VII
CONGRESSO POST INDUSTRIALE
Siddharta,
Prato, 20 Febbraio 2010
testo
e foto by Oflorenz
A
prescindere dalla scaletta in programma, l’OEC Festival
pratese si rivela ogni anno un appuntamento immancabile
per i seguaci del suono oltranzista. E così è
andata anche per questa settima edizione, anche se le presenze
si riveleranno leggermente inferiori all’anno passato, ove
un nome come Genocide Organ aveva evidentemente fatto da
solo la differenza.
L’apertura
è scioccante, con l’esibizione del binomio anglo-italico
Fecalove/Mutant Ape che non passserà agli
annali (solamente) per la musica. Immagino che lo spirito
fosse quello di dare una continuità alle prime apparizioni
dei seminali TG, noti come Coum Transmissions. Famigerati
furono i loro acts (eravamo ancora negli aani ’70!) sprizzanti
sangue e urina, con tanto di clisteri in diretta propinati
ad un pubblico spesso impreparato quanto incredulo. E così
eccoci alle prese con danze dalle movenze epilettiche guidate
da una atroce muraglia noise , con tanto di “parti nobili”
in bella mostra, e rissa con uno spettatore cui uno dei
nostri aveva infastidito la ragazza coinvolgendola a forza
nel suo folle show; ma non finisce qui: vomito di fronte
al bar e relativo strusciarsi nel proprio liquido, ed infine
il capolavoro: il disegno, con la faccia sporca di sangue,
di un enorme fallo sul pavimento del Siddharta. Per stomaci
forti.
Tempo
di ripulire sommariamente la pista del Siddharta dagli umori
di Mutant Ape, ed ecco apparire gli incappucciati di Satanismo
Calibro 9. A distanza di qualche tempo dallo show di
palazzo Granaio con Northgate e Cropcircle, noto un cambiamento
stilistico nel progetto di “Supernova”. In luogo del muro
di suono totale della volta scorsa Satanismo propone ora
una soluzione più strutturata e maggiormente accostabile
ai consueti standard power electronics, anche se mi sembra
manchi ancora quel qualcosa in più che può
davvero far la differenza; ottimo l’impatto scenico di tipo
rituale-religioso con tanto di cappucci, crocefissi e vocalist
in bianco colletto da prete. Di certo da risentire su cd,
cosa che mi riservo di fare al più presto.
A
Beyond Sensory Experience, duo svedese della famiglia
di Nordvargr & co., spetta l’unico set inquadrabile
come “dark-ambient” nel corso della serata. Presenza statica
e concentrata sulle macchine, Drakhon e Meizter ricoprono
se vogliamo quella che l’anno scorso fu la parte di Inade,
seppur con un taglio leggermente meno “cosmico” e fantasioso
rispetto al grandissimo duo teutonico. Importante come sempre
l’apporto dei visuals, minimale in partenza e maggiormente
ad effetto nel finale. L’estrema concentrazione e seriosità
dei due di Stoccolma mi ricorda per un attimo l’attitudine
dei mitici krautrockers Cluster, e di certo anche a livello
musicale qualcosa di quella stagione d’oro non manca nelle
lunghe ed alienanti composizioni di BSE.
Essendo
stato tra i fortunati della due-notti londinese in occasione
dello show di Freya
Aswynn con 6 Comm, rivedo a brevissima distanza di tempo
il set di Mike Dando, in arte ConDom. Show basato
in parte sul lavoro di “The Eighth Pillars”, Con-Dom è
ormai una certezza per gli adepti al noise vecchia scuola:
set analogico “old-style” con massiccio utilizzo di nastri,
il nostro si presenta come sempre a torso nudo e dipinto
con nere strisce color pece che ricordano i sistemi mimetici
dei gruppi speciali para-militari. Assalto sonico violento,
urla di rabbia del nostro Mike dal perenne sguardo fisso
ed allucinato, e la compagna che sul finale del set lo frusta
nella schiena mettendo in pratica ciò che il suo
stesso moniker già ci dice: CONtrol / DOMination!!
Roger
Karmanik, un nome che significa Cold Meat industry, ed ovviamente
Brighter Death Now! In poche parole, la pietra angolare
della scuola industrial scandinava, ed oserei dire europea,
dagli anni 90 in poi. Il set di questa sera è la
lampante dimostrazione di quale sia il segreto di una live
gig industrial-noise con le controballe: la collaborazione
tra progetti diversi (tra l’altro ottimo segno di amicizia
e coesione nella scena) finalizzata a creare una presenza
on stage dirompente! Chi ha visto un set di BDN in veste
one-man band ed anche la serata pratese capirà al
volo cosa intendo: due mondi lontani anni luce. I 4 guerrieri
di questa serata sono Mehmet Frugis (Sala delle Colonne),
Thomas “Die Weisse Rose” Bøjden e naturalmente l’immancabile
Lina “Deutsch Nepal” Baby Doll. Traspare fin da subito l’elevato
tasso alcolico presente on stage (che novitŕ…!!:-), che
questa serà sarà il giusto carburante per
un’esibizione davvero coinvolgente e sopra le righe. Sulla
base degli episodi più devastanti del recente “Kamikaze
Cabaret” e di “Inner war”, i 4 non si risparmiano nell’ora
e mezza a disposizione coinvolgendoci ripetutamente, e fisicamente,
nello show: Roger si cala ripetutamente tra il pubblico
(più volte, a scanso di equivoci, mi ritrovo a proteggere
al volo l’obiettivo della mia Nikon!), creando una serie
di esilaranti siparietti che coinvolgono non solo le prime
file ma addirittura un divertito Rvdolf Protti che abbandona
il suo gettonatissimo banchetto OEC per improvvisare una
folle balletto con l’amico svedese! Balliamo e flippiamo
con le marcia cantilena death-industriale di “Testing” mentre
Lina percuote il suo basso con violenza, e Thomas dà
il suo apporto con la voce e con la sua presenza scenica
sempre di grand’effetto. A Mr. “Sala delle Colonne” invece
verrà affidata la intro iniziale di sitar, per un
turbinio di suoni davvero più che mai caleidoscopico.
Appena
rientrato a casa metto da parte il bigliettino dell’ottimo
hotel Wall Art: ovviamente tornerà utile il prossimo
anno, per l’ VIII edizione del mitico meeting!
Report
fotografico