CRANES
28
Gennaio 2005 @ TPO (Bologna)
(testo
e foto by Noctiluca, noctiluca-@lycos.it)
Finalmente
dopo ben 13 anni di lunghe ed inesorabili attese, rinvii etc.
riesco a vedere una delle band più importanti per il dark
della fine del millennio passato: I Cranes.
Purtroppo
la suddetta band non hai mai riscosso, a livello di vendite
e non solo, il meritato successo (comunque superiore alla
media) probabilmente a causa di errate politiche promozionali
e musicali (vedi "Population four"e il mediocre "Future song"),
pur avendo sfruttato nel passato l’amore dimostrato da Robert
Smith per la band, sfociato anche in un remix (si ma quanti
anni sono passati!), nonché il quasi sicuro fastidio procurato
dalla fanciullesca voce di Alison. Si, può sembrare impossibile,
ma è così!
Da quanto ho potuto testare il non interesse, se non in alcuni
casi, l’odio sono dovuti per lo più proprio dalla voce dell’incantevole
Alsion, pur considerando (il pubblico e/o ascoltatori) l’elevata
caratura musicale delle canzoni. Tutto questo per dire che
l’unica data italiana del tour è a Bologna in un centro sociale
(o quello che è...), freddo e buio, non
preparato ad accogliere un evento simile e soprattutto totalmente
disinteressato alla cosa per due semplici motivi:
1°: il giorno precedente al concerto telefono prima io, poi
una mia amica al TPO per avere informazioni che sono risultate
essere molto vaghe, imprecise ed insicure tanto che al nostro
arrivo al posto non si sapeva nemmeno se il concerto si sarebbe
svolto.
2°: i Cranes facevano da spalla, ripeto da SPALLA ad un altra
band (duo) cha faceva hip-hop (ben più famosa pare da queste
parti) con installazioni audio e video live (NO COMMENT!)
che poi ha suonato alle 2:30 circa di fronte ad un foltissimo
(1000 circa) ed esaltatissimo pubblico.
Detto ciò i due fratelli Shaw & band salgono sul freddo e
gelido palco (Alison terrà le giacca per quasi tutto il concerto)
cercando di scaldare il cuore dei poco meno dei 150-200 (credo!)
fans.
Ovviamente
essendo la prima volta che li vedo dal vivo la mia attenzione
si focalizza su (indovinate?) Alison, che subito dalla prima
sillaba mi fa impazzire. La sua voce è veramente eccezionale:
candida, pura, innocente, infantile, amniotica, cullante ed
ipnotica. Assolutamente superba, accompagnata da ottimi strumentisti,
anche se orami un po’ attempati ma anche lei d’altronde, ci
regalano piccole, soffici, delicate e lacrimose emozioni evanescenti,
romantiche e malinconiche.
Si alternano pezzi come: "Everywhere"; "Jewel"; "Far Away";
"Loved"; "Lilies" loro classici cavalli di battaglia tratti
da "Forever" e "Loved" (probabilmente i loro dischi migliori)
a tracce più recenti come: "Future song" e "Flute song" fino
ad arrivare agli ultimi nuovi pezzi: "Vanishing point"; "Particles
and Waves"e "Here comes the snow" assolutamente eccezionali.
Atmosfere lente contornate da bellissime, calde ed intime
luci che focalizzavano ed incentravano l’attenzione su piccoli
particolari, rendendo il nostro cuore ed anima passionale,
debole e sensibile a piccole seducenti languide emozioni.
Pezzi spesso e volentieri caratterizzati da quel tocco e riff
ripetitivo, malinconico, soave, ammaliante che ti entra nella
testa e nel cuore disturbando la tua quiete sentimentale,
finché una piccola e triste lacrima non ti sgorga dal contratto
e sofferto volto decretando la rottura definitiva del fiume
di dolore che scorre in tutti noi.
Di lacrima in lacrima la band riesce a mantenere alta la mia
attenzione per un buon 45 minuti, poi mi perdo un po’ nel
freddo gelido, un po’ perché alla lunga stancano e un po’
perché la band si perde perdendo il pubblico.
Certo non posso pretendere che si agitino come pazzi visto
che l’idea e lo scopo era probabilmente quello di portarci
in uno stato di trance malinconico (per l’altro riuscito),
ma l’idea che mi hanno dato era quella di essere leggermente
scazzati fatto che forse dipendeva quasi sicuramente dal luogo
in cui stavano suonando.
Comunque ho come avuto l’impressione che con questo tour e
fantastico nuovo album i Cranes si stiano giocando le ultime
carte per poter sfondare (per fare qualche soldo in più intendiamoci
e raccogliere i giusti meriti fino ad ora altalenanti) e che
il TPO abbia come dire aumentato neri presagi e determinato
una leggera sufficienza. Impressioni come al solito!
Comunque l’esecuzione dei pezzi è stata pressoché perfetta,
a parte qualche piccola e normale sbavatura, regalando a tutti
noi intense emozioni prima di proiettarci nel mondo reale
salutandoci con "Paris and Rome".