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DIE FORM
Live @ LA LOCOMOTIVE – Paris 13 dicembre 2006


testo e foto by Oflorenz

1978 – 2006 : questa data di Die Form, che capita a distanza di ben 9 anni dall'ultima apparizione live, celebra a momenti  il trentennale del progetto transalpino e della mitica label Bain Total. Agli albori non fu solo Die Form, ma anche Krylon Hertz, Etant Donnés o magari Eva Johanna Reichstag, ma dietro questi moniker (alcuni dei quali ancora oggi attivi) già si celava la produzione o la collaborazione del genio morboso e creativo di Philippe Fichot, artista a tutto tondo attivo nella fotografia così come nella musica elettronica più sinistra e sperimentale.
13 dicembre, anno 2006. Già dalle 20 i primi pazzoidi stanno in coda in Boulevard de Clichy, al freddo sotto le multicolori pale del Moulin Rouge. La gente tirata a festa pronta per il più famoso Sexy Club d'Europa, o magari per qualche oscura bettola di Pigalle,  osserva incuriosita quella fila di ceffi in nero che si ingrossa sempre più finché finalmente, alle 21, la crew della “Loco” apre i battenti. La Locomotive é un mega discoteca favolosa, su più piani e con più sale, e con un bancone-bar lungo almeno una decina di metri: sembra quasi di entrare in un Hard Rock Cafè! Dopo aver lasciato la giacca alle efficientissime ragazze del guardaroba, mi precipito sotto il palco, per esser certo di guadagnarmi la pole-position. Mentre un grande striscione della fanzine D-SIDE campeggia dai soppalchi rialzati, il dj inizia a martellare l'audience con una serie ininterrotta di staffilate industrial ed elettro, scatenando i primi balli della soirée. Qualche pseudo- Eliane si intravede in pista, stivali in lattex e corpetto soffocante, con movenze da pantera al ritmo di elettro beat cadenzati e catatonici; e così l'oretta di attesa vola in un niente, e quando una voce chiede al pubblico di non fumare durante la performance, la piccola saletta é ormai gremita come un uovo.

Una lunghissima intro dark ambient precede l'apertura dei neri tendoni e l'ingresso sul palco della ballerina del gruppo: trucco bianco sul volto a guisa di zombie, il corpo nudo esposto impudicamente sotto una vestaglia trasparente, improvvisa un ballo a metà tra fantasma e folle burattino disarticolato, mentre il pubblico osserva silenzioso, come ipnotizzato. Philippe é alle macchine con la sua fetish-maschera anti-gas, Eliane all'altro lato del palco, alti stivali in lattex nero con tacco a spillo e giacca grigia spigata. Sono gente serie i Die Form, dei professionisti. La cura dei dettagli visivi quasi maniacale che mai verrà meno per l'intera performance, e  le 2 ore abbondanti regalate al pubblico senza mai risparmiarsi ne sono testimonianza. Il concerto é un viaggio allucinante nel mondo noir di Philippe, un mondo che sembra tratto dal vecchio tomo clinico “Psichopathia Sexualis”; i video rigorosamente in bianco e nero con le riprese e le splendide foto di Fichot si susseguono alle spalle dei due senza sosta, mentre l'iniziale ingresso della ballerina conta ancora di 5 atti successivi, con trovate in taluni casi davvero eccellenti. Bellissimo il travestimento da albero per “Nature Destruction”, così come geniali sono i successivi balletti con ampia gonna bianca e volto bendato,  e la finale performance volante incatenata ed alla mercé della sua mistress Eliane. La scaletta della serata é una sorta di best del gruppo, dove non mancano ovviamente gli estratti dal recente dittico “InHuman” / “ExHuman”, ma nello stempo non vengono dimenticati i classici del passato tratti da “Duality” piuttosto che da “L'Ame electrique” o “Suspiria de Profundis”. Il finale é al cardiopalma, con Eliane costretta dal compagno in un costume nero che la fascia dalla testa ai piedi, ma in grado di suonare alla cieca un theremin traendone freddi lamenti elettro-psichedelici! Quando riappare da sotto il costume gli ormoni dei maschietti in sala sobbalzano leggermente: le zip del corpetto sono aperte, rivelando i turgidi seni all'affascinata platea.
Pupille dilatate e memory card della macchina foto ben stretta in pugno, mi incammino per i Boulevards e le viuzze che da Pigalle portano a Place de Clichy, destinazione albergo. Nella testa la nenia di “Unreal Cinema”, che non mi molla fino a quando finalmente riesco a prendere sonno.

Copyright Rosa Selvaggia