EINSTURZENDE
NEUBAUTEN
Parco della Certosa Reale, Collegno (TO)
18 Luglio 2017
Testo e foto di Gianmario Mattacheo
I berlinesi Einsturzende Neubauten, fanno tappa a Torino per presentare
uno spettacolo interamente dedicato alla loro ultratrentennale carriera.
Non a caso, la band di Blixa Bargeld ha pubblicato recentemente
un "Greatest", quale invito (neppure troppo velato) per ricalcare
i palchi di tutta Europa.
Ieri Roma ed oggi il capoluogo Piemontese (per essere precisi Collegno,
comune alle porte di Torino) sono i due appuntamenti italiani in
cui si può godere del dolce rumore melodico di una band intramontabile.
Facile immaginare uno spettacolo più godile ed immediato, rispetto
alle recenti esibizioni in cui gli EN presentavano "Lament", il
concept album sulla prima guerra mondiale ed ultimo lavoro in studio
della ditta. Quando è un Greatest che si propone al pubblico, c'è
sicuramente più spazio al divertimento, rispetto alla riproposizione
integrale di un lavoro complesso come quello del 2014 (esecuzioni,
va comunque ricordato, caratterizzate da un'intensità notevole).
Con
un ritardo non proprio leggero (un'ora rispetto a quanto indicato
sul biglietto) la band fa l'ingresso on stage, davanti ad un pubblico
che, nel frattempo, ha gremito l'area del Flower Festival. Con la
solita tenuta elegantissima (ma scalzo, come vuole la sua tradizione)
Bargeld si posiziona davanti al microfono per l'inizio del concerto.
"The garden" è il pezzone che si sceglie e possiamo dire che la
gemma di "Ende Neu" porta emozioni davvero molto alte; diciamo che
se non fa perdonare il ritardo, quanto meno ha il merito di mettere
nel dimenticatoio un'attesa apparentemente ingiustificata. Ad essere
elegante non è il solo Blixa Bargeld, ma un po' tutti i membri del
complesso; in particolare Jochen Arbeit che, al pari del leader,
sfida il caldo con giacca camicia e panciotto (anche se durante
le pause sfoggia un coraggioso ventaglio rosso), ed Alexander Hacke
che abbandona la consueta canottiera bianca per una più signorile
camicia nera.
Nella prima parte del concerto sono accolte con grande entusiasmo
"Nagorny Karabach", "Die Befindlichkeit des Landes" e, soprattutto,
"Youme and meyou" (unico brano tratto da "Perpetuum mobile"), mentre
segnaliamo un raffreddato Hacke che, durante l'esecuzione di "Haus
der luge" si lascia scappare un potentissimo starnuto, causa di
ilarità tra i colleghi musicisti ed il pubblico delle prime file.
È sempre uno spettacolo all'interno dello spettacolo vedere le performance
di N.U. Unruh che, attraverso i gli strumenti creati in prima persona
e atti a trasformare il rumore in musicale industriale, da continue
dimostrazioni di classe assoluta. Rispetto alle prove di "Lament",
Hacke è meno impegnato nelle fasi rumoriste/percussive, lasciate
quasi esclusivamente al sopraccitato Unruh e a Rudolf Moser, particolarmente
efficace tra la sua batteria industriale (modificata anch'essa)
e gli altri strumenti che, di volta in volta, i roadie portano sul
palco.
È un concerto di grandi successi, lo abbiamo detto. Tuttavia, è
interessante notare come facciano la parte del leone due album di
relativa recente produzione: "Alles vieder offen" e "Silence is
sexy", a conti fatti, rappresentano circa metà della scaletta proposta.
Dopo un'eccellente "Sabrina", c'è spazio per il ricordo della prima
guerra mondiale di "Lament", omaggiato con "How did I die" che pone
fine alle "ostilità" della prima parte dello spettacolo. Per i successivi
due rientri, la band alza ancora il livello con pezzi pregevoli
e coinvolgenti.
Da "Silence is sexy", a "Let's do it a dada" (le ovazioni più alte
del concerto), passando per "Total eclipse of the sun" e "Salamandrina",
per finire con la solenne "Redukt", gli Einsturzende Neubauten fanno
la parte dei maestri.
Saluti calorosi ed un Blixa Bargeld che regala baci di commiato
al pubblico.