BODY
HEAD
Live @ Spazio 211, Torino. 24 ottobre 2013
testo:
Gianmario Mattacheo
foto: Gianmario Mattacheo e Nicola De Brita
Ma
chi sono i Body Head? E, soprattutto, perché andare a vederli
dal vivo?
Molto semplicemente, possiamo dire che sono un duo chitarristico
che sta promuovendo "Coming apart", primo lavoro ufficiale
del gruppo.
A questa premessa, aiuterebbe molto di più sapere che la
parte femminile del duo si chiama Kim Gordon, storica voce
e basso dei Sonic Youth. Svelato l'arcano, confermiamo ancora
una volta la bontà del locale torinese circa la qualità
dei nomi offerti in cartellone (e permettetemi la divagazione
se aggiungo che nel futuro prossimo suoneranno sullo stesso
palco Lydia Lunch ed i Loop!). Qualità, sapore underground
e sempre tanta voglia di musica.
La presenza imponente della Gordon non è nascosta dai manifesti
che pubblicizzano il concerto, quando si legge chiaramente
che i Body Head vedono in formazione la riot grrrl per eccellenza
del rock mondiale. Un modo ovvio, insomma, per richiamare
un po' di persone che si erano affezionate al suono dei
Sonic Youth. Ai piedi della Mole (era ancora lo Spazio 211),
la Gordon ci suonò già nell'estate del 2007, quando con
i sonici portava in tour la riproposizione integrale di
"Daydream Nation", storico lavoro di Moore e compagni. Da
allora, sono passati un po' di anni e alcune importanti
vicende personali, non ultima la separazione dal marito
e compagno d'avventura Thurston Moore. Ecco, dunque, che
congelata (per ovvie ragioni) la sigla Sonic Youth, si aprono
le porte per lavori alternativi e progetti sperimentali.
Quello dei Body Head deve essere inquadrato proprio in quest'ottica.
Alle 22.30 circa, il duo fa l'ingresso sul palco davanti
ad un pubblico non numeroso, ma sicuramente interessato.
Senza neppure una parola di saluto, Kim Gordon e Bill Nace
iniziano a sfoggiare le proprie visionarie sperimentazioni
chitarristiche. Feedback continui a cui si aggiunge un costante
cantato della Gordon, rappresentano il concerto di stasera.
La voce di Kim Gordon è sempre sporca al punto giusto e,
volutamente, fredda e distaccata; non ha picchi melodici;
non ci sono compromessi a qualsivoglia regola musicale convenzionale.
Le canzoni di "Coming Apart" sono riproposte nella loro
interezza (le nove tracce che compongono il lavoro, suddivise
in quattro lati del vinile). Diventa difficile scegliere
una brano sull'altro.
Per apprezzare il concerto (e, più in generale, il lavoro
stesso) è utile abbandonarsi alla svogliata voce della Gordon
ed ai dolci rumori che provengono dal palco: Chi cerca armonia
e musicalità ha proprio sbagliato sede! La Gordon è il centro
dell'attenzione. Senza strafare e risparmiando le fatiche
si fa apprezzare secondo le sue doti migliori. Bill Nace,
per contro, è sempre attento a non perdersi troppo nelle
divagazioni sonore, lasciando alla Gordon il potere di dirigere
le canzoni e le distorsioni del caso. Dopo neppure cinquanta
minuti di spettacolo, i Body Head lasciano il palco.
Il commiato è lasciato ad un frettoloso saluto di Kim Gordon,
certamente più formale che sentito. A poco servono gli applausi
(molti di pura cortesia) per richiamare il gruppo on stage.
Hanno timbrato il cartellino. Lo spettacolo è finito.