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EMILIE AUTUMN

@ Rock planet Pinarella di Cervia

20 Febbraio 2010

testo by Gabrydark
foto by Giancarlo Donatini

 

Il 20 febbraio, al Rock Planet di Pinarella si è esibita Emilie Autumn nello spettacolo tra burlesque horror e grottesco “The asylum tour “, nel quale alterna musica e recitazione con le Her bloody crumpets, un gruppo di ragazze, che interpretano vari ruoli:

Aprella, Naughty Veronica, The pirate captain Miss Maggots, The blessed Contessa ed il pupazzo Suffer the bear. Complessa la scenografia che sul piccolo palco del locale romagnolo appare un pò soffocata: una gigantesca ruota simile a quelle che si trovano nelle gabbie dei criceti e dove i topolini fanno moto, fa da sfondo, ai lati da una parte vi è una pianola , coperta da una tovaglia a quadri con oggetti fra i più svariati, teschi , candelieri , topi di diverse dimensioni , dall’altra parte una sorta di credenza sostiene tazze e teiera, piatti, bottiglie, candele, cianfrusaglie di ogni genere.

Dopo una attesa piuttosto lunga , durante la quale il locale si riempie di una folla varia , abbigliata rigorosamente in nero, come richiede la serata, da goth lolita, a dark, a cyber punk, a corsetti di vittoriana memoria , il tutto condito da una musica che ricorda le commedie americane degli anni ‘40, entrano in scena le “girls” ed inizia la kermesse originale e surreale di brani ballati , suonati, monologhi, dialoghi , coinvolgimenti del pubblico che viene a tratti inondato da lanci di paillets, di pasticcini o di the vero, prima sorseggiato e poi spruzzato sulle teste dei malcapitati più vicini al palco , di fantasiosi e schizofrenici omicidi o suicidi, il tutto accompagnato da costumi rutilanti di paillets e ricami, bustiers ironicamente sensuali e piccanti, giarrettiere che sostengono calze di pizzo o di cotone a righe, maschere e code di ratt , che ricordano il carnevale veneziano, mutandoni ottocenteschi dalle gale di pizzo, simili a quelli delle ballerine di can can , capelli dai colori eccessivi lunghi e gonfiati dal crespo, ornati di nastri, fiori, cerchietti. Ed al centro di tutto Lei , Emilie, la grande burattinaia, la regina dei ratti, la maitresse di questo mondo fantasioso di puttane, piratesse, aristocratiche paurose, bulimiche, assassine dal volto celestiale. Lei che ci inonda con il suo magnetismo fisico, dal volto etereo, dalle spalle candide su cui scende la massa di capelli serici e rossi, intensamente rossi, quasi demoniaci, come gli sguardi che nel volto fanciullesco si trasformano in lampi diabolic. E la voce aggressiva o dolce, sempre intensa, dai toni ampi, che si modula ora sulla pianola ,ora sul violino elettrico, gli unici due strumenti che suona dal vivo, accompagnata da una base già pronta. Prodiga di sé e delle sue capacità, Emilie si offre al pubblico e sembra benedirlo in un supremo atto blasfemo con la sua coda di ratto prima e poi con il beneamato pupazzo Bear, che macchiato di (finto?) rosso sangue, come una reliquia viene porto alle nostre mani, avide di toccarlo. Canta Art of suicide, mentre il sangue (anch’esso finto?) scorre sulle braccia e sui polsi tagliati da una lametta e si lascia cadere su una sedia a rotelle, come morta, per poi resuscitare e divertirci con la satira graffiante e trasgressiva dei suoi monologhi a sfondo politico o dei dialoghi e degli abbracci a sfondo saffico ed erotico con le sue coreute. Al termine, richiesta del bis, si esibisce in un assolo di violino appassionato in cui emerge l’abilità musicale, la preparazione classica di un personaggio eclettico e creativo, che non si accontenta di cantare o suonare, ma inventa, interpreta, gioca con se stessa e il pubblico, costruendo una magica serata di puro divertimento! Salutata da lunghi applausi, se ne va correndo, folletto spiritato, nel camerino, lasciando nel pubblico un vuoto stupefatto e sinceramente ammirato , non ancora sazio delle sue arti e della sua voce, seppure esibite per un lungo spettacolo! Ritengo che sia per lei riduttivo inserirla in uno o più generi musicali : Emilie ha creato un suo “ genere” insieme ardito, eccessivo, sempre accattivante!

 

 

SCALETTA:

Prologo

Intro / 4 0’ clock

Opheliac

Art of suicide

Shalott

Dominant

God help me

Unlaced

306

Dead

Misery loves company

Violin solo

Thank god