BJORK
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GIUGNO 2003, Verona (Arena)
Bjork
all'arena di Verona. Tutto questo potrebbe già bastare vista
l'ambientazione e l'artista, opps scusate, volevo dire folletto,
elfo o fata stregata. Bjork dai lineamenti quanto mai indecifrabili
ma delicati, affascinanti, infantilmente erotici e stravagante
nel modo di essere, di fare e di mostrarsi. Unica in tutto,
fuori da qualsiasi schema musicale di massa, non detta mode
o omologazioni comportamentali o d'abbigliamento, lei è solo
Bjork e nessuno può e potrà mai essere come lei, un'artista
completa che stupisce, ammalia, ipnotizza. Una donna che già
all'età di 11 anni scrive un disco di canzoni demenziali che
in Islanda vende 7000 copie e poi continua con vari gruppi
punk per poi fondare i Sugarcubes, e da quel giorno ad oggi
è successo di tutto, milioni di dischi venduti in tutto il
mondo, Howie-b, Tricky e molti altri hanno collaborato con
lei, un film con L. Von Trier, per il quale è stata premiata,
che non saprei commentare data l'enorme e profonda afflizione
che mi ha procurato e una fama incredibile se si considera
che nel circuito mainstream non c'è nessuno che riscuote un
successo di tali dimensioni senza vendersi al sistema delle
grandi case discografiche che impacchettano la musica come
un prodotto per famiglie, come un film d'intrattenimento di
Hollywood, come una bevanda.
Sono passati ormai più di dieci anni dal debutto solista,
diversi bootleg, un numero indefinito di singoli, remixes
(da ricordare quello dei Carcass che remixanno "Isobel" ),
diversi concerti tra i quali quello che fece qualche anno
fa in Italia in un teatro, non mi ricordo dove ma mi pianse
il cuore non essere andato e pensai che mai mi sarebbe capitato
di vederla. Infatti nel momento in cui decisi di prendere
i biglietti per l'arena... erano esauriti, allora pensai fosse
destino... ma qualche giorno dopo tornai al box-office per
disperazione sperando che accadesse qualcosa... e questo qualcosa
è accaduto, una seconda data all'arena. MIRACOLO o CULO non
lo so, ma mi sono fatto spennare volentieri 50 euro, sì perché
ero deciso, volevo vederla da vicino, perciò PLATEA.
IL CONCERTO
Arrivo abbastanza in anticipo, perciò mi faccio un giro intorno
all'arena per vedere un po' che tipo di gente era venuta a
vedere il concerto... c'era di tutto, dai freakettoni, darkettoni,
metallari, persone normalissime, coppie di 40-50 anni della
Verona bene che non sapendo cosa fare il sabato sera si sono
comprati un paio di biglietti dai bagarini, insomma una flora
o fauna molto varia ed eterogenea. Finalmente entro in arena
e l'emozione è stata fortissima, 10000 o più persone asserragliate
lungo le scalinate e la platea. Le gambe hanno tremato. Dopo
un po' mi rendo conto che sul palco sta suonando qualcuno
e dopo il concerto ho saputo essere uno dei Matmos che è passato
ai più inosservato. Passa poco che appare sul palco il mio
folletto con un ensemble di otto archi, i Matmos, e un'arpista
(Zeena Parkins). Non capisco più niente, sono emozionatissimo.
Bjork si presenta con un vestito in raso viola a forma di
stella, scalza e con un paio di occhiali da sole. Non so se
è come me l'aspettavo ma non mi importa, è lei, solo lei ed
è bellissima. Inizialmente sembra intimidita dalla grande
folla che l'acclama ma "Pagan Poetry" è solo il preludio a
quello che sarà uno dei concerti più belli che abbia mai visto.
Seguono "5 Years", "Hunter", "Desired Constellation" e "All
Is Full Of Love" e la tendenza è quella di tenere gli occhi
chiusi per farmi trascinare dalla musica e dalla sua splendida,
perfetta, candida e delicata voce, ma questo è un grave errore.
Me ne rendo immediatamente conto con "Joga", quando delle
colonne di fuoco appaiono sul palco ritmate e cadenzate alla
musica. Il pubblico è in visibilio. Il cuore pulsa incontrollabilmente
in una grande emozione ed un brivido freddo scorre lungo la
mia schiena portandomi in un'estasi sensoriale che non calerà
fino alla fine del concerto. Enormi drappi neri e rossi rettangolari
vengono alternati sullo fondo del palco, giochi di luci rosse,
viola, verdi, bianche, fucsia rendono il tutto irreale e trascendentale,
con Bjork che si agita con movimenti a tratti teneri e dolci,
a tratti sussultori, tipici della principessa incontrastata
dei ghiacci. Esprime tutta la sua intimità, il suo candore
e si ha la sensazione in arena di sentire il crepitare dei
ghiacci e i lunghi silenzi dell'inverno nordico. Tutto questo
grazie anche a video placentali, di amebe, girini, spermatozoi,
membra umane che si contorcono in amori impossibili che ricordano
la nascita della vita in lande desolate della terra del fuoco
e dei bianchi enormi iceberg perduti nell'oceano. Un viaggio
introspettivo nel mondo di "Betulla" (Bjork in italiano),
in romantiche cibernetiche sensazioni primordiali con i violini
che toccano ed eccitano il nostro sistema nervoso, rendendo
il corpo fragile ed inerme di fronte all'enorme potenza della
natura, con battiti elettronici e dissonanze. Il concerto
prosegue in un ensemble di emozioni incontrollabili interiori
per poi sfogare in "Pluto", "Bachelorette" e "Human Behaviour",
creando nell'arena un enorme rave dove tutti ballano impazziti
ed eccitati ed io decido di sfondare, insieme a molti altri,
gli uomini della security che fino ad allora ci avevano pregato
di stare tranquilli al proprio posto e mi porto sotto il palco,
per la verità lontano una ventina di metri da lei. Tutto si
conclude un po' inaspettatamente con un crepitio di fuochi
d'artificio multicolore e un boato continuo del pubblico ormai
super eccitato, che rimane sbigottito sia per un finale così
spettacolare ma anche per la brevità stessa del concerto,
poco più di un'ora e un quarto. Ormai è tutto finito e quello
che rimane è: un'emozione forte e unica; i sussurri, i rantoli,
gli acuti, la sensualità di un'artista che vuole con la sua
musica renderci più contemplativi, ribelli, intimisti e introspettivi.
Forse è per questo che poco si è concessa al pubblico, proprio
perché timida e interiormente incantata dagli elementi tecnologici
primordiali della sua musica.
(testo NOCTILUCA)