CLIENT
27
aprile 2007, Transilvania Live, Milano
Testo
by Fabio Degiorgi
Affezionate
ospiti dell’Italia, dove hanno già calcato diversi palchi
(e redazioni di rivista di moda), riecco in suolo milanese
le Client, questa volta in formazione allargata, visto l’ingresso
recente della giovane Client E/Emily
Strange al basso e la presenza
di un chitarrista esterno.
Senza
essere annunciato nei manifesti, apre la serata un gruppo
spalla del quale non riusciamo a scoprire il nome. I tre
ignoti propongono una sorta di synth-pop
di chiara matrice depechemodiana, infarcito da una chitarra metal e da alcune covers, fra le
quali una “Photographic” degli
ormai tanto leggendari quanto inflazionati eroi di Basildon.
Le potenzialità ci sarebbero pure, quello che proprio non
ho sopportato, oltre alla chitarra
pesantissima in quasi tutti i brani, che comunque è un fattore
di gusto personale, è stata la loro esibizione più lunga
di un’ora, con il paradosso della band di supporto che resta
sul palco addirittura più degli headliner! Mezz’ora sarebbe stata più che sufficiente, e questa
mia tesi è stata condivisa e manifestata in modo davvero
originale e simpatico da uno spettatore, già collocato nel
Mito, che nella mezz’ora ‘eccedente’ ha letto la “Gazzetta
dello sport” come se si trovasse in un qualsiasi bar di
viale Certosa alle 7.00 del mattino. Grandioso!
Con
le orecchie già prostrate, dopo le 23 mi metto
sotto il palco per vedere da vicino lo show delle albioniche
fanciulle, con Client A e B (voce
e tastiere) in posizione ravvicinata, Client
E all’estremo opposto, e il chitarrista ospite di cui parlavo
sopra relegato indietro e semi-nascosto, senza nemmeno la
dotazione del tipico Client-look
fatto di camicie di foggia trendy-militaresca
e cravattini che, con qualche variazione personale, indossano
le Nostre tre. Fra la carrellata di brani tratti dai due
album all’attivo emerge il nuovo singolo “Zerox”,
cover degli Adam & The Ants,
che non possiede assolutamente il fascino dell’originale,
ma rende comunque bene anche ritrasformata in canzone electro-pop. Per il resto, uno spettacolo gradevole ed elegante,
di facile presa senza cadere nello sguaiato, che aggiunge
poco a quello che sono le Client
su disco: un rispettabile progetto di elettronica easy-listening
il quale, se non entrerà mai nella Storia, ha comunque la
sua ragion di essere, e non solo sulle pagine di Vogue
o Vanity Fair.