DESTINATION
MORGUE V
@
Closer Club, Roma, 7 Gennaio 2012
Testo
e foto by Oflorenz
Raramente
mi é capitato in passato di assistere ad un evento della
cosiddetta area “grigia” in cui la qualità degli acts in
tabellone fosse di livello sopraffino come in questa quinta edizione
della capitolina Destination Morgue, organizzata magistralmente
sotto la supervisione di Alessandro “No lights for Tomorrow” Marchettini.
In realtà la serata risulta assai ghiotta non solo per la
proposta musicale in sé (tutta italiana!), ma anche perché
il quadruplo concerto celebra l'uscita di un testo unico in area
esoterico-industriale, quel RUMORI SACRI scritto a più
mani (Aldo Chimenti, Devis Granziera, Paolo
IBandera ed Alessandro Papa) che – siamo
pronti a scommetterci - diventerà un classico ricercatissimo
nel giro di pochissimo tempo.
l
Closer di Via Vacuna é già discretamente affollato
quando Alessandro apre le ostilità con un assalto abrasivo
e cattivo al punto giusto: signori, NO LIGHTS FOR TOMORROW!
Un nome che é una manifestazione di intenti tradotta in suoni,
quasi un “No future”, per dirla come i punk, urlato addosso all'audience
dal singer dei Malato in perfetta chiave power electronics. Belli
e ad effetto i visuals che scorrono sullo sfondo, con il nostro
DarkYota che termina la sua cavalcata industrial-noise a torso nudo
e visibilmente eccitato: per il sottoscritto la prima volta tra
le spire malefiche di NL4T, e decisamente una gran bella première!
MMM
impiega pochi secondi a far entrare la gente del Closer in quell'atmosfera
vagamente malata e retrò che ha permeato gli ultimi lavori
del progetto di Vincenti, in particolare “La dolce vita” e la collaborazione
con Profile “L'ultimo vero bacio”. Adriano e la sua gang sono dei
veri maestri nel catapultarci in un universo noir fatto di serial
killers, giocatori d'azzardo e sesso a buon mercato, per una decadente
atmosfera da snuff movie ove un jazz fumoso viene sporcato e stravolto
nella migliore tradizione rumorista. Adriano, in perfetto smoking
nero e cappello a tesa larga alternato con maschera in stile bondage,
getta languidamente le sue carte “pin up-poker” tra il pubblico
ormai perso tra le spire irresistibili della “Black Rubber Lounge”
made in Rome, mentre nel finale il grande ClauDEDI si unisce ai
nostri supportandoli con nuovi effetti theremin-psichedelici. Magistralmente
unici, vero post-industrial cabaret per l'era terminale del Kali
Yuga.
TEATRO
SATANICO é uno dei due progetti della serata (l'altro
é Sigillum S con il suo Paolo Bandera) coinvolti direttamente
nella stesura del
|
|
tomo
di RUMORI
SACRI, saggio
che esplora per la prima volta in maniera meticolosa ed approfondita
le vicende di 4 progetti fondamentali dell'area “post-industriale”
nostrana: i seminali Ain Soph, i rappresentanti dell'ala italica
del “T.O.P.Y.” Rosemary's Baby, i mitici Sigillum S. ed Atrax Morgue,
trattato nel testo proprio da Devis.
La lunga militanza sulla scena della creatura di DeviLs Granziera
emerge alla grande sul palco del Closer, con un esplosivo set dalle
ritmiche ossessive e dai testi provocatori e malati, nella miglior
tradizione di TS . Lo
stesso Devis scherza sul nome del gruppo, “mi sa che devo cambiare
questo nome...eliminerò la parola teatro”, riferendosi alle
accuse ricevute in passato di affrontare tematiche non proprio “politically
correct”. E così tra Baby Babalon, Confesso Tutto (interpretata
alla grande dal fido Roberto Kalamun) e racconti che passano con
nonchalance dalla “cagna di Buckenwald” Ilse Koch alla terrorista
rossa Ulrike Mainhof ci godiamo un'ora devastante di arrembante
“Veneto industrial”!
La
chiusura non poteva che toccare ai padri della scena, quei SIGILLUM
S che dall'ormai remoto 1985 esplorano con piglio sperimentale
e senza compromessi le aree più remote ed inarrivabili del
subconscio umano. Non era la nostra prima volta al cospetto della
triade Bernocchi-Bandera-Di Giorgio (questa sera supportati brillantemente
da Lorenzo Esposito Fornasari), ed é innegabile l'assoluta
unicità di un viaggio tra le micidiali spire sintetiche degli
autori di pietre angolari quali “Bardo Thos-Grol” e “Boudoir Philosophy”.
L'amalgama tra analogica filosofia old style (le macchine di Paolo
Bandera), e più moderno approccio digitale (Il Mac di Eraldo
Bernocchi) si fondono con le suggestioni di antichi strumenti etnici
a fiato, per sfociare in un vero e proprio maelstrom che potremmo
riassumere in un'unica, esauriente parola: Avanguardia, con la A
maiuscola.
Un
plauso va da parte nostra all'organizzazione di questa quinta edizione
di Destination Morgue: Butcher's House, Misty Circle e Stahlwerk
Radio hanno assicurato con la propria professionalità la
riuscita di un evento che dà lustro alla scena industriale
nostrana e che – ci auguriamo – invogli sempre più appassionati
a raggiungere la capitale per le future edizioni, dall'Italia ed
anche dall'estero.
Una
preziosa compilation limitata a 70 esemplari (ed omaggiata ai primi
30 convenuti) ci resta a ricordo della bella serata.
Ora
non ci rimane che completare la lettura di RUMORI SACRI, iniziata
sul “Frecciarossa” che ci conduceva in direzione Roma nelle prime
ore di questo 7 gennaio.
http://www.myspace.com/destinationmorguefestival
RUMORI
SACRI
a cura di: Alessandro Papa
Aldo Chimenti - Devis Granziera - Paolo Bandera - Alessandro
Papa
(Kali Yuga Editions)
Ci
sono volte – poche in realtà – in cui l’uscita di un disco
oppure di un libro ricopre lo status di “Evento”. In campo
editoriale musicale come non ricordare il seminale “Manuale
di cultura industriale” , curato proprio da uno degli autori
del libro in esame, Paolo Bandera, piuttosto che il tomo di
David Keenan “England’s Hidden Reverse”, o magari l’inarrivabile
“Nascosto tra le rune”, omaggio a Death in June partorito
ancora una volta da uno degli artefici di Rumori Sacri, Aldo
Chimenti. E se ben due dei nostri autori preferiti si coalizzano,
ed uniscono le forze con un’altra coppia di pesi massimi dell’area
a noi cara, il risultato non può che essere una nuova “Bibbia”
come Rumori Sacri, che nelle sue 240 pagine ci regala uno
spaccato imperdibile della scena post-industriale/esoterica
italica degli anni d’oro. Il tomo edito da Kali Yuga vede
ognuno dei quattro autori cimentarsi con la storia, spesso
condita da cari e preziosi ricordi personali, di un progetto
seminale del nostro passato: Aldo Chimenti fa rivivere le
gesta dei romani Ain Soph, Devis Granziera (per chi non lo
sapesse mente di Teatro Satanico) resuscita i veronesi Rosemary’s
Baby con la branca italiana del mitico T.O.P.Y., Paolo Bandera
entra nelle spirali più recondite dei suoi Sigillum S, e per
finire Alessandro Papa (Mister Mondo Bizzarro) tributa allo
scomparso Marco Corbelli la storia della sua micidiale creatura
Atrax Morgue. Un libro immancabile per ogni appassionato di
musica e cultura post-industriale che si rispetti, che tra
l’altro ha il grande merito di evidenziare ancora una volta
quanto poliedrica e multiforme seppe rivelarsi questa nicchia
sub-culturale nel nostro paese. Per un avventore nuovo dell’
argomento, che incuriosito dalle vicende del testo approcciasse
gradualmente i quattro gruppi trattati, immagino quale potrebbe
essere la sorpresa nel cogliere le attitudini e le sonorità
cosi differenti di Ain Soph piuttosto che Atrax Morgue, per
non parlare dell’assoluta unicità di Rosemary’s Baby e Sigillum
S. Quattro mondi riconducibili teoricamente ad un’unica area
estetica, eppure con peculiarità pressoché uniche ed un carattere
assolutamente irripetibile e geniale. E nell’eventualità in
cui a scorrere le pagine di Rumori Sacri sarà – come probabile
– un vecchio cultore di suoni estremi, nondimeno il divertimento
e le sorprese non mancheranno! Se sui 4 progetti infatti qualcosa
in passato era stato raccontato, in gran parte si trattava
di brevi interviste ed articoli usciti (spesso in tempi ormai
remoti) sulle varie riviste e fanzine di settore, delegando
la gran parte delle informazioni alle sezioni dedicate del
famoso "Manuale di cultura industriale" o allo sterminato
ma anche confuso mondo di internet. Il libro arricchisce dunque
un tema di cui eravamo profondamente "assetati" , approfondendo
la missione dei nostri quattro collettivi e narrandone vicende
e gustose curiosità. L’evoluzione di Ain Soph da ensemble
esoterico che creava oscure suites per scopi rituali di tipo
personale a band di taglio cantautorale e “neofolk” dedita
all’esplorazione di temi storico-politici della nostra Europa;
la storia misconosciuta della branca italiana del Tempio della
Gioventù Psichica con suoi paladini Rosemary’s Baby; le affascinanti
esplorazioni “Hyper assault” nei meandri più oscuri del subconscio
umano portate avanti dalle menti avanguardistiche senza pari
di Paolo Bandera ed Eraldo Bernocchi; l’esistenza malata ed
estrema di Marco Corbelli, mente disturbata e troppo fragile
che purtroppo non riuscì ad esorcizzare le sue fobie di morte
nella sola musica, giungendo a compiere il gesto estremo del
suicidio come atto finale della triste parabola chiamata Atrax
Morgue. Questo e molto altro nei quattro capitoli di Rumori
Sacri, un libro da leggere tutto d’un fiato in una fredda
sera invernale, mentre nella vostra vecchia piastra girano
ininterrottamente i 6 nastri di “Dead Bag”, fino al suono
dell’ultimo, definitivo “click”.
(Oflorenz)
|
|