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IL CIMITERO DI MESSINA

foto di DAEMONIA

testo e idea di MIRCEA e ATHANATA

 

La Morte, sin dal passato, ha avuto un rapporto diretto con la città di Messina. La sua Storia è infatti, caratterizzata da una catena di terremoti: il primo nel 1789, il secondo nel 1894 e infine il più disastroso nel 1908, che distrusse anche la città di Reggio Calabria, sita dall'altra parte dello stretto. Inoltre vi furono parecchie epidemie di peste e colera avvenute nel 1854, nel 1867 e nel 1887, in seguito all'epidemia del 1854 venne bandito un concorso per l'edificazione del futuro cimitero, vinto dall'ingegnere messinese Leone Savoja.
La giunta municipale deliberò l'esercizio dell'opera nel novembre 1867; nel 1865 ebbero inizio i lavori giungendo i lavori all'inaugurazione il 22 marzo 1877 e per l'occasione furono trasferiti da Torino nel "Farnedio" i resti di Giuseppe La Farina, massone messinese.
L'architettura del cimitero è caratterizzata inoltre dalla presenza di giardini che inframmezzano gli spazi sepolcrali. Esso infatti fu concepito, fin dalle origini, come un vero e proprio "parco urbano".
All'interno di esso nel 1942, nella zona falcata della città, utilizzata per scopi militari, venne trasferito il "cimitero degli inglesi". Durante l'operazione vennero spostate 250 tombe.
Denominato "Gran Camposanto", divenne ben presto tra i più grandi cimiteri, dopo quello di Genova.