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Christian Amadeo

MUSICA ETERNA
La storia dei Dead Can Dance

(Tsunami Edizioni)

Testo di Oflorenz


Il mio concittadino quarantacinquenne Christian Amadeo, giornalista cultore di musica da oltre venticinque anni ed attuale collaboratore del quotidiano ‘La Stampa’, colma un buco editoriale grande quanto un cratere: ‘MUSICA ETERNA’ è infatti il primo tributo bibliografico in assoluto dedicato allo storico progetto anglo-australiano. Una delle più fulgide realtà emerse dal sottobosco post-punk imperversante in Inghilterra dal 1978 in avanti, i DCD di Brendan Perry e Lisa Gerrard costituiscono in realtà un unicum nell’ambito della scena inglese dell’epoca, rivelandosi ben presto creatura poliedrica dal fascino inarrivabile.  Londinese di Whitechapel lui, australiana di origini irlandesi lei, i primi attimi di vita del ‘Morto che può danzare’ si intrecciano in quelle storie di massiccia migrazione che toccò una gran quantità di famiglie britanniche verso l’inizio del secolo scorso, e che portò la famiglia Perry a spostarsi inizialmente verso la Nuova Zelanda, mentre i Gerrard approdarono direttamente presso il multietnico quartiere Prahran di Melbourne. L’interesse del giovanissimo Brendan verso i nascenti fermenti punk, ed i primi passi nel complesso degli Scavengers, saranno la scintilla del destino che farà incontrare i due in quel di Melbourne; la scena di Auckland era infatti troppo piccola ed insoddisfacente, così da spingere Brendan e gli Scavengers a muoversi verso la più interessante metropoli australiana, la stessa dove Lisa sperimentava i suoi primi vagiti artistici nei locali complessi dei Microfilm e dei Junk Logic, navigando tra post-punk e avanguardistico ‘art-rock’.

Questi primissimi passi della futura coppia (nella vita come in arte) sono probabilmente fondamentali per capire da dove nacque un ensemble unico nel suo genere: se il background di Perry era tipicamente punk, quello della Gerrard fu sin dall’inizio decisamente multicolore e variegato, grazie alle influenze multi-etniche del quartiere dov’era cresciuta ma anche alla sua indole naturale che la portò sin da subito a sperimentare senza frontiere sia l’utilizzo della sua voce, sia inusuali strumenti esotici come lo Yang Ch’in, divenuto vero marchio di fabbrica per tutti i futuri dischi a nome DCD. Dopo le intriganti vicende delle origini, Amadeo ci conduce alla progressiva scoperta del mito DCD, con l’obbligato trasferimento a Londra della coppia e l’approdo sotto le ali del mitico Ivo Watts-Russell e della sua 4AD, label che accompagnerà i nostri per oltre due lustri e precisamente fino al 1996, l’anno di ‘Spiritchaser’. Siamo oramai alle porte dell’esordio omonimo, disco divenuto icona epocale e nello stesso tempo - per assurdo - capitolo ‘scomodo’ nella produzione del duo, soprattutto per Brendan Perry. Il motivo? Lo scarso livello della produzione, quel taglio grezzo ed imperfetto che per le schiere di fans dell’epoca (e non solo) fu invece punto di forza del disco, oscuro e spontaneo come solo i grandi esordi sanno essere! Non meno importante fu peraltro l’azzeccatissima scelta grafica della maschera di Papua che fissava l’ascoltatore in maniera inquietante, contornata dal nero assoluto caratterizzante l’intero restante artwork dell’LP.

L’analisi di ogni capitolo della discografia, che tocca anche gli affascinanti episodi a nome This Mortal Coil e le produzioni soliste (molteplici quelle della Gerrard, decisamente più misurate quelle di Perry), è assolutamente puntuale e didascalica nello sviscerare i lati poetici, mistici e talvolta esoterici della musica di DCD, che proprio per questo assurge a pieno titolo allo status di vera ‘Musica Eterna’. La coppia Perry-Gerrard si distanzia ben presto dal background post-punk di provenienza, circondandosi di un ensemble di musicisti via via più ampio (su tutti lo storico batterista e percussionista Peter Ulrich), ed abbattendo ogni barriera stilistica senza peraltro perdere il proprio zoccolo duro di fans della prima ora. Musica medievale, arie cameristiche, folk e world-music (da sempre passione di Lisa) portano il gruppo ad esibirsi ben presto in prestigiosi teatri, e  nemmeno la separazione nella vita reale di Lisa e Brendan, avvenuta all’epoca del magnifico ‘The Serpent’s Egg’, comprometterà l’esistenza del gruppo ed il prosieguo delle attività. Tutto ciò almeno fino al 1996, anno in cui ‘Spiritchaser’ segnerà l’inizio di una lunghissima pausa, interrotta solo sedici anni dopo dal grande ritorno di ‘Anastasis’. Proprio ‘Anastasis’ e l’ultimo album solista di Lisa, ‘Twilight Kingdom’, chiudono la finestra temporale esaminata da Amadeo, il quale pone il sigillo finale con ulteriori sei approfondimenti speciali dedicati a taluni aspetti di particolare interesse, tra i quali la dimensione del suono e dell’anima della band, ma anche del canto di Lisa Gerrard, singer atipica che più che mai utilizzò la propria inconfondibile voce a mo’ di vero e proprio strumento. Presente nella parte centrale del volume un inserto fotografico a colori, che copre alcuni episodi della trentennale attività live del gruppo, in particolare tra il 1983 (alla Barkantine Hall di Londra) ed il 2013 (durante il tour di ‘Anastasis’).

Un lavoro assolutamente esaustivo e di una profondità non comune, che trasmette, pagina dopo pagina, la preparazione ma anche e soprattutto la passione dell’autore per una delle realtà musicali più diamantine degli anni ’80.

Info: www.tsunami.it