Con il loro
inconfondibile stile, a distanza di dieci anni da
“Green To Blue”, i londinesi Breathless con “See
Those Colours Fly” riaccendono nostalgiche quanto
suggestive emozioni dalle luminescenti forme
sonore .
Dalla Dark-Wave degli esordi, che anticipava di
circa una decade la sognante scena indipendente
dei novanta (il dream-pop), la band, dopo le
vibranti scosse noise di “Chasing Promises”, ha
virato verso territori più psichedelici senza mai
nascondere l’amore per i Pink Floyd (in particolar
modo per l’epocale “Ummagumma”) ma, rispetto ai
precedenti lavori, i brani del nuovo albo sono
relativamente più brevi, a parte la finale “I
Watch You Sleep”, e, “major causa” per l’assenza
della batteria, onirici. L’improvvisa defezione di
Tristan Latimer Sayer viene in parte colmata dalla
bassista Ari Neufeld la quale sviluppa con il
synth un’intelligente struttura dal loop
atmosferico e cromatico ai contenuti, mentre tra i
fluidi arpeggi, ai confini del tempo, delle
chitarre di Gary Mundy, Dominic Appleton impone
ovunque la sua voce visionaria. Nove
canzoni sublimi, dall’eternità sospesa, con
diverse di esse dalle forti reminiscenze 4AD (“The
Party’s No Over”, “Let Me Down Gently”), altre dai
lievi refrains memori del primo David Sylvian
solista (“My Heart and I”, “The City Never
Sleeps”) ma dall’univoca bellezza ed alle quali è
impossibile sottrarsi. Dopo la silente attesa e la
mia dedizione alla loro musica, non posso che
consigliarne l’acquisto di questo gioiello
proveniente dalla Terra d’Albione certo che,
esplicitamente parlando (o scrivendo), tra
orizzonti lontani ed incantevoli aurore, potrà
piacervi come i suoi predecessori. Sito web:
https://www.facebook.com/BreathlessBreathless
(Luca
Sponzilli) |