BUILDING
777 + INSTITUT + DIVE
Jam 27 marzo 2004, Mestre (VE)
PROLOGO:
odio i concerti che iniziano tardi come questo, specie se
in scaletta sono previste più di tre band che in una sola
serata si dovranno dividere un unico palcoscenico. Quando
questo accade so già che dovrò subirmi una considerevole dose
di chiacchiere moleste, strette di mano appiccicose e lisciamenti
vari più del dovuto. L'unica speranza di sopravvivere a tale
strazio di incivile ritardo è quello di confidare nel rifugio
di qualche fidato amico che funga "da filtro" nei confronti
degli scocciatori e, ovviamente, di un bar ben fornito. Il
bar del Jam è così così, ma fortunatamente un paio di amici
mi hanno reso le ore di attesa un po' più confortevoli.
ATTO
PRIMO: non so chi a livello nazionale si ricordi dei BUILDING
777, ma per chi non lo sapesse sono gli stessi membri della
synth-pop band locale nota come "Humanoid Army", che qui si
presentano in una versione che qualcuno definirebbe più "oltraggiosa"
per l'uso di maschere, passamontagna e collant femminile (rigorosamente
strappato) calati sulle facce, bambola gonfiabile da sexy
shop di quarta categoria (e per giunta sgonfia) e sgallettata
di turno che balla nel palco proprio come una velina dei programmi
televisivi nazionalpopolari. Insomma, una cosa che sarebbe
potuta risultare anche divertente, ma dopo 20 minuti che i
ragazzotti in questione si esibivano sul palco, beh, la pesantezza
stessa della performance portava inevitabilmente a focalizzare
l'attenzione sui particolari che non funzionavano. E mi sono
sorpreso a considerare se era più imbarazzante il paio di
fuseaux di ciniglia indossati dal bassista oppure l'amalgama
mal riuscito di basi preregistrate e synth aggiunti, tralasciando
di commentare l'inutile ed ammosciante performance della bionda
sgallettata. Bah, proprio non lo so, ma questa imitazione
mal riuscita degli "Electric Hellfire Club" mi lascia perplesso.
ATTO
SECONDO: confido nel noise-act INSTUT, in fin dei conti
lo svedese in questione milita nella "rinomata scuderia" ColdMeatIndustry
ed i dischi che ho sentito non suonavano male. Beh, alla prova
dei fatti mr.INSTITUT è decisamente sopravalutato. Lo so che
molti ragazzini afflitti da esterofilia cronica cianceranno
diversamente, ma non basta essere svedese per fare noise.
Il tipo in questione dà l'impressione di non sapere "controllare"
i due registratori che s'è portato come "strumentazione",
e per giunta non sa tenere il palco: un "noise karaoke" andato
a male! "Che palle di svedese!" è il mio sbotto che viene
colto da un noise-freak là presente, vicino a me, che mi conosce
da diversi anni. Al chè l'amico del giaguaro, oltranzista
fanatico di merce rigorosamente d'importazione, mi risponde
"Non fare lo snob, non montare sullo scranno!" Io lo squadro
e con calma gli faccio constatare: "Non sono io monto su di
uno scranno di me**a, ma è quello là che sta scavando una
fossa!". Trovo ridicolo che qualsiasi scassa-casse scandinavo
venga tenuto così da conto qui da noi in Italia, dimenticando
che mentre già sul finire degli anni '70 v'erano artisti noise
italiani del calibro di MB (Maurizio Bianchi), loro, in Scandinavia,
potevano contare al massimo sugli Abba!
ATTO
TERZO: fortunatamente, dopo ore di "intrattenimento forzato",
il palco viene letteralmente riempito da DIVE, una one-man-band
che con solo microfono+voce e base registrata riesce a colmare
tutte quelle aspettative lasciate finora vuote. Premetto che
"per deformazione professionale" non ho molta simpatia per
chi si esibisce con sole basi preregistrate, ma c'è una differenza
abissale tra lo svedese impalato di prima ed il belga scatenato
di dopo. LIES IN YOUR EYES, MACHINEGUN BABY, DARK ROOM. canzoni
che sono martellate nei timpani, ma risultano essere un sospirato
tonico per i nervi dopo il povero spettacolo precedentemente
assistito.
EPILOGO:
terminato lo spettacolo del signor Dirk Ivens inizia il goth-disco
party. Ragazzini e ragazzine vestite di scuro saltellano al
ritmo ed alla melodia di canzonette dance che sembrano riprese
pari pari dal repertorio di Sabrina Salerno: spaghetti disco-dance
al nero di seppia. Io mi sono già stufato, e me ne vado. Sono
troppo giovane per certe cose.
Testo by Devis G. - www.sottomondo.com
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