DRAMA
EMPEROR
7 Marzo, Fermo, SPAZIO 1731
testo
by Valentina Emme
foto by Alice Moriconi
Quando vidi per la prima volta i Drama Emperor in concerto qualche
anno fa, accadde sicuramente per caso, in una delle tante serate
in cui mi affacciavo ad ascoltare i live proposti dai soliti locali
del posto in cui vivo.
Rimasi immediatamente colpita. Capii subito che ciò che stavo ascoltando
non era nulla di scontato o convenzionale, e, soprattutto, quello
che stavo sentendo (e vedendo) mi trasportò immediatamente fuori
dal mio grigio e provinciale “hic et nunc”: una vera e propria performance
artistica che va al di là del semplice concerto. I Drama Emperor
per il loro live set scelgono di dare spazio all’arte visiva, oltre
che musicale, creando uno spettacolo ricco di contenuti, senso e
significato.
Così si esibisce, durante i loro concerti, un performer che solo
apparentemente compie azioni senza senso. Al contrario, il suo intervento
ha la caratteristica dell’attualità, e ha tutta l’intenzione di
rappresentare ciò che fa parte dei nostri giorni, utilizzando una
serie di oggetti o indumenti che creano un rimando concreto e tangibile
alla realtà, dando vita ad una vera e propria performance teatrale.
L’atmosfera quasi surreale che immediatamente si respira mi riporta
alla mente le immagini e i suoni dei Die Tödliche Doris, band della
Berlino anni ottanta, destabilizzanti sperimentatori dalle sonorità
estreme e destrutturate.
Nei Drama le sonorità sono sicuramente meno estreme, ma comunque
all’avanguardia.
Basi elettroniche, chitarra presente e importante, il concerto dei
Drama il 7 Marzo a Fermo si apre con i pezzi tratti dalla loro ultima
fatica “Paternoster in Betrieb” (2013, Seahorse Recording), e per
l’appunto con lo stesso brano che apre l’album: “Other Side”, pezzo
caratterizzato da un attacco potente e aggressivo, un post-punk
orecchiabilissimo, che immediatamente si stampa in testa e non ne
esce più.
Dal secondo pezzo “The bunker”, ripescato dal loro primo omonimo
EP, si passa a “una canzone d’amore” (come l’ha definita lo stesso
Michele Caserta durante il concerto) “Sing, sing, sing” che io,
personalmente, trovo struggente. I riff di chitarra diventano decadenti,
ossessivi e ripetitivi, come le parole, un po’ in inglese e un po’
in italiano, che indagano l’oblio e descrivono perfettamente l’aria
opprimente di un futuro incerto, pur non essendo detta l’ultima
parola…
Ci fa muovere, quasi ballare, “Dead of technology”; i brani si susseguono
veloci, quasi senza pause tra essi, il ritmo è assolutamente incalzante.
La teutonica “Aber” irrompe prepotente, inconfondibile nell’incipit
con quei colpi di cassa potentissimi e ben scanditi, il suo synth
minimalista e la ripetitività del testo scritto in tedesco. Special
guest, alla batteria, Fabrizio Baioni dei Drunken Butterfly.
Altra nota di rilievo di questo concerto (e di Paternoster in Betrieb,
ovviamente) va a “Phrase Loop”, sorella di Aber per lo stile deutsch,
ma di un’altra intensità, più intimista e riflessiva. “Phrase Loop”
rappresenta sicuramente uno dei momenti più alti ed emozionanti
dei live targati Drama Emperor.
Il trio marchigiano presenta in questa occasione anche quattro nuovi
brani (“Sharp song, “Awake”, “Wir sinde” e “The blind man”) che
faranno parte di un mini EP, co-prodotto dalla Urgence Records di
Ginevra, che è attualmente in fase di mixaggio e che vedrà la luce
nel prossimo autunno. Il concerto prosegue tra l’interpretazione
emozionante di “Other voices” dei Cure, esplosioni di sigarette
vuote e coriandoli, ancora pezzi vecchi e nuovi, “Disorder” dei
Joy Division e l’immancabile cavallo di battaglia dei nostri per
chiudere in bellezza il tutto: ”Alarm”.
La suggestiva cornice del grottino sottostante la libreria Ferlinghetti
a Fermo, denominato Spazio 1731, location un po’ “improvvisata”-
ma sicuramente efficace- ha fatto il resto.
I Drama Emperor sono, a mio avviso, la conferma del fatto che di
buona musica ce n’è e se ne fa ancora, basta ricercarla, non arrendersi
e, soprattutto, non accontentarsi.
Assolutamente da non perdere!