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BATS OVER MILAN FEST
(BOHEMIEN + SKELETAL FAMILY + NEW DAYS DELAY + EAT YOUR MAKE UP + STOMPCRASH + STARDOM)

2 marzo 2007, Milano (Transilvania Live)

 

Testo e foto di Fabio Degiorgi

 

Annunciato da tempo come un evento unico ed imperdibile, ecco il primo festival a Milano dedicato interamente al gothic e al deathrock in senso stretto, con una buona varietà di bands, sia per la provenienza geografica, sia per la musica da queste proposta.

Alle 20:30, con una puntualità quasi obbligatoria visto l’alto numero di esibizioni della serata, iniziano gli STARDOM, fautori di una dark-wave molto anni ’80 cantata in italiano, i quali, pur rimandando a certi nomi storici di quel periodo, hanno comunque un suono personale ed interessante, come già avevo notato ascoltando qualche loro mp3. Peccato solo che, essendo la prima band sul palco, ci sia qualche problema tecnico, come la voce troppo alta, e che la performance sia talmente breve da non lasciarmi neppure il tempo di scattare qualche foto.

Seguono gli STOMPCRASH di Milano, quartetto più difficile da inquadrare come sottogenere, dato il mix di sonorità, tutte comunque affini con il gothic/dark sia del passato sia contemporaneo. I brani, fra i quali vi è pure la cover di “Ghost In My Head” degli Ikon, sono gradevoli, i musicisti tutti impeccabili, ed è bello vedere la vocalist Dany dedicarsi anche alle tastiere.  
Dei francesi EAT YOUR MAKE UP avevo recensito in modo sarcastico e tiepidamente positivo il loro primo album: questa sera, con una line-up allargata da una seconda ed occasionale voce femminile, fanno comunque bene il loro mestiere, ossia quello di mostrare la loro venerazione più o meno spudorata verso i Christian Death di “Only Theatre Of Pain” e Rozz Williams in generale. Con una buona presenza scenica ed il giusto look, catturano l’audience ormai numerosa, anche se il mio giudizio non cambia, e li trovo comunque troppo prevedibili e ripetitivi.

 

I NEWS DAYS DELAY, dalla Germania, sono il gruppo che più mi aveva incuriosito, per la definizione di “gothic-surf-death rock” menzionata sul volantino. Ed infatti, perdonando loro una non ancora piena compattezza nell’insieme, si rivelano come i più originali della serata, proprio per quelle contaminazioni surf e rock’n’roll su un substrato tipicamente gothic, dark-wave ed elettronico. Grazie ai loro brani veloci, coinvolgenti e soprattutto vari, e al magnetismo della vocalist Insa, i N.D.D. sembrano piacere molto anche al resto dei presenti.

Tocca a questo punto al nome di punta della manifestazione, gli SKELETAL FAMILY, cult-band nella prima metà degli anni ’80. Come molti di voi sapranno, hanno pubblicato l’anno scorso un album, “Sakura”, contenente sia canzoni recenti sia reincisioni di vecchi successi, con una nuova e giovane vocalist, Claire, e devo ammettere che proprio la prestazione di quest’ultima su alcuni brani di quel cd l’avevo trovata a dir poco disastrosa. Ma torniamo al loro show: un paio di componenti della band hanno un’aria veramente invecchiata, il tastierista ad esempio potrebbe sembrare addirittura il padre di uno qualsiasi degli Stranglers, ma nel complesso il suono non è affatto male, essenziale e potente come sempre. La bella e sexy Claire si scatena più che può ed ha un’energia invidiabile, purtroppo però, come temevo, su certi pezzi le sue corde vocali non ce la fanno proprio, anche se questo sembra non importare molto ai fans, i quali invece rispondono con calore alla carrellata di brani vecchi e nuovi.

 

La chiusura spetta ai BOHEMIEN, i quali non hanno certo bisogno di presentazioni. Nonostante Alex sia giù di voce, come lui stesso ammette, il quartetto romano riesce a donare una performance degna e coinvolgente, sia sul piano prettamente sonoro, sia su quello scenico. Confesso di non conoscere molto il gruppo, ma per il poco che avevo ascoltato in precedenza, lo apprezzo ancor di più questa sera ed è senza dubbio il mio preferito fra i sei che hanno suonato al Bats Over Milan.

Per concludere, un plauso agli organizzatori di MI-Decay per aver organizzato l’evento, sicuramente riuscito, vista anche la nutrita presenza di spettatori e considerando che la proposta non si rivolgeva al pubblico oscuro a 360° bensì ad una parte piuttosto delimitata di esso. Dopo anni di festival in cui era l’elettronica in tutte le salse a farla da padrone, non può che farmi piacere vedere, in una Milano sempre più stanca ed assuefatta a tutto, solo band con chitarra, basso e batteria, provenienti tutte dall’albero genealogico del post-punk. Alla fine non importa se il cosiddetto “death-rock” sia una moda interna del momento, e se qualcuno sia venuto qui solo per presenziare e mostrare la cresta o per un interesse autentico verso queste sonorità. L’importante è che rassegne come questa ci siano, poi ognuno sarà libero di andare e non andare dove vuole.