la microequipe di
lavoro che si è creata intorno a questo progetto e con cui ho lavorato
sinergicamente per la sua realizzazione.
Essendo
nativa di Cremona, città di Stradivari, della famosa Liuteria e delle
più importanti scuole di canto gregoriano non posso esimermi dal chiederti
di approfondire l’argomento relativo alla tua esperienza nella "schola
gregoriana".
All’ Aiscgre (Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano,
che ha sede proprio a Cremona) sono approdata dopo diversi corsi sulla
musica medievale e anni di approfondimenti sulla vocalità antica, perché
mi avevano detto che lì avrei potuto trovare i migliori insegnanti e
avrei potuto approfondire la notazione neumatica e il canto gregoriano
in ogni suo aspetto. E così è stato! Ho avuto il privilegio di studiare
con i maggiori gregorianisti, tra cui Nino Albarosa,J.B.Goeschl e Giovanni
Conti. Al secondo anno di corso, il Maestro Conti mi ha chiesto di cantare
nella sua “schola” a Lugano e da lì è nato il mio percorso negli Ensemble
Alia Monodia e successivamente con Adiastema. Con queste due formazioni
a partire dal 2006 ho cantato per mezzo mondo e nei Festival e luoghi
più importanti per quanto riguarda la musica sacra e antica. Uno in
particolare lo ricordo con maggiore impressione, quello all’ Escorial
a Madrid, ci saranno state un migliaio di persone, attentissime, per
ascoltare due ore di solo gregoriano, un’energia indescrivibile!
Da
qui è nata l’idea di amalgamare sonorità che spaziano tra “suoni sintetici
e industrial e la musicalità della lingua latina”? Perché la scelta
del nome Femina Faber?
Si è nata da qui, ma si può dire che da che ho iniziato a studiare canto
ho sempre cantato in latino. Dallo studio del gregoriano è nata l’idea
di ricercare la perfetta unione tra melodia e testo, discorso che ho
sempre cercato di realizzare e che sì è consolidato con Amplexum Mentis.
Femina Faber significa letteralmente “La Fabbricante”.
Il tuo sound a mio avviso è molto di nicchia,
un genere colto e spesso ritenuto "difficile". Non temete di essere
meno ricettivi e seguiti visto che il pubblico di oggi è tornato ad
apprezzare ritmi più estremi e immediati?
Premesso che non è assolutamente un problema che mi pongo ogni qualvolta
componga un brano, sono d’accordo solo in parte con la tua affermazione.
Lo potrei considerare di “nicchia” in quanto ha una sua particolare
connotazione e direzione, e soprattutto perché non è di facilmente riconducibile
a un genere, questo non solo a mio avviso. “Difficile” soltanto per
le persone che non sono abituate ad ascoltare musica. Anche che il pubblico
di oggi sia più grossolano è vero fino ad un certo punto: prima di tutto
l' orecchio va educato, secondo, io avverto una fame di cultura molto
elevata in questo periodo, e mi riferisco anche all’Italia, non solo
all’estero: il problema stà nel modo e nella cornice con cui viene proposta
la musica. Si sa da tanto tempo che qui abbiamo il pane ma non i denti
:)
Quali
autori influenzano le tue scelte musicali e artistiche, mi riferisco
anche al lato estetico
Mah, di vere e proprie influenze non saprei, perchè non è un aspetto
che mi interessa quando inizio a comporre qualcosa, potrei parlare di
musicisti che mi piacciono da sempre: Dead Can Dance, Cocteau Twins
e i classici della new wave , ma anche Portishead, Massive Attack ,
Radiohead e Bjork. Per quanto riguarda i compositori ultimamente ammiro
molto il lavoro del Maestro Arvo Part. Con l’ Ensemble Adiastema ho
avuto l’onore di cantare un arrangiamento per voci femminili del suo
splendido “De Profundis” in prima assoluta ad uno dei festival organistici
più importanti d’Europa, ma parlare di vere e proprie influenze è difficile….
A livello estetico non saprei, estetico musicale forse Kraftwerk di
cui ammiro soprattutto la grande efficacia comunicativa.
Quali tematiche affrontano i testi di Femina
Faber? Come nasce una canzone?
Una città imponente, industriale e caotica come Milano è per te fonte
d'ispirazione?
Da sempre i miei brani vengono creati di getto, in modo molto istintivo,
spesso di notte evocate da sogni, ricordi, avvenimenti importanti...mi
piace moltissimo descrivere queste suggestioni in modo un po' visionario,
così che ciascuno si possa rispecchiare in una propria libera interpretazione,
ma devo dire che con Amplexum Mentis il mio approccio compositivo è
cambiato, e questo è stato determinato dall' aver lavorato con Fausto
Balbo. Sicuramente sono partita da questo approccio, e per la prima
volta ho deciso di affrontare un tema che mi stava molto a cuore, cioè
quello dell'amore in tutte le sue forme e aspetti, per un essere, per
il creato e per tutto il cosmo. Io penso che tutto ciò che fa parte
del nostro mondo e non solo, possa essere fonte di ispirazione, per
cui certo, anche una città come Milano ;) Poi però insieme a Fausto
abbiamo deciso di assecondare questo aspetto così visionario e liberamente
interpretabile dei brani per crearne diverse versioni che evocassero
paesaggi sonori differenti pur mantenendo come fil rouge il tema (l'amore)
e il mezzo (la voce)...così siamo approdati ad “Amplexum Mentis: Ut
Cosmo Concordent Voces” .
Qual è il pezzo che ti ha dato maggior soddisfazione comporre e quale
maggiori grattacapi?
Il brano che più mi ha dato soddisfazioni è sicuramente proprio Amplexum
Mentis! E' il testo più romantico e struggente che abbia mai scritto
e perché la melodia è quella che preferisco in assoluto, e qui Fausto
per l’ arrangiamento musicale ha usato solo la mia voce, a cui abbiamo
aggiunto l’arpa di Matteo Zenatti. Più grattacapi forse “Parva gemma
mea” ma soltanto perchè ne avevamo versioni differenti che mi piacevano
e non sapevo quale scegliere.
Parliamo
dell'’artwork, lo trovo interessante e al primo impatto rispecchia una
tipica impronta surreale ed eterea. Era questo il risultato che speravate
di ottenere? Chi è l’autore?
La storia dell' artwork è davvero rocambolesca ma visto che ha destato
il tuo interesse la voglio raccontare perchè gli autori in questo caso
sono stati davvero formidabili. Premesso che dopo anni di esperienza
posso affermare che i grafici sono la categoria con cui ho più difficoltà
a lavorare, mi ritrovo a consegna del lavoro con una bozza malfatta
da chi cerca di spettacolarizzare la mia immagine cercando di mettersi
in mostra senza minimamente tenere conto della totale incongruità con
il contenuto dell'album. A questo punto tutta l'équipe Calembour Records
si è mobilitata e in 15 giorni grazie al sapiente lavoro di Froxeanne,
Diego Merletto e Mirco (The Count), è stato realizzato servizio fotografico
e booklet. Con Froxeanne abbiamo molto parlato del concept che ne doveva
emergere, un'immagine certamente raffinata ed elegante in cui io mi
riconoscessi e mi sentissi a mio agio, che non mettesse in secondo piano
la musica ma anzi che fosse quasi didascalica. Di qui la decisione di
non mettere in copertina una mia fotografia ma qualcosa che potesse
rappresentare il cosmo intero, come un albero un po' “particolare”.Così
ho chiesto a Pier Giorgio De Pinto di potere utilizzare la sua immagine
“Isola” che mi sembrava perfetta per meglio rappresentare qualcosa di
terreno e visionario al tempo stesso. A questo punto Froxeanne ha realizzato
tutto il lavoro grafico in pochissimi giorni: è doveroso sottolineare
come grazie alle sue capacità ed intuito, da questa situazione di emergenza
sia scaturito un eccellente risultato, uno straordinario lavoro d' équipe
e un provvidenziale sodalizio con un artista del calibro di Pier Giorgio
con cui ho continuato a collaborare.
L’ambiente
discografico con produttori improvvisati spesso è “difficile da gestire”,
ci sono episodi spiacevoli o problemi che hai riscontrato con etichette,
case discografiche e organizzatori?
Sinceramente da questo punto di vista io mi ritengo molto molto fortunata,
perchè nel mio lungo percorso musicale non mi è mai capitato né nulla
di grave né qualcosa che mi abbia danneggiato, anzi, posso dire di avere
fatto sempre quello che ho voluto senza scendere a compromessi e questo
per un artista credo sia la fortuna più grande. Credo che proprio per
questo ho sempre incontrato persone che hanno creduto nel mio lavoro
e con cui ho lavorato al top per i risultati ottenuti. Poi è chiaro
che statisticamente, quando uno è in giro da anni e fa tanti concerti,
come per tanti come me, la genialità nelle fesserie che si possono sentire
è notevole, ma nessun episodio degno di nota che meriti la nostra attenzione.
Passando a un binomio più sereno, come è
nata la collaborazione con la Calembour Records?
La collaborazione con la Calembour Records è nata dalla amicizia e stima
reciproca a livello artistico tra me e Froxeanne. Insieme abbiamo lavorato
in modo molto professionale, scindendo sapientemente compiti e ruoli
dalle relazioni personali con uno scambio generoso che ha portato alla
realizzazione di questo incredibile progetto che è Amplexum Mentis.
E' doveroso aggiungere che Froxeanne è una persona che come me, quando
crede in qualcosa, non si ferma un minuto, e in questo preciso frangente
ha messo in campo tutta la sua esperienza e le sue doti di produttrice
per realizzare al meglio questo album.
Questo
primo atto è uscito in maggio, ora siamo alla fine del 2012…cosa state
progettando per il nuovo anno?
Con il nuovo anno conto di raccogliere i frutti che con Amplexum Mentis
sono stati seminati, e di proseguire nell'attività promozionale e concertistica.
Poi conto di portare a compimento lavori che sono partiti nel 2012,
come “Veterae Resonantiae Futurae”, progetto musicale tra Femina Faber
e Fausto Balbo (presentato a settembre 2012 al Festival Ipercorpo a
Forlì) che per il 2013 si avvarrà dei visual e installazioni di Pier
Giorgio de Pinto con il sostegno del CACT – Centro di Arte Contemporanea
Ticinense – di Bellinzona CH. Inoltre proseguirò l'attività concertistica
con le Ensemble di gregoriano, in particolare con Adiastema, sono già
in calendario importanti produzioni e la pubblicazione di un cd su Hildegard
Von Bingen. Proseguirò l'attività concertistica con le Virgo Vox che
nell'immediato prevede un importante concerto con l'orchestra di fiati
della Valtellina.
Ritagliamo un po’ di spazio anche per le
collaborazioni attuali e i progetti futuri. Facendo un bilancio quali
differenze si possono riscontrare tra passato e futuro?
Come già accennato la collaborazione con Pier Giorgio de Pinto e Fausto
Balbo è sicuramente nei miei progetti imminenti per il 2013, abbiamo
già ipotizzato bozze musicali questa estate e realizzato diverse riprese
durante la residenza di Pier Giorgio presso l' Art Studio OSLO a Basilea,
credo che la sua realizzazione si concretizzerà nella prima metà dell'anno.
Dalla collaborazione con il CACT di Bellinzona e con il MIAAO di Torino
ho potuto incontrare differenti artisti da cui ho ricevuto ulteriori
stimoli che spero si possano realizzare in progetti futuri. Per quanto
riguarda le differenze tra passato e presente, penso sempre che il tempo
parli da solo, in tutti questi anni le persone che mi sono rimaste accanto
e che hanno lasciato il segno sono quelle che da sempre hanno creduto
in me e nella musica, mentre si sono perse per strada quelle persone
che hanno poco creduto nei loro sogni.
Ora che le cose stanno andando bene c’è un sassolino nella scarpa che
vorresti toglierti…
No, nessuno, perchè in realtà le cose non sono mai andate male: il lavoro
costante e i sacrifici di anni ripagano e gli obiettivi raggiunti parlano
da soli, le parole al vento lasciano il tempo che trovano e si dissolvono
nel... nulla!
Ringraziandoti
per la bella chiacchierata lascio a te un pensiero finale rivolto a
tutte le persone che ti seguono e a chi ancora non ti conosce
Grazie a te per la deliziosa chiacchierata e per lo spazio che mi hai
dedicato ! Colgo allora l' occasione per ringraziare tutte le persone
che mi seguono, mi scrivono e che mi avvicinano ai concerti, per le
loro belle parole e per i consigli e suggerimenti sempre preziosi! Come
dico sempre a tutti, essere se stessi è l'unica cosa che siamo chiamati
a fare in questo mondo, e la cosa migliore che si possa fare.
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