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BAUHAUS
14 Agosto 2006, Arena Alpe Adria - Lignano Sabbiadoro (Udine)

Testo by Tanks

Foto by Nikita

 

La celebre località balneare di Lignano Sabbiadoro ci offre questo anno – a dispetto del solito cartellone trito e ritrito, insulso, banale, povero, praticamente radente il nulla – una meravigliosa sorpresa: i Bauhaus.
Tanks acida e corazzata come sempre nelle critiche e nelle recensioni? può essere, ma di certo non sterilmente. C’è infatti da dire – per chi non ne fosse a conoscenza – che proprio questa località estiva fu negli anni ’80 ritrovo del popolo oscuro dell’intero Nord Italia, che qui si affollava alle varie fontane o nei locali che ora non esistono più.
Cosa resta oggi? Come sopradetto: un cartellone musicale tristemente misero ed osceno e dei locali sì belli ma che si rivolgono ad un unico target, ovviamente commerciale.
Ma, se vogliamo vederne il lato positivo, la data del 14 Agosto risulta davvero come un lampo a ciel sereno: il clima è finalmente diverso, sin da subito effervescente, e lo percepisco già da quando con il mio compagno mi reco alla stazione di Latisana per accogliere Nikita e Camilla.
E fa davvero uno strano effetto vedere pendolari oscuri recatisi qui, ora.
Mi sento catapultata in un altro tempo.
Arriviamo al concerto - previo buon consiglio - saltando a piè pari i due gruppi triestini di supporto, giusto giusto c’è tempo per l’ultima canzonetta in lontananza… decisamente un buon consiglio. Siamo quindi dentro l’Arena, una bella architettura bianca e minimale, immersa in dune verdi nelle quali zampilla una fontana circolare. Fa fresco e siamo tutti ben vestiti, considerati nuvoloni che neri incombono veloci e minacciosi.
Giusto il tempo per un po’ di saluti, qualche foto e qualche piacevolissimo ritrovo dopo anni luce, ed eccoci al lato sinistro del palco in prima fila.
Un po’ di fumo, luci spente, faretti…
È questo per me il primo concerto dei Bauhaus, visto che per un motivo o per l’altro (tra cui una certa predilezione del gruppo per date inusitate ed impossibili per chi è lontano e il giorno dopo lavora…) me li sono sempre dovuti perdere.
Sono parecchio agitata, ma mi sono recata qui senza aspettative, nel timore che facendomene sarei potuta rimanere delusa da una performance di leva qualitativa inferiore rispetto ai vari live visti in Vhs.
Da subito però comprendo che mi sbagliavo: sono passati più di 25 anni dall’esordio di questi alfieri del Dark, ma lo stile, la verve, la carica adrenalinica sono gli stessi!
Peter Murphy è ancora l’affascinante pipistrello di un tempo, dalle eleganti movenze feline e dallo sguardo ammaliante che strega e converge su di sé tutti gli sguardi, nonostante Daniel Ash sembri davvero determinato a spodestarlo, visto come appare…!
Me lo ricordavo davvero diverso, più bello, mentre ora, capelli terribilmente frisée, occhialoni da moto, giacchino di pelliccia bianca, pantaloni in pelle, zatteroni… ed un colorito direi piuttosto solare…sembra Lenny Kravitz!! Improbabile sconvolgente trasformazione!!
Lo show che si svolge per 2 ore è totale, e riesce a fare si che la nostra attenzione non venga mai meno. L’acustica buona ed il suono pulito fanno sì che il tempo passi in fretta, troppo in fretta, ascoltando pilastri miliari quali l’elettrizzante "Stigmata Martyr", la conturbante ed evanescente "Hollow Hills", la romantica "The Passion of Lovers", "God in an Alcove", "Kick in the Eye", "Terror couple kills Colonel", la perfetta "Bela Lugosi’s Dead"...
Il gruppo si muove in perfetta sinergia, le canzoni appaiono magnifiche perle intaccabili, irraggiungibili.
Brivido ed emozione.
La classe non si smentisce mai.

Copyright Rosa Selvaggia