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I CONGRESSO POP’N’FOLK
Pordenone, 23 Ottobre 2004.

Testo by Tanks (tanks06@libero.it)

È trascorsa l’estate, ed eccoci di ritorno al Deposito Giordani per assistere al secondo evento Old Europa Cafe dell’anno, questa volta non improntato sull’Industrial ma su una curiosa unione, secondo il neologismo creato da Mr. Protti, tra il Neo-Folk (o per meglio dire tra il Marziale e l’Apocalittico) ed il Neo-Pop.

L’evento ha inizio in ritardo (le porte vengono aperte alle 21 anziché alle 20), così ci si trova tutti ad aspettare fuori, sotto un umido fastidioso. Poca gente in verità, nonostante la pubblicità fatta su vari fronti, e provo a spiegarmi il motivo, visto di nomi in cartellone… poco interesse per le novità? poca voglia di muoversi? i soliti pregiudizi tendenziosi?
Mah, direi niente di nuovo sul fronte Occidentale. I concerti saranno tutti dei set acustici… staremo a sentire…
Al richiamo del Lvpo lo spettacolo ha inizio e, sorpresa!, una session di Der Blutharsch in formazione rimaneggiata: Albin Julius armonica a bocca, Marthinna voce, Joerg chitarra acustica, con in più la partecipazione di Alessio, mente dei Varunna, al timpano.
L’esibizione passa attraverso 3 pezzi (molto bella la versione di “Vaterland”) per concludersi con una cover dei Varunna (“Fuoco”) tratta dal 7” prodotto da Albin sulla sua etichetta (Hau Ruck!).

È il turno quindi di Spiritual Front aka Simone Salvatori che si dimostra splendido esemplare da palcoscenico che ammalia e fa sorridere il pubblico. Mentre dietro scorrono le immagini di “Ultimo Tango a Parigi”, tra una canzone e l’altra il Romanaccio dialoga volentieri con i presenti, loquace!, si esibisce in gag spassosissime e trova pure il tempo -“Non abbiamo mica fretta!”- di farsi una scalcinata propaganda “Vi invito ad acquistare i miei Cd - dice - e soprattutto il 7” che uscirà l’anno prossimo. Sapete - continua - sono molto autocritico, ma questo che sto facendo è davvero un bel lavoro… E poi ho bisogno di soldi!”. Evviva la sincerità!
Il concerto scorre da vari pezzi tratti da “Nihilist EP” (con le basi del violino di Matt Howden) tra atmosfere jazz ed inserimenti Noise-Industrial fino a proporsi in pezzi acustici di vecchia data con solo voce e chitarra: ne scaturisce un noir-folk intriso di un decadentismo contemporaneo che non cede mai all’autocommiserazione, ma che anzi diventa stravagante suicide pop. La voce di Simone, languida e greve, canta l’emarginazione, il nichilismo, la triade sesso-morte-potere. Esibizione dissacrante ed appassionante che in nessun momento è scesa di tono.

Gli Ain Soph si presentano in versione dimezzata a voce-chitarra (Spectrae) e batteria (Steve Stroll): l’assenza ‘fisica’ di ClauD.E.D.I. e della caratteristica tastiera si fa sentire, ma il suono riesce ad acquisire un suo fascino in questa sobria scarnalità, e anzi, ne accentua la caratteristica impronta da osteria/cabaret & una bella chitarra distorta .”Malavita”, “Ramayana”, “Cuore Nero”, “Morte e Disonore” si susseguono lente mentre dietro vengono proiettati fotogrammi tratti dal video uscito sulla compilation dell’Old Europa Cafe “Macrocephalous Compost”, da cui è tratto tra l’altro lo stendardo del gruppo.

È il turno ora di un personaggio tutto particolare, l’americano David E. Williams. Non so cosa potrei aspettarmi da lui, non oso immaginare!
Eccolo quindi sul palco esibirsi in balletti allucinati e stralunati con un’aria tra lo spaesato ed il mefitico, l’alienato ed il folle. L’atmosfera è a tratti caramellosa, sa di carillon, d’infanzia, mentre David canta quasi monocorde, dimesso, per poi improvvisamente virare verso scenari cupi e morbosi, sprezzatamene urlati. I testi sono sempre molto forti, e lui mi appare come uno strano misto tra una figura paterna pronta ad accogliere e proteggere ed una figura totalmente distorta che mira piuttosto a devastare. Seduto alla pianola o lanciatosi in questi balletti, David mette in scena tutto il suo universo ‘patologico’. Ad un certo punto Simone Salvatori si avvicina al palco con una banana (?!), David gli pone appena lo sguardo, un lieve strabuzzamento d’occhi, ed eccolo tra una strofa e assaggiare il frutto, per poi ridarlo all’offerente con le parole “Too money” (!?). Buffo, lunare.
Le ultime canzoni vedono l’accompagnamento, voce e chitarra, di Lloyd James dei Naevus: tra i due sembra crearsi una particolare sinergia che porta davvero ad un bel risultato. Prima volta in Italia (ah, dimenticavo il micro-cappellino in paglia con la scritta ‘ITALIA’ che David ha indossato ad un certo punto durante l’esibizione, e, a fine concerto, il suo errare infinito, sudatissimo!, per il locale mangiando pizza!), speriamo di vederlo ancora in giro! Esibizione particolarissima e senza limiti, per me la più bella della serata.

Chiudono il cerchio i londinesi Naevus, che stasera colgono l’occasione per dare alla luce il 4° Cd, “Perfection is a Process”. Il suono ha perso un po’ dello spirito post-punk degli inizi (certe influenze Joy Division, Swans, e, a mio avviso Red Lorry, che comunque si fanno ancora sentire!), ma grazie alla predominanza del basso (bravissima Joanne) ed alla stupenda voce di Lloyd, così calda e profonda, lo spettacolo risulta armonioso ed avvolgente: un pop-folk very British! Molte canzoni sono tratte dall’ultimo lavoro, che si è avvalso della collaborazione dello stesso Williams alle tastiere. Un prodotto elegante, completo, davvero notevole che parla di solitudine, ipocrisia, nebbia. Senza dubbio una delle più belle produzioni OEC di quest’anno.

A concerto finito sale nel furgoncino-consolle Albin Julius… si sa che Albin ama l’Italia… e il vino italiano… ma forse stasera ha alzato il gomito un po’ troppo: arriva a mettere persino Adriano Celentano (?) e quant’altro! E la serata così si conclude.

ACHTUNG (Osservazioni di storto): tutto è andato bene stasera, organizzazione buona, tecnici validi, esibizioni di ottimo livello. Ma la gente??? Non può esserci un evento di tale portata ed avere SOLO 100 paganti!!!

NOTA: Mr. Protti mi ha appena comunicato che uscirà un CD live dell’evento, essendo stato tutto registrato su DAT direttamente dal mixer: un modo per rifarvi della perdita! Alla prossima.

 
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